tag:blogger.com,1999:blog-50632839752834629632024-03-13T09:00:32.822+02:00Resistenza quotidiana.Perchè lottare per la libertà è un modo stupendo per affermare di essere vivi.
Unknownnoreply@blogger.comBlogger215125tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-85858444114923632782017-09-22T15:28:00.000+03:002017-09-22T15:28:03.299+03:00Un altro passo verso la democrazia<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-left: 1em; margin-right: 1em;">
<img alt="" class="_h2z _297z _usd img" height="266" id="u_jsonp_2_3" src="https://scontent-amt2-1.xx.fbcdn.net/v/t31.0-8/p720x720/21762406_1232509553520705_5796841923531580989_o.jpg?oh=c417c2868d8b249869efe227366b92fc&oe=5A53D54A" width="400" /><br /><br />
</div>
<br />
<br />
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }a:link { }</style>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><i><span style="background: #000000;">Questo
articolo mi è stato inviato da una compagna che si trova attualmente
in Rojava, con preghiera di diffusione.</span></i></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Le
prime elezioni dei territori federati del nord della Siria.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Il
18 marzo 2016 è stata dichiarata l’assemblea costituente del
federalismo democratico del nord della Siria, da quel momento si è
cominciato a lavorare per autorganizzare i territori facenti parte
della federazione.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Il
29 dicembre 2016 l’assemblea costituente termina di riscrivere il
“contratto sociale del federalismo democratico del nord della
Siria” e oggi 22 settembre 2017 un’altro grande passo per
compiere la democrazia diretta: le prime elezioni della Siria del
Nord.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Le
zone interessate dalle elezioni sono le regioni di Firat, Afrin e
Cizre, quest’ultima è la regione che stata presa in considerazione
per questa analisi e su cui si basano le ricerche.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Il
diritto di voto è esteso a tutti i cittadini e le cittadine che
vivono nelle regioni facenti parte della federazione, quindi il
diritto di voto non è esclusivo della popolazione curda ma comprende
tutte le etnie che vivono in questi territori come assiri, armeni,
ceceni, arabi, cristiani, turcomanni e yazidi.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Alcune
città della federazione infatti sono a maggioranza araba ad esempio,
ma questo non è in alcun modo un impedimento, anche perchè uno dei
punti del confederalismo democratico (il sistema attualmente vigente
nella Siria del nord) è la negazione dello stato e la lotta contro
il capitalismo che non è un problema riguardante solo l’etnia
curda, ma di tutti i popoli.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Queste
prime elezioni saranno dedicate alla scelta dei co-presidenti delle
comine.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Le
Comine sono delle assemblee di quartiere di massimo 400-500 case e
sono alla base del sistema confederale</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">“La
comine è la base essenziale della democrazia diretta”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">articolo
48 del contratto sociale</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">La
comine si occupa di tutte le decisioni che riguardano la società ed
è composta da semplici cittadini e cittadine, tutta la società fa
parte delle comine che discutono i problemi del quartiere, le
iniziative, gli eventi e le questioni riguardanti acqua, elettricità,
costruzione delle strade ecc.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Nella
regione di Cizre ci sono 2487 comine, nella sua capitale, Qamislo, le
comine sono 264.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Ogni
comina risolve e autorganizza la vita della società in maniera
autonoma, i problemi e le decisioni delle comine vengono riportati ai
consigli, i cui membri sono i co-presidenti delle comine.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">I
co-presidenti del cosiglio a loro volta compongono l’assemblea del
cantone e così fino ad arrivare all’assamblea costituente.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">L’assemblea
costituente non può prendere decisioni o approvare leggi senza aver
discusso e organizzato delle votazioni con tutte le comine presenti
nei tre cantoni, quindi sono le comine che prendono le decisioni
rispetto alle necessità della popolazione, anche le proposte che
arrivano all’assemblea costituente vengono direttamente dalle
comine.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Ad
esempio l’eta per votare è 18 anni, prima che questo diventi legge
la proposta si discute e si vota in tutte le comine che hanno
l’ultima parola e potere decisionale sull’approvazione della
legge.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Con
queste elezioni dunque si sceglieranno i co-presidenti delle comine
ma nello stesso tempo i membri del consiglio.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">I
co-presidenti sono sempre un uomo e una donna, questo è un’altro
punto importante del confederaliso democratico che garantisce una
quota del 50% alla donna, per non far si, come è accaduto in
passato, che questi tipi di incarichi diventino prerogativa degli
uomini, questo sistema garantisce anche una completa parità dei
generi.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Tutti
I cittadini e le cittadine che fanno parte delle comine e dunque
della federazione possono candidarsi all’età minima di 18 anni, se
sono parte di partiti o movimenti devono abbandonarli in maniera tale
che la provenienza non influenzi il voto. Quindi non ci sono partiti
o movimenti nelle elezioni ma solo ma solo semplici cittadini.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Per
poter votare l’età minima è di 18 anni e il diritto di voto si
stabilisce all’interno della comine.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Per
le persone che vivono nel territorio ma non fanno parte delle comine
c’è una legge che garantisce il diritto di voto a coloro che hanno
un documento che dimostri una residenza di almeno 10 anni in quel
terrirorio, se invece si è un membro della comine il tempo di
resisdenza non è un dato di valutazione per il diritto al voto ma
questo viene stabilito in base ad altri principi come ad esempio la
partecipazione o il contributo dato alla comine.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Nelle
decisioni del diritto al voto non influiscono in alcun modo la
provenienza etnica, la religione, l’appartenenza a gruppi culturali
e a frammentazioni sociali.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Nella
maggior parte dei casi le comine non necessitano di un documento
statale per la partecipazione alle votazioni nè alla vita sociale,
non riconoscendo lo stato automaticamente non si riconoscono le sue
pratiche.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Una
volta scelti i co-presidenti, essi riceveranno una formazione teorica
e pratica sul sistema del confederalismo democratico per ricoprire al
meglio il loro incarico.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">I
co-presidenti non ricevono alcuno stipendio ma mantengono il proprio
lavoro, in casi particolari ricevono dei rimborsi ma questo è raro
dato che si provvede a qualsiasi cosa e non si creano le condizioni
per cui si debbano spendere soldi per il proprio lavoro.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Ad
esempio un rimborso spese potrebbe essere la benzina per I movimenti,
ma di solito ci sono delle auto comuni con una serie di buoni benzina
che si usano per le questioni che riguardano gli spostamenti dei
co-presidenti.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">I
co-presidenti non possono candidarsi per più di due termini
consecutivi, I termini non sono fissi ma variano in base alla
situazione e ai bisogni.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">L’incarico
di co-presidente quindi non ha alcun interesse economico o di
carriera, chi ricopre questo ruolo lo fa generalente per dare un
contributo alla propria società e per autorganizzarsi autonomamente
partendo dal basso e rispetto alle necessità della popolazione .</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Se
la condotta dei co-presidenti non è adeguata, per esempio se rubano
soldi, la comine decide di dimetterli dalla carica e di rifare le
votazioni per la propria comine.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Nei
giorni antecedenti alle elezioni in tutti i quartieri di tutte le
regioni si sono svolti degli incontri aperti a tutta la popolazione
in cui i/le rappresentanti dell’assemblea costituente
approfondivano la questione delle elezioni, spiegavano l’importanza
del voto, il momento storico in cui ci troviamo e la situazione
geopolitica.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="u_jsonp_2_3"></a>
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;"></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">“quando
abbiamo cominciato questa rivoluzione, nessuno credeva che ce
l’avremmo fatta, che il nostro sistema avrebbe funzionato, ma
insieme abbiamo dimostrato il contrario, abbiamo dimostrato che
questo sistema funziona proprio perchè parte dal basso, ecco perchè
sono così importanti queste elezioni, perchè sono la conferma che
questo sistema è possibile, che un’alternativa al sistema
capitalista è possibile.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Qual’è
la differenza fra l’elezioni statali e le elezioni nella Siria
democratica?</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">“Senza
il popolo uno stato non può esistere, ma senza uno stato un popolo
può vivere.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">La
differenza non è solo nelle elezioni , qui il popolo ha cominciato
ad autorganizzarsi in completa autonomia e facendolo si è reso conto
che lo stato era solo un’oppressione.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">“All’inizio
della rivoluzione non avevamo acqua ed elettricità e la gente
pensava che almeno con lo stato potevamo averle, ma con il tempo si
sono resi conto che era solo un contentino per distogliere la
popolazione dai problemi e per far si che non si ribellasse.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Oggi
nel nord della Siria c’è acqua e luce, bisogni a cui il sistema
confederale provvede senza chiedere nulla in cambio.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Abdullah
Ocalan ( leader del PKK , il partito dei lavoratori del kurdistan)
dice che tutti gli stati prima o poi crolleranno perchè lo stato è
oppressione e nega la libertà e un popolo senza libertà si
ribellerà.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Grazie
alla rivoluzione in kurdistan la popolazione ha realizzato che non ha
bisogno dello stato per vivere e questa è la prova concreta che la
mancanza di uno stato non porta al caos ma alla liberazione di tutte
e tutti.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<br /><br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Nadia
Nicolardi</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Nervo
che osserva</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<a href="https://www.facebook.com/Nervo-che-osserva-813132448791753/?ref=settings"><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">https://www.facebook.com/Nervo-che-...</span></span></a></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.2cm;">
<br /><br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-30042723307563602302016-09-25T23:52:00.000+03:002016-09-25T23:53:10.960+03:00“Per amore – la rivoluzione del Rojava vista dalle donne”: un libro per porre domande.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p.sdfootnote { margin-left: 0.6cm; text-indent: -0.6cm; margin-bottom: 0cm; font-size: 10pt; line-height: 100%; }p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }a:link { }a.sdfootnoteanc { font-size: 57%; }</style>
<br />
<style type="text/css">p.sdfootnote { margin-left: 0.6cm; text-indent: -0.6cm; margin-bottom: 0cm; font-size: 10pt; line-height: 100%; }p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }a:link { }a.sdfootnoteanc { font-size: 57%; }</style>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Ho sempre pensato
che fosse necessario anche confrontarsi e trarre ispirazione anche da
esperienze molto lontane da noi, per poter trovare soluzioni alle
contraddizioni che viviamo quotidianamente. Secondo me è necessario
comprendere e combinare tra loro diversi punti di vista per ottenere
una comprensione generale e profonda, che a sua volta porti ad una
pratica finalizzata ad un miglioramento reale della situazione in cui
viviamo. È proprio per questo che penso che le vite e le esperienze
di donne non molto lontane possano contribuire al dibattito riguardo
come costruire il nostro futuro, ed è appunto per questo che le ho
raccontate in un libro.</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Viaggiando, quindi,
si impara. E credo di avere imparato alcune cose (poche, ma pur sempre qualcosa), trascorrendo più di un
anno e mezzo in Rojava.</span></span></div>
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Ho respirato una
lotta contro il sistema che ci vuole schiave<a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=5063283975283462963#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a>,
e che usa come primo strumento per farci schiave quello di metterci
una contro l'altra, di farci l'una all'altra nemiche. Ho compreso
come la migliore difesa contro di questo sia l'amore: è per questo
che ho intitolato il libro che ho scritto “per Amore – la
rivoluzione del Rojava vista dalle donne”. Uno degli scopi
principali di questa lotta è ricomporre la società che il
capitalismo vuole distruggere, fare in modo che gli esseri umani si
incontrino, ed apprendere assieme come fare a risolvere problemi
comuni in maniera collettiva: è per questo che esistono le komine,
cellula di base del confederalismo democratico, e tutte le altre
assemblee e luoghi di incontro.</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Il contrario di
capitalismo è società, perché il capitalismo distrugge la società
e perché una rete sociale più forte degli interessi personali è
antidoto al capitalismo. Nel momento in cui contribuiamo a costruire
muri, a mettere distanze tra persone e gruppi, non siamo quindi altro
che schiave del sistema.</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Ho visto quanto sia
importante non chiudere il proprio pensiero e le proprie azioni
dentro a dogmi limitanti, come sia importante liberarsene per
sperimentare strade nuove. Ho visto come i dogmi con cui cresciamo
possono impedirci di comprendere tutto quello che non riusciamo ad
incasellare nelle nostre griglie preconcette. Ho anche compreso
quanto difficile sia liberarsi di queste letture cariche di
pregiudizi che ci impediscono di librarci in aria, ho visto quanto
dolore e rabbia possa portare questa lotta interiore per imparare a
volare, e quanto splendido e grandioso sia poi il volo. Ho osservato
le rotture che può portare rinnegare sé stesse, e in questo senso
deve essere chiaro che rompere con i dogmi non significa rinnegare la
propria storia: chi rinnega sé stessa e la propria identità non è
in grado di volare.</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Soprattutto, in
Rojava, ho visto che è possibile creare qualche cosa di diverso. Che
raccontano bugie quando vogliono farci credere che il mondo
capitalista sia l'unica possibile soluzione ai bisogni della gente, o
che lo Stato sia l'unica possibile forma di organizzazione. Ho visto
che realmente la società può organizzarsi senza uno Stato, che si
può dare a ciascuna secondo i suoi bisogni senza necessità
dell'accumulazione di capitale. Ho capito che è una strada difficile
da percorrere, che in ogni momento è necessario fare autocritica, e
non pensare che tutto sia chiaro limpido e incontrovertibile: perché
i tranelli sono moltissimi, e dobbiamo essere vigili per non cadere o
forti per rialzarci. Ho visto però che una forma di organizzazione
sociale diversa e più umana è possibile, è necessaria: sono
convinta che sarà il nostro futuro.</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Ho poi osservato
l'importanza della bellezza. Parafrasando una vecchia frase, “se
non c'è bellezza, non è la nostra rivoluzione”. La bellezza è
necessaria quanto l'aria che respiriamo, perché la bellezza non è
solo la meta, ma soprattutto la strada.</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Ho quindi riportato
un pezzo di quello che ho imparato in Rojava in questo libro,
trascrivendo i racconti delle donne che descrivevano la propria vita. Verrà data voce alle donne del Rojava, sarano loro a raccontare, non io.
Ho messo nero su bianco poi alcune delle domande che secondo me questo pezzo di
mondo ci pone, senza pensare di aver trovato qui la Verità, ma una
realtà da cui è necessario prendere spunti, perché ci pone domande
critiche su quello che stiamo costruendo, ci obbliga a riflettere su
cosa ci spinge in una certa direzione. Perché non siamo guardiane di
braci, che cercano di fare in modo che non si spengano del tutto:
siamo invece fuoco ardente, in grado di diffondersi e scaldare ed
illuminare il presente ed il futuro.</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Nel libro ci sono
alcune donne che raccontano la loro storia, come vivevano prima della
rivoluzione, come partecipano alla realizzazione di una società
democratica, e quali cambiamenti ci sono stati nella loro vita.
Queste storie sono intervallate da alcune brevi riflessioni, non
volte a portare soluzioni quanto a porre quesiti: che domande pone a
noi la rivoluzione del Rojava? Quasi certamente questo testo è
incompleto, molto probabilmente si potrebbe fare di più, ma
sicuramente è un inizio, un sasso nel lago. Senza pretese, un
contributo al dibattito.</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Non troverete questo
libro nelle librerie, solo nelle presentazioni che verranno
organizzate, o al massimo in qualche “banchetto” di compagne.
Perché? Perché questo libro è uno strumento, un canale per poterci
conoscere, un laccio per avvicinarci. Non serve leggerlo da sole
chiuse nella corazza proprio isolamento. Incontriamoci, discutiamone,
critichiamoci a vicenda. E facciamo fiorire nuove idee, senza
dimenticare le vecchie o rinnegare la storia che ci ha portate ad
essere quello che siamo.
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Insieme.
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">p.s.: per le
presentazioni contattatemi all'indirizzo <a href="mailto:todessil@gmail.com">todessil@gmail.com</a> . Personalmente preferirei che gli incontri fossero organizzati da
donne, ma se questo non vi è possibile o non vi va, sono molto
contenta di incontrare gruppi misti. Non mi importa che
compaia il mio nome (basta “una compagna di ritorno dal Rojava”)
ma se per qualche ragione preferite metterlo non c'è problema. Mi
piacciono di più gli incontri con poche persone, perché si riesce
ad instaurare un dibattito più aperto: quindi se fosse possibile mi
piacerebbe fare più incontri nella stessa zona con meno
partecipanti in ciascuno di essi; ma se non vi piace l'idea o se per
qualche ragione preferite fare diversamente, ovviamente va benissimo
lo stesso. In questo periodo mi piacerebbe incontrare soprattutto
compagne che in qualsiasi modo lottano contro il sistema classista,
gerarchico, patriarcale, statale, capitalista... ma se avete in mente
incontri in scuole o con gruppi scout o in qualsiasi altra situazione
ovviamente va benissimo.
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">In somma, fate un po
come vi pare; purché ci incontriamo.</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span></div>
<div id="sdfootnote1">
<div class="sdfootnote" style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=5063283975283462963#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a>In
questa presentazione, come nel libro, non viene usato il maschile
neutro ma il femminile neutro, che nell'intenzione di chi scrive
include anche il genere maschile.</span></span></div>
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-34274591494434754342016-01-30T14:44:00.000+02:002016-09-25T23:54:27.923+03:00Visita a un'amica<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Diario
della visita a un'amica.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Sadiya
abita in un villaggio che si trova tra le città di Amude, Til Tamer,
Haseke e Dirbesiye. L'ho conosciuta al corso (perwarde) di cui ho già
raccontato: ha quasi trent'anni, non è sposata. Esce raramente dal
suo villaggio, così sono andata a trovarla. Per arrivare, ho fatto
l'autostop. Per fare l'autostop, in Rojava, si chiede aiuto agli
asais (sicurezza interna). Un po' come se da noi si andasse dalla
polizia per chiedere aiuto a fare l'autostop. Così sono arrivata al
posto di blocco, ho chiesto aiuto per fermare una macchina fidata che
mi portasse al posto di blocco successivo, e loro hanno trovato
l'auto di una coppia, originaria di Asake. Al posto di blocco
successivo c'era Sadiya, mi stava aspettando li con il suo papà. Ci
siamo abbracciate a lungo. Ero un po' sorpresa, perché ero abituata
a vederla in pantaloni e maglione, mentre questa volta aveva il
vestito lungo tipico delle donne. “Papà dice che i pantaloni e
maglione nel villaggio sono una vergogna per una donna. Ma quando
esco fuori posso andare con i pantaloni, non è un problema” mi
spiega. Su un furgone (guidato dal suo papà) siamo ripartite. Pochi
minuti di strada asfaltata e poi giriamo a destra, in una stradina
sterrata. Queste strade non sono considerate nelle mappe. Google map
in questa zona non segna ne' strade ne' villaggi: si possono
riconoscere solo dalla visione aerea; eppure la maggior parte di
questi territori è costellata di piccoli villaggi come questi.
Comunque, dicevamo, il villaggio di Sadiya è il secondo che troviamo
sul percorso. Sadiya e il suo papà sono co-sindaci del villaggio
“non è normale che in questo ruolo siano padre e figlia, ma nessun
altro voleva assumersi la responsabilità, per questo adesso siamo
noi” spiega Sadiya.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;"></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: white;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEgodwucfUxTV1sD5NzJYzK40IIQh5s2p-2-o5J9-VTW1wQa0S8FXxN6EAhiNRorIGiSXrttkC7MXebBPygDA_omYybr7DIVW8bP1OvNBMrRrNSUo-VNwtDQnE-EH90fFc4dpIBkNYEjHx/s1600/v31.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEgodwucfUxTV1sD5NzJYzK40IIQh5s2p-2-o5J9-VTW1wQa0S8FXxN6EAhiNRorIGiSXrttkC7MXebBPygDA_omYybr7DIVW8bP1OvNBMrRrNSUo-VNwtDQnE-EH90fFc4dpIBkNYEjHx/s400/v31.jpg" width="400" /></a></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">La
mamma di Sadiya ha male agli occhi. È stata con la famiglia fino as
Haseke dal dottore per capire cosa fosse. Il dottore ha detto che ha
pianto troppo, e che questo le ha disidratato l'“anima”
dell'occhio, che deve prendere delle medicine, ma per trovarle deve
andare a Qamislo. Soprattutto, deve smettere di piangere. La mamma di
Sadiya piange tanto da quando è morto suo figlio. Suo figlio era
andato a combattere per il Rojava, ed è stato ammazzato vicino ad
Asake. Hanno mandato la sua foto ad Asake per farne un bel quadro
grande da appendere in casa. La mamma di Sadiya mi mostra un
cellulare, non certamente ultimo modello, ma funzionante: spiega che
suo figlio, nome di battaglia Qandil, glielo aveva mandato come
ricordo ed ora lei si addormenta con quel telefono sul petto.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Casa
della famiglia di Sadiya è di buona fattura, per essere di un
villaggio: c'è un salotto (dove si dorme anche), e poi altre due
stanze, di cui una che funge da deposito. Fuori c'è la cucina, e ad
alcune decine di metri di distanza, il bagno. Sadiya era preoccupata,
prima che arrivassi, che non mi piacesse casa sua, perché essendo
magari abituata alle case di città questa mi sarebbe potuta sembrare
troppo povera. Le ho risposto che a fare bella una casa non sono i
muri o i pavimenti, ma la gente che ci abita dentro, e che comunque
casa sua è bella. In realtà credo che il suo disagio fosse dovuto
al fatto che per esempio nei villaggi per lo più le case non sono
fatte di muratura ma di mattoni di fango: in realtà il fango secco è
mescolato con paglia, e questo fa di esso un ottimo isolante, per cui
anche le case di mattoni spesso vengono ricoperte di fango e sembrano
fatte di fango; o per esempio al fatto che anche il pavimento nelle
case è fatto con lo stesso materiale di fango misto a paglia
seccato, che quando ce n'è la possibilità viene ricoperto con dei
tappeti, ma nemmeno questo è un particolare problema, anzi, una
volta che c'è un tappeto non si nota nemmeno che sotto non c'è un
“vero” pavimento. La corrente arriva più raramente che in città,
normalmente una o due ore al giorno “una volta siamo rimasti senza
corrente per 20 giorni di seguito” spiega Sadiya; il generatore si
accende raramente in realtà, ma una volta che per la sera ci si
attrezza con pile o modi alternativi di illuminazione, 24h al giorno
di elettricità non sono l'essenziale. L'unica cosa un po' fastidiosa
è l'acqua, che è leggermente salata, perché il pozzo del villaggio
non è particolarmente profondo, e quindi l'acqua non è
completamente dolce; questo viene però compensato dalla bontà del
cibo. Le uova, ad esempio: dal momento che le galline scorrazzano
libere nel giardino, le uova sono veramente saporite e diverse da
quelle di città, con un tuorlo grande e scuro; lo yogurt, di pecora,
e più saporito di quello di mucca ma comunque più delicato di
quello di capra; il formaggio viene fatto in casa, ma la cosa più
buona è il pane, detto tannuri. Quest'ultimo viene cucinato in una
specie di forno, il “forno tannuri”, a forma di grande vaso,
dentro cui viene acceso un fuoco e poi spento in modo che resti
caldo. Al pane viene data la forma di pizza, viene schiacciato contro
le pareti del suddetto forno con l'aiuto di una specie di cuscino
apposito, e poi viene staccato e si può conservare per diversi
giorni prima di essere mangiato.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Coloro
che si occupano degli animali, dell'orto, di fare il pane e
ovviamente di cucinare e tenere in ordine la casa sono le donne. Gli
animali sono diversi, tutti di piccola o media taglia: ci sono
galline e tacchini, in alcuni villaggi oche, e colombe. Poi ci sono
capre e pecore, con cani per aiutare a prendersene cura. E conigli.
Certe volte si crea confusione e le galline entrano nella casina dei
conigli, mentre questi sono fuori “i conigli litigano tra loro, e
anche le galline litigano tra loro; però galline e conigli non
litigano, così non è un problema se le galline entrano nella casina
dei conigli” mi spiega Sadiya, quando rido di fronte all'invasione
delle galline verso la casina dei conigli. Ci sono alberi di olive
“quest'anno non hanno fatto olive, le fanno una volta ogni due
anni, le faranno l'anno prossimo”, e poi un orto in cui in
primavera crescono ortaggi “ho sentito che in città la gente
mangia i pomodori anche d'inverno... ma d'inverno non crescono i
pomodori, dove li trovano?” domanda Sadiya. In effetti, sembra che
secondo alcuni aspetti questi villaggi siano quasi rimasti fuori dal
grande circuito commerciale che ormai omogeneizza tutto il mondo. C'è
un “negozio”, che consiste in una piccola stanza in cui si
possono comperare fazzoletti, qualche merendina, caffè in polvere, e
generi di prima necessità; però non sempre ci sono persone nel
negozio: per comperare bisogna andare a casa del proprietario (tanto
è lo stesso edificio), chiedere di entrare, e poi puoi comperare
quello che ti serve. Certe volte arriva nel villaggio un mezzo che
vende stoviglie, si ferma il tempo necessario, e riparte per il
villaggio successivo. In tutto il villaggio ci sono 4 mezzi (tra
furgoni e automobili) per muoversi, più una mietitrebbia che serve
per tutti i villaggi del circondario; e anche i mezzi che ci sono
decisamente non sono dei più moderni.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">La
famiglia di Sadiya mi ha dato da mangiare e da dormire per 3 giorni.
Abbiamo chiacchierato attorno alla stufa, o sedute fuori al sole.
Insieme abbiamo camminato per il villaggio, siamo andate fino la
cimitero (su una collina a poche centinaia di metri di distanza), e
ho conosciuto altre persone del villaggio. La leggendaria ospitalità
curda, anche in questi casi, non si è fatta attendere.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">La
prima sera è venuta a fare visita la sorella di Sadiya, con il
marito e 4 delle 7 figlie. Sebbene il numero medio di figli per
famiglia sia intorno ai 10, 7 mi sembrano già tante, tanto più che
lei è giovane, e mi raccontava che c'era un periodo in cui ne
partoriva una all'anno. Le domando se non siano tante, se poi non ne
rimetta di salute, e lei dice “certo che ne rimetto di salute, ma
mio marito vuole il maschio.” E a me ricorda i racconti di alcune
ginecologhe occidentali, che spiegano come a volta impiantino spirali
a molte donne all'insaputa dei loro mariti, perché i mariti non
sappiano che loro non vogliono più figli.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Il
secondo giorno siamo andati a fare visita a Rusiya, compagna che
abita nel villaggio vicino. Anche Rusiya era al perwarde con Sadiya e
me. Il villaggio dove abita Rusiya è grande circa il doppio di
quello dove abita Sadiya. Ci sono 30 case, mentre in quello di Sadiya
ce ne sono 15 “una volta c'erano 30 case anche qui, ma poi tanti si
sono trasferiti in città” mi ha spiegato la mamma di Sadiya. È da
dire che qui i villaggi sono moto a misura familiare, cioè, spesso
chi nasce nel villaggio si sposa anche nel villaggio, o al massimo
nei villaggi vicini, con il risultato che alla fine sono tutti
imparentati. Considerando poi che molte famiglie superano i 10 figli,
non sorprende che in ogni casa ci sia un parende diretto di qualche
tipo. </span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Il
giorno precedente alla nostra visita, alcune donne di Yeketiya Star
hanno telefonato a Rusiya dicendole di radunare le donne del suo
villaggio perché sarebbero venute per un'assemblea. Così siamo
andate tutte e tre assieme (Rusiya, Sadiya ed io), casa per casa, ad
invitare le donne all'assemblea. Abbiamo fatto il giro di tutte le
case del villaggio, dicendo alle donne di venire all'assemblea. Siamo
andate anche nel villaggio vicino, anche se quel villaggio è di idee
più vicine a Barzani e quindi era molto probabile che nessuna
avrebbe partecipato. Non abbiamo ricevuto risposte aggressive, tutte
hanno aperto la porta volentieri. Qualcuna (poche) hanno espresso
perplessità, ed è anche per questo che poi, quando all'assemblea
solo 7-8 donne si sono presentate siamo rimaste sorprese. Ma
d'altronde, non è una novità che le donne – e gli uomini –
fatichino a capire l'importanza dell'autonomia femminile, e ancor più
difficile sia rendersi attivi in diverso modo. Il punto è cambiare
la mentalità, e questo è un processo lungo per cui serve tanta
tanta pazienza e forza di volontà. In alcuni villaggi il processo è
iniziato prima, adesso la situazione è diversa, ma in altri è
iniziato dopo e c'è ancora molta strada da fare.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Dopo
essere state casa per casa in tutto il villaggio per chiedere alle
donne di venire all'assemblea, siamo tornate a casa di Russiya. Erano
le 2, e nessuno aveva preparato il pranzo. Gli uomini erano rimasti
di fronte alla stufa a chiacchierare, mentre la mamma di Rusiya stava
dietro ai bambini. Il papà di Sadiya mi ha spegato la situazione in
questo modo “Russiya è sempre in giro, e non prepara il pranzo, ti
pare giusto? Sono le due, è tardi!” io gli rispondo che stavamo
facendo del lavoro, che dovevamo farlo, che se hanno fame anche suo
padre può preparare da mangiare e il padre di Rusiya risponde “ma
non lo dico mica per questo! Lo dico per sua sorella, è più
piccola, se Russiya è in giro tocca a lei preparare il pranzo, ti
sembra sensato?” Gli ripeto che anche gli uomini possono preparare
da mangiare, e lui risponde: “beh, gli uomini lavorano, così
quando tornano a casa non si può pretendere che cucinino e
puliscano!” io gli dico che anche le donne lavorano, che Russiya
stava lavorando, che per questo è arrivata tardi, e lui, con un'aria
di sufficienza “ma i lavori delle donne sono leggeri, cosa vuoi che
sia!” a questo punto, per non essere l'ospite che critica
eccessivamente, decido di lasciare perdere; d'altronde non c'è
peggior sordo di chi non vuol sentire. Sicuramente, questi due uomini
non sono gli unici a sentirsi estremamente lontani dalle
problematiche femminili, a non vederle proprio. A non capire che nei
lavori di casa, se entrambi si lavora, si dovrebbe essere alla pari.
A considerare “esagerato” che le donne rivendichino i propri
diritti...e no, non parlo solo di uomini del medio oriente. Nel
frattempo, Russiya cucina in uno stanzino veramente piccolo, con una
specie di fornello a petrolio che rende l'aria soffocante. Frigge
patate e prepara burgul. Sua madre, invece, mi domanda: “ma da voi,
gli uomini e le donne, in casa, sono uguali?” io le rispondo che in
qualche caso si, ma nella maggior parte dei casi no. Che poi, in
realtà anche da noi, quanti uomini lavano i piatti, fanno
regolarmente da mangiare per tutta la famiglia o sono in grado di far
partire una lavatrice senza creare problemi con i colori? Non arrivo
in profondità tale da raccontarle che da noi l'identità femminile
viene cancellata al punto che le donne vengono convinte che per
essere felici devono essere uguali agli uomini, “forte come un
uomo”, “libera come un uomo”, perché probabilmente sarebbe
stata un'altra discussione difficile da comprendere per chi non fosse
mai entrato in contatto con il “nostro” mondo. La mamma di Rusiya
mi domanda di nuovo: “Da noi un uomo, quando divorzia o quando sua
moglie muore, prende in fretta in sposa un'altra donna perché possa
prendersi cura dei bambini. Da voi è così?” io le rispondo che da
noi non è così, ma che questo fatto che mi ha appena descritto è
esattamente la prova che la forza delle donne è superiore di quella
degli uomini. Perché una donna senza uomo può vivere, può
prendersi cura dei bambini, è in grado di tenere una casa; mentre un
uomo senza donna deve urgentemente cercarne una perché altrimenti
non riesce a vivere. Lei sorride, mi capisce, e mi abbraccia. A me
viene in mente, pensando alle nostre terre occidentali, il detto
“dietro ogni grande uomo c'è una grande donna,” che non viene
declinato al contrario, cioè non si dice che dietro ogni grande
donna c'è un grande uomo, perché semplicemente le “grandi donne”
di solito non sono sposate, mentre i “grandi uomini” si. Ma anche
in questo caso, sarebbe stata un'osservazione che riguarda più il
nostro mondo che il suo. </span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Quello
che voglio dire e che, almeno dal punto di vista delle donne, il
nostro mondo occidentale e questo mediorientale hanno molto più in
comune di quanto sembri. Certo, ci sono numerose differenze; ma
questo non deve offuscare ciò che ci accomuna, perché anche se
lontane, anche se con storie diverse, alla fine siamo tutte donne.
Purtroppo ancora e ancora la consapevolezza di avere gli stessi
problemi alla radice e affrontare le stesse lotte viene subordinata
alle differenze culturali, che la propaganda capitalista ci fa
sembrare abissali, con l'ovvio scopo di tenerci separate e in questo
modo deboli.</span></span><br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;"><b>(per visualizzare le foto, clikkare su di esse)</b> </span></span></div>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBqny8wdHEhbVjkLbwJmCFVAIVUt4C8NAcQ_RrIxCN5L9jDy2IGIZBZehCxm9FeWFg4XWwMAysbNc2byKd9nacZCRiXZahpdVLoi8uzRTs8NNThMEnioVwIeamM377yOie-AnElHH5O6NA/s1600/v01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBqny8wdHEhbVjkLbwJmCFVAIVUt4C8NAcQ_RrIxCN5L9jDy2IGIZBZehCxm9FeWFg4XWwMAysbNc2byKd9nacZCRiXZahpdVLoi8uzRTs8NNThMEnioVwIeamM377yOie-AnElHH5O6NA/s200/v01.jpg" width="200" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC028L_4DxkaNXUNrEpJFe1vP1ZsPxIp4oPrEjvEEdMNbwpT2IUqbfnWJFr2jATZm45YnR_V8Eygzc7xgjuBhPKO_9qdyGFvPv00JRO9yV6iHvniTDOsAs7gmre5K6Cc-NhP8wnb8X9PfM/s1600/v02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC028L_4DxkaNXUNrEpJFe1vP1ZsPxIp4oPrEjvEEdMNbwpT2IUqbfnWJFr2jATZm45YnR_V8Eygzc7xgjuBhPKO_9qdyGFvPv00JRO9yV6iHvniTDOsAs7gmre5K6Cc-NhP8wnb8X9PfM/s200/v02.jpg" width="200" /></a></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin1v_Qp8wkhlfhLA2wt890czUi1-pAvq_VNofjs9koxn_-v1PYnEvZeu-4tNjLku0z9JS6AM2MDEji4UusxkOl1cSTW9XZIhoA7mGuYSQ6ZSAAZ9ZnpnQGNKqlhZenInjWVatPgJnEWlfj/s1600/v04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin1v_Qp8wkhlfhLA2wt890czUi1-pAvq_VNofjs9koxn_-v1PYnEvZeu-4tNjLku0z9JS6AM2MDEji4UusxkOl1cSTW9XZIhoA7mGuYSQ6ZSAAZ9ZnpnQGNKqlhZenInjWVatPgJnEWlfj/s200/v04.jpg" width="200" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv47SeCRTDhSgDRf7r8iIRm6kQgmY_Cy_Yb7SrVlSKsYk-CM_OrbKxtwCOnikgUQDzWuYPK9gadAHnGwyDdeuBkxdtF8um4GFb5Wcxv7SQH3zsjVBjpzh49Nkijy4lxzSjreKpGtLSa6bD/s1600/v05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv47SeCRTDhSgDRf7r8iIRm6kQgmY_Cy_Yb7SrVlSKsYk-CM_OrbKxtwCOnikgUQDzWuYPK9gadAHnGwyDdeuBkxdtF8um4GFb5Wcxv7SQH3zsjVBjpzh49Nkijy4lxzSjreKpGtLSa6bD/s200/v05.jpg" width="133" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCIQG7u_yonRTeI48EwEoyj_b3TAqQK0KSmUxbum_PoTjBRuoZNqo1v6BTTjbtXi03c2jQMDDCUNjyldIBv-8ErYe7YSRJDwUNz57gRhdmFrhM97jKHm6rMVJS00aFby-LYtNWTBLVxitj/s1600/v06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCIQG7u_yonRTeI48EwEoyj_b3TAqQK0KSmUxbum_PoTjBRuoZNqo1v6BTTjbtXi03c2jQMDDCUNjyldIBv-8ErYe7YSRJDwUNz57gRhdmFrhM97jKHm6rMVJS00aFby-LYtNWTBLVxitj/s200/v06.jpg" width="200" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEeVWGRTNlAqgBviIjqZz02sxo3difnTm0BUPi0PsBV1L3gA9PU8uLQXu94q9wtTaviMA9VqqUI_KfThEvzdLwPmKjz25yfzU2zSfqF2IdE9ZFaYj37hdEHAAwHOsscKPzECOcnpzkNQhj/s1600/v28.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEeVWGRTNlAqgBviIjqZz02sxo3difnTm0BUPi0PsBV1L3gA9PU8uLQXu94q9wtTaviMA9VqqUI_KfThEvzdLwPmKjz25yfzU2zSfqF2IdE9ZFaYj37hdEHAAwHOsscKPzECOcnpzkNQhj/s200/v28.jpg" width="200" /></a></div>
<br /></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-34187068296451873592015-12-11T13:52:00.000+02:002015-12-11T13:52:33.859+02:00Confederalismo democratico in Rojava: dalla komine all'assemblea provinciale.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Tev-Dem
è la sigla che indica la Tevgera Civaka Demoqratik, cioè “movimento
della società democratica”. Tev-Dem è il movimento che sta dietro
alla rivoluzione sociale del Rojava. Tev-Dem è ciò che mette in
pratica il confederalismo democratico. Tev-Dem è la forma di
organizzazione della società in atto in Rojava. Ora, è piuttosto
complicato analizzare in maniera esauriente in un solo articolo il
funzionamento di tutto il sistema del confederalismo democratico,
nella forma in cui viene applicato in Rojava. Quello che mi propongo
con questo scritto è di descrivere il processo decisionale in cui
gli abitanti sono più direttamente coinvolti, e cioè quello che va
dalle comuni all'assemblea generale della città.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Al
centro del cambiamento sociale in atto in Rojava ci sono il
confederalismo democratico e l'autonomia democratica: sono due facce
della stessa medaglia. Tanto ciascuna
istituzione/associazione/vicinato è autonomo, quanto necessita di
coordinarsi o confederarsi con altre
istituzioni/associazioni/vicinati per acquistare forza. Quello che
prenderò in considerazione in questo articolo è, appunto, il modo
di confederare, di organizzare in maniera democratica, la società.
Scrive Ocalan: “il confederalismo democratico è fondato sulla
partecipazione della base. Il suo processo decisionale ha luogo nelle
comunità. I livelli più alti servono solo come coordinazione e
messa in pratica delle decisioni delle comunità che mandano i loro
delegati alle assemblee. Per un tempo limitato essi sono al tempo
stesso portavoce e istituzioni esecutive. In ogni caso, il potere
decisionale fondamentale resta con le istituzioni alla base.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><b><span style="background: #000000;">Le
Komine</span></b></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Le
komine sono l'espressione prima dei popoli e della società del
Rojava. Secondo i dati forniti dal coordinamento provinciale, nella
sola città di Qamislo e villaggi circostanti ci sono 105 komine, 77
in città e 23 nei villaggi, a fronte di una popolazione che si
aggira sulle 200.000 unità. Le komine, poi, sono riunite in
assemblee di quartiere che hanno sede nelle case del popolo (mala
gel): nella provincia di qamislo ce ne sono 8: 7 in città ed una per
i villaggi. Tutte queste komine, come tutti gli organi
dell'organizzazione del Tev-Dem che verrano presi in considerazione
in questo articolo, sono dotati di due co-presidenti, un uomo e una
donna.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKZgJ-SQIfafXBqWr3-s6iVt8alN7N2gWENo-BAvqQJnjh7qTVbQbgTp5CZj8mG4-Dojkta2dA7Ey8b2YRh2DDh1n5Qq7juJGXQtKUm3NPu6XHzVx-XqOGdsKoVK5NHBWVXNknaeJ8OseW/s1600/DSC_0002.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKZgJ-SQIfafXBqWr3-s6iVt8alN7N2gWENo-BAvqQJnjh7qTVbQbgTp5CZj8mG4-Dojkta2dA7Ey8b2YRh2DDh1n5Qq7juJGXQtKUm3NPu6XHzVx-XqOGdsKoVK5NHBWVXNknaeJ8OseW/s320/DSC_0002.JPG" width="320" /></a><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Feyma
è co-presidente della komina Sehid Remzi, quartiere Xarbi, città di
Qamislo: “prima, con il sistema Statale, la società era
parcellizzata, non era organizzata per risolvere autonomamente i
propri problemi: per questo abbiamo creato le komine. Le komine sono
il collegamento tra la società e l'assemblea di quartiere”.
Prosegue raccontandone il funzionamento: “in questa komina ci sono
6 diverse commissioni. La commissione per la risoluzione delle
dispute, di cui fanno parte 9 persone, e che serve per mettere
d'accordo contendenti che abbiano una disputa in corso. La
commissione per l'ecologia, di cui fanno parte 17 persone, si occupa
delle aree verdi e di diffondere pratiche ecologiche. La commissione
per i perwarde (lezioni, insegnamenti, educazione), di cui fanno
parte 5 persone, si occupa di organizzare ogni venerdì una lezione:
tutti coloro che hanno un compito nella komina sono invitati a
partecipare, ed è aperta a tutti; le lezioni sono per esempio su
cosa significa confederalismo democratico, su quello che sta
succedendo in bakur, sulla filosofia di Ocalan, eccetera. La
commissione economica, di cui fanno parte 5 persone, si occupa di
tutte le entrate e uscite della komina. La commissione per la difesa,
di cui fanno parte 3 persone, lavora in collaborazione con HPC (Hezen
Parastina Civaki, le forze di difesa del quartiere). La commissione
delle donne, di cui fanno parte 4 persone, si occupa della
salvaguardia dei diritti delle donne. In più, ci sono due
co-presidenti” I componenti di queste commissioni vengono eletti
agli abitanti della komina: “in questo libro sono elencati i
recapiti di 550 nuclei familiari che fanno parte di questa komina.”
mostra un elenco telefonico scritto a mano “Vengono convocati gli
abitanti del vicinato, si fa assemblea, ci mettiamo qua fuori col
megafono, poi ci sono le elezioni e vengono eletti i co-presidenti e
coloro che faranno parte delle diverse commissioni” racconta,
indicando la porta d'ingresso e la strada fuori “poi, coloro che
sono stati eletti, si riuniscono in questa stanza e troviamo un
responsabile per ogni commissione. Dopodichè, cominciamo a
lavorare.” </span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Spiega
anche come funzionino i legami tra la komina e l'assemblea di
quartiere: “ogni lunedì tutti coloro che lavorano in questa komina
si riuniscono in riunione, facciamo il punto della situazione, cosa è
stato fatto e che mancanze ci sono state, così poi scriviamo un
rapporto indirizzato all'assemblea di quartiere. Ogni 7 e 22 del
mese, poi, c'è l'assemblea generale con tutti i 45 componenti delle
diverse commissioni. Ogni due-tre mesi, poi, facciamo assemblea
generale con tutti coloro che vogliono partecipare, e qui arrivano
anche 100 persone” domando come facciano ad ottenere una così alta
partecipazione, e dice “qualche giorno prima, ci dividiamo le
strade (mi mostra la mappa della zona che corrisponde alla komina) ed
andiamo due per strada a bussare a tutte le porte ed avvisare che c'è
assemblea.” Il punto che forse viene difficile da capire ad un
lettore occidentale, è che la komina si basa sul fatto che nel
vicinato si conoscono tutti, e questo rende più facile coordinarsi
oltre che difendersi.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Nella
komina sehid Midia, Bave Aras (papà di Aras) aggiunge alcuni dati a
quanto già detto: “la komina è un'organizzazione sociale che si
trova fuori dallo Stato. È il primo ente preposto alla risoluzione
dei problemi delle famiglie. Per esempio, in questo periodo ci stiamo
occupando della distribuzione del petrolio.” A gennaio, nella città
di Qamislo, la temperatura minima media è di 2-3 gradi, e nelle case
(ma anche nelle scuole e negli uffici) sono presenti delle stufe a
petrolio per riscaldare. Quindi, la komina distribuisce il petrolio
per le famiglie che non se lo possono permettere. “dopodichè
esistono aiuti speciali per le vedove, per i disabili, siamo in
contatto con la mezzaluna rossa curda per i medicinali per i malati,
eccetera.” Questa komina è leggermente più grande di quella
precedente, comprende circa 750 famiglie. </span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Il
flusso di rifugiati, che provengono da zone della Siria in guerra e
si fermano anche in questa città, tiene molto occupati “quando
arriva un rifugiato, o una famiglia di rifugiati, bisogna che passino
per questi uffici: abbiamo bisogno di conoscerli, di capire che
intenzioni hanno, devono anche andare alla mala gel per le stesse
ragioni. Serve anche per la sicurezza, ci serve sapere il loro
background, e la città di provenienza. Dopodichè, forniamo loro
assistenza, li aiutiamo a trovare una casa se possibile, li aiutiamo
con il cibo, il petrolio appunto e quello di cui hanno bisogno. Se
non c'è alternativa, cioè se non ci sono appartamenti disponibili o
se non possiedono assolutamente nulla di cui vivere, li mandiamo ai
campi profughi, dove viene loro fornito tutto.” Come esempio in
questo senso, mi è capitato di vedere come pochi mesi fa, nel
periodo della guerra ad Asake, nella città di Derbesiye i rifugiati
fossero stati organizzati dalla komina locale in una scuola, dove
ricevevano anche cibo, coperte, eccetera. Questo era stato fatto in
coordinamento con la difesa di quartiere, che infatti all'epoca aveva
individuato due componenti di ISIS all'interno del gruppo. </span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Bave
Aras, poi, chiarisce anche un altro punto “nella komina vengono
forniti anche i permessi per vendere case o automobili, o per aprire
attività commerciali. I certificati di proprietà, eccetera.”
Domando se questi vengono forniti a tutti o no, e mi risponde, come
se fosse una cosa ovvia “no, non tutto si può vendere, dipende
dall'acquirente, in particolare per quanto riguarda le case.” e
porta l'esempio della Palestina “li i palestinesi hanno venduto le
proprie case ai sionisti, e poi quelli sono arrivati e gli hanno
occupato la terra. Qui non vogliamo vendere la nostra terra a chi poi
potrebbe (anche economicamente) esercitare il suo potere su di noi.”
Effettivamente, camminando per le strade del cantone, le imprese
straniere non si vedono. Mi è stato spiegato in altra sede che
spesso compagnie telefoniche o altre grandi compagnie straniere
chiedono il permesso di venire ad investire in questa terra, ma il
permesso viene loro rifiutato. Nel Rojava, non esistono cartelloni
pubblicitari di imprese estere; come non ci sono nella televisione
“Ronahi” in lingua curda con sede a Qamislo.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><b><span style="background: #000000;">Mala
Gel</span></b></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Le
Mala Gel, le case del popolo, sono l'anello immediatamente superiore
nel processo di organizzazione della società. Nelle case del popolo
ha sede l'assemblea di quartiere. L'assemblea di quartiere di Xarbi
comprende 7 komine, di cui una composta da persone di origine
siriaca. Tra queste 7, inoltre, sono presenti le due descritte
precedentemente.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Bave
juwan è co-presidente dell'assemblea di quartiere Xarbi, e si trova
nella Mala Gel. Elenca le commissioni che fanno riferimento
all'assemblea di quartiere, le stesse delle komine: “difesa,
risoluzione delle dispute, donne, ecologia ed economia”. Spiega
inoltre come vengono coordinate le attività delle diverse komine:
“Mettiamo che la domenica ci sia assemblea nelle komine. Il giorno
successivo, il lunedì, c'è assemblea con tutti i portavoce alla
Mala Gel. Questi portavoce portano all'assemblea il rapporto sulle
attività della loro komina per la settimana in questione, e tutti i
rapporti vengono messi assieme e completati tra loro: ne viene
scritto uno finale. Inoltre, il 24 del mese c'è assemblea generale
di quartiere, e prima di quell'assemblea generale di quartiere le
komine fanno le loro assemblee.” Si tratta infatti di una delle due
assemblee generali menzionate da Feyma, quella del 22 del mese.
Inoltre, Bave Juwan spiega che “la partecipazione è buona, ma
bisogna lavorarci ancora: qui la gente non era abituata a partecipare
in questo modo alla vita della società. Per coinvolgerli andiamo
regolarmente casa per casa, bussiamo alle porte, beviamo un tè con
gli abitanti: così diventano attivi e contribuiscono in diversa
maniera. L'economia delle komine si basa sulle offerte degli abitanti
di quartiere, ciò che viene raccolto secondo le possibilità di
ciascuno viene poi distribuito secondo i bisogni.” Nel caso in cui
una famiglia ricca non voglia fare offerte, domando io, cosa fate?
“nulla è obbligatorio, non prendiamo i soldi dai ricchi con la
forza. Se non contribuiscono andiamo da loro, gli facciamo lezione
(perwarde), spieghiamo loro che anche in passato la società è
sempre funzionata così, poi capiscono e contribuiscono” e va bene,
dico io, ma se dopo tutte queste discussioni ancora non aiutano, cosa
fate? “beh, in quel caso smettono di ricevere aiuti dalla società.
Mi spiego meglio: per avere permessi per aprire attività
commerciali, certificati di proprietà, permessi di vendita, devono
fare riferimento alle komine, che li forniscono senza compenso; le
komine rappresentano la volontà del popolo, se persone
economicamente benestanti non contribuiscono al benessere del popolo
pur avendone la possibilità, tutti questi documenti non vengono loro
forniti.” e poi si spiega meglio: “la difesa, la canalizzazione
delle acque, le strade, sono tutti servizi che gestiamo noi come
tev-dem. Se noi non fossimo qui a difendere, qui ci sarebbe ISIS.
Ora, non è concepibile che uno usufruisca della situazione, abbia la
possibilità di contribuire economicamente, e non lo faccia.” </span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtB4GvNp1dcNVfyugMVSszLHzyJS4wOZC8d081tXUSTHNKt92adAj11AJJME-zp1G2n5aN_rWObtgEftZ5AWlhgCY1UnNPMSfyo2FGzQZ2u7qld7Bwcq3U83cFaSxXFTf0d1DmFCjzNqGd/s1600/DSC_0003.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtB4GvNp1dcNVfyugMVSszLHzyJS4wOZC8d081tXUSTHNKt92adAj11AJJME-zp1G2n5aN_rWObtgEftZ5AWlhgCY1UnNPMSfyo2FGzQZ2u7qld7Bwcq3U83cFaSxXFTf0d1DmFCjzNqGd/s320/DSC_0003.JPG" width="320" /></a></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">La
mala gel del quartiere di Heleliye, nella zona est della città di
Qamislo, è stata la prima ad essere aperta in tutto il Rojava.
Xaliya è co-presidente dell'assemblea del popolo. Lei racconta come
è nata la casa del popolo: “Questa è stata una delle prime zone
ad essere state liberate. Eravamo difesi dalle forze di difesa della
società, ma nella strada principale c'era la polizia di stato e
anche vicino a noi c'era un posto di polizia. Adesso quel posto di
polizia è diventato la sede di un gruppo di ypg, e la zone di questo
quartiere sotto controllo dello Stato è stata liberata. Abbiamo
fatto una manifestazione in cui eravamo circa 1000 persone, in cui
abbiamo deciso di aprire la casa del popolo. La persona che ha
tagliato il nastro era una donna, madre di 4 martiri.” Dopodichè,
il percorso somiglia molto a quello delle altre komine: “nelle
prime riunioni delle commissioni eravamo 15. Abbiamo aperto la
commissione per la risoluzione delle dispute, e ovviamente quella per
la difesa. Due mesi dopo, quando la zona è estata completamente
liberata, abbiamo aperto le diverse komine, ce ne sono 8 in questo
quartiere. Poi abbiamo aperto altre commissioni, come quella
economica, che sta facendo funzionare 4 cooperative in questo
quartiere; o quella per i perwarde, o quella per pulire le strade e
fare il lavoro della municipalità, che no era ancora stata
instaurata.” Le domando come mai la prima cosa che hanno fatto
appena liberata la zona, sia stata l'instaurazione di una casa del
popolo, e lei dice: “all'inzio di questa rivoluzione, di questa
insurrezione (la parola curda che utilizza è serihildan, alzata di
testa), eravamo scoordinati. Sono stati fatti errori a causa della
mancanza di un'organizzazione. L'apertura della casa del popolo è
stata necessaria per coordinarci ed essere in questo modo più
forti.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><b><span style="background: #000000;">Coordinamento
provinciale e municipalità.</span></b></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">L'ultimo
anello che andremo a prendere in considerazione in questo elenco di
istituzioni è il coordinamento provinciale di Qamislo. Essa è
l'istituzione che coordina le 7 assemblee di quartiere (mala gel)
della città, e quella dei villaggi. Feirusa è il co-prsidente,
inizia il suo discorso spiegando come il tev-dem sia il movimento che
sta organizzando la società per renderla libera e spiega “le
komine sono il passaggio fondamentale. Il mio ruolo qui è quello di
rendere una e mettere in pratica le volontà delle komine della
città.” Inoltre descrive il funzionamento dell'assemblea generale
della provincia di Qamislo: abbiamo detto che il 7 e il 22 del mese
c'è l'assemblea generale nelle komine, che scrivono il loro
rapporto; il 24 ci sono le assemblee di quartiere, che mettono
insieme i rapporti ricevuti e ne fanno uno: Feirusa completa dicendo
che “il 26 del mese c'è poi l'assemblea generale di tutte le
istituzioni presenti nella città di Qamislo, incluse le assemblee di
quartiere. A queste assemblee partecipano circa 32 persone: oltre ai
portavoce delle 8 assemblee di quartiere, ci sono i portavoce della
municipalità (sarerdari); dell'istituzione per la società civile
(cioè l'unione dei sindacati dei lavoratori); l'associazione delle
famiglie dei martiri; quelle legate alla sanità, alla cultura e
quindi alle scuole, i diversi partiti che fanno parte del tev-dem
(tra cui l'unione democratica, il partito comunista, il partito per
la pace e via dicendo), il sindacato delle donne, e le commissioni
che escono dall'assemblea della città.” Le commissioni sono le
stesse elencate per mala gel e komine, per cui non le elencherò di
nuovo. “dopo l'assemblea del 26, il 28, c'è un'assemblea generale
provinciale con 201 membri (Qamislo, città e villaggi). Ancora
successivamente, il 29 del mese, c'è l'assemblea dei comitati a
livello di cantone, e due giorni dopo l'assemblea generale del
cantone.” Oltre a questo, precisa Feiruza “ogni martedì, al
coordinamento provinciale, alle 2 di pomeriggio, c'è un'assemblea
breve con portavoce delle organizzazioni e delle assemblee di
quartiere, per fare il punto della situazione.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">È
da chiarire che l'assemblea della città non sostituisce quella che
noi chiamiamo municipalità, e che qui si chiama Sarerdariya. Essa
infatti qui è autonoma e si occupa, in coordinamento con il
coordinamento provinciale appena descritto, delle decisioni tecniche
per quanto riguarda l'urbanizzazione e altri servizi offerti alla
popolazione. Mowaz è co-presidente della Sarerdariya di Qamislo.
“Non devi dimenticare che questa sarerdariya è stata aperta in
situazione di guerra, di embargo, in cui era veramente difficile
lavorare. Le prime sarerdariye erano delle commissioni all'interno
delle assemblee di quartiere, e le prime case del popolo nate in
questa città sono quelle di Heleliye e di Entariye, era il 2012, e
non erano coordinate in maniera efficiente perché nate in fretta. In
tutta la città, all'epoca, erano presenti 7 sarerdarie. Poi, nel
2013, abbiamo fatto una conferenza che ha sancito la nascita della
sarerdariya centrale delle città di Qamislo. Essa si occupa della
gestione dell'acqua, delle strade e del traffico, della distribuzione
degli aiuti alimentari, decide il piano regolatore.” In pratica, la
sarerdaria è l'organismo con le competenze tecniche di gestire la
città e di mettere in atto quanto deciso dall'assemblea provinciale.
“ogni giorno comunichiamo con l'assemblea provinciale, e ogni
settimana partecipiamo all'assemblea breve, oltre che all'assemblea
grossa alla fine del mese.” </span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Sevin,
co-presidente della şarerdariya del cantone di kobane, conferma che
la şarerdariya non prende decisioni politiche, lei è ingegnere, e
dice che il ruolo della şarerdariya è prettamente tecnico. “in
futuro ci saranno elezioni per scegliere chi sarà alla guida della
şarerdariya, ma comunque, i co-presidenti della sarerdariya non
prenderanno decisioni politiche: quelle spettano all'assemblea
cittadina. Al di la delle elezioni, spiega Sevin che c'è una regola
per cui “se una comune (le cellule alla base del confederalismo
democratico) espone una critica nei confronti del lavoro della
şarerdariya, la critica va all'assemblea provinciale della città,
che incarica 3 ingegneri/architetti indipendenti di valutare il
lavoro della şarerdariya. Se arrivano più di 3 critiche, e le
critiche vengono approvate dall'assemblea cittadina e dalla
commissione di ingegneri/architetti indipendenti, allora la direzione
della şarerdariya non è più tale e si procede a nuove elezioni.
Questo metodo serve anche per salvaguardare i diritti delle minoranze
e dei gruppi svantaggiati, che comunque attraverso le loro comuni
possono avanzare critiche.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><b><span style="background: #000000;">Conclusioni</span></b></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Credo
di avere dato un'idea, anche se forse ancora piuttosto vaga, di come
funzioni la base dell'organizzazione del confederalismo democratico
in Rojava; ed è da tenere presente che quella descritta è solo una
piccola parte del movimento chiamato tev-dem. Vorrei però fare
alcune considerazioni. La prima riguarda la società: il primo passo,
per creare una società democratica, è quello creare legami
all'interno della società. Il sistema qui in Rojava funziona perché
nel vicinato ci si conosce, e l'esistenza delle komine contribuisce
attivamente allo sviluppo di queste connessioni all'interno della
società. È in pratica il percorso inverso di quello capitalista che
vorrebbe individui isolati, sconnessi tra di loro, indaffarati a
portare avanti la propria vita privata. Quello dell'individualismo a
cui ci conduce il sistema capitalista è il principio “divide et
impera” portato al suo massimo sviluppo: ciascun individuo,
indaffarato a portare avanti i propri interessi, concepisce la
società come qualche cosa che può sfruttare o che lo può limitare,
e non come qualche cosa di cui è parte. Il contrario quindi del
confederalismo democratico è quindi l'individualismo capitalista.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">La
seconda considerazione che credo doveroso inserire qui è questa: in
assenza di un'organizzazione, di un coordinamento, una società non
può essere realmente liberata. È necessario che il coordinamento
parta dal basso. È necessario, come spiegato in precedenza, che chi
partecipa a questo processo riceva costantemente perwarde per non
cadere nelle maglie del Potere, è necessario che da parte di tutti i
componenti ci sia controllo reciproco per non sbagliare, è
necessario vigilare collettivamente perché i principi della
democrazia reale non vengano persi. Ma alla base resta il fatto che,
senza un'organizzazione, un coordinamento democratico, una società
non può progredire in direzione della libertà. E questo, ne sono
convinta, è valido anche per i movimenti anticapitalisti: senza
coordinarci, senza assunzioni di responsabilità chiare, non andiamo
da nessuna parte.</span></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-39727210651050236532015-12-09T16:16:00.000+02:002015-12-10T14:40:05.651+02:00Istruzione e cambio di mentalità<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Questa
volta è un post veramente lungo. Per questo ne propongo inizialmente
una breve sintesi. Se la cosa vi interessa, però, invito a leggere
il racconto dettagliato, perché l'aspetto dell'istruzione e del
cambiamento nel modo di pensare è veramente fondante in questa
rivoluzione.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxCMomqnB4LevucHMYIxB2k_VNh6jgmnyZAxmkl8j6nzLGvWYBTdR_op80sD-NlVdKSzzgthnHwTIRG1Xsx24YcJNravQUNEAoDw5hfF5P0YryJ2yZPGA9Ndg8PpcqXQRVq1uA6j_PMITT/s1600/DSC_0007b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxCMomqnB4LevucHMYIxB2k_VNh6jgmnyZAxmkl8j6nzLGvWYBTdR_op80sD-NlVdKSzzgthnHwTIRG1Xsx24YcJNravQUNEAoDw5hfF5P0YryJ2yZPGA9Ndg8PpcqXQRVq1uA6j_PMITT/s400/DSC_0007b.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
<a name='more'></a><br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">SINTESI:</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><br /></i>
</div>
<i>
</i>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Per
quanto riguarda le scuole, il programma di riforme si prevede venga
completato in 5 anni. In questo momento, nel cantone di Cizire i
primi 3 anni sono stati riformati, mentre nel cantone di kobane sono
stati riformati i primi 6 anni. Il cambiamento non riguarda solo la
lingua, ma soprattutto la pedagogia: viene posto alla base
dell'istruzione un rapporto di conoscenza e fiducia reciproca tra
insegnante e alunno, al punto che gli insegnanti spesso fanno visite
alle famiglie degli alunni. Inoltre, gli studenti vengono
responsabilizzati all'interno del gruppo classe e per il mantenimento
dell'edificio scolastico.</span></span></i></div>
<i>
</i>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Esistono
scuole per insegnanti di scuola elementare, esse al momento durano un
anno ma nel futuro dureranno due anni. Si studiano tutte le materie
che poi vengono insegnate agli studenti; non è necessario aver
completato l'istruzione di Stato per partecipare a queste scuole, ma
alla fine dell'anno c'è un esame, e chi non passa l'esame non
diventa insegnante.</span></span></i></div>
<i>
</i>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><br /></i>
</div>
<i>
</i>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Quasi
tutte le associazioni presenti in Rojava organizzano corsi: ci sono
quelli di cinema, di lingua, eccetera. Le istituzioni corrispondenti
alle nostre municipalità organizzano corsi per i propri dipendenti,
i giovani organizzano addestramenti per entrare a fare parte delle
difese del quartiere. In quasi tutti questi corsi viene inserita una
parte di conoscenze specifiche sull'argomento affrontato e una parte
di conoscenze teoriche di storia, filosofia, politica e via dicendo.
La ragione è che avere unicamente conoscenze pratiche non fornisce
le motivazioni necessarie a fare si che gli esseri umani trovino la
forza di partecipare in modo costruttivo alla rivoluzione.</span></span></i></div>
<i>
</i>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><br /></i>
</div>
<i>
</i>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">In
questo articolo vengono prese in considerazione due accademie (sulle
3 presenti nel cantone di Cizire) che effettuano corsi annuali.
L'accademia di arte e cultura, aperta quest'anno, propone 5 diversi
percorsi di studio (musica, teatro, cinema, pittura, danza), ed ha lo
scopo di creare artisti in grado di dare una spinta rivoluzionaria
all'arte e alle culture tradizionali, che il capitalismo tenta
costantemente di appiattire alla sua non-cultura. Nell'accademia di
diritto, invece, viene insegnato come risolvere i diverbi secondo
giustizia sociale, in modo da soddisfare i contendenti: le idee di
molti degli studenti ed insegnanti sono incentrate su come sia
importante considerare il diverso e i conflitti come un'occasione di
crescita e non di rottura.</span></span></i></div>
<i>
</i>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><br /></i>
</div>
<i>
</i>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Viene considerato molto importante il cambiamento di paradigma, prima nella mentalità e conseguentemente anche nelle attività pratiche: per questo vengono forniti corsi ache di 15 giorni o pochi mesi per
attivisti che vogliano rendere più solida la loro formazione. Questi
corsi sono chiusi, cioè i partecipanti limitano al massimo i
contatti con l'esterno; e viene considerato fondamentale il
cambiamento umano dei partecipanti. In questa ottica esistono anche
corsi dedicati esclusivamente alle donne.</span></span></i></div>
<i>
</i>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><br /></i>
</div>
<i>
</i>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Questi
corsi sono fondamentali per
la riuscita della rivoluzione del Rojava, perché, secondo questa visione, i problemi della
società devono essere risolti in primo luogo modificando
l'atteggiamento e il modo di pensare dei componenti della società.</span></span></i></div>
<i>
</i>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><b><span style="background: #000000;">Perwarde</span></b></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Perwarde
è una parola curda che significa qualcosa di simile alla parola
inglese “education”. Perwarde è ogni occasione in cui si possa imparare
qualche cosa. Significa che l'addestramento militare è perwarde, che
le lezioni di lingua sono perwarde, che i corsi di politica sono
perwarde, che i corsi universitari sono perwarde. Quello di cui
vogliamo descrivere qui è quindi il sistema educativo nel suo
complesso, dalle scuole a quelli che forse noi potremmo chiamare
“corsi di formazione”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="font-style: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><b><span style="background: #000000;">Le scuole</span></b></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Il
primo luogo fuori dalla casa, appositamente dedicato
all'apprendimento, sono ovviamente le scuole. Qui in Rojava, esse fino a pochi anni fa erano in mano allo Stato
Siriano, ma adesso piano piano si sta cambiando. Zenar è
insegnante a Kobane e spiega “Nel cantone di Kobane i primi 6 anni
di scuola sono stati riformati: si studia in lingua kurda in testi
kurdi. In città, però, ci sono poche scuole. A fronte di 7200
bambini in età di scuola elementare, le scuole sono 7. I libri di
testo sono difficili da reperire, quelli che arrivano dalla Turchia
vengono fermati al confine: per questo non possiamo dipendere
dall'estero, dobbiamo riuscire a stampare i nostri libri qui, e le
grosse stamperie mancano. In più, mancano gli insegnanti di curdo, è
adesso che ci stiamo specializzando.” Zenar sta seguendo un
perwarde di un mese all'accademia di lingua per migliorare le sue
competenze, un corso aperto a tutti, non solo agli insegnanti. Viene
insegnata storia, filosofia, ma non solo. Per quanto riguarda la
pedagogia, racconta: “Prima, nelle scuole Statali, gli insegnanti
picchiavano i bambini. Il problema è che molti insegnanti ancora
pensano che ricorrere alle mani sia l'unico modo per farsi ascoltare
dai ragazzi: per questo è necessario che loro partecipino ad un
perwarde. Prima, non c'era alcun legame tra studente e insegnante,
l'insegnante si trovava semplicemente al di sopra degli alunni:
questa situazione va cambiata radicalmente. L'insegnante deve essere
per gli alunni come un padre o una madre, deve esserci rispetto e
amicizia reciproca. Per sviluppare questo atteggiamento stiamo
studiando.” Spiega Zenar che l'insegnante dovrebbe creare un
rapporto di conoscenza reciproca con le famiglie: “ogni settimana
c'è l'assemblea con le famiglie: ci serve per conoscerle e renderle
partecipi del processo educativo, per responsabilizzarle. Inoltre,
noi insegnanti andiamo a fare visita alle famiglie degli studenti,
per comprendere meglio il contesto da cui arrivano, per conoscere la
loro storia ed il loro background.” un altro aspetto fondamentale
dell'approccio educativo del Rojava è la responsabilizzazione degli alunni e alunne: ciascuno ha il suo compito, ognuno impara ad essere
responsabile per qualche cosa “i compiti vengono dati a rotazione:
c'è il coordinamento della classe, ci sono gli studenti che decidono
per i posti a sedere, ci sono i responsabili delle pulizie, quelli
che decidono quali disegni appendere ai muri... devono sentire la
scuola come un posto loro, come la loro seconda casa.” anche per le
pulizie di tutta la scuola vengono dati dei compiti agli studenti:
“ogni giorno una classe è responsabile delle pulizia dell'edificio
scolastico e del cortile” conclude Zenar.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Helin
sta studiando in una scuola per diventare insegnante, ed è di Qamislo. Conferma in
buona parte quanto detto da Zenar, “il cuore della pedagogia che
studiamo qui è la vicinanza al bambino, è il fatto di volergli
bene, di capire i suoi bisogni, non come nelle scuole dello Stato. E
vengono assegnati diversi compiti all'interno del gruppo-classe per
fare imparare agli studenti cosa sia la disciplina.” Helin spiega
anche lo stato della riforma scolastica nel cantone di Cizire:
“l'anno scorso, in classe prima si studiavano metà delle materie
in curdo e metà delle materie in arabo; mentre le altre classi
avevano semplicemente 5 ore di lingua curda settimanali. Da
quest'anno le prime 3 classi sono state riformate: agli arabi viene
insegnato in arabo, mentre ai curdi in curdo, in modo da fornire
un'educazione nella propria lingua madre a tutti gli studenti. Per le
altre classi, resta il sistema per cui ci sono 5 ore di lingua curda
alla settimana.” Zenar, sulla riforma scolastica nel cantone di
Kobane, invece afferma: “nella città di Kobane non sono presenti
al momento persone di etnia araba, per cui, non dobbiamo dividere le
classi tra arabi e curdi. Ci sono alcuni armeni, ma hanno il loro
sistema educativo autonomo.” Pone poi l'esempio della città di
Gire Spi, liberata da poco: “li è diverso perché praticamente non
ci sono curdi ma solo arabi: è sotto richiesta della popolazione
araba che insegniamo un'ora alla settimana di lingua curda, perché
possano impararla almeno un po'.” E conclude: “il programma è
quello di terminare la riforma del sistema scolastico, dalla scuola
elementare all'università, entro 5 anni: cioè, secondo i piani
attuali, nel 2020 scuole, istituti e università dovrebbero essere
riorganizzati.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Come
dicevo, Helin frequenta un corso per diventare insegnanti, e spiega
“siamo qui ogni giorno dalle 8 alle 12 del mattino, siamo qui per
diventare insegnanti di scuola elementare, non è necessario aver
completato il ciclo di studi nelle scuole dello Stato per prendere
parte a questi corsi; ma per diventare insegnanti è necessario
partecipare a questo corso in questo istituto.” Sama completa: “qui
ci sono 8 classi di circa 30 persone ciascuna, per un totale di un
po' meno di 250 persone, dai 18 ai 35 anni. Prima il corso per
diventare insegnanti durava 6 mesi, ora un anno, ma in futuro durerà
2 anni. Il primo mese si rinforza la lingua curda, e poi per altri 8
mesi si studiano diverse materie: matematica, inglese, storia,
filosofia, conoscenze popolari, computer...” Raperin conclude:
“Alla fine del corso c'è un esame generale su quanto studiato, se
gli studenti non passano l'esame non diventano insegnanti. Dopo, se
uno vuole, può specializzarsi in una delle materie affrontate. C'è
un istituto come questo in ogni città del cantone, tranne la città
di Qamislo, dove ce ne sono due.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">È
da ricordare inoltre, a proposito del sistema educativo, l'apertura
dell'università di Afrin questo autunno.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><b><span style="background: #000000;">Altri
corsi</span></b></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Esistono, all'interno del cantone, onnumerevoli corsi pratici, ogni associazione ha il suo. Per esempio, prima
di entrare a far parte del gruppo che lavora sul cinema, la komina
film a rojava organizza un corso di cinema. Per esempio, ci sono
scuole dove nel pomeriggio si fanno corsi di lingua curda (due/tre
volte alla settimana) per chi non sa leggere o scrivere. Ci sono
corsi di ecologia, organizzati dalla commissione per l'ecologia, ci
sono corsi di giornalismo, organizzati dal sindacato dei giornalisti.
Chiaramente, per frequentare questi corsi non è necessario pagare.
Ho preso qui alcuni esempi in proposito, ma nel leggerli tenete
presente che sono appunto solo alcuni esempi, i corsi di questo tipo
sono numerosi e vari. </span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Il
primo esempio, quindi, è quello dei corsi fatti dalle </span></span><span style="color: white;"><span style="background: #000000;"><span style="color: white;"><span style="background: #000000;"><span style="font-family: "liberation" serif , serif;">ş</span></span></span>arerdariye,
il corrispondente delle nostre municipalità. Le </span></span><span style="color: white;"><span style="background: #000000;"><span style="color: white;"><span style="background: #000000;"><span style="font-family: "liberation" serif , serif;">ş</span></span></span>arerdariye sono le
istituzioni che organizzano la vita nelle città, per esempio fanno
il piano regolatore, gestiscono la canalizzazione dell'acqua, le
pulizie, le strade, eccetera. </span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">La <span style="font-family: "liberation" serif , serif;">ş</span>arerdariya di
Qamislo organizza corsi di 20 giorni per persone che lavorano in questo tipo di istituzioni. “ci sono turni rivolti a chi fa le pulizie, a chi si
occupa della difesa, dell'informazione... i corsi durano 20 giorni, e
poi, dopo 2-3 giorni di pausa, si inizia con il corso successivo.”
Spiega Hacer “All'interno di quei 20 giorni ci sono 10 giorni
specifici dedicati al lavoro che i partecipanti compiono all'interno
della şarerdariya, anticipati da 10 giorni dedicati allo studio
della storia, della filosofia, del ruolo delle donne, del sistema del
confederalismo democratico. Adesso il corso è rivolto agli
architetti, ci sono circa 50 partecipanti, di cui circa la metà
donne.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Ba<span style="font-family: "liberation" serif , serif;">ş</span>ra,
responsabile delle <span style="font-family: "liberation" serif , serif;">şarerdariye
del cantone di Cizire e quindi anche del</span> corso, spiega:
“abbiamo notato notevoli miglioramenti nei partecipanti a questi
corsi. Prima erano fermi e freddi, avevano bisogno di uno che dicesse
loro cosa fare, aspettavano ordini e non riuscivano ad agire per
conto loro. Dopo questo perwarde i partecipanti hanno più chiari
quali siano i loro compiti, non aspettano più che arrivi qualcuno a
dire loro cosa fare.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Ardan
fa parte dell'unione dei giovani del Rojava (YCR), e spiega come
anche il loro gruppo organizzi corsi e perwarde. Oltre ai normali
corsi di teatro, musica, sport, eccetera, c'è un'accademia dei
giovani del Rojava vicino Remilan “il nostro corso è per la difesa
del cewhari (letteralmente, “nucleo”: viene utilizzata questa
parola per indicare ciò che di bello c'è all'interno degli esseri
umani e della società, quello che rende le cose ciò che sono).
Consiste per metà in un corso di teoria, di filosofia, di storia e
di ideologia politica; per l'altra metà è un corso su come usare le
armi.” Questo corso è pensato perché i giovani possano essere
parte delle forse locali “HPC” (hezen parastina cewhari (o
civaki), cioè le difese di quartiere). “nei corsi deve
necessariamente essere presente anche una parte di teoria” continua
Ardan “perchè uno deve sapere cosa difende, deve sapere perché
difende la sua società: se alzi il fucile senza avere una base
ideologica sei debole, perché se non sei sufficientemente motivato
hai paura, e non ce la fai. Questi giovani devono essere capaci di
difendere la società da tutti gli attacchi, non solo contro gli
attacchi armati... devono capire quali sono i valori sociali da
difendere.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">È
chiaro come alla base quindi, più che la conoscenza pratica, ci sia
il fatto non solo di imparare le motivazioni, le ragioni che portano
ad agire in un certo modo. Un cambio di mentalità, prima di tutto. </span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><b><span style="background: #000000;">Accademie</span></b></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Nel
cantone di Cizire ci sono almeno 3 accademie che offrono corsi
annuali, con la possibilità di rimanere n loco a vivere in maniera
comunitaria. Esse sono l'accademia Mesopotamia, dove si studia
sociologia; l'accademia di diritto, dove si studia appunto diritto; e
l'accademia di arte e cultura.</span></span></div>
<br />
<br />
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgukhFFTdHWXaapEUVr76rsmicn7pT03V9GrB1vX40ToQuTXsyseIffEe8ico5_N3zBxEsMjowrXS-DoiEq1Hnh0XvLE7ICDRmrN9OBGFY11nnL5Fi2gW2fAJjVdgCQNAHwA20b-fJOfs5d/s1600/aDSC_0037.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgukhFFTdHWXaapEUVr76rsmicn7pT03V9GrB1vX40ToQuTXsyseIffEe8ico5_N3zBxEsMjowrXS-DoiEq1Hnh0XvLE7ICDRmrN9OBGFY11nnL5Fi2gW2fAJjVdgCQNAHwA20b-fJOfs5d/s320/aDSC_0037.JPG" width="320" /></a><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">L'accademia
per l'arte e cultura si trova a Tirbespiye (piccola città a est di
Qamislo), nell'edificio del centro culturale. “Qui facciamo 7 ore
di lezione al giorno più 2 ore di studio individuale la sera. Una
volta alla settimana, la sera, si guarda un film: per ora, se si
tratta di film turchi o inglesi li traduciamo in tempo reale, ma in
futuro li doppieremo.” Spiega Roni, il responsabile. “Questo è
il primo anno in cui quest'accademia ha aperto, per cui abbiamo solo
60 studenti, quando ci sarebbe posto per 100. Ci sono 4 case in cui
possono dormire qui in paese, e in più altre 20 persone dormono
nell'accademia.” </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiTdsC813rqvj1cfGbF2UZxsO2Txs4Scm8mlTD8FmfWtIpmcM4KUhkWFjVQUhGAmDgQ-q_-26QCFwVHSh7z3OrAi477Zy7D6IK89J-dMDSYd6m17Z790rcg-tDo8wck3SFYoFEneNoSbdV/s1600/aDSC_0023.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiTdsC813rqvj1cfGbF2UZxsO2Txs4Scm8mlTD8FmfWtIpmcM4KUhkWFjVQUhGAmDgQ-q_-26QCFwVHSh7z3OrAi477Zy7D6IK89J-dMDSYd6m17Z790rcg-tDo8wck3SFYoFEneNoSbdV/s320/aDSC_0023.JPG" width="213" /></a></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Questa accademia presenta diverse sezioni: “ci
sono 5 percorsi di studio” dice Roni “nella sezione che studia
musica ci sono corsi di solfeggio, note, teoria musicale, strumento,
storia della musica; nella sezione che studia cinema le materie sono
camera, regia, scenario, cinema internazionale e cinema curdo; nel
corso di pittura si studia la pittura a penna nera, ad olio, ad
acquerello, e scultura; nella sezione di teatro si studia scenario,
recitazione, storia del teatro; e nella sezione di danza si imparano
le danze tipiche delle 4 parti del kurdistan, i costumi tradizionali,
e ritmo. In più, ci sono alcune lezioni che sono uguali per tutti,
come quelle di lingua curda, di storia dell'arte, di filosofia, ed
alcuni seminari (come per esempio geografia, ecologia, sociologia
eccetera.” “c'è anche un giardino qui fuori, piantiamo pomodori,
peperoni, melanzane, eccetera: anche queste sono conoscenze non devono
essere perse.” Parlando degli obiettivi che quest'accademia si
pone, Roni è molto chiaro: “l'arte e la cultura ci servono per
creare una nazione (non uno stato) democratica. Il nostro è un
movimento per la cultura, vogliamo creare artisti rivoluzionari: il
primo passo è recuperare la cultura curda che era stata persa a
causa dell'assimilazione e dei genocidi.” Poi spiega meglio: “il
sistema capitalista ci vuole appiattire tutte e tutti alla sua
non-cultura: per questo la pratica di recuperare le nostre tradizione
e le conoscenze popolari è in se' stessa una forma di resistenza. La
nostra concezione di arte non è legata ai soldi: l'idea di collegare
la cultura ai soldi è propria del sistema borghese, gli artisti che
formiamo qui sono per la società e per il popolo, non servi dei
soldi. </span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Qui sono arrivati studenti e studentesse da tutti i cantoni
del Rojava: da Afrin, Shengal, Kobane, e da Cizire: sono qui non solo
per imparare l'arte ma per poi essere organizzati in un sistema
comunale e democratico, perché poi possano essere agenti di
cambiamento all'interno della loro stessa società.” Roni poi
elenca i progetti pratici che verranno messi in atto dopo la fine del
corso: “vogliamo fare un'orchestra, dei corti, una tourneè di
teatro, esposizioni di quadri, doppiare film in curdo, eccetera. Chi
non verrà impiegato in questo diventerà insegnante a sua volta.”
Roni, molto motivato nella difesa dell'arte conclude “l'arte è
azione diretta per la libertà, prchè essa è il respiro del popolo,
perché essa rappresenta la vita nuova.”</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/O-Xy-esvx14/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/O-Xy-esvx14?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">L'accademia
del diritto si trova in un edificio relativamente piccolo, di due
piani, posto tra l'accademia di lingua curda e quella di sociologia
(academiya mesopotamiya). In una stanzetta si trovano alcune persone:
“in questa stanza spiamo quelli del turno vecchio, seguiamo alcune
lezioni ma soprattutto stiamo alla direzione e forniamo lezioni” spiega Kader “qui le lezioni durano 6 mesi, seguite da 6 mesi di
pratica. Studiamo principalmente diritto, ma non solo: mentre
nell'istruzione statale i saperi erano estremamente parcellizzati,
qui noi studiamo un po' di tutto, pur concentrandoci sul diritto.
Abbiamo conoscenze di giustizia sociale, filosofia, filosofia del
diritto, storia, civilizzazione, filosofia di Ocalan, eccetera.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUEmS_6T9qXM8WZVH9cYtHmYHmYq9oRO_XuMN_5EaolCoZZ9LEgdqGe09HpPHb89E7wsChxKMxta8U9Gh3NnXXwFCnC2kYzacG7BI3vmya4nCCYXxuk7LD9BWhi8yErXKDWjLH_oW7WI9M/s1600/aDSC_0018.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUEmS_6T9qXM8WZVH9cYtHmYHmYq9oRO_XuMN_5EaolCoZZ9LEgdqGe09HpPHb89E7wsChxKMxta8U9Gh3NnXXwFCnC2kYzacG7BI3vmya4nCCYXxuk7LD9BWhi8yErXKDWjLH_oW7WI9M/s320/aDSC_0018.JPG" width="232" /></a><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Sempre
Kader, poi, spiega come viene approcciato l'argomento giustizia
società: “per come ci è stato insegnato prima, il giudice fa
giustizia secondo le leggi. Noi, invece, vogliamo agire in base alla
giustizia sociale: la base del nostro lavoro è riuscire a risolvere
i problemi mettendo d'accordo i contendenti. Quando avviene un
diverbio, negli Stati viene risolto ricorrendo al giudice. Qui
invece, il primo passo che i contendenti fanno quello di recarsi
nella propria comune. Se li il problema non viene risolto, ci si
rivolge alla casa del popolo. Se anche qui non si trova soluzione, si
va all'assemblea cittadina. Solo successivamente, se non si trova
nessun tipo di soluzione che possa mettere d'accordo i contendenti,
ci si rivolge al consiglio per la risoluzione dei probelmi” che,
aggiungo io, è qualche cosa di abbastanza simile al nostro
tribunale, ma su cui non scriverò in maniera approfondita in questa
sede.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Nucin,
studente di origine siriaca, aggiunge: “dobbiamo riuscire a
valutare in accordo con i valori della società; ma anche la società
va educata perché possa riconoscere quali sono i suoi valori, i
valori che la tengono unita, che ne fanno una società giusta, senza
classi e senza schiavi, che le permettono di progredire.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Sores
descrive con più precisione l'organizzazione giornaliera “ci sono
30-35 prtecipanti, dai 19 ai 30 anni, per la maggior parte donne. Il
programma giornaliero è il seguente: alle 5.45 ci svegliamo, dalle 6
alle 7 si fa un po' di sport, dalle 7 alle 7.30 c'è la colazione, le
lezioni sono dalle 7.30 alle 11.30, poi pausa pranzo fino alle 14.30,
dalle 14.30 alle 17 o 17.30 secondo le esigenze c'è di nuovo
lezione, alle 18 guardiamo il notiziario, alle 18.30 c'è la cena,
dalle 19.30 alle 22 ci sono seminari, film o studio individuale, e
per le 23/23.30 siamo tutti a dormire e si fa silenzio per essere
riposati per il giorno successivo. Durante il corso non possiamo
accedere ai telefoni o a internet, e ogni 15 giorni ci sono 2 giorni
di pausa, in cui possiamo andare a trovare la famiglia, usare il
telefono eccetera.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Kader,
poi, torna a spiegare la filosofia secondo cui si svolgono le
lezioni, facendo un paragone con il sistema dello Stato siriano.
“Prima, stavo all'università dello Stato: la verità, al di fuori
dei libri, non veniva esplorata. Gli studenti non erano motivati a
porre domande o critiche, non erano spinti a dire la loro opinione,
veniva chiesto loro solo di imparare a memoria. Ci veniva proposta
una sola verità, un solo pensiero, in quel modo non potevamo capire
cosa fosse giusto e cosa no. Ci veniva insegnato per dogmi.” le
differenze con questo tipo di educazione sono numerose: “Qui siamo
spinti a dire ciascuno il suo pensiero, a discutere in maniera
aperta. Siamo motivati a discutere su tutto, anche su ciò che
avevamo imparato per dogmi: Dio, la religione, le donne, lo Stato...”
non c'è più un'una verità assoluta e statica. “Uno dei problemi
della religione è che pone dei dogmi indiscutibili, e questo crea
dei confini tra gli esseri umani. Qui sono benvenuti cristiani,
yazidi, musulmani, saratustriani, atei, eccetera.” poi, accenna
alla filosofia che sta dietro a questa pratica. “I conflitti sono
una cosa buona, quando permettono agli esseri umani i progredire.
Senza conflitti non possiamo progredire. Però non tutti i conflitti
permettono agli esseri umani di progredire. Faccio un esempio: se in
quest'accademia sono presenti degli arabi, c'è un conflitto
costruttivo nel momento in cui io mi avvicino a loro con la volontà
di conoscere e di comprendere, e loro fanno altrettanto. Ma se mi
avvicino a loro pensando che tutti gli arabi sono cattivi, che non
voglio avere nulla a che fare con gli arabi, beh, il conflitto non fa
progredire nessuno, anzi, crea distanze. Faccio un altro esempio: a
scuola, nella scuola dello Stato siriano, la mia insegnante era
curda. Nonostante questo ci impediva di parlare la lingua curda in
classe, neanche poche parole tra noi studenti: dovevamo parlare solo
arabo. Questo è un conflitto negativo, perché punta a distruggere
la tua identità, non ad arricchirla.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">“gli
studenti vengono qui per loro volontà, in seguito a un loro
desiderio. Quello che è chiaro è che il sistema del confederalismo
democratico e dell'autonomia democratica sono aperti, fatti dagli
esseri umani e per questo è essenziale che gli esseri umani
imparino” conclude.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><b><span style="background: #000000;">Perwarde
“chiusi”</span></b></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Ci
sono poi, e a mio giudizio sono i più interessanti, i corsi che si
concentrano nella parte che riguarda la storia e la filosofia. Tutti
i perwarde, ma questo tipo in particolare,<span style="font-style: normal;">
</span><span style="font-style: normal;">sono uno dei nodi centrali
attorno a cui si sviluppa la</span><span style="font-style: normal;">
rivoluzione del Rojava, perché questa è innanzitutto una
rivoluzione nel modo di pensare e di vedere il mondo, che porta ad un
cambiamento nell'atteggiamento e nelle pratiche, oltre che un
cambiamento nelle strutture sociali: </span><span style="font-style: normal;">l'idea
che in molti esprimono qui è</span><span style="font-style: normal;">
che le due cose non possono essere scollegate. Dicono </span><span style="font-style: normal;">in
Rojava</span><span style="font-style: normal;"> che imporre un sistema
alternativo con la forza, senza cambiare il modo di vedere le cose,
senza cambiare il paradigma con cui si analizza la realtà, è
inutile. Dicono, e forse hanno ragione, che il primo luogo dove il
Potere che vogliamo combattere affonda le proprie radici, è il
nostro pensiero. Che la sua arma più forte è il nostro
atteggiamento nei confronti della vita. Dicono, e forse hanno
ragione, che se la massa degli schiavi non si ribella, è anche
perché non riesce a pensare come un paradigma diverso sia possibile,
una delle ragioni è che non riesce ad immaginare un mondo senza
schiavi e senza padroni. Dicono, e su questo penso che abbiano
ragione, che il modello dello zigurrat, proposto per la prima volta
dai sumeri, con i suoi scalini e prime divisioni in classi della
società, è la base su cui poi è stata costruita quella che noi
chiamiamo civiltà. Dicono che dobbiamo fare proprio un grosso
sforzo, per eliminare una mentalità vecchia 5000 anni. Per questo,
dicono, perwarde, perwarde, perwarde. </span></span></span>
</div>
<div align="justify" style="font-style: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;"><span style="font-style: normal;">I</span><span style="font-style: normal;">n
questa categoria rientrano certamente i perwarde organizzati dai YCR
</span><span style="font-style: normal;">per la difesa cewhari</span><span style="font-style: normal;">
descritti prima, e quello della scuola di diritto. Ma non sono i
soli, perché ce ne sono, della durata di 15 giorni o qualche mese,
organizzati per tutti e tutte coloro che vogliono partecipare a
questa rivoluzione; </span><span style="font-style: normal;">perché
possano comprendere esattamente per che cosa stanno lottando</span><span style="font-style: normal;">.
Probabilmente, è una delle cose che mancano ai movimenti
anticapitalisti europei che mi è capitato di conoscere. È per
questo che sto spendendo tante parole per descriverli, perché </span><span style="font-style: normal;">in
certi momenti sogno che anche in occidente possa nascere qualcosa di
simile ad un'accademia in cui si possano discutere e confrontare
diverse visioni rivoluzionarie, libertarie o anticapitaliste. Per
tornare a crederci, e per creare alleanze.</span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;"><span style="font-style: normal;">Torniamo
</span><span style="font-style: normal;">in Rojava</span><span style="font-style: normal;">.
</span><span style="font-style: normal;">Nell'academiya Star, nella
città di Remilan, c'è il perwarde autonomo delle donne. L'accademia
esiste da 3 anni, il perwarde dura 20-25 giorni, e partecipano gruppi
di donne attive in diversi campi: </span><span style="font-style: normal;">in
un turno</span><span style="font-style: normal;"> ci sono quelle della
sicurezza interna, un </span><span style="font-style: normal;">altro
turno è dedicato a</span><span style="font-style: normal;"> quelle
che lavorano nell'istituzione per le famiglie dei </span><span style="font-style: normal;">m</span><span style="font-style: normal;">artiri,
una volta quelle di yeketiya star eccetera</span><span style="font-style: normal;">.
Arjin spiega “Questo è un perwarde autonomo delle donne. È
dedicato alle donne e costruito da donne. Le donne sono autonome
anche nel perwarde perché questo permette loro di costruire la
propria volontà: in tutte le rivoluzioni passate non c'è mai stata
l'autonomia delle donne” questo atteggiamento è importante perché
troppo spesso le donne vengono educate per fare contenti gli uomini:
imparano che devono servire un uomo, o essere “belle” per
attirare uomini, e via dicendo. M'è stato raccontato, in altre
occasioni, come proprio in questo perwarde autonomo una volta una
donna si sia alzata ed abbia detto “questo prwarde è la prima cosa
che faccio per me, prima quello che facevo era sempre per altri.”
Arjin si spiega meglio: “se siamo solo donne la fiducia di farcela
diventa più forte, e riusciamo a capire meglio noi stesse.”</span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Spiega
Arjin che questo perwarde è chiuso, cioè le partecipanti non hanno
accesso a internet o telefono, e per la durata del corso restano in
accademia. “abbiamo scelto di tenerlo chiuso perché lontano dai
problemi famigliari o del mondo esterno che distraggono, abbiamo
visto per esperienza che la gente impara meglio. E poi perché qui
non ci sono solo lezioni ma facciamo principalmente scuola di vita.
Queste donne devono riuscire a trasferire nella vita quello che
imparano. È un tempo in cui ripensano la propria vita, quali
mancanze ci sono state, quali scopi vogliono proporsi. Non si tratta
semplicemente di imparare delle nozioni ma anche e soprattutto di
trasferirle nello stile di vita.” le domando se sia riuscita a
individuare qualche effettivo cambiamento nelle donne che
effettuavano il perwarde, e risponde: “i cambiamenti principali
visti sono questi: le donne escono di qui con maggiori conoscenze;
acquistano fiducia nel fatto che effettivamente un cambiamento sia
possibile, oltre che la volontà di portare avanti questo
cambiamento. In altre parole, sono in grado di portare avanti una
lotta.” poi si spiega meglio: “spesso le donne arrivano qui
vedendo che alcune cose sono sbagliate, ma non sono in grado di
opporvisi. Credono di essere le sole a soffrire, ma il fatto di
metterle tutte assieme fa loro comprendere che la sofferenza di una è
uguale alla sofferenza di tutte, e così scatta il meccanismo di
sorellanza, che le rende unite e forti.” “cambiando le donne,
poi, di riflesso si cambia anche l'uomo: prima gli uomini non ci
stavano, non accettavano che le donne potessero essere attive in
politica o imbracciare le armi; ora molti hanno capito, e accettato.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Dopodichè,
Arjin dedica due parole per descrivere l'importanza del perwarde “non
è una cosa che serve solo al Rojava, ma per tutti e tutte! Quando la
società presenta dei problemi, essi devono essere risolti prima di
tutto nella testa degli esseri umani, la prima cosa da cambiare è il
modo di pensare. Se non mi fermo a pensare, non posso lottare, ma
nemmeno vivere, perché non so quale sia il mio scopo. Alla base del
cambiamento ci deve essere un cambio di mentalità: un esempio è
appunto l'implementazione del ruolo delle donne.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Alla
fine di questo lungo scritto, non spenderò più di qualche parola
riguardo il perwarde che anche io ho frequentato. Credo di essere già
stata sufficientemente lunga. Volevo però ricordare alcuni compagni e compagne, compagni e compagne, che erano li con me. Sadiya è una
ragazza proveniente da un piccolo villaggio, co-sindaco del suo
piccolo villaggio, da cui è uscita pochissime volte; lei si
lamentava perché non era capace di scrivere in curdo, e solo poco in
arabo, e questo le dispiaceva immensamente, e cercava in tutti i modi
di studiare e farsi aiutare. Ricordo quanto insistevamo perché anche
lei si alzasse in piedi a dire la suo opinione, e come alla fine
avesse acquistato fiducia in se stessa. Sevin è co-presidente della şarerdariya del cantone di
Kobane. Raccontava di essere tornata alla sua terra il 20 novembre di
un anno fa, qando a Kobane c'era ancora la guerra, mentre la sua
famiglia stava ancora nel Kurdistan turco. Sevin, nella Kobane ancora
non liberata, se non c'era nulla da fare, andava ad insegnare lingua
curda alle poche famiglie di civili presenti: anche Sevin stava nel
perwarde a studiare con noi. Hejar (che invece avete sentito nominare
nel pezzo riguardo Hasake), alla fine del perwarde, sosteneva che se
non era in grado di abbracciare tutte, senza escluderne nessuna, le
persone che stavano facendo il perwarde con lui, una volta fuori non
sarebbe mai stato davvero un bravo rivoluzionario; perché se non
riesci ad abbracciare coloro che compongono la società di cui fai
parte e che vuoi cambiare, se non riesci a volere loro sinceramente
bene, non sei un buon rivoluzionario. </span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-1029381914969889992015-11-30T11:42:00.000+02:002015-11-30T11:42:18.271+02:00città di Haseke<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Haseke
è una città abbastanza grossa, o almeno, la più grossa della zona.
Però se chiedo quanti abitanti ci sono, non lo sa nessuno con
esattezza: è la guerra, è fatta così: c'è gente che parte, gente
che arriva, non sai mai quanti sono perché arrivano da ogni dove e
poi altri partono in continuazione. Si dice, comunque, qualche
centinaia di migliaia.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Oltre
che essere grossa, Haseke è una città che racchiude diverse etnie,
culture, religioni e tradizioni. Non solo perché appunto ad Haseke
trovano rifugio profughi provenienti da tutta la Siria, ma anche per
come è nata e per quella che è la sua storia.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigt7gI6VXf139CPrviCVjZP6ATPLaWIEIpKZ8gqYzyV6FEWKZc24O5foPsLSDOZaYINEy2cCRLdoAW-q6jZ3FJ0v5dzj_L3TyiuHQlawhyphenhyphenH6kXvI_CodFN514HJL8tMqC7qLNY4TwKkUJi/s1600/DSC_0698.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigt7gI6VXf139CPrviCVjZP6ATPLaWIEIpKZ8gqYzyV6FEWKZc24O5foPsLSDOZaYINEy2cCRLdoAW-q6jZ3FJ0v5dzj_L3TyiuHQlawhyphenhyphenH6kXvI_CodFN514HJL8tMqC7qLNY4TwKkUJi/s400/DSC_0698.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le ferrovie sono inutilizzate dall'inizio della guerra.</td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Sono
arrivata ad Asake, l'unica città a maggioranza araba nel cantone di
Cizire, con la volontà di capire come il sistema del confederalismo
e autonomia democratiche venisse applicato da etnie che non fossero
curde, o in collaborazione con etnie e culture non curde. Ed ecco, un
paio di cose le ho viste, queste posso raccontarvi.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis0_lUEyccyEjrlTfPQ1xl1wmsKcAkR0WNoLLfQOHLjlKucvrfaC0OvHdDjLKgxgFmk-poLDaC1uUlukqWbxFLiQFyJJNbSWzU1oGxGhdcG2IfXdAwhDvyWTReejpeAtQ6oio6DSpVsdMr/s1600/DSC_0656.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis0_lUEyccyEjrlTfPQ1xl1wmsKcAkR0WNoLLfQOHLjlKucvrfaC0OvHdDjLKgxgFmk-poLDaC1uUlukqWbxFLiQFyJJNbSWzU1oGxGhdcG2IfXdAwhDvyWTReejpeAtQ6oio6DSpVsdMr/s400/DSC_0656.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mercato di Haseke</td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Haseke
è attraversata da est a ovest dal fiume Khabur e per lungo tempo la
parte a nord è stata sotto controllo delle forze del Rojava, mentre
la parte a sud sotto controllo dell'ISIS. Al centro, da entrambe le
parti del fiume, alcuni quartieri sono sotto controllo dello Stato
siriano. Da pochi mesi ISIS è stato ricacciato più a sud, fuori
dalla città, e rimangono alcuni quartieri al centro sotto controllo
dello Stato siriano.</span></span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Il
mercato principale di Haseke è in una zona sotto controllo dello
Stato siriano. Ci sono i venditori di stoffe o frutta e verdura, e
molti dei negozi chiusi hanno dipinta una bandiera siriana sulla
saracinesca. Hejar dice che è perché mesi fa, se i proprietari non
la dipingevano, i soldati dell'esercito siriano perquisivano e
danneggiavano il negozio: in effetti, è abbastanza buffo vedere come
tutte le saracinesche dei negozi chiusi siano dipinte esattamente
allo stesso modo nei quartieri sotto controllo del governo siriano, è
abbastanza ovvio che non sia un'azione spontanea. Al di la delle
saracinesche, e della presenza di qualche soldato, è piuttosto
difficile per uno che non sia della zona riconoscere le zone sotto
controllo dell'esercito Statale o delle ypg-ypj, perché non ci sono
confini segnati o posti di blocco visibili. </span></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNNS-UwOC_mQcMY1MLl3EDUtpD8DG3ncKTr-XzIR3lMFrEY3hOOIziZoLYgGNOkvHwc0FJN-eKKqnL3PDuzZaPyR2oq8akz09HUREktFyQXnQeLeU4dNZ8hIwwvNM9zHdJEgj_6kmX3m6s/s1600/DSC_0627.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNNS-UwOC_mQcMY1MLl3EDUtpD8DG3ncKTr-XzIR3lMFrEY3hOOIziZoLYgGNOkvHwc0FJN-eKKqnL3PDuzZaPyR2oq8akz09HUREktFyQXnQeLeU4dNZ8hIwwvNM9zHdJEgj_6kmX3m6s/s400/DSC_0627.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sul fondo la fortezza francese</td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">La cosa interessante di
questo posto è una roccaforte che, mi spiega Hejar, è stata
costruita in epoca coloniale dall'esercito francese, e poi è servita
come punto di raccolta per tutti i Cristiani (suriani, assiri,
armeni, e via dicendo) della zona. Da quel che ho potuto vedere, in
realtà, restano solo delle rovine sopra ad una piccola collina.
Rovine di cui nessuno dei passanti, indaffarati negli affari o nel
rivedere amici e chiacchierare, si cura più. Racconta Hejar che
quando è stata costruita la roccaforte francese, qui c'erano
soprattutto villaggi curdi, ma non una città grossa. Da quel primo
nucleo, poi, si svilupperà la città di Asake, che richiamerà anche
arabi e curdi dalle zone circostanti, fino al punto di diventare
capoluogo del governatorato che include il cantone di Cizire, e
l'unica città del cantone ad ospitare un'università statale.</span></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1RfKIL4ARYdASY8l3QCGh2nxCIPKtSbA1nsncwJIxgs5Q-WR3DH2kDOUatXtrgU343i16eg82JdrPXQ2qaf5c_IfcMFKnawIYoaOTaBPzilOP4AbDUciOxnc8FiVxj83Vted0XYTABcRG/s1600/DSC_0638.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1RfKIL4ARYdASY8l3QCGh2nxCIPKtSbA1nsncwJIxgs5Q-WR3DH2kDOUatXtrgU343i16eg82JdrPXQ2qaf5c_IfcMFKnawIYoaOTaBPzilOP4AbDUciOxnc8FiVxj83Vted0XYTABcRG/s400/DSC_0638.jpg" width="265" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Questa chiesa è una delle tante della città. Mi è stato fatto notare che presenta l'ingresso come un elmetto normanno, a simboleggiare l'aggressività nelle precedenti conquiste cristiane</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Dicevo
dei cristiani: la principale etnia cristiana qui è quella siriaca.
Compagno, in lingua siriaca, si dice “auro”. Auro Ibrahim è il
responsabile della “komela cand suriani li suria”,
l'organizzazione che difende e diffonde la cultura siriaca in Siria.
Auro Ibrahim spiega che la sua comunità ha radici in Turchia: “dal
1985 i padri dei nostri padri hanno iniziato a scappare dalla
Turchia, perché lo Stato turco li perseguitava. Quest'ultimo ha
ammazzato 800.000 cristiani da quell'anno. È lo Stato turco il
problema: se non ci avesse perseguitato, non avremmo rischiato di
perdere la nostra cultura, non saremmo qui ora.” </span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmkqZ3S9ZZMeksxbclAmdvJ0ifzjGSKUA61YG_9EQNUaP1Tfas3aDKnsl9MF7HjYWZMUdn0chz12drncwXmaNnkQXctfoyokuZ988qvls28Nu-RSW2pKU-y6huYfG8HICvBgyD_aT7-ka9/s1600/DSC_0695.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmkqZ3S9ZZMeksxbclAmdvJ0ifzjGSKUA61YG_9EQNUaP1Tfas3aDKnsl9MF7HjYWZMUdn0chz12drncwXmaNnkQXctfoyokuZ988qvls28Nu-RSW2pKU-y6huYfG8HICvBgyD_aT7-ka9/s400/DSC_0695.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">ingresso del centro culturale siriaco, </td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Nella lingua
siriaca, che Auro Ibrahim sostiene essere più antica di quella
araba, ci sono 22 lettere, e si scrive da destra a sinistra come
l'arabo. “abbiamo appena finito un corso di due mesi di grammatica
siriaca, un corso avanzato per adulti: i bambini, da quando abbiamo
iniziato la pratica dell'autonomia democratica, imparano a scrivere
nella propria lingua a scuola”. Infatti, in tutto il Rojava, nelle
scuole legate al movimento tev-dem, l'arabo non è più la sola
lingua insegnata: esistono classi che hanno come lingua principale
l'arabo, classi che hanno come lingua principale il curdo, e classi
che hanno come lingua principale il siriaco. Così, i bambini possono
ricevere un'istruzione non sono sulla loro lingua madre, ma anche
nella loro lingua madre, senza dover rompere con l'identità materna
per essere obbligatoriamente omologati ad una sola lingua, una sola
religione, ed una sola nazione.</span></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6GAj8ckrwO4HZ7L0zqbl2ZviqXxwsiwkQz-NN1D09ak4Exa0_n_xicVxvgV_qLlEv7QB2FVh4t69tZzpdYZxYtEvSSGnyZR4YgHZnRJnuH-vgShcksyV2qG7rmsFc8iTr6u1Px_4dAQ9P/s1600/DSC_0684.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6GAj8ckrwO4HZ7L0zqbl2ZviqXxwsiwkQz-NN1D09ak4Exa0_n_xicVxvgV_qLlEv7QB2FVh4t69tZzpdYZxYtEvSSGnyZR4YgHZnRJnuH-vgShcksyV2qG7rmsFc8iTr6u1Px_4dAQ9P/s320/DSC_0684.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">lettere dell'alfabeto siriaco</td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Tornando
ad Auro Ibrahim, mi mostra il giornale autonomo siriaco, scritto sia
in arabo che in siriaco, e mi spiega le funzioni di alcune delle 11
diverse organizzazioni siriache presenti nel territorio: c'è sutoro,
la sicurezza interna, che collabora con asais, cioè la sicurezza
interna legata più direttamente al tev-dem; c'è il MAS (majlise
askari suriani), e cioè il braccio armato del movimento siriaco, che
collabora con YPG-YPJ; c'è una televisione, delle accademie, le
organizzazioni delle donne, quelle dei giovani, quella per la difesa
e diffusione della cultura siriaca, eccetera. “La nostra pratica
deriva dalle idee di Ocalan, ma le pratichiamo indipendentemente
dalle organizzazioni curde.”</span></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZZ3nCq-ds4dvKHuFd1zozY0UrHnS7syeGeutQm5OTqngwALC0joxRb3KFgYjs3tc9HnzLzmsHA-Ch25cygJOnCPfszuy_h4biVqoewQ8wd0Xp3ZbXu7AtnT_qMaFaQpIktZVY9smk76f3/s1600/DSC_0694.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZZ3nCq-ds4dvKHuFd1zozY0UrHnS7syeGeutQm5OTqngwALC0joxRb3KFgYjs3tc9HnzLzmsHA-Ch25cygJOnCPfszuy_h4biVqoewQ8wd0Xp3ZbXu7AtnT_qMaFaQpIktZVY9smk76f3/s400/DSC_0694.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">simboli delle associazioni siriache</td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Per
quanto riguarda la partecipazione alla vita delle comuni, le cellule
alla base che poi mandano dei portavoce alle assemblee più allargate
fino a quella del tev dem, i siriaci in questa zona sono in una certa
misura slegati dal tev-dem. Nel senso che i siriaci hanno le loro
assemblee separate, ma, pur non essendo in contrasto con il tev-dem e
collaborando con esso a diversi livelli, mantengono la loro autonomia
quasi su tutto.</span></span></div>
<br />
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN0rfyjkK848fE2oCDttT9IQHus_BniBjsJzwXl3KGQbBpTEDDbVmbG9ZcdoKmBZdWF-8LA3qohmR68KsqreK_NjSYoH7OIDLzTuwhTqMUQJ65PsbxCfvm_yyHN5JuWaJNu8oNzOcl0cO7/s1600/DSC_0987.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN0rfyjkK848fE2oCDttT9IQHus_BniBjsJzwXl3KGQbBpTEDDbVmbG9ZcdoKmBZdWF-8LA3qohmR68KsqreK_NjSYoH7OIDLzTuwhTqMUQJ65PsbxCfvm_yyHN5JuWaJNu8oNzOcl0cO7/s320/DSC_0987.jpg" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">due dei responsabili dell'associazione</td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Parlando
di collaborazioni tra persone referenti a diverse etnie, un'altra
associazione interessante è la “saziya bratiya gelan”,
l'associazione per la fratellanza tra i popoli. Mamduh Alhamed è
arabo, e spiega quali attività si svolgono in questa sede: “abbiamo
5 comitati attivi: quello per la risoluzione delle dispute, quello
che si occupa di diffondere notizie sulle nostre attività, quello
per la risoluzione dei problemi relativi alla terra, e poi pubbliche
relazioni e difesa.” Spiega che dall'inizio delle attività questo
comitato ha risolto 1500 dispute, mettendo d'accordo i contendenti
“ma il nostro scopo non è solo quello di intervenire in caso di
conflitto, vogliamo soprattutto creare situazioni di conoscenza e
fratellanza.” C'è una frase di Ocalan, a proposito di questo, che
viene spesso citata e che dice “se non diventiamo uno, uno a uno ce
ne andiamo”, e cioè, se non riusciamo a trovare un punto in
comune, se non riusciamo a fare fronte unico, la repressione ad uno
ad uno ci cancella, e ad uno ad uno veniamo dispersi. La frase
originariamente era rivolta al popolo curdo, ma può essere applicata
in numerose situazioni. Questo non significa che dobbiamo essere
tutti uguali, ma che se non creiamo solide e strette alleanze
all'interno della società, o all'interno dei gruppi rivoluzionari,
il Potere e il capitalismo prevarranno. Per rendere la società forte
al punto di auto-organizzarsi è necessario ricomporla, è necessario
riconnettere tra loro le sue diverse componenti, pur lasciando a
ciascun gruppo la sua autonomia, e ovviamente senza cancellare le
diverse identità. </span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFYiPmPeav5uleJpc9NV4EaX8_QCW6zLtP-7jtu6AHThS7LMXeeld9KhJSOfPwyTTbfeXyPhdOhJSRUt2NZOF8LRknI-96YO4N_bfYTgTJv1u6bG2WZAeIB5rcXRTX5XFn1yxtShFsHX9Y/s1600/DSC_0988.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFYiPmPeav5uleJpc9NV4EaX8_QCW6zLtP-7jtu6AHThS7LMXeeld9KhJSOfPwyTTbfeXyPhdOhJSRUt2NZOF8LRknI-96YO4N_bfYTgTJv1u6bG2WZAeIB5rcXRTX5XFn1yxtShFsHX9Y/s320/DSC_0988.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">l'associazione per la fratellanza tra i popoli</td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Un esempio di questo tipo di attività di coesione
tra popoli e genti diverse è stato per l'accoglienza e il supporto
ai profughi arrivati ad Haseke a causa della guerra in Siria. “sono
arrivati da ogni parte della Siria, fino dal confine con la
Giordania.” Racconta Mamduh che i profughi sono stati sistemati
nelle scuole, o in case con affitto calmierato (5000 sterline siriane
al mese, circa 21 euro), o sono anche stati mandati in alcuni campi
profughi. “il nostro scopo è la fratellanza tra i popoli, per
questo qui non facciamo differenze tra etnie e credenze. Per esempio,
ci sono membri di quest'associazione curdi, arabi, yazidi,
cristiani... per la verità i cristiani sono solo due, ma nel nostro
coordinamento ci sono 3 persone: un arabo, un cristiano, ed un curdo”
conclude Mamduh.</span></span></div>
<br />
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ1pkkyKNELkCWpX9VGtGSgFYycIeZn0brBamFAJpmiV1BBS2Yr8G4IRLkIiiHtIPnvG_x0d_PHUtJZxdZ2rewPDonosZ8bCSmG8IZH2CMrPEL3o_Thri-FfyB-6GOAEsaDnotyWinQbRn/s1600/DSC_0972.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ1pkkyKNELkCWpX9VGtGSgFYycIeZn0brBamFAJpmiV1BBS2Yr8G4IRLkIiiHtIPnvG_x0d_PHUtJZxdZ2rewPDonosZ8bCSmG8IZH2CMrPEL3o_Thri-FfyB-6GOAEsaDnotyWinQbRn/s320/DSC_0972.jpg" width="267" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">il materiale distribuito alla casa del popolo</td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Nella
casa del popolo oggi si distribuiscono scatole contenenti sapone,
detersivo e cose per la casa per famiglie in difficoltà. A riceverle
sono esclusivamente donne: vengono per scelta date alle donne perché
esse sono coloro che meglio conoscono le necessità di tutta la
famiglia. Se pensiamo che nella società primordiale, nella società
naturale i figli non sapevano nemmeno chi fosse il loro padre, ed
erano le donne a prendersene cura, la donna era responsabile
dell'economia di tutta la società, della sopravvivenza dei figli
eccetera. L'esempio che qui si riporta spesso è che quando una donna
fa da mangiare, non lo fa esclusivamente per se ma per tutta la
famiglia, per la comunità in cui risiede. Per questo, le parole
“jin” (donna) e “jiyan” (vita), in curdo e in molte lingue
mediorientali si assomigliano così tanto. Oggi, però, le donne
vengono educate in diverse parti del mondo ad essere sottomesse e
lavorare per conto dell'uomo, senza una propria autonomia o
indipendenza; oppure a rispondere a canoni e aspettative che non sono
le loro ma che sono loro imposte dalle aspettative che una società,
le cui radici sono maschiliste, ha su di loro. Ora, per una società
armonica e di uguali, è giusto che le donne riacquistino il loro
ruolo di portatrici di vita, e che anche l'uomo lo diventi
altrettanto. Sto divagando, e cercando di essere sintetica rischio di
essere poco chiara o di non esprimere esattamente ciò che voglio
dire; per cui dirò solo questo: nella situazione attuale, colei che
sa di cosa necessita la comunità-famiglia è la donna, e quindi i
pacchi di sapone e detersivo nella casa del popolo vengono consegnati
alle donne.</span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVgFkrBVxXtgesXoMMD7t_42nb-0q0SxddcVGFUWDDuJIhzdK7QO5Bo0D2FtYJYhzWZ0j3F4gP6ZYCC4xypAuS1-MUd1hdDy0-BzXekPNY8iibg221_5Ilsbgjd3Bqm-WSqViOrFJM0RBL/s1600/DSC_0971.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="272" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVgFkrBVxXtgesXoMMD7t_42nb-0q0SxddcVGFUWDDuJIhzdK7QO5Bo0D2FtYJYhzWZ0j3F4gP6ZYCC4xypAuS1-MUd1hdDy0-BzXekPNY8iibg221_5Ilsbgjd3Bqm-WSqViOrFJM0RBL/s320/DSC_0971.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">donne in attesa</td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Per
molte di queste donne, il fatto di poter essere attive è frutto di
una lotta sia interiore che con le tradizioni della propria famiglia
e del proprio gruppo etnico. Saura, donna araba, spiega “come araba
sto bene, come donna no, siamo cresciute in un contesto in cui la
nostra vita consisteva nel lavorare per le esigenze di altri, di
uomini in particolare. Il fatto che io sia qui oggi a lavorare e
collaborare con la casa del popolo è frutto di una lotta con mio
marito, con la gente che per me aveva disposto un destino diverso,
con me stessa e i dogmi che mi hanno raccontato fino da quando ero
piccola. Fin da piccole abbiamo imparato che ribellarsi è “aib”,
cioè una vergogna; nonostante questo ci sono stati grossi
miglioramenti. Ma c'è ancora molta, molta strada da fare.”</span></span></div>
<br />
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDKWl7WBQSze1ztVg5vY_qMVkOeuKxWt7rzwJ10Ndf3XcLkjGJnvzlu074nZU_rb942_279H4dHxYHtIh_ANukAqKHjOdFNT5AMbsGPrBiwCTIrLoGb-iUTcA1njGEYV-YgGfySsgI3wQV/s1600/DSC_0997.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDKWl7WBQSze1ztVg5vY_qMVkOeuKxWt7rzwJ10Ndf3XcLkjGJnvzlu074nZU_rb942_279H4dHxYHtIh_ANukAqKHjOdFNT5AMbsGPrBiwCTIrLoGb-iUTcA1njGEYV-YgGfySsgI3wQV/s320/DSC_0997.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">YCR - yeketiya cwanen Rojav </td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Domandando
anche ad altre organizzazioni, come per esempio i giovani del Rojava,
appare chiaro come in generale sia più facile per le persone di
etnia araba si uniscano direttamente alle organizzazioni in cui sono
presenti anche curdi, mentre i cristiani preferiscano creare
associazioni indipendenti e per conto proprio. Per esempio Silav, nel
gruppo dei giovani del Rojava (YCR – yeketiya cwanen rojava, unione
dei giovani del Rojava), spiega come esiste un battaglione legato
all'associazione dei giovani del rojava all'interno delle HPC (“Hezen
Parastina Civaki”, cioè forze di difesa della società), e che
all'interno di questo battaglione sono presenti sia curdi che arabi,
ma gli unici collettivi legati all'associazione dei giovani in cui
partecipano anche siriaci sono quelli all'interno dell'università. </span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Beyan,
che precedentemente si trovava all'interno de coordinamento di
Yeketiya Star, l'organizzazione autonoma delle donne, spiega: “le
donne siriache non partecipano alle attività di Yeketiya Star ma
hanno una loro organizzazione parallela, e quando si scende in piazza
lo si fa insieme, con unità di intenti: noi andiamo con i nostri
vestiti tradizionali, cantiamo e danziamo le nostre danze, loro lo
fanno con i loro vestiti tradizionali, cantano e danzano le loro
danze. Ma lo facciamo insieme.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFP2tN_UXAmcViNpMCucMmiGDDRdnV3orkwrVLIqItN3zBsXk5XrFrbY5fNxQ19Tg4Fp57yZ8_SOuZmD4v0A8R9XM4WQSPhlsi3ExBHCQpXO_Fi0Ss-Ngd3P4M4xz6zoF24dKmIBcDWie0/s1600/DSC_0778.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFP2tN_UXAmcViNpMCucMmiGDDRdnV3orkwrVLIqItN3zBsXk5XrFrbY5fNxQ19Tg4Fp57yZ8_SOuZmD4v0A8R9XM4WQSPhlsi3ExBHCQpXO_Fi0Ss-Ngd3P4M4xz6zoF24dKmIBcDWie0/s320/DSC_0778.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: white;">Funerale ad Haseke</span></td></tr>
</tbody></table>
</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Sono
arrivata ad Haseke con l'intento di capire se le idee di Ocalan,
quelle su cui si basa l'autonomia democratica del Rojava potessero
essere applicate anche da altre etnie o da persone che facciano
riferimento a altre culture. </span></span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBmcYnaF7fRo73vjdT59glxP_q5XgWvOL9RKJCbFb__3Zx54qnV9P0rZ8s7neL6rWNIIYL1YZzABJn9TGTJvFhL2qN5aFFYLDRQbxwH8i9Je1ySw0NLvcGgq0Owe5RPNO0pXSXwc1gEk83/s1600/DSC_0868.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBmcYnaF7fRo73vjdT59glxP_q5XgWvOL9RKJCbFb__3Zx54qnV9P0rZ8s7neL6rWNIIYL1YZzABJn9TGTJvFhL2qN5aFFYLDRQbxwH8i9Je1ySw0NLvcGgq0Owe5RPNO0pXSXwc1gEk83/s320/DSC_0868.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: white;">Funerale ad Haseke</span></td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">La risposta l'avete trovata nelle
testimonianze e nel racconto sopra riportato. Perché mi sembrava
importante questo? Perché vorrei fosse chiaro, se ancora non lo è,
che questa lotta non è solo la lotta di liberazione del popolo
curdo. </span></span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnZeQfEbFaFBrpNK5vvNNx6wuXbgnckX-o3Hjs0FiUtkAP8AFBUJ9Nrr87RtaWRM7GOcGXC3RxwtXRVEXjm4Ahhl6QdOUZ5ue8H_eB4lQ_FzMsFjIkFlsDfuSEcV3UtIo11mFA1SRYAbEc/s1600/DSC_0946.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnZeQfEbFaFBrpNK5vvNNx6wuXbgnckX-o3Hjs0FiUtkAP8AFBUJ9Nrr87RtaWRM7GOcGXC3RxwtXRVEXjm4Ahhl6QdOUZ5ue8H_eB4lQ_FzMsFjIkFlsDfuSEcV3UtIo11mFA1SRYAbEc/s320/DSC_0946.jpg" width="232" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: white;">Funerale ad Haseke</span></td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Questa lotta è per la liberazione degli schiavi dal giogo del
potere. È la lotta degli oppressi contro l'oppressore. Questa lotta
è per creare una società senza classi, in cui le diverse culture e
credenze possano trovare spazio e vita, arricchendosi
vicendevolmente. Una società accogliente verso il diverso. Un mondo
senza Stati e senza confini di alcun tipo. Questa lotta considera la
società come un ecosistema, in cui tutto, dalle piante agli insetti,
dagli uccelli all'acqua, è essenziale, ma in cui ciascun componente
trova spazio solo nel momento in cui non prevarica sugli altri e ma
con gli altri interagisce. </span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Questa lotta è perché le donne possano
tornare a portare vita, e non cieca obbedienza a canoni imposti.
Questa lotta è perché sia la gente che abita una certa terra a
decidere collettivamente del proprio futuro. La gente deve decide
assieme, non uno Stato imporsi, non un Padrone esercitare il potere.
È questo che, anche armate, stiamo difendendo.</span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<span style="color: white;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFtool-1MoiwZ9B3pGfjAQHe3SMwGc6l1dLTUwa6tXQ977W32RaIKUpECeDsWUdNfVTk1_r9nshm3sU-E0BlgrkKpyibSQrP5p9gv8qsg2nIANPW4P4j0u7Y0B1KvlwbAe836Vnlao-M2j/s1600/DSC_0966.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="375" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFtool-1MoiwZ9B3pGfjAQHe3SMwGc6l1dLTUwa6tXQ977W32RaIKUpECeDsWUdNfVTk1_r9nshm3sU-E0BlgrkKpyibSQrP5p9gv8qsg2nIANPW4P4j0u7Y0B1KvlwbAe836Vnlao-M2j/s320/DSC_0966.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: white;">Funerale ad Haseke</span></td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitvXG_5F31PV1eJCPoTpEWqFhTB2wIaPAap9Fn_zy-awv1-o1o7Y2-1mjGP5e6I-pQlUAdh-fMzetqKoe_-ZuRyLcgSQjWFIHe8NxWhX_iBBZctVjMsiMwjWsHpdFqR1d7rwZIbFMEUlHC/s1600/DSC_0913.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitvXG_5F31PV1eJCPoTpEWqFhTB2wIaPAap9Fn_zy-awv1-o1o7Y2-1mjGP5e6I-pQlUAdh-fMzetqKoe_-ZuRyLcgSQjWFIHe8NxWhX_iBBZctVjMsiMwjWsHpdFqR1d7rwZIbFMEUlHC/s320/DSC_0913.jpg" width="270" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: white;">Funerale ad Haseke</span></td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Per
questo questa lotta non è un'esclusiva del popolo curdo: è anche la
nostra lotta. </span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">È
la stessa lotta che portiamo avanti nelle strade ogni giorno.</span></span></div>
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-59235090687748010232015-08-20T20:27:00.000+03:002015-08-20T20:38:33.591+03:00C'è la guerra, ma vi parlo di cinema...<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }a:link { }</style>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Abbiamo
aperto, da poco più di un mese, la comune del film del Rojava.
Vogliamo doppiare film e proiettarli per il popolo del Rojava, nelle
città, nei villaggi. Vogliamo che i giovani del Rojava imparino a
fare film loro stessi, ed è appena finito un corso perché
imparassero. Vogliamo dare spazio a chi vuole realizzare film
all'esterno del circuito capitalista che impedisce all'arte di
svilupparsi e strozza le menti. Siamo all'interno del Tev <span style="font-family: Liberation Serif, serif;">Ç</span>and,
la rete che raggruppa le organizzazioni per la cultura, dal canto
alla danza, dal teatro alla lingua.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Nel
frattempo il Rojava è sotto assedio e pochi giorni fa c'è stato
l'ennesimo attentato nella città di Qamislo. Nel Kurdistan del nord
lo Stato turco evacua villaggi ed invade i quartieri che hanno
dichiarato l'autonomia democratica, oltre che torturare e svilire i
corpi delle donne assassinate. E nel frattempo, in tutti questi
luoghi, il popolo che lotta per la propria autonomia porta avanti una
resistenza esemplare. Ma queste sono cose che già sapete.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">...e
mi chiederete perché, fuori c'è la guerra, ed io vi parlo
di danze tradizionali, teatro e cinema. Ed io rispondo che è proprio
perché c'è la guerra che vi parlo di cultura.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Perché
quando una bomba a Suruc ammazza attivisti diretti a Kobane,
l'obiettivo è attaccare la solidarietà internazionale. E noi
vogliamo fare un film proprio sulla solidarietà internazionale, su
quanto forte e importante sia. Per dimostrare che con quella bomba,
loro, non hanno vinto. Per chi a causa di quella bomba è morto,
perché non resti solo.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Perché
quando l'ISIS attacca le feste del Newroz (l'anno nuovo curdo) è
proprio perché non vuole che la cultura curda abbia spazio. È di
questa cultura, di questa tradizioni, che vogliamo raccontare.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Perché,
se il fascismo dell'ISIS e dello Stato turco punta ad eliminare le
differenze linguistiche e culturali, qui vogliamo dare spazio a tutte
le minoranze, non solo a curdi ma anche ad arabi, siriaci, siriani,
ceceni, e via dicendo.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Perché,
come in tutte le guerre, i bambini sono coloro che, a livello
psicologico, ne rimettono di più: sul festival dei bambini stiamo
finendo di montare un film. I bambini cantano le loro canzoni,
recitano teatro, ballano, e vengono da tutte le città del Rojava:
attraverso questo film raccontiamo anche la loro vita e i loro sogni.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">A
Shingal ha avuto luogo, ormai un anno fa, l'ennesimo genocidio del
popolo yazida da parte di ISIS. Su questo episodio sono state
raccontate fin troppe menzogne: abbiamo quasi finito di montare un
film che racconta la verità su cosa è successo e chi realmente ha
difeso questo popolo.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Ora
vogliamo fare un altro film, sull'internazionalismo. Vogliamo</span></span><span style="color: white;"><span style="background: #000000;"><span style="color: white;"><span style="background: #000000;"> intervistare anche gli stranieri qui presenti, vogliamo</span></span> capire perché sono venuti qui e perché si sono
uniti a questa lotta e raccontarvelo. </span></span><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Vogliamo mostrarvi
come questa sia una lotta per l'umanità e non solo per il popolo
curdo.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Per
questo, c'è una richiesta che vi faccio. Per fare film servono
soldi. Per fare dei buoni film, servono buone attrezzature. Finora ci
siamo basati sulle donazioni volontarie di simpatizzanti, ma non
basta. </span></span><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Q</span></span><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">uello
che riuscite, organizzando eventi o anche a livello</span></span><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">
</span></span><span style="color: white;"><span style="background: #000000;">individuale,
è tutto importante. Per ulteriori informazioni scrivete a
<a href="mailto:kominafilmarojava@gmail.com">kominafilmarojava@gmail.com</a></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">(se
volete fare un film in Rojava scrivete allo stesso indirizzo).</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Website:
www.kominafilmarojava.org</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1IDalgVCD4BykRb_4PMQhgBtGCUIXcoSfwfaNsdXYxSFw3Ne1uYitkJJE1s16SaKw3r_ZpV-XUsoSqu4uskJ4cQ0NMPYIBHcllc6yY1BClY9tGwwSlVN5j-Rdf0-gWuA-E2V90bHEhxb5/s1600/DSC_0045.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1IDalgVCD4BykRb_4PMQhgBtGCUIXcoSfwfaNsdXYxSFw3Ne1uYitkJJE1s16SaKw3r_ZpV-XUsoSqu4uskJ4cQ0NMPYIBHcllc6yY1BClY9tGwwSlVN5j-Rdf0-gWuA-E2V90bHEhxb5/s400/DSC_0045.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-37010152885861748792015-08-20T18:44:00.000+03:002015-08-20T18:44:55.342+03:00Komina Film a Rojava<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; direction: ltr; color: rgb(0, 0, 10); line-height: 120%; text-align: left; }p.western { font-family: "Liberation Serif",serif; font-size: 12pt; }p.cjk { font-family: "Droid Sans Fallback"; font-size: 12pt; }p.ctl { font-family: "FreeSans"; font-size: 12pt; }</style>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMWr0AqwUZ4IFSnTJvtkYFFizWhk5ki5TBfHvK8DtccmwUarjqpDI6b4Ua_hUoGgMqnh-6MIme32Ar-G0HluDzT0CxX8HCGrU2UHK92nnN9EGUG64WzIgSboRYNwDbbvp8Ow_-3Z9M28wN/s1600/logo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="130" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMWr0AqwUZ4IFSnTJvtkYFFizWhk5ki5TBfHvK8DtccmwUarjqpDI6b4Ua_hUoGgMqnh-6MIme32Ar-G0HluDzT0CxX8HCGrU2UHK92nnN9EGUG64WzIgSboRYNwDbbvp8Ow_-3Z9M28wN/s320/logo.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT">Per la stampa e l'opinione pubblica</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT">Per tutti i popoli del mondo, a tutti gli artisti
del mondo e, in particolare, i film-makers;</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT">Si è costituita la comune del film del Rojava
(Komina film a Rojava).</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT"><br />I combattenti nelle unità di protezione delle
donne e del popolo (YPJ-YPG) che lottano contro le forme più
conservative del capitalismo (isis) non sono i soli alla guida della
rivoluzione popolare nei nostri cantoni liberati. Abbiamo ricreato le
nostre vite che sono state disperse ed esposte a tentativi di
assimilazione per decenni. Che tutto il mondo sappia che noi
combattiamo e vinciamo ogni lotta per l'intera umanità, perché noi
siamo quelli che vivono, quelli che vivranno, noi siamo le donne e i
bambini del Rojava, ci siamo radunati in questa terra nella nostra
cultura per migliaia di anni.</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT">Raccogliamo il nostro grano, lavoriamo nelle
nostre fabbriche, puliamo le nostre strade. Il nostro popolo si mette
al servizio per ricostruire le nostre scuole, ospedali e templi. Allo
stesso tempo, seppelliamo i nostri martiri nei nostri cuori, e
scaviamo ogni centimetro della nostra trincea preparando il terreno
per proteggere la nostra gente giorno e notte.</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT">Incarnando i sogni dell'unificazione dell'umanità,
rinnoviamo la nostra lotta per la libertà dalle trincee dei fronti
di combattimento per la nostra quotidianità. Noi, uomini e donne
fianco a fianco, costruendo una nazione democratica con le sue
componenti curde, arabe, armene, turcomanne, sunnite, cristiane,
yazide, sciite, con tutta la nostra passione e determinazione.</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
“<span lang="it-IT">La verità è amore</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT">e l'amore è una vita libera”</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
“<span lang="it-IT">ottenere vittorie tangibili in un contesto di
istituzioni comunitarie, dove si creano sogni di libertà ed
uguaglianza, è difficile solo quanto eseguire i compiti della
quotidianità.”</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT"><br />Noi, come parte del movimento democratico per
la cultura e l'arte, riconoscendo i nostri doveri e responsabilità,
con la forza che traiamo dalla nostra cultura, ci avviciniamo di più
alla libertà e facciamo un altro grande passo avanti. Componiamo le
nostre canzoni, ravviviamo le nostre danze popolari, disegniamo
dipinti e scolpiamo statue. E per i nostri bambini, che non hanno mai
visto uno spettacolo teatrale, reciteremo ispirandoci alle nostre
storie.</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT"><br />E la costruzione di questo sta crescendo...</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT">In questa terra ricca e produttiva, nello spirito
entusiasmante creato dalla rivoluzione, la comune del film del Rojava
è stata creata. Portando avanti la memoria del massacro nel cinema
di Amuda, sapendo che l'unico modo per fare vivere questa memoria è
il lavoro cinematografico, è stata creata questa comune.</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT"><br />Tutti i nostri registi amici dovrebbero sapere
che; "Non ci può mai essere arte ed estetica in un luogo dove
la libertà di pensiero e di espressione non è disponibile, mai."
Per ricreare la tua arte nella forma che desideri, in questo luogo in
cui la libertà potrebbe trovare un modo per prendere vita, ora c'è
la comune del film del Rojava. La nostra comune è stata istituita
per sostenere e aiutare i lavoratori del cinema amici e compagni
solidali, dal Rojava e dal di fuori. E per produrre film e
documentari, e proiettare quelli già prodotti per la nostra gente.</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT">Per questo, chi vuole creare liberamente un film,
dovrebbe venire in Rojava. In Rojava, chi vuole fare un film,
dovrebbe venire alla comune del film del Rojava.</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT">Le più importanti produzioni cinematografiche
verranno doppiate e consegnate ai popoli del Rojava nella propria
lingua. Non permetteremo che il cinema venga ridotto a uno strumento
industriale, o ad un oggetto di consumo. Le piazze dei nostri
villaggi diventeranno centri d'arte e cultura. Le nostre fabbriche e
i luoghi di ristoro saranno sale cinematografiche. Le nostre vivaci
strade saranno il set dei nostri film. </span></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT">La Komina film a Rojava è un risultato condiviso
da tutti gli artisti che la modernità capitalista ha tentato di
catturare nei loro Paesi. Komina film a Rojava è la determinazione e
la caparbietà della nazione curda per realizzare la sua unità,
questa stessa nazione che è stata divisa in quattro parti con
l'arrivo del capitalismo in Medio Oriente.</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT"><br />Komina film a Rojava è la comprensione della
vita senza essere tagliati fuori dalla storia e dalla cultura, è una
vittoria della lotta per la vita, è l'esistenza, è la costante
ricerca di libertà.</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT">Noi vinceremo, creeremo, rivivremo.</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT">Komina film a Rojava</span></span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-86532324207605850362015-07-21T13:49:00.002+03:002015-07-21T13:49:36.309+03:00Appello Internazionale per la ricostruzione di Kobanê e per l'apertura di un corridoio umanitario<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><i>Mi è stato chiesto di diffondere questo appello, proveniente da due organizzazioni italiane, per fare pressione al confine di Kobane. Eccolo.</i></span></span>
</div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span><div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><a name='more'></a><br />
Il 15 settembre 2014 i Daesh hanno lanciato la loro prima ingente
offensiva contro il cantone curdo di Kobanê, in Siria. La popolazione
curda, guidata dalle forze di autodifesa del popolo ( YPG e YPJ) ha
organizzato una grande difesa contro l'attacco. La resistenza di uomini e
donne all'interno di Kobanê, è stata una battaglia per la democrazia,
per i diritti umani, per un futuro comune, per la legittimazione e
l'uguaglianza delle donne nella società . Il supporto della Coalizione
Internazionale è stato prezioso ma non sufficiente.<br /><br />
Kobanê è stata liberata dopo 134 giorni di resistenza, ma tra il 25 e il
27 giugno l' ISIS ha compiuto l'ennesima strage contro l'umanità: più
di 200 civili, la maggior parte dei quali donne e bambini, sono stati
brutalmente assassinati. La minaccia non è stata quindi rimossa.<br /><br />
La città risulta quasi completamente distrutta: i servizi essenziali
quali acqua ed elettricità, i rifornimenti di cibo e i le cure sanitarie
sono ai minimi livelli o addirittura inesistenti. Lo Stato Islamico
inoltre, dimostrando ulteriormente la sua brutalità, ha dislocato
migliaia di mine per impedire il ritorno della popolazione nelle proprie
terre. <br /><br />
Pertanto è necessario garantire ai rifugiati la possibilità di rientro
nella propria città in modo sicuro, sostenendo la ricostruzione delle
infrastrutture basilari, al fine di assicurare loro una vita
dignitosa.Nonostante la liberazione il cantone è ancora sotto embargo. <br /><br />
Kobanê è circondata da Daesh. Il confine con la Turchia risulta quindi
fondamentale. La popolazione di Kobanê ha urgentemente bisogno di un
corridoio umanitario per ricevere gli aiuti necessari al fine di
proteggere,rifornire e ricostruire la propria città. <br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><b>Appello ad andare a Suruç lungo il confine con Kobanê dal 12 al 17 Settembre 2015</b></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span><div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /><br />
Per promuovere la riduzione della violenza, per sostenere la stabilità
in Siria e nelle regioni liberate dal terrorismo, constatando l'urgenza
dell'apertura di un corridoio umanitario, al fine di esercitare
pressioni nei confronti dell' ONU,che implementando la Risoluzione 2165
del 14 Luglio 2014 art.2 potrebbe essere in grado di garantire
l'apertura di un ulteriore valico di confine, invitiamo singoli
attivisti, istituzioni, sindacati, partiti politici, ONG, autorità
locali e internazionali alla partecipazione di una grande carovana
internazionale.<br /><br />
Martedì 15 settembre,anniversario del primo attacco di Daesh al cantone
di Kobanê, saremo tutte e tutti a Suruç, in Turchia, nella città gemella
di Kobanê e a pochi chilometri dal confine siriano, per esprimere il
nostro appoggio politico e umanitario. <br /><br />
Invitiamo quindi a partecipare ad una manifestazione internazionale
anche con automobili, furgoni e carovane sia in grado di portare la
propria solidarietà e il proprio contributo per la ricostruzione di
Kobanê, a difesa dell' umanità e contro la barbarie. <br /><br /><br /><br />
Ci vediamo il 15 settembre a Suruç<br /><br /><br /><b>Rete Kurdistan Italia, Uiki Onlus</b><br /><br /><br />
Per informazioni e adesioni : <a href="mailto:carovana15settembre@gmail.com" rel="noreferrer">carovana15settembre@gmail.com</a><span class="HOEnZb"><span><span><span><span></span></span></span></span></span></span></span></div>
<span class="HOEnZb"><span style="color: #888888;"><span><span style="color: #888888;"><span><span style="color: #888888;"><span><span style="color: #888888;"><span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-19675289374791129852015-06-13T18:56:00.003+03:002015-06-13T18:56:40.831+03:00Venite a vedere, comprendere e supportare questa rivoluzione!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; direction: ltr; color: rgb(0, 0, 10); line-height: 120%; text-align: left; }p.western { font-family: "Liberation Serif",serif; font-size: 12pt; }p.cjk { font-family: "Droid Sans Fallback"; font-size: 12pt; }p.ctl { font-family: "FreeSans"; font-size: 12pt; }</style>
<br />
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Con
questo appello invitiamo singoli, organizzazioni, collettivi a
partecipare alla nostra lotta di liberazione, liberazione non solo
dei curdi per la propria terra, ma in primo luogo liberazione dal
potere dello Stato e del capitalismo. Vi invitiamo a venire in
Rojava, cantone di Cizire.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"></span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Il
Rojava è un pezzo di terra in buona parte liberato dalla presenza
dell'ISIS ma sotto embargo: un embargo portato avanti contro di noi
non solo dalla Turchia ma anche dal Kurdistan iracheno, che non
apprezza il modello di società differente che stiamo mettendo in
pratica. Questo embargo ha effetti sulla scarsità di generi di prima
necessità, ma soprattutto sulla carenza di medicine e attrezzature
mediche necessarie per curare i feriti. Ci sono anche migliaia di
martiri, di persone ammazzate dalla guerra: in molti hanno perso la
famiglia e la casa.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Come
in tutte le guerre del mondo, è la donna a portarne il peso più
grande, perché è lei a perdere i suoi figli, è lei ad essere
violentata, è lei ad essere venduta come schiava o costretta alla
prostituzione; in più, in Siria e in buona parte del medio oriente,
fino a prima della rivoluzione, la donna veniva considerata una
persona di secondo livello. Ma qui in Rojava, la donna non considera
più tutto questo una fatalità inevitabile: da molto tempo le donne
hanno cominciato ad essere attive in tutti i campi (sociale,
politico, militare) e questo sta riuscendo a cambiare la mentalità
maschilista. Nel lottare contro il sistema patriarcale lottiamo anche
contro ogni forma di oppressione e prevaricazione: lo stesso modo di
pensare che pone l'uomo al di sopra della donna pone anche chi ha il
potere al di sopra del popolo e l'essere umano al di sopra della
natura, in una gerarchia di violenza e prevaricazione. Lottare contro
il sistema patriarcale significa quindi per noi anche lottare contro
la mentalità autoritaria e reazionaria.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Qui
c'è sofferenza, certo, ma qui c'è anche gioia. C'è gioia ed
orgoglio, perché un popolo ha alzato la testa contro le
prevaricazioni. Abbiamo imparato di nuovo a scrivere nella nostra
lingua, che prima era proibita in tutti gli edifici pubblici. Abbiamo
messo in pratica un modello di autogestione democratica, per cui le
decisioni partono e vengono discusse in assemblee nelle strade che
coinvolgono tutti e tutte coloro che vogliono farne parte. Ci siamo
organizzati insieme con tutte le minoranze ed etnie presenti in
questo pezzo di mondo, perché ciascuno possa mantenere la sua
identità completandoci a vicenda in una dinamica che ci arricchisce
tutte e tutti.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">La
nostra è una legittima lotta di liberazione, come può essere quella
palestinese o come lo sono state quelle anticoloniali; questa è
anche una lotta per dare potere al popolo, mettendo come priorità la
liberazione della donna; questa lotta cerca un rapporto armonioso con
la natura in un divenire ciclico interconnesso di cui anche l'essere
umano è parte; questa lotta vuole eliminare l'autoritarismo lottando
contro la mentalità che lo genera. La nostra lotta provvede anche
alla sua stessa difesa attraverso le YPG-YPJ, perché i mostri che la
attaccano sono tanti e micidiali.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Quello
che potete fare qui è molto, innanzitutto venire a vedere, per
raccontare nei vostri Paesi quello che succede qui. E poi portare
aiuto psicologico a chi ha subito traumi, aiutare nella
ricostruzione, aiutare nei parchi naturali, nel campo profughi
“newroz” dove sono ospitati yazidi in fuga da Shingal, oltre che
prendere parte alle forze di difesa del popolo e delle donne
(YPG-YPJ). La vostra solidarietà, ai nostri occhi, ha molto valore.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Vorremmo
ascoltare le vostre storie, le lotte che hanno luogo in altre parti
del mondo, e vorremmo condividere con voi questa nostra rivoluzione.
Vi invitiamo perché possiate vedere con i vostri occhi che il
modello che rende l'essere umano una macchina all'interno del
sistema, e ne toglie l'umanità e la gioia perché ne fa pedina di
meccanismi su cui non ha nessun controllo, non è l'unico modello
possibile, e questa è una delle alternative. Nella storia e in tutti
i luoghi del mondo ci sono sempre stati e sempre ci saranno movimenti
che vogliono liberare l'essere umano dal Potere che vorrebbe renderlo
morto e triste, crediamo sia importante unire questi movimenti perché
solo insieme possiamo vincere il mostro contro cui, nelle sue diverse
forme, lottiamo.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Per
informazioni contattare: solidaritywithrojava@gmail.com</span></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-52539501493868316542015-06-13T18:56:00.002+03:002015-06-13T18:56:37.209+03:00Tabur internazionalista<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">All'interno delle YPG-YPJ è nato un tabur internazionalista. Riporto l'appello che hanno letto all'inaugurazione:</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"></span></span></div>
<a name='more'></a><br /><br />
<div style="text-align: justify;">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }a:link { }</style>
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Il Medio Oriente è
stato un bagno di sangue a causa degli imperialisti e sfruttatori che
ne succhiano il sangue. Le stesse forze hanno messo insieme l'ISIS in
modo che la gente della regione si inchinino all'occupazione e
all'oppressione. Le bande dell'ISIS fanno strage di cristiani,
Êzîdî, assiri e dei popoli musulmani. Queste bande vendono le
donne e i bambini in mercati di schiavi e organizzano esecuzioni di
massa con modalità che ricordano strategie durate per secoli dei
loro padroni imperialisti.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">I popoli che si
organizzano contro queste forze che hanno l'intento di distruggere il
loro linguaggi, fedi, la vita, e le identità sono guidati da YPG-
YPJ e hanno avuto vinto in luoghi come Kobanê, Sengal, Til-Hemis, e
Serekaniyê.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br />La rivoluzione
del Rojava ha avuto grosso risalto nella politica globale e la
resistenza YPG-YPJ è ammirata e sostenuta dalle masse impoverite.
Con combattenti internazionali, Rojava diviene il Bekaa e la
Palestina di oggi. La Rivoluzione del Rojava è la Comune di Parigi
sotto assedio tedesco, Madrid nella guerra civile spagnola, e
Stalingrado durante seconda guerra mondiale (WW2).</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br />La rivoluzione
del Rojava ha sconvolto gli equilibri di potere nei paesi vicini, in
particolare la Turchia, ed è diventata il cuore delle rivoluzioni
mondiali e il faro della resistenza dei popoli oppressi.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br />Poichè questa è
una rivoluzione delle donne, il Rojava ha reso più forte la volontà
delle donne ed è diventato il simbolo della lotta contro il
patriarcato e il bigottismo nel mondo.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br />I rivoluzionari
di tutto il mondo hanno rivolto la loro attenzione al Rojava e non
hanno esitato a combattere e morire per la vittoria qui al fine di
espandere la rivoluzione.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br />Le forze
rivoluzionarie in Turchia e diverse parti del globo sono venute in
Rojava per di rafforzare la rivoluzione ed espandere la lotta nelle
terre di provenienza.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br />Lottiamo in
Rojava, moriamo come martiri portando la bandiera della resistenza…</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br />Noi combattiamo
in prima linea contro l'imperialismo e il bigottismo nella regione…</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br />Ci confrontiamo
con attacchi brutali delle bande ISIS contro la rivoluzione…</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br />Viviamo la
rivoluzione e la sentiamo nelle nostre vene e nelle nostre cellule…</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br />Noi siamo il
popolo del Kurdistan che ha fatto la rivoluzione Rojava, i
lavoratori, le persone oppresse, le donne e i rivoluzionari
internazionalisti che combattono sotto la bandiera di YPG-YPJ…</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT"><br />Siamo
spagnol</span><span lang="it-IT">i</span><span lang="it-IT">,
tedesc</span><span lang="it-IT">hi</span><span lang="it-IT">, grec</span><span lang="it-IT">hi</span><span lang="it-IT">,
turc</span><span lang="it-IT">hi</span><span lang="it-IT">, arab</span><span lang="it-IT">i</span><span lang="it-IT">,
armen</span><span lang="it-IT">i</span><span lang="it-IT">, Laz,
circass</span><span lang="it-IT">i</span><span lang="it-IT">, e
albanes</span><span lang="it-IT">i</span><span lang="it-IT">...</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span lang="it-IT"><br />Noi
siamo le forze rivoluzionarie e le organizzazioni che si sono riunit</span><span lang="it-IT">e</span><span lang="it-IT">
da diverse parti del mondo, per formare la “Freedom Brigade”
</span><span lang="it-IT">internazionalista</span><span lang="it-IT">.</span><span lang="it-IT">A
t</span><span lang="it-IT">utti i popoli oppressi, </span><span lang="it-IT">ai
</span><span lang="it-IT">lavoratori, </span><span lang="it-IT">agli</span><span lang="it-IT">
operai, </span><span lang="it-IT">alle</span><span lang="it-IT">
donne, </span><span lang="it-IT">ai</span><span lang="it-IT">
giovani, </span><span lang="it-IT">ai</span><span lang="it-IT">
gruppi religiosi, </span><span lang="it-IT">agli </span><span lang="it-IT">ecologisti,
</span><span lang="it-IT">agli</span><span lang="it-IT">
anti-imperialisti, </span><span lang="it-IT">agli</span><span lang="it-IT">
anti-fascisti, </span><span lang="it-IT">agli</span><span lang="it-IT">
anti-capitalisti, </span><span lang="it-IT">ai</span><span lang="it-IT">
democratici e rivoluzionari del mondo; noi chiediamo di combattere
sotto la bandiera di </span><span lang="it-IT">internazionalista
della</span><span lang="it-IT"> Freedom Brigade per difendere la
rivoluzione Rojava ed espanderl</span><span lang="it-IT">a</span><span lang="it-IT">
al fine di stabilire sorellanza de</span><span lang="it-IT">i popoli</span><span lang="it-IT">
in Medio Oriente e nel resto del mondo ... "</span></span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdRSa_HZzwr686FvPhajPK4RNgqDz395I1x3NwHmqZiO_5t6h2I3zso454INqfqn6v18VnAAbZvETftrnEjgjCsBVEjkugyT_bTgliSTWo8xLFNBXwqk9zieiya18dOv4FmPR__YJyf59J/s1600/aaDSC_0001.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdRSa_HZzwr686FvPhajPK4RNgqDz395I1x3NwHmqZiO_5t6h2I3zso454INqfqn6v18VnAAbZvETftrnEjgjCsBVEjkugyT_bTgliSTWo8xLFNBXwqk9zieiya18dOv4FmPR__YJyf59J/s320/aaDSC_0001.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKKH4dBO73BTExabZzRAqe24KdtvOIqhVQx8Rsp2T1mFhVL59XVDp_I2bMygqp_UM74tiSE60B8UA2jyx3APpfj2CdZYboK0jy9d0tIKHLb03P15VW2JJ5NEHdL9m9iO28A1D7hcWHumae/s1600/aaDSC_0054.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKKH4dBO73BTExabZzRAqe24KdtvOIqhVQx8Rsp2T1mFhVL59XVDp_I2bMygqp_UM74tiSE60B8UA2jyx3APpfj2CdZYboK0jy9d0tIKHLb03P15VW2JJ5NEHdL9m9iO28A1D7hcWHumae/s320/aaDSC_0054.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9G-21SRwldh6UTeNvdx8Vmrx39LAFvl-LfIEri-G5_qlzfxaA5bOHugka_6iRsjGsF9u69PSIQ7aeCt6tfT4TTHiwOxnGk9PzhpZA4siJ4HxyfEWZa_0zLXOUVaHuZFqxuo9uHG5ORZL3/s1600/aaDSC_0106.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9G-21SRwldh6UTeNvdx8Vmrx39LAFvl-LfIEri-G5_qlzfxaA5bOHugka_6iRsjGsF9u69PSIQ7aeCt6tfT4TTHiwOxnGk9PzhpZA4siJ4HxyfEWZa_0zLXOUVaHuZFqxuo9uHG5ORZL3/s320/aaDSC_0106.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmIOZ4Oc3sNRi1ZY-u-KUX9oWcqBoIhc9nIyCI-9lSRBEeKLO1ikE3DlwCXTuS2AlhXiFiOmLYF5OsLjjHQKKJMnFr6aXr-4c3OSrr5KBfvIwxVs1KeXRyk5_JNlvZGS8xDIoKzHnk9QNo/s1600/aADSC_0116.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmIOZ4Oc3sNRi1ZY-u-KUX9oWcqBoIhc9nIyCI-9lSRBEeKLO1ikE3DlwCXTuS2AlhXiFiOmLYF5OsLjjHQKKJMnFr6aXr-4c3OSrr5KBfvIwxVs1KeXRyk5_JNlvZGS8xDIoKzHnk9QNo/s320/aADSC_0116.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsCWZAPk-GbyIq1-N4waxS4gVU4wLsn5mo6J3_RD0-TEBy1wza5FOOppJJifsYn0BW0GIzFFgj628MYPb0a2pjY7QTxAWKBff-34beOgdRATRsC0OlXiahaCI8QNTYO_147tewL6OcsMjL/s1600/aaDSC_0139.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsCWZAPk-GbyIq1-N4waxS4gVU4wLsn5mo6J3_RD0-TEBy1wza5FOOppJJifsYn0BW0GIzFFgj628MYPb0a2pjY7QTxAWKBff-34beOgdRATRsC0OlXiahaCI8QNTYO_147tewL6OcsMjL/s320/aaDSC_0139.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO-knJdibZhkrEfrAlRP5z3NqgBx43mPrHqPas4qNIjuwQnVtwZQqY3luI9c0TTrv1X-LFD4fFpnKgFXYToC8zHct-sNos9W9sFHJujZrqrKtAgyDjTenf0Ah21bLx0mAFgkjRS7BTv-DE/s1600/aaDSC_0156.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO-knJdibZhkrEfrAlRP5z3NqgBx43mPrHqPas4qNIjuwQnVtwZQqY3luI9c0TTrv1X-LFD4fFpnKgFXYToC8zHct-sNos9W9sFHJujZrqrKtAgyDjTenf0Ah21bLx0mAFgkjRS7BTv-DE/s320/aaDSC_0156.jpg" width="320" /></a></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-88163652558157267932015-05-30T11:18:00.000+03:002015-06-01T12:41:41.788+03:00Lettera agli antimperialisti.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Scrivo questa
lettera ai compagni e compagne antimperialisti. E la scrivo fondamentalmente perché mi
rendo conto che le informazioni che escono riguardo il Rojava e la
guerra contro lo Stato Islamico sono poche e contraddittorie. La
scrivo perché vedendo le cose da qui, appare palese da che parte
stia l'imperialismo, e contro chi stia lavorando.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"></span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<br />
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Partiamo da un dato
di fatto: il progetto politico che si sta mettendo in pratica in
Rojava è in contrapposizione con il progetto politico di Barzani nel
Kurdistan iracheno. In pratica, il Kurdistan iracheno può essere
considerato il cane da guardia degli Stati Uniti in questa zona,
mentre ciò che si sta sviluppando in Rojava è un progetto
alternativo, ideologicamente affine al PKK. La Turchia e gli uomini
di Barzani hanno paura che questo modello possa diffondersi nelle
zone sotto il loro controllo, e per questo, soprattutto i secondi,
mettono in atto una propaganda fortissima volta a convincere la
popolazione che il blocco forte e vincente, quello che davvero sta
dalla parte dei curdi, è quello statunitense. Come mettono in atto
questa propaganda? Attraverso il supporto aereo alla guerra (ma non
solo). C'è un modo per riconoscere quando c'è un effettivo supporto
o alleanza e quando si tratta solo di propaganda: se la coalizione
effettivamente supportasse quello che sta accadendo qui in Rojava,
avrebbe fornito le armi direttamente i combattenti, invece no, si
limita al supporto aereo. E perché non fornisce armi ai combattenti
curdi, arabi, siriaci, ceceni ecc. delle YPG-YPJ (unità di difesa
del popolo e delle donne)? Perché sa perfettamente che, al di la
della propaganda, ciò che sta accadendo in Rojava non è di suo
gradimento, ed è bene, anche per il futuro, che non abbia armi in
suo possesso. In un'unica occasione sono state fornite armi, ed
esclusivamente nella città di Kobane: si trattava di alcuni camion,
con circa un centinaio di Peshmerga, che sono arrivati dal Kurdistan
iracheno, hanno viaggiato per tutta la Turchia nelle città
mettendosi in mostra, e sono arrivati a Kobane. Ma la guerra non è
solo a Kobane, c'è anche il cantone di Cizira e di Afrin, e anche in
entrambi questi cantoni si sono avute importanti vittorie (senza
l'aiuto dei Peshmerga). C'è un altro modo per capire se
effettivamente un gruppo sta combattendo sul campo, o sta li per
propaganda: il numero di martiri. Tra i Peshmerga, a Kobane, non c'è
stato nemmeno un martire ucciso dalle forze dell'isis; qui mi dicono
che c'è stato un morto, ma che si è sparato da solo per errore
mentre puliva il fucile. Chi, invece, ha riportato molti martiri,
sono i comunisti. L'MLKP (partito comunista marxista leninista turco
– illegale in Turchia), per esempio, che adesso ha istituito
un'unità propria all'interno delle YPG (prima combattevano
all'interno delle unità YPG); o altri gruppi comunisti, soprattutto
turchi.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Detto questo, sempre
per capire da che parte stia l'imperialismo, proviamo a vedere come
funzionano le frontiere. Tra Turchia e Kurdistan iracheno, c'è una
frontiera che si passa velocemente. Tra Turchia (ricordo che è
membro NATO e che ha recentemente ospitato esercitazioni NATO nel suo
territorio) e Rojava, le frontiere sono chiuse. Si riescono in alcuni
rari casi a far passare pochi camion di aiuti, ma non esseri umani.
Se compagni vengono sorpresi attraversare quel confine vengono messi
in carcere (come successo anche di recente con i due ragazzi di
Torino). Ma non solo: il cantone di Cizire confina con il Kurdistan
iracheno, che tiene il valico (la porta di Semalca) sostanzialmente
chiuso. Se effettivamente il progetto politico in corso in Rojava
fosse supportato dall'imperialismo occidentale, come mai questo
accanimento alle frontiere?
</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Non credo che
nessuno abbia dubbi sull'origine strumentale all'occidente dello
Stato Islamico. Loro si, ne sono testimone, usano armi “property of
US gov.” (ne sono testimone perché poi, quando le YPJ o le YPG li
sconfiggono, si appropriano delle armi del nemico; ma queste restano
contrassegnate con le scritte arabe del cliffato). Sull'esercito
libero siriano, però, credo che ci siano un paio di puntualizzazioni
da fare: esso, come spiegava una compagna originaria del quartiere
curdo di Aleppo, non è ne' libero ne' siriano. “sono solo bande di
pirati, ciascuna finanziata da una diversa entità, e che a queste
diverse entità devono rispondere. Coloro a cui rispondono sono tutti
esterni alla Siria, ma qui le diverse bande hanno l'unico scopo di
saccheggiare quante più case possibile, e poi si combattono tra loro
per rubarsi il bottino. Ho visto bande dell'esercito libero siriano,
che non è ne' libero ne' siriano, combattere tra di loro per
interessi privati, prima e dopo averci attaccati nel mio quartiere.”
Quindi, se sono bande che combattono tra loro perché rispondono a
interessi diversi, in pratica potrei dire che l'esercito libero
siriano non esiste, ma che certo, le bande dell'esercito libero
siriano sono state per lo più combattute da YPG YPJ (si osservi per
esempio la situazione di Aleppo, in cui il quartiere curdo era sotto
assedio da queste truppe). Alcuni dicono che a Kobane ci siano anche
combattenti originari di Kobane e facenti parte dell'esercito libero
siriano (non ho prove ne' a favore ne' contro), ma alla luce di
quanto esposto sopra, e cioè che non esiste un'unità di intenti
dell'esercito libero siriano, l'informazione assume tutt'altro peso.
Veniamo ad Assad, o meglio, allo Stato siriano. Qui non voglio
entrare nelle dinamiche interne (o esterne) alla guerra in Siria,
solo ribadire il fatto che, nonostante non si possa dire che lo Stato
siriano fosse “amico del popolo curdo” (solo per fare qualche
esempio, era proibito parlare curdo negli edifici pubblici incluse le
scuole, era difficilissimo per i curdi avere la cittadinanza siriana,
ad Aleppo dopo l'invasione dell'esercito libero l'esercito di stato
ha bombardato il quartiere curdo...), e quindi, nonostante non si
possa parlare di una alleanza, nella città di Qamislo e in altri
luoghi come Assaka rimangono aperti uffici dello Stato siriano, oltre
a qualche scuola; c'è un quartiere sotto controllo dello Sato
siriano, con check point gestiti dai soldati siriani, ma
fondamentalmente, a parte le bandiere, è un quartiere come qualsiasi
altro, accessibile a tutti e tutte.
</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Particolare
interessante: fanno parte del Tev Dem, cioè del movimento che ha
fatto nascere l'autogestione dal basso di questi territori, anche
gruppi non necessariamente legati al pkk, come per esempio il partito
comunista curdo siriano, quello della riconciliazione democratica, i
verdi e diversi altri gruppi; non ne fanno invece parte il KDP (cioè
i Peshmerga, cui è tra l'altro proibito creare una propria milizia
nel cantone di Cizire) ne' il gruppo legato ad Assad.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Un'ultima
considerazione prima di finire: se l'imperialismo ha bisogno di
mettere un popolo contro l'altro, una religione contro l'altra, per
poter governare una certa zona, tenete conto che il sistema qui è
fatto in modo da integrare in maniera costruttiva le varie etnie,
culture e tradizioni: questo viene visto anche come antidoto,
appunto, alla guerra imperialista.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">L'imperialismo non
sta dalla parte dell'autodeterminazione del Rojava, ne' dalla parte
dei curdi, arabi, siriaci, ceceni ecc che combattono con le YPG-YPG.
L'imperialismo sta dalla parte di chi impone l'assedio al Rojava.</span></span><br />
<br />
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">p.s.: ovviamente le opinioni qui espresse sono mie e solo mie, ne rispondo personalmente. </span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW6gmNFciMzddO-QtFJFzxmpJTlC9NtkfMQWYegjbJL6lCDVud6c-PV6GsXtxcr39ZzVbfgB5RxKEa4NjKd0RNdJvuaOQu_EK_Y7_OTDHy-VizZwrpN9FXJPis0Syrvkjf-2yVLODHtAax/s1600/mlkp1.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW6gmNFciMzddO-QtFJFzxmpJTlC9NtkfMQWYegjbJL6lCDVud6c-PV6GsXtxcr39ZzVbfgB5RxKEa4NjKd0RNdJvuaOQu_EK_Y7_OTDHy-VizZwrpN9FXJPis0Syrvkjf-2yVLODHtAax/s320/mlkp1.jpeg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUp-h7g2S8hx0HNX70qSm2m8CzOzNfZonekEERyMU1D9Ams8upUDpq5968JB4xI-DutA6PM6jTFqBXwN0ZrZ5R4F0N2BgqANW-nddRasLzAj7kU3VjLT7jPr2MCa15VGLsRCJXNIx43ZAh/s1600/xDSC_0193.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUp-h7g2S8hx0HNX70qSm2m8CzOzNfZonekEERyMU1D9Ams8upUDpq5968JB4xI-DutA6PM6jTFqBXwN0ZrZ5R4F0N2BgqANW-nddRasLzAj7kU3VjLT7jPr2MCa15VGLsRCJXNIx43ZAh/s320/xDSC_0193.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-3948623049326632112015-05-23T11:56:00.001+03:002015-05-24T10:08:39.504+03:00La commissione per l'ecologia<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">La commissione
dell'ecologia è quella deputata alla salvaguardia dell'ambiente,
degli ecosistemi, e dell'armonia in cui tutte le creature viventi
convivono.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">“la questione
ambientale è importante” spiega H<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">ê</span>v<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">î</span>n
<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">Ş</span>eho, la compagna che si
occupa di quest'ufficio “perché siamo tutti e tutte parte di un
unico ciclo. Bisogna che acqua, terra, aria e le creature che in esse
vivono rimangano in armonia. È importante tenere conto della catena:
ciascun essere vivente completa gli altri, se ci sono problemi con
una sola specie questi si ripercuotono su tutte.”</span></span><br />
<a name='more'></a></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Le azioni portate
avanti in quest'ufficio sono di diverso tipo: vanno dall'educazione
ambientale, alla reintroduzione di alberi dove sono stati distrutti,
dalla salvaguardia di alcune aree protette alla correzione di
abitudini dannose per l'ambiente. È da ricordare, prima di
continuare con l'intervista, che ci troviamo in Mesopotamia, la
“mezzaluna fertile” il cui terreno fecondo ha dato origine alle
prime civiltà agricole: nonostante d'estate sembri tutto secco, in
inverno e in primavera piove a sufficienza da permettere lo
svilupparsi di diverse specie vegetali, utili o meno per l'essere
umano.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">“alcune abitudini
degli abitanti di queste zone sono fortemente dannose per l'ambiente.
E la situazione è aggravata dall'embargo imposto da Turchia e
Kurdistan iraqeno” mi dice H<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">ê</span>v<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">î</span>n.
Il primo esempio riguarda la raffinazione del petrolio. Questo
cantone è infatti ricco di greggio, soprattutto nelle zone di Derik
e Remilan; ma se da un lato l'esportazione è resa estremamente
difficoltosa a causa dell'embargo, dall'altro l'embargo stesso
impedisce al petrolio raffinato (in passato la divieto era più
stretto, ora qualcosa riesce ad entrare ma c'è comunque carenza) e
agli strumenti necessari per raffinarlo di entrare. “Viene
raffinato in casa per essere poi venduto a poco prezzo, e questo
inquina tantissimo.” continua H<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">ê</span>v<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">î</span>n
“Adesso esiste un modo nuovo che fa uso di acqua per catturare
l'inquinamento atmosferico e cerchiamo di diffonderlo il più
possibile, ma l'ideale sarebbe che si rompesse l'embargo e che
arrivassero i mezzi per costruire un raffinatore vero per il petrolio
ad uso interno. Vi chiediamo quindi di fare pressione per terminare
l'embargo e permettere al materiale per raffinare il petrolio in
maniera più ecologica di entrare.”</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Un altro esempio di
abitudini sbagliate da correggere riguarda i contadini “usano le
acque di scarico per coltivare, sono sporche e talmente inquinate che
respirarle irrita la gola; queste acque contaminano il raccolto, e
facciamo il possibile perché i contadini smettano. La prima volta
andiamo da loro e spieghiamo che questo comportamento non va bene, la
seconda scriviamo un rapporto, la terza, se non cambiano sistema,
sequestriamo loro il generatore. In compenso, ci sono progetti per la
costruzione di pozzi per poter prelevare acqua pura.” Le domando da
dove arrivano queste acque sporche, e spiega “vengono dalla
Turchia. Assad aveva un accordo con la Turchia che acconsentiva a
scaricare le acque di scarico delle città turche vicine al confine
in territorio siriano ad alta concentrazione curda. Abbiamo insistito
e fatto il possibile per convincere le municipalità come quella di
Nusaibin di smettere, ma non ci hanno dato ascolto.”</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Uno dei progetti
principali portati avanti dalla commissione dell'ecologia ma che
coinvolge diverse organizzazioni del tev-dem, è quello di piantare
alberi nei mesi di Fabbraio e Marzo “sono i mesi ideali per
piantarli” spiega “perché ci sono piogge ma non violente, e il
clima è ideale.” Quindi, in questi due mesi vengono piantati
quanti più alberi possibile “lo facciamo sempre nel rispetto delle
fonti d'acqua e dell'ecosistema locale: molti alberi sono stati
tagliati per farne legna da ardere quando l'embargo era talmente
stretto che non riuscivamo a scaldare le case (tradizionalmente
infatti le case si scaldano a petrolio qui), e la loro importanza è
vitale per l'ambiente, quindi ora li ripiantiamo.” Per esempio, il
lago di Mezgift. “attorno al lago c'erano centinaia di alberi e
sono stati tagliati per farne legna da ardere. Ne abbiamo ripiantati
300 ed abbiamo messo qualcuno a controllare che non vengano tagliati
di nuovo. Non solo: è stato approvato di recente un progetto secondo
cui nei pressi di quel lago potremo fare crescere gli alberi mentre
sono piccoli per poi essere piantati in tutti i luoghi in cui sono
necessari.”</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">H<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">ê</span>v<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">î</span>n
spiega l'importanza dei corsi aperti a tutti che tengono per conto
della commissione dell'ecologia: “Abbiamo inoltre proibito la pesca
nei mesi in cui i pesci si riproducono, e vietato la caccia agli
uccelli in alcune aree. Cerchiamo di convincere gli abitanti a
costruire pozzi comunitari e non uno per ogni nucleo familiare per
non prosciugare la falda acquifera, data la scarsità di piogge degli
ultimi 10 anni. Ma tutto questo non è sufficiente: è necessario
cambiare la mentalità, il modo in cui gli abitanti del Rojava
guardano alla natura stessa. Per questa ragione facciamo dei corsi su
come tenere pulita l'aria l'acqua, l'ambiente e su come trattare le
immondizie.” e mi porge un opuscolo, scritto in arabo, in cui si
invitano le persone a partecipare a questi corsi.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Da qui partono anche
progetti legati al campo Newroz, un campo profughi che accoglie curdi
yazidi ed arabi yazidi provenienti dall'area di shingal e fuggiti a
causa dell'arrivo dello Stato Islamico. “Per l'alta concentrazione
di mosche usiamo pesticidi ecologici e in piccole quantità. Uno dei
problemi principali che ci riferiscono è che l'acqua prelevata dal
pozzo che rifornisce il campo è inquinata. Adesso sono in corso le
analisi, ma l'ipotesi più plausibile è che sia contaminata dal
fatto che in quella zona vengono scaricate le immondizie di Derik.”
Non esiste infatti in questo cantone del Rojava un inceneritore o una
discarica a norma: sempre a causa dell'embargo non è possibile fare
entrare il materiale per costruirla. “Abbiamo in programma di
portarla in qualche altro luogo perché venga bruciata, ma questo non
risolve il problema alla radice: per questo vogliamo introdurre la
raccolta differenziata di carta, vetro e plastica. Abbiamo iniziato
in 7 villaggi per vedere come va e comunque per ora ci mancano anche
i macchinari per trattare la plastica, per esempio.” E così
torniamo di nuovo al problema dell'embargo imposto da Turchia e
Kurdistan iracheno, lasceranno essi passare il necessario per
riciclare?</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Il progetto però a
mio giudizio più affascinante portato avanti da questa commissione è
quello del parco si Saffan, per il quale tra l'altro richiedono la
collaborazione di persone competenti anche provenienti dall'estero.
“per quanto riguarda le riserve naturali, prima della rivoluzione,
in questa area non erano presenti; ce ne era una a Tel Gazwan ma in
questo momento è sotto controllo dello Stato Islamico. Abbiamo
individuato un'altra area, si chiama Safan, è all'intorno di un
corso d'acqua, ci sono animali, anche lupi e volpi, alberi ed un
ecosistema in buono stato. È lunga 10 km e larga 2, e in essa sono
presenti 15 fonti d'acqua.” Saffan si trova nella parte più a est
di questo cantone, vicino all'intersezione dei confini tra Kurdistan
iraqeno e Turchia. “Abbiamo necessità di un gruppo che stia li per
analizzare l'ecosistema e le specie presenti, ma non abbiamo
abbastanza esperienza: ci servono professionisti da fuori che vengano
per capire quali specie reintrodurre per completare l'ecosistema
senza arrecare danno. Ci serve equipaggiamento anche per filmare e
fotografare gli animali presenti, e per tracciare mappe.”
</span></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-1421486690310367682015-05-17T16:19:00.003+03:002015-05-17T16:19:38.874+03:00la commissione delle donne<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Desteya jin,
letteralmente, significa la mano delle donne. Dicono che è come una
mano perché ci sono tante dita ma che lavorano per una sola mano.
Desteya, talvolta, viene tradotto con la parola “ministero”.
Effettivamente, è quanto più si avvicina ad un ministero, perché
da qui vengono fatte le proposte di legge, e perché esiste il
desteya dell'economia, quello dell'ambiente, quello degli esteri
ecc... Ma, non essendo di fronte ad un sistema statale, di fatto
viene difficile identificarli con un vero ministero. In altri casi
viene tradotto con “commissione”, e probabilmente è a parola che
più si addice.</span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span><div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Dicevo, nell'ufficio
della commissione delle donne, la responsabile si chiama H<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">î</span>va
Erabo “qui lavoriamo su 4 livelli: legislativo, economico, sociale
e culturale. Abbiamo ottenuto che venisse approvato, per esempio, un
testo di legge per le donne”. Il primo punto dei principi base di
questo testo dice: “è compito di ogni individuo nelle aree
dell'autodeterminazione democratica combattere contro la mentalità
reazionaria ed autoritaria della società.” Prosegue dichiarando
illegali i matrimoni delle bambine, gli omicidi d'onore, la poligamia
(secondo l'islam un uomo può avere fino a 4 mogli, questo è reso
illegale,) istituisce il matrimonio civile, sancisce l'uguaglianza
tra uomo e donna in tutti gli aspetti della vita sociale, civile ed
economica, proibisce che le donne si sposino senza essere
consenzienti e comunque non sotto i 18 anni, e via dicendo.
</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span><div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">“oltre a questo,
abbiamo altri progetti: per esempio, dal punto di vista economico
abbiamo iniziato piccoli progetti che permettono alle donne di essere
indipendenti” continua H<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">î</span>va,
“uno di questi riguarda l'orticultura: non solo le donne coltivano
la terra ma elaborano i prodotti che questa da loro. Per esempio, se
coltivano pomodori, poi li lavorano per farne salsa concentrata: in
questo modo si da da fare a molta più gente.” le donne fanno anche
piccoli manufatti, come fiori di stoffa o altri oggetti ricamati “ma
abbiamo difficoltà a venderli, perché la crisi economica fa si che
non possiamo permetterci materie prime di alta qualità, e perché a
causa dell'embargo non riusciamo a venderli all'esterno.”</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span><div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span><div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Per quanto riguarda
i progetti culturali, il principale riguarda lezioni nelle scuole che
rendano i ragazzi e le ragazze consapevoli del cambiamento nella
società che sta portando questa rivoluzione. La maggior parte dei
progetti di cui desteya jin si occupa sono però di stampo sociale,
per l'aiuto delle donne minacciate di morte, asili per bambini,
festival per rompere le cattive tradizioni, e centri psicologici.
“Abbiamo costruito una casa per le donne vittime di violenza
sessuale minacciate di morte” spiega H<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">î</span>va.
Una delle pratiche tradizionali più violente consiste infatti
nell'omicidio d'onore: le donne che siano state violentate, dal
momento che non sono più vergini per il matrimonio, vengono poi
uccise dalla famiglia. “In questa casa erano presenti 13 donne, e 8
hanno risolto il loro problema.” Domando come sia stato risolto il
problema e spiega: “queste donne vittime di violenza vengono
aiutate dal punto di vista psicologico, vengono supportate per 6
mesi. In questo tempo effettuiamo visite alla famiglia, cercando di
capire il loro punto di vista e spiegando perché sia sbagliato
colpevolizzare le donne vittime di violenza. Quando sono pronti ad
accogliere la donna vittima di violenza, i componenti della famiglia
mettono per iscritto la promessa di non ucciderla, di trattarla con
rispetto, e di supportarla dal punto di vista psicologico: allora la
donna può tornare a casa.” Ancora una volta è palese come il
metodo di risolvere questioni anche pesanti qui in Rojava ricorra il
meno possibile alla repressione carceraria, quanto ad una soluzione
che possa essere costruttiva per entrambe le parti. “vogliamo anche
rompere le tradizioni che impongono alla donna di non fare alcune
cose, per esempio, poco tempo fa abbiamo fatto il festival della
bicicletta,” tradizionalmente infatti le donne non usano la
bicicletta, “e prossimamente faremo il festival delle giovani
donne. Inoltre, ci sono asili per bambini, ci prendiamo cura
gratuitamente dei bambini disabili, abbiamo aperto da poco un
orfanotrofio nella zona di Remilan, e stiamo aprendo centri
psicologici per le vittime di trauma. Per questi centri in
particolare, se ci sono volontarie con le conoscenze necessarie che
vogliano venire a darci una mano, sono benvenute.”</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span><div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span><div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Spiego a H<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">î</span>va
che prossimamente mi piacerebbe incontrare la commissione
dell'ecologia, e risponde: “le donne e l'ambiente sono
intrinsecamente connesse, perché il meccanismo mentale che fa si che
un essere umano faccia del male alla natura è lo stesso che fa si
che faccia del male ad una donna.” Quindi, prossimo appuntamento,
commissione dell'ecologia.</span></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-39955112122922086092015-05-17T15:26:00.001+03:002015-05-17T15:27:13.127+03:00La fondazione delle donne libere<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">La fondazione delle
donne libere nel Rojava (Weqfa Jina Azad A Rojava) è una fondazione
gestita da donne, che punta a sviluppare progetti con lo sogan “la
libertà delle donne è alla base di una società libera”. Nella
sede di Qamislo, Henna Ali, tra le fondatrici, racconta come è nata
l'associazione e i suoi obiettivi: “Inizialmente eravamo 5 donne,
arabe e curde abitanti del Rojava: confrontandoci con la brutale
guerra in corso abbiamo rilevato la necessità che le donne
reagissero agli effetti da essa causati su donne e bambini, per
questo abbiamo aperto questa sede il primo settembre 2014. All'inizio
nessuno capiva cosa stessimo facendo, perché la parola “Weqf”,
che significa fondazione, era associata a luoghi di carattere
religioso, infatti siamo la prima fondazione laica e di donne del
medio oriente. Quindi, per farci conoscere, siamo andate casa per
casa a domandare come vivessero le donne e quali fossero le loro
necessità, abbiamo fatto incontri per spiegare le nostre attività e
la gente passo passo ha capito.” Queste statistiche sono state
svolte tra le donne arabe, curde e siriane a Qamislo, e mostrano che:
l'85% di esse aveva figli, quasi il 60% non ha mai ricevuto
un'istruzione, e il 92% vorrebbe essere istruita, mentre il 71,5%
delle donne vorrebbe lavorare, e solo il 29% lavora ricevendo uno
stipendio. Per rispondere a questa volontà delle donne di essere
autonome e superare i ruoli di genere che la società patriarcale ha
imposto loro, sono stati ideati e messi in campo diversi progetti.
</span></span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Uno di questi
progetti è il villaggio delle donne, partendo dal punto di vista
che, in questa società, tradizionalmente, la vita delle donne e dei
bambini è influenzata negativamente: le donne sono sottoposte a
violenze come matrimoni forzati, matrimoni bambini, violenze
sessuali, mutilazioni genitali, minacce, uccisioni, percosse,
attacchi con acido ecc,. Il villaggio delle donne è rivolto alle
donne che abbiano il desiderio di partecipare alla sua costruzione,
in particolare donne divorziate, vedove, donne che non vogliono
sposarsi o che abbiano necessità di un luogo sicuro dove vivere. Si
tratterebbe quindi di un luogo in cui le donne possano vivere in
sicurezza e costruire un proprio sistema di indipendente
economicamente e socialmente diverso dal sistema patriarcale. Un
altro progetto riguarda la creazione di parchi per donne e bambini,
in cui le donne possano riunirsi e rilassarsi, discutere o svolgere
altre attività, mentre i bambini possano liberamente giocare in
sicurezza. Domando a Henna come mai quest'idea di creare posti
separati per donne, e spiega: “Organizzazioni autonome di donne
permettono alle donne di sprimersi liberamente. Tradizionalmente,
nella società mediorientale sono presenti luoghi separati per le
donne, e questo ha reso più facile la creazione di luoghi e di
organizzazioni autonome di donne. Se la separazione tradizionale può
essere letta come un'oppressione di genere, noi la sfruttiamo nel
creare organizzazioni separate, in cui la forza delle donne possa
palesarsi più facilmente: con organizzazioni autonome possiamo
essere molto più incisive.” Altri progetti riguardano la creazione
di centri di salute per donne, di asili per bambini, e di cooperative
per l'emancipazione anche economica delle donne, in cui si pone molta
attenzione all'aspetto psicologico: le donne diventano protagoniste
della loro stessa liberazione. Spiega Henna: “La violenza della
società e della guerra a cui siamo sottoposte rischia di farci
sentire impotenti se non ci organizziamo per reagire, ed anche per
questo è importante quello che stiamo creando.”</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Le chiedo quali, dal
suo punto di vista, sono le differenze tra quello che le donne stanno
creando qui in Rojava e i movimenti in Europa, e lei risponde in
maniera piuttosto schietta: “tutti questi movimenti vogliono
sostanzialmente la stessa cosa: un mondo vivibile per gli esseri
umani con i loro diritti e la loro identità di esseri umani. Ma le
organizzazioni in Europa, femministe o di sinistra, non hanno più
contatto con la popolazione. Il nostro movimento di donne è sempre
in mezzo al popolo così condividiamo lo stesso cuore e viviamo gli
stessi sentimenti. Ed è per questo che la nostra organizzazione è
così forte: le rivoluzionarie e popolo vivono assieme e non siamo
separati come in Europa. Lo riconosco perché quando le e gli
stranieri vengono qui sono sempre sorpresi dal grado di mobilitazione
che riusciamo a raggiungere. Dall'altro lato qui c'è una grande
influenza della società su quello che facciamo: con il lavoro che
sto facendo come un membro di questa associazione è in parte
condizionato dalla mia connessione nella società, da quello che la
mia famiglia dice e pensa, dalla reazione dei miei vicini, eccetera.”
</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Le chiedo che tipo
di supporto possono portare attivisti ed attiviste esterne al Rojava,
oltre all'ovvio supporto economico, spiega “se avete particolari
conoscenze riguardo agricoltura, medicina naturale, massaggi o
supporto psicologico, potete venire a trovarci e insegnare quello che
sapete: noi in cambio vi mostreremo questa nostra rivoluzione. Se
invece volete aiutarci nel diffondere i progetti, nel raccontare chi
siamo e cosa facciamo, o nel raccogliere fondi rimanendo nelle vostre
città siamo ugualmente contente.” Per concludere, le domando come
vede il futuro: “Abbiamo iniziato da poco, ma poiché le donne ci
hanno messo energia abbiamo avuto successo e questa energia ha
attratto altre donne che ci hanno messo energie: in questo modo
abbiamo innestato una dinamica di forte crescita. Per il futuro sono
ottimista, penso che questa dinamica renda possibile per le donne
esprimersi, e permette loro di avere successo in senso lato ed essere
libere.”</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Per contatti con la
fondazione:
</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"> e-mail:
jina.azad2014@gmail.com (inglese, arabo o curdo)</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"> facebook:
Weqfa Jina Azad</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"> skype:
w.j.a.r.
</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
website: www.weqfajinaazad.org</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">P.S.: personalmente, per esperienza e per quello che penso, non vedo come una cosa costruttiva questa separazione delle donne "a priori", che possa funzionare in ogni situazione. Quindi, non tutto quello che mi è stato detto e che ho riportato mi vede concorde al 100%; nonostante questo mi sembra importante riportare anche la loro voce, e ho scritto questo articolo con questo proposito.</span></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-46515268277702585842015-05-13T10:14:00.002+03:002015-05-17T15:28:57.682+03:00i martiri non muoiono mai.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Stavano combattendo
contro l'ISIS, uno dei peggiori mostri creati dall'occidente. Sono solo alcuni dei tantissimi. Erano
arrivati dal nord del Kurdistan, dalla Turchia, per combattere
assieme ai loro fratelli curdi del Rojava. E, dalle mani dell'ISIS,
sono stati ammazzati.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Sono caduti in
battaglia, difendendo i loro fratelli e sorelle. Il loro corpo è
morto, perché altri potessero vivere, e perché altri potessero
vivere liberi. Il loro corpo è morto, perché amavano troppo la vita
e la libertà.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Ma non una lacrima,
perché sono morti da esseri libri, nel difendere ciò che credevano.
Non una lacrima, perché la lotta continua, anche nel loro nome.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Ogni volta che un
nuovo combattente arriva, prende il nome di un combattente il cui
corpo è morto. Perché le idee per cui combatteva non muoiano.
Perché il suo spirito continui a lottare.</span></span><br />
<a name='more'></a></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Quando si presta
giuramento di dare la vita a questo movimento, lo si fa di fronte
alla società ma soprattutto di fronte ai martiri. Perché è grazie
a loro che possiamo aspirare a quel sogno di libertà che ci
accomuna.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Ma non una lacrima,
perché è per noi che i loro corpi sono morti, per ciò che tutte/i
assieme stiamo creando.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Sono morti per
quel sogno di democrazia e libertà per tutte le genti che ci
accomuna, i loro corpi sono morti per l'umanità, il loro spirito
nell'umanità continua a vivere.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">C'è una canzone che
è proibita all'interno delle YPG-YPJ: inizia dicendo “Kobane oggi
è un giorno triste,” ed è una canzone proibita perché,
nonostante i martiri e nonostante la distruzione, a Kobane abbiamo
vinto. In questa lotta, non c'è spazio per la tristezza e
rassegnazione.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Sono arrivati dal
Kurdistan turco in aiuto dei loro fratelli in lotta contro l'ISIS.
Abbiamo passato le bare sopra al filo spinato, sono arrivate alle
loro famiglie nel Kurdistan turco. Mani rivoluzionarie sollevavano le
bare al di qua del filo spinato, e mani rivoluzionarie le hanno
strette dall'altro lato, sotto gli occhi vigili dei soldati turchi,
che con le loro sporche mani non le hanno toccate.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Non una lacrima.
Perché chi muore da essere umano libero non muore per davvero.
Continua ad essere vivo nei cuori e nelle gesta di chi porta avanti
la lotta.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Non una lacrima,
perché questa lotta necessita di tutta la nostra forza e di tutto il
nostro buonumore.</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid4lbpPGr1UvDvCuknLUBprU3YLtCGdccooiFVhpY6M_tFG4r3cTlLhUWaLyVHuFtlozZ_4Ef9BpyGY_O_Q1KfCiccnRNxkdhTfv3-H-lE6GdvDL3IzwWKAtDSlHjzItFpWV1r-MotLn1X/s1600/DSC_0371a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="209" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid4lbpPGr1UvDvCuknLUBprU3YLtCGdccooiFVhpY6M_tFG4r3cTlLhUWaLyVHuFtlozZ_4Ef9BpyGY_O_Q1KfCiccnRNxkdhTfv3-H-lE6GdvDL3IzwWKAtDSlHjzItFpWV1r-MotLn1X/s320/DSC_0371a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg-qQxW-Xr6PZy_cn9UpzoM9fJ0_ZA7sFCHTkVwm3GuAQY8NhnXv4Fm6xtGAr0_eA0Bf1FKasMPumJb3t7heJuyS-OjN5kzSm4fZ3CYBhpgQvWUfyP8V1l5wdcefFFlf-JsKrayA1tYCWi/s1600/DSC_0387a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="209" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg-qQxW-Xr6PZy_cn9UpzoM9fJ0_ZA7sFCHTkVwm3GuAQY8NhnXv4Fm6xtGAr0_eA0Bf1FKasMPumJb3t7heJuyS-OjN5kzSm4fZ3CYBhpgQvWUfyP8V1l5wdcefFFlf-JsKrayA1tYCWi/s320/DSC_0387a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioYQkpv8RLjD67THauFGrA4WISw1huUN3LNzCqOQru0kCJBD3Hxh5v21kZ7j3vshbv1lqZN5RYxdkEzARdczRttzuE90JZIS99OjoKzP9KUr4z67Mr-a05OMk9_Eq7YmM_AbWJOHk2n0tH/s1600/DSC_0447a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioYQkpv8RLjD67THauFGrA4WISw1huUN3LNzCqOQru0kCJBD3Hxh5v21kZ7j3vshbv1lqZN5RYxdkEzARdczRttzuE90JZIS99OjoKzP9KUr4z67Mr-a05OMk9_Eq7YmM_AbWJOHk2n0tH/s320/DSC_0447a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz5TsMvOaTK8RepRg-muaH0q0K72bC_RCz7og-O1Opp7CtU_x5cwEus1Pn51uJiUyYz969T3FkERS2Wqq-NkH09CywmNlgFzivKiEbnaQuBwPd0XAHU1FcOKBNXTkJGib_dYTsF_CklYZZ/s1600/DSC_0469a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz5TsMvOaTK8RepRg-muaH0q0K72bC_RCz7og-O1Opp7CtU_x5cwEus1Pn51uJiUyYz969T3FkERS2Wqq-NkH09CywmNlgFzivKiEbnaQuBwPd0XAHU1FcOKBNXTkJGib_dYTsF_CklYZZ/s320/DSC_0469a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1I_svsohsyVyvHPbz2MydOoUqhlGgzygiUXZWWZiw4XrzrNCXqSqorgIIXV6OCU6bGfaAAn0B0js_Fg3mwKgBPJMsO2vgQFossgsD8n-YqPRVUYx476xZ1wHrxXqjMYojh-Rz_xxAO4eU/s1600/DSC_0474a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1I_svsohsyVyvHPbz2MydOoUqhlGgzygiUXZWWZiw4XrzrNCXqSqorgIIXV6OCU6bGfaAAn0B0js_Fg3mwKgBPJMsO2vgQFossgsD8n-YqPRVUYx476xZ1wHrxXqjMYojh-Rz_xxAO4eU/s320/DSC_0474a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv_NdziO4yxCVQgN0DlR4b3AFvjRjD0orz9xa4RqFjQiDB_wozalfsJ02w6xmqU9-1jhDY6IxDoLoq39E_TfkLT9WvycA-uZlGlbPpfQqM9-M4WcIo7rd9daXTOOOXXqzrTE4yeJlAL-R2/s1600/DSC_0494a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv_NdziO4yxCVQgN0DlR4b3AFvjRjD0orz9xa4RqFjQiDB_wozalfsJ02w6xmqU9-1jhDY6IxDoLoq39E_TfkLT9WvycA-uZlGlbPpfQqM9-M4WcIo7rd9daXTOOOXXqzrTE4yeJlAL-R2/s320/DSC_0494a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWF5y1DWrnHUhuwNAUDYgifGDni8H67FiL7yuKDewQF5-0eTEOyTWwas39HHXQzHyA_P7PXxPBQSvKG0VSj64073ZzNjzxSk6D2Xz75IwTh3DHLMDuF1ajge6FLHpm0PG6xYybnQ_UfyZq/s1600/DSC_0520a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWF5y1DWrnHUhuwNAUDYgifGDni8H67FiL7yuKDewQF5-0eTEOyTWwas39HHXQzHyA_P7PXxPBQSvKG0VSj64073ZzNjzxSk6D2Xz75IwTh3DHLMDuF1ajge6FLHpm0PG6xYybnQ_UfyZq/s320/DSC_0520a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgquEBqO8SxmMslrJIzseG5j__PK4NY7fAUx49hqvSIBHw9IVrWgzmpYYQJPDlUcWQko1tp8869-cHEnSYL5G0Z37csxQf0DNocX-k8HzqhR2vW_Pru4JqgZyUQxbxnO8tBqfA6sUPh7Nra/s1600/DSC_0566a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgquEBqO8SxmMslrJIzseG5j__PK4NY7fAUx49hqvSIBHw9IVrWgzmpYYQJPDlUcWQko1tp8869-cHEnSYL5G0Z37csxQf0DNocX-k8HzqhR2vW_Pru4JqgZyUQxbxnO8tBqfA6sUPh7Nra/s320/DSC_0566a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6sruXjfvIruSNK80lEvuTxbpQmFvVmyG548zSpxZcLRQNl3T39UNRmq9xRngXHE4OMLyWFSJh4QG3cb_QixI5ePSTZjm-yh7fVNIN2K379R3m5hkf_eNwhf2Ce4i3eeJuD9fdgYXtK3Up/s1600/DSC_0585a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6sruXjfvIruSNK80lEvuTxbpQmFvVmyG548zSpxZcLRQNl3T39UNRmq9xRngXHE4OMLyWFSJh4QG3cb_QixI5ePSTZjm-yh7fVNIN2K379R3m5hkf_eNwhf2Ce4i3eeJuD9fdgYXtK3Up/s320/DSC_0585a.jpg" width="263" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilNxz1aY2Y6dLLUv5iVyE3QYgB6K_z2LYPXCeAtmeK_T-RKtW3_AlJZznF0ob9O0kevsm9AC-bohSRaQ1FnRO7pD2A1yOyq8BPGVtjEX6M5TMGf1HMVuo_cwH7UPKVdSVxLDSyQr-oRncs/s1600/DSC_0610a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilNxz1aY2Y6dLLUv5iVyE3QYgB6K_z2LYPXCeAtmeK_T-RKtW3_AlJZznF0ob9O0kevsm9AC-bohSRaQ1FnRO7pD2A1yOyq8BPGVtjEX6M5TMGf1HMVuo_cwH7UPKVdSVxLDSyQr-oRncs/s320/DSC_0610a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinfCpn4rVHoqjVkyRPM5qZgwrrMicSVT4w0jzp_Hp2BBCcpT5-rtNVATs5SnQHg6R3klp9fbXM9hrpX6dCuDA19ww3TFVZAQigdaiUkeUixM_AlWZkRvvCiyOUCVba2mixZ5q-zwtxAo0a/s1600/DSC_0624a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinfCpn4rVHoqjVkyRPM5qZgwrrMicSVT4w0jzp_Hp2BBCcpT5-rtNVATs5SnQHg6R3klp9fbXM9hrpX6dCuDA19ww3TFVZAQigdaiUkeUixM_AlWZkRvvCiyOUCVba2mixZ5q-zwtxAo0a/s320/DSC_0624a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhujcytgNN-ktaIdLx8YAQyPcznyi_4egeiNRfiD4XxOLL12s4tjV3Yk8_1kKTPnX1SqZbPJkz9Vrf4H2KJIv7evy7URuwZM7J4yzHTdTVRFIKmZH_a8eC9K2hiNmLxU70CuRwcT939t6cc/s1600/DSC_0637a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhujcytgNN-ktaIdLx8YAQyPcznyi_4egeiNRfiD4XxOLL12s4tjV3Yk8_1kKTPnX1SqZbPJkz9Vrf4H2KJIv7evy7URuwZM7J4yzHTdTVRFIKmZH_a8eC9K2hiNmLxU70CuRwcT939t6cc/s320/DSC_0637a.jpg" width="214" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtbDoQVsIrmwELNeJiVspFW3dbkH-tF0NutCr8bhgy0I_eprxfbHvPuookAMhOUKTZaoQl48Qabmc0X8RU5od0E257nWs7m6_Gsr30nVmyEBoJAHrK6obKShqLux9U9JgNx-vOkFhojUM7/s1600/DSC_0643a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtbDoQVsIrmwELNeJiVspFW3dbkH-tF0NutCr8bhgy0I_eprxfbHvPuookAMhOUKTZaoQl48Qabmc0X8RU5od0E257nWs7m6_Gsr30nVmyEBoJAHrK6obKShqLux9U9JgNx-vOkFhojUM7/s320/DSC_0643a.jpg" width="213" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmn-JMejsjkex-biaOX7YGI0TkeFyIS6MnUrd4C3HGi7kduvbXXc93EP2slswaWkxtY9MNGPy_zjPAKJ_MWHMbg_8MxVAut7-wbhxnF2ORjcRAx2ls9LK0tIznTsl4hAH9ehuLfSwH4MiI/s1600/DSC_0675a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmn-JMejsjkex-biaOX7YGI0TkeFyIS6MnUrd4C3HGi7kduvbXXc93EP2slswaWkxtY9MNGPy_zjPAKJ_MWHMbg_8MxVAut7-wbhxnF2ORjcRAx2ls9LK0tIznTsl4hAH9ehuLfSwH4MiI/s320/DSC_0675a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNZGwZn3fwho1SZRRyFk80Svo0dMXWyDtSmkuevEXhDgiQ_Mdcy6EinV10gtPH9ajfK_PBvfYaBKSPZdHOTq2lG8rUKpJ2Su5-SKDn-Ujdf8wd3LP0ZdeXlIiRjaZmnQ7DayhaivldNPow/s1600/DSC_0696a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="249" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNZGwZn3fwho1SZRRyFk80Svo0dMXWyDtSmkuevEXhDgiQ_Mdcy6EinV10gtPH9ajfK_PBvfYaBKSPZdHOTq2lG8rUKpJ2Su5-SKDn-Ujdf8wd3LP0ZdeXlIiRjaZmnQ7DayhaivldNPow/s320/DSC_0696a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidtukBcrQriC0989qtBLhYuR475Vf7qZjs1LeDGxmWH_5yW-UsE7zVnCWRjSEusZvbNqSSCjlEodYwROqhbAy556XhQacvzu60F1hJHKp-OvGQUUG3IsCCds9xD7wqWTDKp23T8KxL94Wi/s1600/DSC_0715a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidtukBcrQriC0989qtBLhYuR475Vf7qZjs1LeDGxmWH_5yW-UsE7zVnCWRjSEusZvbNqSSCjlEodYwROqhbAy556XhQacvzu60F1hJHKp-OvGQUUG3IsCCds9xD7wqWTDKp23T8KxL94Wi/s320/DSC_0715a.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHSg27y0RmHD_BZZvXIMPlKGlcEwvBPwD2m0ji-JVgnsWE8aC1baBA2LrTr1UIUek3xAEXkFNoSosVD74l8d_H0Xlx2DsOsZHv7fu0m_7jpP87jTgIpDDMk5oBS5aaMoItG359g_HQ_zsj/s1600/DSC_0453a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHSg27y0RmHD_BZZvXIMPlKGlcEwvBPwD2m0ji-JVgnsWE8aC1baBA2LrTr1UIUek3xAEXkFNoSosVD74l8d_H0Xlx2DsOsZHv7fu0m_7jpP87jTgIpDDMk5oBS5aaMoItG359g_HQ_zsj/s320/DSC_0453a.jpg" width="236" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBt3-ukzj_YJJhiiSuj7hiJ7EE8nUwK8uCFKgvDZM-dm6SaOuYQCfjIeOe0bCVz2lR46SnectUmhyphenhyphentYE7XrERbf8oDMoNqpIgRsrDWcam1e1TT8-KwMj4NPL9vLSgUZNuQLyodY4rWpOit/s1600/DSC_0520a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBt3-ukzj_YJJhiiSuj7hiJ7EE8nUwK8uCFKgvDZM-dm6SaOuYQCfjIeOe0bCVz2lR46SnectUmhyphenhyphentYE7XrERbf8oDMoNqpIgRsrDWcam1e1TT8-KwMj4NPL9vLSgUZNuQLyodY4rWpOit/s320/DSC_0520a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil_78kscxJVjqMygFqLt-e8fQSA3EIr0m5wLytffVUHPyi5r9pwg2zdaYiliJB6ydCB6a4Z3D169W8mxa02hTFNPPs52gJ28Za7HDBN-dxmM3nydv8x7sr0D3k7HNxZWxHYWHWRIK2hpaf/s1600/DSC_0687a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil_78kscxJVjqMygFqLt-e8fQSA3EIr0m5wLytffVUHPyi5r9pwg2zdaYiliJB6ydCB6a4Z3D169W8mxa02hTFNPPs52gJ28Za7HDBN-dxmM3nydv8x7sr0D3k7HNxZWxHYWHWRIK2hpaf/s320/DSC_0687a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuMfuXAPtWwH0YItvuohAlfAXb3fawJWy6ZjDsgrGZekBeNk2Rhf7k3yWXajIEjQhaHVYk3rqHvkv_rZVkoJZZVHQV_qG5tXU0WMQfezbhMpBRl34jY3QbDfkvl8Dv1x0tIJAKE33scgcf/s1600/DSC_0610a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuMfuXAPtWwH0YItvuohAlfAXb3fawJWy6ZjDsgrGZekBeNk2Rhf7k3yWXajIEjQhaHVYk3rqHvkv_rZVkoJZZVHQV_qG5tXU0WMQfezbhMpBRl34jY3QbDfkvl8Dv1x0tIJAKE33scgcf/s320/DSC_0610a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdV1HfP4cMbO0WqumSk66BlsadYkytMX99RiRVB3VKpiDeYjM0m5x8ihpBcwr8WH_98C6GwzBNRV7teL_p_t2lFv6_eQ-Ympi_jZeaI8rda9_8Lc1yTFdEtgeNt0xQo-fqv4G00hGa2bkK/s1600/DSC_0624a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdV1HfP4cMbO0WqumSk66BlsadYkytMX99RiRVB3VKpiDeYjM0m5x8ihpBcwr8WH_98C6GwzBNRV7teL_p_t2lFv6_eQ-Ympi_jZeaI8rda9_8Lc1yTFdEtgeNt0xQo-fqv4G00hGa2bkK/s320/DSC_0624a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw28zBgKtVmyrITlmmv51I7lEHFPVUru-YHhq7MOasHMabhAynINRBS1DrPLHFvn68A4Csaaibbf8d8JXKqvvOBBI9aN8Vy1u8mmGD4utC6OgcF047_LPR-6QjI99pc1ve4hRPyLg7aDgK/s1600/DSC_0648a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw28zBgKtVmyrITlmmv51I7lEHFPVUru-YHhq7MOasHMabhAynINRBS1DrPLHFvn68A4Csaaibbf8d8JXKqvvOBBI9aN8Vy1u8mmGD4utC6OgcF047_LPR-6QjI99pc1ve4hRPyLg7aDgK/s320/DSC_0648a.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-62337113715302675582015-01-09T23:28:00.000+02:002015-01-09T23:31:22.820+02:00le pratiche e le teorie<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Arrivando
qui, all'inizio, pensavo di trovarmi di fronte ad una lotta di
liberazione simile a quella palestinese. Non fraintendetemi, continuo
ad essere radicalmente antisionista, ma quello che vedo e che respiro
qui una cosa molto diversa. Non è esclusivamente la lotta di
liberazione dei curdi per la propria terra, l'idea non è quella di
cacciare i turchi dal Bakur (Kurdistan turco), o quella di cacciare
gli arabi dal Rojava (Kurdistan siriano). Questa lotta è per la
liberazione dal Potere, in particolare per la liberazione dal potere
statale. Per la liberazione dal potere di qualsiasi Stato, senza la
creazione di uno Stato differente. Questa lotta non è solo la lotta
dei curdi, non si tratta di difendere un'unica etnia dalla supremazia
di altre. Questa lotta è per far si che ciascuno possa esprimere se'
stesso e se' stessa nelle specificità etniche, di genere, o di
qualsiasi altro tipo in maniera libera. Tutti i luoghi in cui si
prendono decisioni riguardo la vita della società sono strutturati
in modo da contenere al proprio interno componenti di tutte le etnie
e generi; e non solo questi, anche le unità di difesa armata
contengono al loro interno cristiani siriaci, arabi, ceceni,
eccetera, oltre che curdi. Questa lotta è rivolta principalmente
contro il capitalismo e le catene che esso impone all'essere umano.
Contro le catene economiche del capitalismo, che impongono il lavoro
salariato come unico modo di sopravvivere (chi lavora per questa
rivoluzione lo fa su su base volontaria), ma anche contro le catene
implicitamente imposte dal capitalismo ai rapporti umani tra
individui, perché capita a volte che ci dimentichiamo che la
rivoluzione è innanzitutto un processo di trasformazione umana: se
non siamo in grado di liberarci dalle nostre catene, non potremo
essere in grado di aiutare altri a liberarsi dalle loro. Da ciascuno
secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni. Prima
di tutto dobbiamo combattere le categorizzazioni presenti all'interno
della nostra testa, le gerarchie che il capitalismo ha imposto nel
nostro pensiero, il porre una persona acculturata al di sopra di una
che non ha avuto la possibilità di studiare, di porre l'uomo al di
sopra della donna, o l'essere umano al di sopra degli animali e della
natura.</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span>
</div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Vorrei
provare a spiegare ancora una volta. In un <a href="http://libera-palestina.blogspot.com/2014/12/quello-che-ho-capito.html" target="_blank">post</a>
passato ho riportato le voci e le iniziative di diversi gruppi, di
come sia in corso la costruzione di una società diversa. Ogni volta
che provo a spiegare non trovo le parole. In qualche modo mi sembra
di descrivere il dito che punta alla luna, e non perché non intuisca
che c'è la luna, ma perché è difficile da spiegare con le parole,
la luna.
</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"></span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<br />
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Le
donne, qui, in molti casi, hanno movimenti ed organismi separati. C'è
la casa delle donne, per esempio, dove una donna si può recare per
risolvere problemi interni alla famiglia, e a cui certe volte si
rivolgono anche gli uomini. Questo non accade perché le donne odino
gli uomini: non sono in lotta con gli organismi in cui sono presenti
uomini. Questo non accade nemmeno perché donne e uomini debbano
rimanere separati per tradizione: in molti casi le attività sono
assieme. Le donne hanno attività ed organismi separati non solo per
liberarsi dalla <span style="background-attachment: scroll; background-clip: border-box; background-image: none; background-origin: padding-box; background-position: 0% 0%; background-repeat: repeat; background-size: auto auto;">domina</span><span style="background-attachment: scroll; background-clip: border-box; background-image: none; background-origin: padding-box; background-position: 0% 0%; background-repeat: repeat; background-size: auto auto;">zione</span>
maschile all'interno della società, ma anche e soprattutto per una
liberazione psicologica e mentale dalla presenza di maschi. Che anche
gli uomini imparino ad arrangiarsi, senza bisogno di una donna che si
prenda cura di loro!</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">In
più, nella lotta contro ogni forma di potere, viene giustamente
identificata la supremazia dell'uomo sulla donna come una delle prime
forme di supremazia che poi ha dato seguito alle altre, incarnate
principalmente dall'istituzione statale e dal potere che esercita
sugli individui. La lotta contro il sistema patriarcale è un aspetto
della lotta contro il potere statale. D'altronde, se per millenni
l'essere umano ha vissuto senza essere incatenato da forme di potere,
che poi si sono declinate nelle prime forme statali supportate da
credenze religiose come nel caso dell'impero assiro, è certamente
ancora possibile tornare a quella forma di società. Una rivoluzione
(<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">ş</span>ore<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">ş</span>a)
del pensiero e della pratica è quindi possibile e necessaria.</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span>
</div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Si
tratta di agire, attraverso l'autogestione, in quella zona franca in
cui lo Stato non arriva, e di permettere agli individui, ai gruppi,
alle comunità di sopperire ai propri bisogni in maniera
auto-organizzata. Non si tratta però solo di creare qualcosa di
diverso ma anche di difenderlo. Perché, appare piuttosto ovvio, nel
momento in cui si mettono in pratica modi di vita diversi, quando si
forma davvero una zona franca dai tentacoli del capitalismo e degli
Stati, si tratta di un pericolo concreto per il Pensiero Unico
dominante, perché l'esistenza stessa di un modello diverso,
anticapitalista e fuori dagli Stati, mette in crisi ciò che i media
e l'educazione ricevuta ci ha sempre mostrato come unico modello
possibile. Quindi, secondo la logica imperialista, ciò che qui si
sta praticando va eliminato prima che possa espandere i propri semi
ovunque. Gli attacchi, per come la vedo io, sono su due fianchi: dal
lato militare e dal lato politico. Per quanto riguarda gli attacchi
militari, non si tratta solo dell'ISIS: in un recente comunicato
delle YPG si spiega chiaramente come essi siano stati portati avanti
anche dal cosiddetto esercito libero siriano, da altre bande
terroristiche, da al-Nusra e dalle forze del regime di Assad. Le le
forze statali siriane (che comunque per lungo tempo hanno forzato i
curdi all'emigrazione dal Rojava mantenendo la zona a un livello di
sviluppo più basso e che hanno raramente concesso carte d'identità
alla popolazione curda) non vedevano ovviamente di buon occhio una
forma di organizzazione democratica non-statale, le forze reazionarie
terroristiche non sopportavano l'idea di una società libera,
l'occidente che finanzia l'ISIS e le bande cosiddette “ribelli”
non vuole la diffusione delle pratiche anticapitalistiche presenti
nel Rojava, e in particolare la Turchia ha il terrore che si
diffondano anche nei suoi territori. L'altro tipo di attacco è un
attacco mediatico e propagandistico: per esempio, dopo che gli Stati
Uniti hanno collaborato alla creazione dell'ISIS, dopo che lo hanno
spinto ad attaccare il nord della Siria, nel momento in cui
l'attenzione mediatica si è puntata sulla storica resistenza del
popolo di Kobane, ha iniziato a dare un appoggio (del tutto simbolico
e parziale, se paragonato alla potenza che potrebbero mettere in
campo) a questa resistenza: lo scopo di queste azioni è dal mio
punto di vista propagandistico in due modi, non solo perché da
l'impressione che l'occidente sia attivamente impegnato nella guerra
contro il terrorismo che invece ha creato e foraggiato, ma anche
perché fa apparire il popolo curdo alleato degli stessi Stati
occidentali che hanno creato il mostro che in queste terre si sta
combattendo. E noto con disappunto che, talvolta, anche alcuni
compagni cadono vittime di questo secondo tipo di propaganda.</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span>
</div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Dicevo
che un aspetto fondamentale è la difesa, che viene comunque portata
avanti sia da uomini che da donne, uniti nel campo di battaglia, per
le ragioni già spiegate prima. Difesa in cui chi combatte assume il
nome di un precedente martire, per fare si che continui a vivere nei
gesti di qualcun altr*; difesa in cui la formazione non è
esclusivamente militare, ma soprattutto politica ed umana. Nella
formazione si impara l'ascolto e l'apprezzamento delle diversità, si
impara a non scoraggiarsi e mantenere alto il morale, si impara
l'autocritica e la critica costruttiva.
</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">La
difesa, poi, non viene portata avanti solo dalle unità di difesa del
popolo e delle donne (YPG-YPJ) ma anche dalla popolazione locale: una
delle ragioni per cui Kobane non è caduta e adesso i terroristi
dell'ISIS stanno arretrando, è che tutto il popolo era in grado di
difendersi, quasi chiunque era in grado di maneggiare un'arma. A
<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">Ş</span>hingal, quando le YPG,
YPJ, HPG, YJA-star sono arrivate, una delle prime cose che hanno
fatto è stata addestrare la popolazione locale perché apprendesse
come difendersi in autonomia, fondando così le unità di difesa di
<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">Şingal (Y</span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">B</span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">Ş).</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span>
</div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">E
vorrei dire a coloro che, dal calduccio delle proprie biblioteche,
arrivano ad accusare questo movimento di non essere sufficientemente
aderente al loro dogmatismo, che venissero a vivere la differenza tra
i loro dogmi e la pratica. Perché, per come l'ho percepita, la
differenza principale tra le parole che continuiamo a sputarci
addosso tra attivisti in Italia e quello che accade qui, è che qui,
qualsiasi parola deve avere una pratica di conseguenza. Quello che ho
vissuto nell'attivismo nel mio Paese, troppe volte, è che si passa
il tempo a dire parole, a scrivere parole, a litigare sulle parole.
Ma permettetemi di dire che ciascuna parola, se non è associata ad
una pratica, perde il significato: diventa motivo di divisione, e non
porta alla rivoluzione. Il fatto che le parole siano seguite da
un'azione da concretezza al loro significato, esattamente l'opposto
della travisazione strumentale delle parole imposta da parte
occidente: basti pensare alla parola democrazia, che letteralmente
significa potere al popolo, a come viene utilizzata per descrivere
sistemi in cui il potere resta nelle mani di pochi. Non occorrono
parole complicate per dire le cose fondamentali, però è necessario
ridare alle parole il loro significato vero.</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span>
</div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Siamo
talmente abituati a vedere fango attorno a noi che certe volte non
riusciamo a riconoscere ciò che fango non è, come i fiori, che
nonostante esso crescono. Però fa bene ai polmoni aspirare il
profumo dei fiori che dal fango sono in grado di crescere, i loro
colori fanno bene agli occhi, il tessuto dei petali fa bene al tatto,
la loro presenza fa bene al cuore, e i loro semi sono necessari.
</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Lottando
in vista della primavera, quando finirà l'inverno, il fango nero si
ritirerà, e milioni di boccioli diversi fioriranno.</span></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-20626036660962771052014-12-15T12:28:00.001+02:002014-12-17T11:21:30.914+02:00Quello che ho capito<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style><br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Appena
arrivata in Rojava ho avuto un incontro con la co-presidente, che mi
spiegava che qui il popolo sta cercando di costruire democrazia. Alla
parola democrazia un po' mi sono preoccupata. Le ho detto che anche
nei ostri paesi chiamano il sistema politico democrazia, e significa
che chi ha i soldi o la possibilità si fa un sacco di pubblicità o
propaganda, così la gente lo vota, e chi riceve più voti ha il
potere. Lei mi ha risposto che quella dei nostri Paesi non è un
sistema democratico, bensì un sistema capitalistico; e le due cose
non sono compatibili. Cominciavo a capire di non aver capito il
significato delle parole che usavano qui. Non era un problema di
traduzione, ma più profondo. Ho cominciato a capire qualche cosa di
più quando, una settimana dopo, in viaggio verso il campo Newroz, mi
sono fermata a dormire in uno studentato: si chiama “Academia”,
ed è il luogo dove, in gruppi di 20-30 ragazze e donne, le donne
ricevono un'istruzione intensiva di 15 giorni riguardo la storia del
Kurdistan e la storia delle donne, è una specie di studentato. Bene,
la mattina, quando mi sono svegliata, c'era la presidente che
preparava la colazione, prima di andare in ufficio. Cioè, la
presidente dormiva nello studentato (perché era vicino al suo
ufficio) e preparava la colazione per se, per me e per un'altra
ragazza. E questo era assolutamente normale.</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"></span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Serecania,
ad esempio, è stata liberata dalle forze Ypj e Ypg, ed ora necessita
di essere ricostruita. Non solo ricostruita fisicamente, ma anche e
soprattutto socialmente. Non sono solo i buchi nei muri che vanno
riparati, ma c'è un intero tessuto sociale da ricostruire, e anche
per questo fioriscono associazioni e gruppi attivi in diverso modo.</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">La
fondazione delle donne libere sta cercando gli spazi per creare un
consultorio per donne. Ci sono alcune case che erano in precedenza
occupate da filo-isis, che sono scappati con lo stato islamico quando
si è ritirato, e tra esse se ne cerca una da mettere a posto per il
consultorio. Altri appartamenti piuttosto eleganti sono stati dati
alle famiglie di rifugiati, o a chi ne aveva bisogno: erano gli
appartamenti dei funzionari del governo siriano, “loro si
costruivano sempre case molto belle” spiega un ragazzo del posto.
Ora in queste case abitano rifugiati. “In questa città ci sono
quartieri in cui vivono arabi, quartieri abitati da curdi, e
quartieri misti. Ma la convivenza è pacifica, e insieme, ciascuno
con la sua lingua e le sue tradizioni, cerchiamo di ricostruire
questa città. Perché qui la gente ha voglia di andare avanti, di
ricominciare, di vivere.”
</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">A
Sarecanya ci sono 4 ospedali, però, spiegano i medici presenti, a
causa dell'assedio e della guerra, mancano di molte attrezzature: per
esempio, si possono fare radiografie coni raggi X ma per CT ed RMI è
necessario andare fino a Qamislo (e sono quasi due ore di viaggio in
automobile); mancano anestetici, antibiotici, antistaminici,
strumenti per le operazioni chirurgiche, e materiale da laboratorio
“il vicino pspedale è stato saccheggiato dall'esercito libero
siriano, hanno portato via tutto adesso è un edificio vuoto”
racconta un medico. A Sarecanya ci sono stati 250 martiri, e
un'associazione si preoccupa di assisterne le famiglie sia dal punto
di vista psicologico che economico. Quando mi mostrano le foto, mi
spiegano che molti di loro erano padri di famiglia, con due, tre,
cinque, sette figli, e che quindi la società non può abbandonare le
loro famiglie. All'associazione per la risoluzione dei conflitti
familiari si può recare una donna con suo marito o con colui con cui
ha problemi: la funzione è quella di parlare e risolvere i problemi
senza dover ricorrere al giudice. Nella casa dove i combattenti delle
YPG feriti c'è anche una donna “hanno ammazzato mio figlio al
fronte. Ora tutti i combattenti sono figli miei” spiega. Ci sono
pochi ragazzi in questa casa, dai 19 ai 22 anni, e raccontano di
essere stati colpiti da proiettili o da autobombe, raccontano di aver
visto morire i loro compagni. Domando della situazione al fronte,
spiegano che si sta cercando di aprire questa strada verso Kobane,
che ci sono 180 km di distanza e che per ora se ne sono liberati 40,
ma è un lavoro lungo... “Ci sono alcune cose importanti, però,
che voglio tu sappia” spiega Mohammed “qui, all'interno delle
YPG, non facciamo differenze tra curdi, arabi, o persone di altre
etnie: io sono ceceno per esempio, e combatto alla pari degli altri.
Anche i nostri comandanti non sono diversi da noi, siamo tutti amici,
non abbiamo trattamenti diversi per chi è responsabile di una
milizia. Ora non è ancora completamente scuro, ma nel futuro questa
terra sarà sicura e libera anche grazie al sacrificio delle YPG: e
per questo, si sappia, abbiamo le porte aperte per tutti coloro che
nel mondo vogliono combattere per l'umanità, se vogliono unirsi a
noi.”
</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span>
</div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Taha,
membro del parlamento, mi ha spiegato qualcosa su come vengono prese
le decisioni qui, a livello di cantone. C'è un consiglio (mejlis),
che al momento è formato da rappresentanti di tutti i gruppi etnici,
maschi e femmine. Ciascun gruppo etnico si riunisce in piccoli
comitati, che poi mandano un rappresentante in comitati più grossi,
e via dicendo fino ad arrivare al consiglio. Il consiglio ha redatto
la carta del Rojava, e il prossimo consiglio sarà scelto per
elezioni. Ciascuna minoranza avrà una percentuale minima fissata
all'interno del consiglio, almeno il 10% va a coloro che hanno
ricavuto più voti all'interno del movimento degli arabi, il 10% per
il movimento dei curdi, il 10% per il movimento dei siriaci
(minoranze cristiane), il 20% per i movimenti dei giovani, il 30% per
i movimenti delle donne, e in totale almeno il 40% per ciascun genere
(femmine e maschi). La cosa importante è che con questo sistema
nessun gruppo avrà mai la maggioranza: c'è solo un 20% disponibile
per candidati “liberi”, non legati ad alcun movimento
pre-esistente, il resto rappresenta e discute ciò che fa in
parlamento con gruppi presenti nella società che gli sono affini.
Quando viene fatta una proposta di legge, infatti, i membri della
mejlis la ricevono in anticipo e la discutono con il proprio gruppo
di appartenenza. Il consiglio ha un presidente ed una co-presidente,
un uomo e una donna, eletti separatamente, dagli uomini e dalle
donne: per esempio in questo momento l'uomo è di una fazione più
conservatrice mentre la donna è una femminista convinta: all'inizio
l'uomo -tra lo scherzo e il serio- diceva di avere dei problemi a
lavorare con lei, ma dopo qualche mese si dice soddisfatto. I piccoli
gruppi che stanno alla base, poi, propongono soggetti di discussione
o proposte di leggi per il consiglio. Kamal spiega poi che
all'interno del parlamento, composto da 101 persone, c'è un
presidente e due co-presidenti, provenienti da diversi gruppi etnici,
e tra i tre deve esserci almeno una donna, e 22 ministri, anch'essi
di entrambi i generi e di tutte le etnie, mentre i portavoce sono
due, ancora una volta un uomo e una donna.
</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span>
</div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Altre
differenze importanti rispetto al nostro sistema si riscontrano poi
nell'amministrare la giustizia. Il primo passo, quando ci sono delle
controversie, è quello di ricorrere ai comitati per la
riconciliazione, che cercano una soluzione che vada bene e soddisfi
entrambe le parti. Se il comitato di riconciliazione non porta ad un
accordo che soddisfi le parti, si ricorre al tribunale “ma
cerchiamo di ricorrere il meno possibile al tribunale, perché esso
sancisce una colpevolezza o meno, e sappiamo bene che nessuno è mai
colpevole o innocente al 100%” spiega Lorin, avvocato generale al
tribunale di Qamislo “Le leggi costringono la mente restringono la
libertà degli esseri umani. Siamo tutte e tutti diversi, non si
possono giudicare allo stesso modo due persone che hanno commesso lo
stesso crimine: l'acqua che scorre nel fiume non è sempre la stessa!
Per esempio, se un ragazzo senza genitori viene sorpreso a rubare,
non ci si può vendicare su di lui mettendolo in carcere: gli si deve
dare un'istruzione, inserirlo in un ambiente pulito e adatto a lui”
Lorin poi spiega il funzionamento delle corti qui a Qamislo: “Le
nostre leggi sono piuttosto vaghe, giudichiamo molto in base al
buonsenso. Ci sono alcune linee invalicabili, per esempio per omicidi
d'onore la pena minima è 10 anni, per il traffico di donne è 3
anni, e devono essere punite anche le violenze sessuali e i crimini
di tradimento. Ogni caso è valutato da tre giudici, di cui almeno
una deve essere una donna (fino a che non si trova anche la donna il
processo non ha luogo): le persone che assumono questo ruolo devono
essere accettate dalla società ed avere una buona reputazione nella
loro comunità, devono essere approvate sia dal consiglio della loro
municipalità che passare diversi test instaurati da enti
indipendenti. Il nostro obiettivo è comunque quello di non avere
tribunali, solo comitati di riconciliazione che possano mettere
d'accordo le parti in causa soddisfacendo tutti. Per quanto riguarda
gli avvocati, c'è certamente la possibilità di avere un avvocato,
ma non li vediamo di buon occhio per due ragioni: pensiamo sia
anti-etico difendere qualcuno che sappiamo essere colpevole, e
soprattutto se ci affidiamo agli avvocati succede che chi ha più
soldi può permettersi un buon avvocato e chi è povero non se lo può
permettere, e questo crea differenze all'interno della società.”
Lorin racconta anche delle difficoltà incontrate: “certo, è
difficile per molti cambiare mentalità. Alcuni sono ancora abituati
a vedere le leggi come qualche cosa di fissato, uguale per tutti
indipendentemente dalle origini o dalla provenienza sociale. Però,
una volta accettato il cambiamento, è difficile tornare indietro.
Tieni conto anche che qui siamo comunque in una situazione di guerra,
e non è facile instaurare un sistema rivoluzionario in un contesto
del genere.”
</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Nelle
prigioni, comunque, viene spiegato dal responsabile di una prigione
di Qamislo, i detenuti hanno una televisione, la possibilità di
leggere, tre pasti al giorno, possono telefonare da un telefono
comune, hanno la possibilità di ricevere visite familiari una volta
alla settimana, non esiste l'isolamento, e c'è la possibilità di
praticare sport per un'ora al mattino ed una alla sera. “sono stato
anche io in carcere, e sono passato attraverso l'isolamento. Non
voglio ripetere queste torture verso qualcun altro” spiega. In
effetti, entrando nella cella ho potuto vedere che è presente
riscaldamento, televisione, e i detenuti confermano che non ci sono
problemi a vedere le famiglie e quanto detto dal responsabile del
carcere; nonostante questo si lamentavano della lunghezza dei
processi, e del fatto che non fossero fissate le date delle udienze:
è possibile a mio giudizio che questo sia dovuto alla difficoltà di
trovare giudici, soprattutto donne.</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><br /></span></span>
</div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Io
continuo a non capire perché tutto questo venga chiamato
democrazia... secondo il mio linguaggio, democrazia è quella
dell'occidente che sgancia le bombe, è quella secondo cui il capo di
uno Stato è anche l'uomo più ricco e che possiede più mezzi di
comunicazione, democrazia è quella che caccia in mare i migranti
perché non sono parte della maggioranza bianca, democrazia non è
una pratica che porti gioia agli esseri umani, e continuo a domandare
perché qui usino questa parola per descrivere una cosa completamente
diversa. Secondo Rosa, una compagna trovata qui, siamo noi in
occidente che abbiamo svuotato le parole di senso. Abbiamo instaurato
un sistema capitalistico e lo abbiamo chiamato democrazia. Democrazia
significa che il popolo ha il potere, e qui la rivoluzione del Rojava
sta facendo tutto il possibile perché il popolo abbia il potere.
Hanno scelto di chiamarla democrazia perché è una parola che
significa che il popolo ha il potere. Sebbene sia stata svuotata di
significato fin dal tempo dei greci (ad Atene era di fatto un'elite
maschile che governava, e continuiamo a chiamare quella cosa
“democrazia”) ora si tratta di ricostruirne il significato in
maniera completa. Quello che vogliono qui è democrazia, nel senso
che vogliono il potere del popolo, ma assolutamente non nel senso che
vogliono il sistema capitalista (che da questo punto di vista non è
compatibile con la democrazia).
</span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Se
io non capisco come usino certe parole qui, però, anche qui non
capiscono perché in occidente usiamo quelle stesse parole. Roqan mi
domanda perché i nostri paesi parlano di diritti umani e democrazia,
e poi finanziano e creano cose come l'ISIS, che distrugge vite umane
taglia le teste della gente e droga i suoi combattenti prima di
mandarli ad uccidere.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">p.s.: due cose: nonostante consideri il confederalismo democratico molto meglio delle nostre dmocrazie, personalmente, l'idea di esprimere con un voto la preferenza per qualcuno che comunque decide al posto mio ancora non mi esalta; perfortuna che la maggior parte dlele decisioni si cerca di prenderle a livello di quartiere con i vicini di casa. Eppoi, volevo consigliare un articolo che ho letto e che da una lettura politica molto più articolata che queste mie poche testimonianze e impressioni raccolte insieme: lo trovate qui: http://www.uikionlus.com/kurdistan-nellocchio-del-ciclone-2/ </span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoVayph9-ImpaA_F2YTsYjJumKzoQC7SRXLTuckCFyG3CHxfPlbSnCeBTW27wJHBbyw8L5GtneSgyXnl8s-Q2OHQusBfuiAQ27ngSazqTajrSCY4wDiSqOtd5Wx1p6v6CcgjBmKG6YLzCy/s1600/DSC_0025a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoVayph9-ImpaA_F2YTsYjJumKzoQC7SRXLTuckCFyG3CHxfPlbSnCeBTW27wJHBbyw8L5GtneSgyXnl8s-Q2OHQusBfuiAQ27ngSazqTajrSCY4wDiSqOtd5Wx1p6v6CcgjBmKG6YLzCy/s1600/DSC_0025a.jpg" height="251" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjClFRvxWPVt6mfIplL4U026BuX0RLB3SDMWNjwA5akQv9B_SSf17xNVzAxL0A5rZ1hN5AXYC07Mqj3PpwiR_RE7YGYr3PXTv2FgHb2GaQnuSVlUUlC8QSwmq9qrtNUdvinAYHmMZMUask/s1600/DSC_0025a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjClFRvxWPVt6mfIplL4U026BuX0RLB3SDMWNjwA5akQv9B_SSf17xNVzAxL0A5rZ1hN5AXYC07Mqj3PpwiR_RE7YGYr3PXTv2FgHb2GaQnuSVlUUlC8QSwmq9qrtNUdvinAYHmMZMUask/s1600/DSC_0025a.jpg" height="266" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX4uokF4StZhliz13yjvUu0iz93huDN9ZVActH_9Du7AEH-1vE2-09nO9_yK4PBZFgcNtIX4eBC0DrR1KEOAu6i8x8MlExK8ZVPOutfm-hD39H5fm5flTrurSCYXcTNXGHP2FepPJ8GZbZ/s1600/DSC_0029a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX4uokF4StZhliz13yjvUu0iz93huDN9ZVActH_9Du7AEH-1vE2-09nO9_yK4PBZFgcNtIX4eBC0DrR1KEOAu6i8x8MlExK8ZVPOutfm-hD39H5fm5flTrurSCYXcTNXGHP2FepPJ8GZbZ/s1600/DSC_0029a.jpg" height="266" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqvEhjvGVMe7QVxJ8d1WONavEF_2jYRFXI298u8Eq4ZHJHDAPDtVxI1m6B8PpFDz35pJFAHSV__K_JnPcZNovtwj0QVfxWTWd5WGvNukZiJmx0YTXMdF9cQGQgzlkYSzqdzUmyZTdHRFPx/s1600/DSC_0038a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqvEhjvGVMe7QVxJ8d1WONavEF_2jYRFXI298u8Eq4ZHJHDAPDtVxI1m6B8PpFDz35pJFAHSV__K_JnPcZNovtwj0QVfxWTWd5WGvNukZiJmx0YTXMdF9cQGQgzlkYSzqdzUmyZTdHRFPx/s1600/DSC_0038a.jpg" height="266" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUXLDd9FW-vbfcaEuQLxI1KvxX7ql_p6ailzl4GnGZ7OHoRoD3WyqcKEfGRhSM5zsANONRXZSdD8w-Qus9jL2SoPvpSI3EVt6knERXaQ70TupZnbYzI3k-seVnvsQEdhQ1FGMrb4-GUOor/s1600/DSC_0068a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUXLDd9FW-vbfcaEuQLxI1KvxX7ql_p6ailzl4GnGZ7OHoRoD3WyqcKEfGRhSM5zsANONRXZSdD8w-Qus9jL2SoPvpSI3EVt6knERXaQ70TupZnbYzI3k-seVnvsQEdhQ1FGMrb4-GUOor/s1600/DSC_0068a.jpg" height="266" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqti-kC7HAGijrWC_Xvzzn17v3KULUJ3eDzqxNWAYABhRvNy5ZoXmQvpU5WqQZWN5Vdc4oUcxA-CFz85f_poPPWpUDtxhTZzoNZV422WtWXrX2_SHnWxcyrbBZ0DiLT4NaYz_vaGmXfiUx/s1600/DSC_0073a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqti-kC7HAGijrWC_Xvzzn17v3KULUJ3eDzqxNWAYABhRvNy5ZoXmQvpU5WqQZWN5Vdc4oUcxA-CFz85f_poPPWpUDtxhTZzoNZV422WtWXrX2_SHnWxcyrbBZ0DiLT4NaYz_vaGmXfiUx/s1600/DSC_0073a.jpg" height="266" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaL2AmpB4Qp-Xdlo0MzfX9MVajomwTL7ieddXjVDJuDGY82U4LgGE0uuirtWVhjJ8jD_NbC4BLYeyaIwNiaEpDalxqdedv4aNdqx11K5n88PjkBs4yBsb0JQq4txuz9_3QLdv1bCesB1Cd/s1600/DSC_0075a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaL2AmpB4Qp-Xdlo0MzfX9MVajomwTL7ieddXjVDJuDGY82U4LgGE0uuirtWVhjJ8jD_NbC4BLYeyaIwNiaEpDalxqdedv4aNdqx11K5n88PjkBs4yBsb0JQq4txuz9_3QLdv1bCesB1Cd/s1600/DSC_0075a.jpg" height="266" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhULnh2-M5nM-UrfNXeNc6qb2d1z5MgUBIywhckQZgG9qhJUvEdnTTsnXTD5ocj2sylB73xT6uYfp9gCN9idjjyRr5LLArFEXUV9f9Bbr2-brVrgqvGkpPCy1qy_r0v6aSj1YsDLgVqiOZM/s1600/DSC_0076a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhULnh2-M5nM-UrfNXeNc6qb2d1z5MgUBIywhckQZgG9qhJUvEdnTTsnXTD5ocj2sylB73xT6uYfp9gCN9idjjyRr5LLArFEXUV9f9Bbr2-brVrgqvGkpPCy1qy_r0v6aSj1YsDLgVqiOZM/s1600/DSC_0076a.jpg" height="266" width="400" /></a></div>
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-1193911957039798922014-12-05T14:43:00.000+02:002014-12-05T14:44:05.882+02:00"Il fine giustifica i mezzi"<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Al
campo Newroz pioviggina. Anzi piove. Ci sono pozzanghere e fango.
Bisogna stare attenti a non scivolare nel fango, e certe volte non è
facile, soprattutto quando non c'è corrente e ci si muove con la
luce del cellulare.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Alan
è uno degli abitanti del Rojava che qui si da da fare nel comitato
per le relazioni. Spiega che tutto è organizzato in comitati: c'è
la scuola dove i ragazzi imparano in curdo, ci sono le attività
organizzate dal centro culturale per insegnare ai bambini il canto e
la danza, c'è la tenda delle donne dove si studia la storia delle
donne e del Kurdistan, c'è la tenda degli uomini dove si studia la
storia del kurdistan e si può vedere la televisione, c'è il
comitato per i servizi che si occupa di organizzare i lavori
necessari nel campo, eccetera, eccetera. Nuri, invece, è originario
di Shengal e parla inglese molto bene, portandomi in giro nel campo e
traducendo le interviste, ma non dimenticando di raccontare la storia
della sua gente. Quando mi porta nella tenda della sua famiglia per
mangiare e dormire e mi domanda: “hai presente un libro che si
chiama “il Principe”, scritto da Macchiavelli? In quel libro c'è
una frase: “il fine giustifica i mezzi.” Ecco, noi siamo i mezzi
sacrificati per il fine dell'occidente e degli altri Stati qui
attorno. Però non siamo stupidi, no, noi capiamo cosa succede.” </span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><b><span style="background: #000000;">La
fuga da Shengal</span></b></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Racconta
Nuri che “mentre i Peshmerga, codardi, se ne scappavano dalla
nostra città, le bande dell'ISIS rapivano le nostre donne, anche
ragazzine di 9-12 anni, e le hanno portate via per venderle, oppure
per violentarle.” Mi guarda negli occhi con degli occhi neri –
Nuri ha esattamente la mia età – e mi domanda “hai un'idea di
cosa significhi sapere che le ragazze della tua gente sono state
rapite per essere violentate o vendute? A migliaia. Tutti qui ti
racconterebbero la stessa storia, ma non in molti hanno la forza di
farlo. Fa male a pensarci, ogni volta che ci penso sento come una
pietra nel petto, mi si blocca il pensiero. Sono state portate a
Raqqa, o vendute in Arabia Saudita o nello Yamen. Violentate e
vendute, le donne yazide nelle mani di quegli sporchi individui. Se
chiudo gli occhi sento le loro urla nelle orecchie. Quando siamo
scappati nelle montagne, alcune si sono gettate dalle alture pur di
non andare in mano agli uomini dell'ISIS. So che ad una di loro hanno
tagliato il seno perché si è rifiutata di andare in sposa ad un
uomo dell'ISIS, l'hanno lasciata sanguinare a morte, ed hganno
portato le altre a vedere. Le nostre donne stavano urlando talmente
forte da far piangere gli angeli nel cielo.” Parlando di angeli,
Nouri spiega che secondo la loro religione, monoteista e antica più
di 6000 anni, c'è un unico Dio e sette angeli, e conclude “persone
che credono in Dio non possono fare questo. Per loro, Dio è solo uno
slogan.” Parlando di religione, poi, spiega come durante il
genocidio degli armeni la sua gente abbia offerto rifugio a questo
popolo di religione cristiana. “e i cristiani, adesso, dove sono?
Che penserebbe il Papa se vedesse questo? Che fanno gli Stati Uniti,
che pretendono così spesso di agire in nome di Dio?” Poi racconta
della fuga verso le montagne: “Abbiamo lasciato indietro cadaveri
dei nostri cari senza poter dare loro nemmeno una degna sepoltura,
mentre altri sono stati ammazzati mentre scappavano. Durante il
viaggio non c'era cibo o acqua, molti bambini sono morti. Molti sono
stati costretti a lasciare i propri nonni a casa, perché non
riuscivano a trasportarli nelle montagne, ci sono migliaia di anziani
ora nelle mani dell'ISIS; addirittura alcune donne hanno partorito
durante il tragitto ma non sono riuscite a portare i propri figli con
se', perché dovevano prendersi cura degli altri, non ce la facevano.
Poi le montagne ci hanno nascosto e ci hanno protetto, è come se i
monti fossero una nostra seconda madre. Lassù ci sono ancora 1700 –
2000 famiglie, sono isolate e non riescono a scappare. Il fine
giustifica i mezzi, e noi siamo i mezzi sacrificabili.” “Li a
difendere la nostra gente rimasta sulle montagne ci sono le YPJ-YPG
(unità armate del Rojava) le HPG (gruppi di guerriglia del PKK –
dalle montagne del Kurdistan turco) e le YB<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">Ș</span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">
(Yakinen Brexwedana </span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">Șingal
– Unità di resistenza di Șingal), </span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">ed
io accuso non solo l'ISIS e le tribù iraqene che ci hanno attaccato,
</span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">ma anche il KRG (curdi
iraqeni) che non ci hanno difeso, </span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">coloro
che finanziano l'ISIS e comperano il suo petrolio, coloro che lo
hanno creato, coloro che ci considerano solo d</span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">egli
espedienti</span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;"> per i loro
piani nel medio oriente: coloro per i quali siamo i mezzi
giustificati da un fine che non ci riguarda.” </span></span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;"><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">Dopo
aver spiegato che i rifugiati Iazidi di Shingal non si trovano solo
in questo campo profughi, ma anche in Turchia, Georgia e Armenia, si
raccomanda c</span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">h</span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">e
scriva una frase sotto dettatura: “noi non accusiamo l'ISIS, lui fa
ciò che vuole, noi accus</span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">i</span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">amo
voi che siete Paesi ed organizzazioni grosse e non fate il possibile.
</span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">Voi potete fare molte
cose!</span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">”</span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><b><span style="background: #000000;">Il
campo Newroz</span></b></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Dopo
la fuga, circa 6000 abitanti della zona di Shingal sono giunti
appunto al campo Newroz, in Rojava, cantone di Gizira. Sono circa 700
famiglie Yazide e una ventina di famiglie di origine araba. La
copertura delle tende è fornita dall'UNHCR, ed è gestito dallo
stesso ente in collaborazione con il cantone di Gizira. Nelle strade
tra le tende non c'è nulla che freni il fango, a parte qualche grumo
di sassi qui e li. Alcuni bambini fortunati hanno degli stivali di
plastica qualche taglia troppo grandi, qualche altro meno fortunato
ha solo delle ciabatte. La pavimentazione delle tende consiste in
alcuni teli di nylon e tappeti, mentre la copertura è fatta di
materiale impermeabile ma infiammabile (è già successo che una
tenda andasse a fuoco, mi spiegano al campo), e privo di strati
isolanti di cui invece sono dotate per esempio le tende dei campi
profughi di Pirsus-Suruc. Non c'è riscaldamento all'interno delle
tende, e di notte fa freddo: l'UNHCR fornisce coperte di pile che
vengono usate non solo per scaldarsi ma anche per dividere in
scomparti l'interno delle tende e in alcuni casi cucite per farne
vestiti invernali. Il pile però non è un buon isolante dal terreno
e i sottili materassi di gommapiuma forniti nemmeno: così, alcune
donne pettinano lana per farne materassi (vedi foto) che possano
isolare dal pavimento freddo durante l'inverno che sta arrivando, e
che mi dicono che da queste parti porta anche la neve. Nei dintorni
del campo ci sono piccoli gruppi di capre, e una recinzione per le
galline “sono dei pochi profughi che sono riusciti a portarle con
loro da Shengal,” spiega Alan “ma dove vivevano ne avevano molte
molte di più.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Hussein
viene da Derek, il paese vicino al campo Newroz, è Iazida originario
del Rojava. Spiega le attività portate avanti dal centro Dijla per
l'arte e la cultura all'interno del campo: si effettuano corsi di
musica, teatro, disegno, poesia, inglese, sport, danze tradizionali,
e su come prendersi cura di se dal punto di vista psicosociale. “ci
sono tra i 220 e i 300 bambine/i e ragazze/i che partecipano alle
lezioni. Il progetto è portato avanti con il finanziamento di Save
the Children, ma sono molto lenti nel mandarci il materiale e non è
sufficiente... come vedi i lavori per la costruzione dei servizi
sanitari (cioè una piccola stanza che dovrebbe ospitare un water –
che qui è sostanzialmente un buco nel terreno) sono ancora in
corso.” Altri insegnanti che lavorano qui mi spiegano che Save The
Children li paga per questo che è certamente un lavoro a tempo
pieno, e che lo “stipendio” consiste in 190 dollari al mese. È
da sottolineare che non tutti gli insegnanti sono Yazidi, e che
dall'altro lato molti tra di essi sono anche gli profughi che abitano
il campo. Quindi, mentre pochi metri più in la una tenda più grande
ospita le lezioni della scuola di curdo, qui lo scopo principale è
fornire supporto psicosociale ai ragazzi e alle ragazze “vogliamo
che queste e questi giovani passino dei momenti felici, per poter
dimenticare per un momento quello che hanno passato; e vogliamo
continuare a tramandare loro la cultura Yazida perché anche se si
trovano lontano da casa non si scordino delle loro origini. Con
questa gente che ha necessità di tutto – dal cibo a un tetto dove
dormire – noi creiamo vita dalla morte.”</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Rokan,
al centro per la salute, spiega che è volontaria della mezzaluna
rossa curda, “questa mattina sono stati distribuiti i vaccini
contro e paralisi infantili, sono stati dati ai bambini e bambine con
età che va da un giorno a 6 anni. Qui non ci occupiamo solo di
distribuire medicine e cure mediche, ma anche pannolini, assorbenti,
latte in polvere per i neonati, e sacchi per le immondizie. Abbiamo
necessità di medicine contro le infezioni, contro il raffreddore,
antibiotici, analgesici, per i problemi digestivi e contro
l'ipertensione” spiega “la maggior parte di queste riesce ad
arrivare dall'Europa o da altri Paesi per vie non legali.” Infatti
il Rojava è sottoposto ad un embargo da parte delle forze o degli
Stati che lo circondano: non può commerciare attraverso la Turchia
(come si può facilmente immaginare, dato il supporto di quest'ultima
verso l'ISIS e la sua ostilità verso il popolo curdo), non può
ovviamente commerciare con il resto della Siria, e anche il confine
con la regione curda dell'Iraq è chiuso. Rosa spiega che anche a
causa di questo è prevista una crisi economica pesantissima nel
prossimo anno in tutto il Rojava, tale per cui sarà una sfida
importante garantire i servizi essenziali, quali per esempio la
scuola gratuita e la sanità, e che questa crisi si andrà a sommare
alla crisi psicosociale dovuta alla guerra e alle perdite della
resistenza curda.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Prima
di addormentarmi nella tenda di fianco alle sue sorelle, domando a
Nuri “senti, ma è vero che ci sono anche due donne Yazide che si
sono unite alle YPJ?” e lui risponde: “no, non due, molte di più.
Io spero che un giorno avremo anche noi una nostra unità armata
composta di donne.”</span></span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEjv7K8LhJPFmTIItIaN41jr-apUW51xs626kbH00Z6s9A27O1u0gTguKepyn8G-5alIS4v1C6sMCv91vmzFgvlUGQm2DjxW4bapUVADHQfgwZtl4h4za3J3mYJVOTDgwrmHKGLNV0FxPc/s1600/DSC_0044a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEjv7K8LhJPFmTIItIaN41jr-apUW51xs626kbH00Z6s9A27O1u0gTguKepyn8G-5alIS4v1C6sMCv91vmzFgvlUGQm2DjxW4bapUVADHQfgwZtl4h4za3J3mYJVOTDgwrmHKGLNV0FxPc/s1600/DSC_0044a.jpg" height="425" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">donna che prepara la lana per i materassi</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAEXzJUhxpDnB5XTlnDgEIneiWBeaUFmMpjX1XG77mqALqMP-SaulXuDSDTxMask1euX73XC_IAe8WKiwgrWFIDhq-XueVdQ_zgr9DvVmdg0LR33WOfhEMJAjuEucX2ebHXBCo7HAjpkHH/s1600/DSC_0055a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAEXzJUhxpDnB5XTlnDgEIneiWBeaUFmMpjX1XG77mqALqMP-SaulXuDSDTxMask1euX73XC_IAe8WKiwgrWFIDhq-XueVdQ_zgr9DvVmdg0LR33WOfhEMJAjuEucX2ebHXBCo7HAjpkHH/s1600/DSC_0055a.jpg" height="425" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUbWJW-36NIBs4h4CxW7DpBdvPYd9bNXacC9WFDa613NBPakVJd1msN9WM_N1LZNi68PvALlxwOiy96Jf9o7toPx7Ngo3W65w5lYPNYtHLDEwdmI6Fy-_M5nL_yNgW5UmewhfFtmN2RAPF/s1600/DSC_0070a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUbWJW-36NIBs4h4CxW7DpBdvPYd9bNXacC9WFDa613NBPakVJd1msN9WM_N1LZNi68PvALlxwOiy96Jf9o7toPx7Ngo3W65w5lYPNYtHLDEwdmI6Fy-_M5nL_yNgW5UmewhfFtmN2RAPF/s1600/DSC_0070a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0fuRcgvGPpq5I_np3LCM9LfWn05rAlRR0EI4bxBKiQKNvGUDTayfGwCdHSaOF7JHbjFDrxax9RGE8lejNQS_RNJhodIMJCOP3VQCm88uVOCEtf6lzinKT1Gf6i_TlRUDJZUfuCVQsTF9N/s1600/DSC_0087a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0fuRcgvGPpq5I_np3LCM9LfWn05rAlRR0EI4bxBKiQKNvGUDTayfGwCdHSaOF7JHbjFDrxax9RGE8lejNQS_RNJhodIMJCOP3VQCm88uVOCEtf6lzinKT1Gf6i_TlRUDJZUfuCVQsTF9N/s1600/DSC_0087a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEij-cZCBXzzlV6culp9l8V7g5U3jE-ZiCH5NnkxbATZn6qQ0gOtYjX8EXSaOjuzt4PsTFkd5lilRPbkPpr3K2IL_ceZ0skTzD1qPA7Ob6GbJwGG12bHt9yBrE5fCpdOI5i48ffOF6lhyziH/s1600/DSC_0090a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEij-cZCBXzzlV6culp9l8V7g5U3jE-ZiCH5NnkxbATZn6qQ0gOtYjX8EXSaOjuzt4PsTFkd5lilRPbkPpr3K2IL_ceZ0skTzD1qPA7Ob6GbJwGG12bHt9yBrE5fCpdOI5i48ffOF6lhyziH/s1600/DSC_0090a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJcahp7AmFTfb7eClHfW89q949SZT3xKleaP0KFXnZfHb8gygkVCTuV7jEg22KEm1pZZZiHRKRxbtlTTinTctRo2q1H9yX2pQJ7JuQlWO2yjAbLX33Iwup50c4_aKNzjSALp9eQ4xazPlG/s1600/DSC_0105a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJcahp7AmFTfb7eClHfW89q949SZT3xKleaP0KFXnZfHb8gygkVCTuV7jEg22KEm1pZZZiHRKRxbtlTTinTctRo2q1H9yX2pQJ7JuQlWO2yjAbLX33Iwup50c4_aKNzjSALp9eQ4xazPlG/s1600/DSC_0105a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXSF9SA0pOu1-aJl-BbA6I37ME9GIAmU7wLltEZCR-xmO9L0o-nd5WOu9f_mboQZR-UXF1HM5rIX8pAptpHmihBgMJ-YfsdvDbhlbS4OzhRhuek88HFn5vAs_Mn3GUUH70CyjeozowbtTF/s1600/DSC_0118a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXSF9SA0pOu1-aJl-BbA6I37ME9GIAmU7wLltEZCR-xmO9L0o-nd5WOu9f_mboQZR-UXF1HM5rIX8pAptpHmihBgMJ-YfsdvDbhlbS4OzhRhuek88HFn5vAs_Mn3GUUH70CyjeozowbtTF/s1600/DSC_0118a.jpg" height="426" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">dopo il vaccino, ai bembini e alle bambine viene segnato il dito sinistro con un pennarello, per non ripetere la somministrazione</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNC47CEqJUoBbh_ZcOFKJ0IUWoSYEcTxgAVPuCxbH2H1oBi89dnZ-kHPyfcLaPpj_r0EUgXocS6_CQIvlcDINZnZrRjp4b3PLsf3U80g-IGHu00QcvzTRtDM84tS8v8dYmzNXaWMu-JFWC/s1600/DSC_0123a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNC47CEqJUoBbh_ZcOFKJ0IUWoSYEcTxgAVPuCxbH2H1oBi89dnZ-kHPyfcLaPpj_r0EUgXocS6_CQIvlcDINZnZrRjp4b3PLsf3U80g-IGHu00QcvzTRtDM84tS8v8dYmzNXaWMu-JFWC/s1600/DSC_0123a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiFDR1ptuQ_HWWfcW0upasQBy_D6VDNtKUqsxiGS5nA7eA4sSqyrNbkEoVTDzF_VydxyZl56VLfHNP14SLykFbdtebJQKJphmFbkMmSkiJRyRRXLYxBkKUv_FdRyingJxykEVyvcXdeDOd/s1600/DSC_0142a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiFDR1ptuQ_HWWfcW0upasQBy_D6VDNtKUqsxiGS5nA7eA4sSqyrNbkEoVTDzF_VydxyZl56VLfHNP14SLykFbdtebJQKJphmFbkMmSkiJRyRRXLYxBkKUv_FdRyingJxykEVyvcXdeDOd/s1600/DSC_0142a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBGxjvd3ONJCKhJDuKSZlSVH_2jYceZOAPU84bDl1KKntp6_DNF8l73MipgEY0fO6U-PsO7ArPqe1TVYrKpqoTSED6hU5-DAUZVkYUYBIx3MoANp_NLcXpmaVc5K9IELsLDyYsJdnSfU0k/s1600/DSC_0151a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBGxjvd3ONJCKhJDuKSZlSVH_2jYceZOAPU84bDl1KKntp6_DNF8l73MipgEY0fO6U-PsO7ArPqe1TVYrKpqoTSED6hU5-DAUZVkYUYBIx3MoANp_NLcXpmaVc5K9IELsLDyYsJdnSfU0k/s1600/DSC_0151a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv9sBW5zDDP2XS1kp57lLRottFwLSlcv4AokDhdK79-7JuT8dJ3u1-mSlhu4jeGh0lFsN-opLqx9EzVmkWwWimZEdB2ksIeht3pwB6XKxAJCGiNkV8e15QlV08XqkQzqYiHuKGUei-yGqZ/s1600/DSC_0160a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv9sBW5zDDP2XS1kp57lLRottFwLSlcv4AokDhdK79-7JuT8dJ3u1-mSlhu4jeGh0lFsN-opLqx9EzVmkWwWimZEdB2ksIeht3pwB6XKxAJCGiNkV8e15QlV08XqkQzqYiHuKGUei-yGqZ/s1600/DSC_0160a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-U570pPD7QyYf8-yeC2YVX5jagRQdU72FBH3y2I5ddf1ysNs5p09W89moUfE9UdqMlB8RDJEJqPrHbxUD0yTB0283Z9ker6zENETyttwDKVjphpRvNyWfEEFQYWZs80EDhzjnaxWpYsDC/s1600/DSC_0161a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-U570pPD7QyYf8-yeC2YVX5jagRQdU72FBH3y2I5ddf1ysNs5p09W89moUfE9UdqMlB8RDJEJqPrHbxUD0yTB0283Z9ker6zENETyttwDKVjphpRvNyWfEEFQYWZs80EDhzjnaxWpYsDC/s1600/DSC_0161a.jpg" height="640" width="426" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDJCXx8fUNSa7Z943sksF6gaRC1mYb72L0LCWKqQhm24zhKdhnwXPASsXhrdRMhNzDA10uozIHYFHOpHPeIeKBwgeLbpmAUslCth0aJ7P2Zc9n757HXNADuW_fIYEbQNWEQBfTffDH9N-2/s1600/DSC_0199a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDJCXx8fUNSa7Z943sksF6gaRC1mYb72L0LCWKqQhm24zhKdhnwXPASsXhrdRMhNzDA10uozIHYFHOpHPeIeKBwgeLbpmAUslCth0aJ7P2Zc9n757HXNADuW_fIYEbQNWEQBfTffDH9N-2/s1600/DSC_0199a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin1j42htDhqHq-k1WaWxzSZ4PrRdTLvZhke8_wo5Dvh8Gihx7moNeD1dmR8jrkgmAgcYzFhTH-CozugUTjorz9eKUOKN4hN7QVwhjDSOMAdFMNC-skuhATLc87K7Uk_muvZ7TkmQcdw6vF/s1600/DSC_0204a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin1j42htDhqHq-k1WaWxzSZ4PrRdTLvZhke8_wo5Dvh8Gihx7moNeD1dmR8jrkgmAgcYzFhTH-CozugUTjorz9eKUOKN4hN7QVwhjDSOMAdFMNC-skuhATLc87K7Uk_muvZ7TkmQcdw6vF/s1600/DSC_0204a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2a2QY5k8_VL0X6ZY7hy9FrtOC2mf-KgeS1U2Iel0aiW5cIVwwdJNUtlE0Y57xsNpZ9sGVb5gYn2NHe00Gq0Hl6KkqjAfZZk59irCoLsr6gmRWIRYa2JbOeGi4wFY8gXbg9zJSlU6VmP6Y/s1600/DSC_0212a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2a2QY5k8_VL0X6ZY7hy9FrtOC2mf-KgeS1U2Iel0aiW5cIVwwdJNUtlE0Y57xsNpZ9sGVb5gYn2NHe00Gq0Hl6KkqjAfZZk59irCoLsr6gmRWIRYa2JbOeGi4wFY8gXbg9zJSlU6VmP6Y/s1600/DSC_0212a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqEF6jogpSNDUnb3yssxW20ak2JKpHzrdc3UGhNonf8OVnyQTArbEvLG3Mxn8k2iJ6_s_6ug4w7uZXw8Zi4B0diBrsQyAfV6C-0iIAppu2kZ8TfSsA7Hpr-G7MlwcVyHq1TibPNxnROr0A/s1600/DSC_0217a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqEF6jogpSNDUnb3yssxW20ak2JKpHzrdc3UGhNonf8OVnyQTArbEvLG3Mxn8k2iJ6_s_6ug4w7uZXw8Zi4B0diBrsQyAfV6C-0iIAppu2kZ8TfSsA7Hpr-G7MlwcVyHq1TibPNxnROr0A/s1600/DSC_0217a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5YN66yEYlfw3zIWahTrQ3LjG01ydHJRNK59bgXTqIl3YzxqSd9sM8MdCUhZQW9tZcpzJrLLvxmVS7MqY3zUsjiQj4dZaUu892RjKcywBRfmH8FokEAY5HEeREJCdSCZzZW-8BtF1cDutT/s1600/DSC_0233a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5YN66yEYlfw3zIWahTrQ3LjG01ydHJRNK59bgXTqIl3YzxqSd9sM8MdCUhZQW9tZcpzJrLLvxmVS7MqY3zUsjiQj4dZaUu892RjKcywBRfmH8FokEAY5HEeREJCdSCZzZW-8BtF1cDutT/s1600/DSC_0233a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYNZaAhWHJINy8wU2h4EGLyw-xGDANioVY5f2OsbPlqN4xv6XM2pcdXvJgETfEQQ8mEi2UzfEHn7PmLX7SfIiFOxfR2lcJfeT7lZTrpA3MENASMkIznfCTu9kh9439K_mqgC1y3BlLz13_/s1600/DSC_0236a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYNZaAhWHJINy8wU2h4EGLyw-xGDANioVY5f2OsbPlqN4xv6XM2pcdXvJgETfEQQ8mEi2UzfEHn7PmLX7SfIiFOxfR2lcJfeT7lZTrpA3MENASMkIznfCTu9kh9439K_mqgC1y3BlLz13_/s1600/DSC_0236a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJXeXoBdkuR9FiuJwu-MYjugkYtlvROpSp21G7IcOZYb2CDKsPCaXPPeB7DPQBK8KpT3A0CGByeSi5z1wkffV10xccoxoYZXTpV1MTNxjO3no3FTuPFFpattixbfj6_n__RstlJ6Xd-3s1/s1600/DSC_0256a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJXeXoBdkuR9FiuJwu-MYjugkYtlvROpSp21G7IcOZYb2CDKsPCaXPPeB7DPQBK8KpT3A0CGByeSi5z1wkffV10xccoxoYZXTpV1MTNxjO3no3FTuPFFpattixbfj6_n__RstlJ6Xd-3s1/s1600/DSC_0256a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5kuFikIP3v6eC16PU8Ws7xabS0SrOVZ0Bv3MEtbp7lTZhbFs5a5Yj9jgJZl95u_UyVPTIOTEJ0Mfd0DHIOlkOWautZa4OEwOsYmLezkiB5hK1_I9BaQTUog-Ex7kbubzCkybYoxR0hk-r/s1600/DSC_0266a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5kuFikIP3v6eC16PU8Ws7xabS0SrOVZ0Bv3MEtbp7lTZhbFs5a5Yj9jgJZl95u_UyVPTIOTEJ0Mfd0DHIOlkOWautZa4OEwOsYmLezkiB5hK1_I9BaQTUog-Ex7kbubzCkybYoxR0hk-r/s1600/DSC_0266a.jpg" height="426" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alcuni sono riusciti a portare le proprie capre da Shengal</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2mSNLo-IBVwmYfj07NXrHaRkMT0x2B5YFzQ4Vd0A2LG9esi0tXRGTDGx6EsVyiDkcL6Z20O1Mw2HT2yX8XWd4XpwfcvJ1sZArwkd2Wcy3FlfwIi6xYsdWxXcSm4gh-eP8bTNDsq4DR4ZC/s1600/DSC_0278a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2mSNLo-IBVwmYfj07NXrHaRkMT0x2B5YFzQ4Vd0A2LG9esi0tXRGTDGx6EsVyiDkcL6Z20O1Mw2HT2yX8XWd4XpwfcvJ1sZArwkd2Wcy3FlfwIi6xYsdWxXcSm4gh-eP8bTNDsq4DR4ZC/s1600/DSC_0278a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW5N8ykoslwYiZtTreCCUGvrY2nl2atZRgRklcPGFtK_tIo5-GJAcJw8vV2tB1JrwZxpujKO8-ptzg1iRu4tisikIH_0b5gNTxP8Zb8Rb5JCNG365fosLdRaY-SImEBfue8j1Z1zb5iz8g/s1600/DSC_0280a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW5N8ykoslwYiZtTreCCUGvrY2nl2atZRgRklcPGFtK_tIo5-GJAcJw8vV2tB1JrwZxpujKO8-ptzg1iRu4tisikIH_0b5gNTxP8Zb8Rb5JCNG365fosLdRaY-SImEBfue8j1Z1zb5iz8g/s1600/DSC_0280a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjifDR9XfBGaQ4x4kqdtHouWrme7ZXBH4RPkaFOVtxkuoKh7bxY1WBcxAB5-hAzMS44xeqZzmRE6F4HeOT9Kw4BDh9ghn9lfF6aczS0-Cx9WGtbOQRGuhcn1DMRSykthZnRK_S1bKUBbinv/s1600/DSC_0284a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjifDR9XfBGaQ4x4kqdtHouWrme7ZXBH4RPkaFOVtxkuoKh7bxY1WBcxAB5-hAzMS44xeqZzmRE6F4HeOT9Kw4BDh9ghn9lfF6aczS0-Cx9WGtbOQRGuhcn1DMRSykthZnRK_S1bKUBbinv/s1600/DSC_0284a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1F0h3UlyQnve_yAK2oMbMDtdgpW5748ALPOFoXmViJbO9CLutyQHLPXoIMvSDPe1xZTi-SrhtozPkoLSnC3RWgm55LQtWXcHuXuqkD7PxC0FfiJDevsfGbFFEOk_G1mSD2-5m5FS0dZUT/s1600/DSC_0293a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1F0h3UlyQnve_yAK2oMbMDtdgpW5748ALPOFoXmViJbO9CLutyQHLPXoIMvSDPe1xZTi-SrhtozPkoLSnC3RWgm55LQtWXcHuXuqkD7PxC0FfiJDevsfGbFFEOk_G1mSD2-5m5FS0dZUT/s1600/DSC_0293a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh922wl7V0llXAo9IAKinJhUsGC30xvmPrVZr_UbDXM-OQCLq-voexfRM6K7Qj0Fz2vFcVwa40l6ULSc5RE7fodyykblVG82FawOszCvZmDHqr5HV2Wdq4H4q4n5pWUd9Jm77IqxIFV6ncC/s1600/DSC_0323a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh922wl7V0llXAo9IAKinJhUsGC30xvmPrVZr_UbDXM-OQCLq-voexfRM6K7Qj0Fz2vFcVwa40l6ULSc5RE7fodyykblVG82FawOszCvZmDHqr5HV2Wdq4H4q4n5pWUd9Jm77IqxIFV6ncC/s1600/DSC_0323a.jpg" height="640" width="426" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjL2aT7aZ87Xl-5KQXmhg7Wv0nN5Sba1WuYctdaBdPKkmoa6AwqcBxWaiv__cs8v5vAweU9AfA6FgPwyaDS5tEGJYTd16_B_sTZCz8IE120tVSej33UfNLrklIoDpn5Xi-skBGlgK-UZMgj/s1600/DSC_0324a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjL2aT7aZ87Xl-5KQXmhg7Wv0nN5Sba1WuYctdaBdPKkmoa6AwqcBxWaiv__cs8v5vAweU9AfA6FgPwyaDS5tEGJYTd16_B_sTZCz8IE120tVSej33UfNLrklIoDpn5Xi-skBGlgK-UZMgj/s1600/DSC_0324a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMCHV-Zlyq4Mbj74v1IthiiM6Ovwya-5zWt91arUHOueHLRzs_rm6yaeq4reEo3CHFy8rtHRkGTZZIwzpE97EMZIAnHbQhYMllbgyuzpw_uzksIRe5hjxwjWR3HdhL3O3Xhc6hPj_rWfXN/s1600/DSC_0331a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMCHV-Zlyq4Mbj74v1IthiiM6Ovwya-5zWt91arUHOueHLRzs_rm6yaeq4reEo3CHFy8rtHRkGTZZIwzpE97EMZIAnHbQhYMllbgyuzpw_uzksIRe5hjxwjWR3HdhL3O3Xhc6hPj_rWfXN/s1600/DSC_0331a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgh6uRPIeBZRlU0FoYTEAwO10_Wybykszcg04i2zTpK4JP-u7hFLKOOOC4z8WkCSCrHbntygvdOukla3PC75HxMGVyTFp7wtjeNvKTR6GHJsoC4CSKYCeqKda1gzTqrD07c70R_HxKrSkv0/s1600/DSC_0346a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgh6uRPIeBZRlU0FoYTEAwO10_Wybykszcg04i2zTpK4JP-u7hFLKOOOC4z8WkCSCrHbntygvdOukla3PC75HxMGVyTFp7wtjeNvKTR6GHJsoC4CSKYCeqKda1gzTqrD07c70R_HxKrSkv0/s1600/DSC_0346a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGkxPGBlviQ6SEwgUZJfGsS0MC9FWncxhtKqVCVm0Uil5uwvbKYoCJAxKz6jLfj7al0J6syFL7H1Qn7dJaTYtbKA5ISKuRhSIYeGyAyKjLBCr63_VTLiffhXhtQVgBkT1XEoC6BKnbg1t2/s1600/DSC_0361a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGkxPGBlviQ6SEwgUZJfGsS0MC9FWncxhtKqVCVm0Uil5uwvbKYoCJAxKz6jLfj7al0J6syFL7H1Qn7dJaTYtbKA5ISKuRhSIYeGyAyKjLBCr63_VTLiffhXhtQVgBkT1XEoC6BKnbg1t2/s1600/DSC_0361a.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-88769979982639692182014-11-22T16:47:00.002+02:002014-11-22T16:54:43.558+02:00dati sulla situazione dei profughi di Kobane<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Dal
momento che è stata avviata una raccolta fondi per i profughi di
Kobane, sembra utile riassumere in poche righe quale sia la
situazione dei suddetti profughi nell'area di Suruc. I dati sono
stati presi dal documento “cirrenty situation of Kobane and
emergency strategic objectives report” redatto dalla municipalità
di Suruc. In questo post non mi concentrerò particolarmente sulla gestione collettiva e democratica di questi campi. in quanto ho già affrontato l'argomento qui: http://libera-palestina.blogspot.com.tr/2014/11/servono-volontari-suruc-e-anche-soldi.html (dove tra l'altro incontrerete anche alcune foto di profughi e campi)</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Alcuni
dati:</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">numero
totale di profughi di Kobane che sono attivati nella provincia di
Urfa: 150.000</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">numero
di profughi che stanno nei due campi profughi gestiti dallo Stato
turco: 6.120</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">nella
zona di Suru<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">ç</span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">
– Aligor sono presenti altri 47.313 profughi,</span> le cui
esigenze vengono curate in maniera autogestita, con l'aiuto della
municipalità e di altre organizzazioni di base.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span style="font-size: medium;"><b>La
situazione nei singoli campi:</b></span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"></span></span><br />
<a name='more'></a></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<u><span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Campo
“Ar<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">î</span>n Mirxan”:</span></span></u></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Sono
presenti 3037 persone in 488 famiglie, 459 tende e 2 containers, in
un'area di circa 24 acri di terreno. Le tende dove abitano famiglie
sono 440, mentre altre tende sono usate come magazzini, per le scuole
(sebbene non siano ancora iniziate le lezioni), per attività
culturali ed artistiche, per supporto psicosociale; e i due container
sono usati come infermeria e supporto logistico.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">I
pavimenti delle tende sono isolati con pietre da pavimentazione, e i
passaggi tra le tende sono stati coperti di sassi per evitare la
formazione di fango, esiste l'illuminazione ma ancora non c'è
elettricità, e questo comporta problemi principalmente per il
riscaldamento. Sono presenti 20 bagni e la costruzione di
infrastrutture sanitarie, fontane per l'acqua e serbatoio per l'acqua
è in corso.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<u><span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Campo
“Suphi Nejad”:</span></span></u></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Sono
presenti 1100 persone in 170 famiglie, ripartite in 85 tende in
un'area di 10 cari di terreno, di cui 40 in un'area circondata da
muri e le altre all'aperto. Esiste un'infermeria ma non
infrastrutture scolastiche, sebbene alcune tende siano adibite a
questo scopo.
</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<u><span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Campo
“Rojava”:</span></span></u></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Sono
presenti 1100 persone in 220 famiglie, ripartite in 110 tende, in
un'area di 12 acri di terreno. Qui manca l'isolamento sul fondo delle
tende, manca l'elettricità (la luce viene fornita da un faro della
vicina fabbrica). Sono presenti 24 bagni e la costruzione delle
infrastrutture sta procedendo.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<u><span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Campo
“Kobane”:</span></span></u></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Sono
presenti 1471 persone in 257 famiglie, ripartite in 211 tende. C'è
elettricità ma non è sufficiente per il riscaldamento, sebbene
tutte le tende abbiano ora una stufa elettrica. Le infrastrutture per
l'istruzione non sono sufficienti, sono presenti 8 bagni ed altri 24
sono in via di costruzione.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<u><span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span></u>
</div>
<u><span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></u>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<u><span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Campo
“Kader Ortakkaya”:</span></span></u></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Sono
presenti 3156 persone in 257 famiglie, ripartite in 211 tende in 16
acri di terreno. La corrente è sufficiente per l'illuminazione ma
non per il riscaldamento. La costruzione delle infrastrutture per
questo campo è ancora in corso.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">20.101
profughi in quest'area si trovano inoltre per strada o ospiti da
altre famiglie o in altro tipo di rifugi.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><span style="font-size: medium;"><b>Le
priorità:</b></span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<u><span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Centri
di salute provvisori:</span></span></u></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">sono
necessari sia i container che il materiale d'emergenza (che va dai
camici, al materiale dentistico; dai moduli per chirurgici alle
macchine per raggi x). I dettagli di questo progetto e i
finanziamenti necessari non sono ancora stati definiti con
precisione.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<u><span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span></u>
</div>
<u><span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></u>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<u><span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Scuole
provvisorie per 4-8 mesi:</span></span></u></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Lo
scopo del progetto è quello di fornire un'istruzione ai bambini in
età scolare che possa tenerli per quanto possibile lontani dalle
difficili condizioni di vita e si prenda cura della loro sapute
mentale, fisica e psicologica. Il progetto coinvolge bambini dell'età
di 5-11 anni così ripartiti: 245 dal campo “kobane”, 246 dal
campo “Rojava”, 250 da uno dei campi gestiti dal governo turco,
300 dal campo “Arin Mirxan”. Il progetto prevede la costruzione
di centri culturali e di scuole, con la funzione di offrire lezioni
di matematica, curdo, turco, scienze, ed educazione fisica che
possano mantenerli in contatto con la loro istruzione e che possa
permettere agli insegnanti provenienti da Kobane di lavorare ancora.
La lingua in cui verrà portata avanti l'istruzione sarà il curdo,
lingua che si continuerà ad usare nel caso in cui i ragazzi
torneranno a Kobane o che verrà integrata con il turco se rimarranno
a Suruc.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Il
progetto è portato avanti in collaborazione con “Mardin Artuklu
University Institute of Living Lenguages” e il ramo di Sanlurfa di
“EGITIM-SEN”. Il costo totale del progetto è stimato in 357.000
lire turche (circa 130.000 euro).</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><u>Creare
“la città di Kobane” con 10.000 abitazioni sostenibili in cui
possano abitare 60.000 persone:</u></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">L'idea
è quella di creare una città di container, vicino al centro di
Suruc, in un'area di 500.000 m<sup>2</sup>, in cui vengano situati
8000container di 27 m<sup>2</sup> ciascuno. Secondo il progetto
saranno presenti 4 centri culturali prefabbricati, di 100 m<sup>2</sup>
ciascuno; 8 scuole prefabbricate di 100 m<sup>2</sup> ciascuna. Si
cercherà così di creare un ambiente salutare, autonomo, e
democratico per i rifugiati di Kobane; in cui siano presenti spazi
ricreativi per i bambini, centri per la salute, e via dicendo;
riuscendo inoltre a mantenere unite nella stessa area le persone
provenienti da una stessa città.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Nell'immagine
trovate il conto a cui versare le donazioni anche in euro.
Considerati i costi dei versamenti internazionali, si consiglia però
di effettuare il versamento una volta raggiunta una somma
consistente, tra più eventi od organizzazioni.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7Gpe6lzxci5eth8mXSB45RzAyvHAmPfF5933g17uKEeE4xDMdn7Hxgp8SImRdoqaikWPjSvrub5irGXNUUt1vWLS1ghxsmtuAoJf5ZACPzmEg_v6TxUOiBO5aRzIyPwkwdBcRbj4Nm5y0/s1600/acil+destek+IT.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7Gpe6lzxci5eth8mXSB45RzAyvHAmPfF5933g17uKEeE4xDMdn7Hxgp8SImRdoqaikWPjSvrub5irGXNUUt1vWLS1ghxsmtuAoJf5ZACPzmEg_v6TxUOiBO5aRzIyPwkwdBcRbj4Nm5y0/s1600/acil+destek+IT.jpg" height="266" width="400" /></a></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-55035921270349682952014-11-21T13:51:00.002+02:002014-11-21T13:52:31.839+02:00Jin, Jîyan, Azadî<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }a:link { }</style>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">C'è uno slogan,
qui, che vuol dire più o meno “che le donne vivano in libertà”:
“Jin, Jîyan, Azadî”. Mi è stato chiesto di scrivere qualche
cosa sulle donne curde. Avrei voluto scrivere del fatto che è solo
nel combattere che la donna si emancipa davvero, che è nella lotta
che la donna arriva ad essere completa. Eppure mi sembra banale, mi
sembra un'ovvietà. Ciononostante, il fatto che queste donne prendano
le armi va al di la delle lotte femministe dei nostri Paesi, è
proprio un gesto che si pone su un altro livello.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Qui le donne
combattono.</span></span><span style="background-color: black;"><span style="color: white;"> Per la libertà.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"></span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">E non lo fanno per
apparire davanti ad una telecamera o macchina fotografica, come
modelle esibizioniste. Non lo fanno per essere più belle. Vi basti
pensare a questo: in molti, quando dall'occidente guardano le foto di
queste orgogliose combattenti, la prima cosa che dicono è: “come
sono belle!”. Non importa se per belle intendono belle fisicamente
o belle dentro per il loro orgoglio e la loro fierezza, non è questo
il punto... il punto è che noi occidentali, quando vediamo delle
donne combattere, pensiamo a quanto sono belle (o in alcuni casi
addirittura che le donne non dovrebbero combattere, quasi come se
combattendo una donna smettesse di essere tale) e non alla ragione
per cui combattono. Fossero uomini, faremmo le stesse esclamazioni?
Si certo, le donne che combattono sono belle. Sono bellissime. E
cantano splendidamente. E permettetemi di dire che anche gli uomini
che combattono sono belli, bellissimi, e cantano splendidamente. Ma,
ugualmente, non è questo il punto.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Qui le donne
combattono.</span></span><span style="background-color: black;"><span style="color: white;"> Per la libertà.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Una compagna,
qualche giorno fa, parlando mi spiegava come le donne combattenti
secondo lei non portino avanti davvero una battaglia femminista. Di
sicuro non è una battaglia femminista secondo i nostri canoni,
perché queste don<span style="background-attachment: scroll; background-clip: border-box; background-image: none; background-origin: padding-box; background-position: 0% 0%; background-repeat: repeat; background-size: auto auto;">ne, almeno
per ora,</span><span style="background-attachment: scroll; background-clip: border-box; background-image: none; background-origin: padding-box; background-position: 0% 0%; background-repeat: repeat; background-size: auto auto;"> non mettono in
campo azioni </span><span style="background-attachment: scroll; background-clip: border-box; background-image: none; background-origin: padding-box; background-position: 0% 0%; background-repeat: repeat; background-size: auto auto;">esplicitamente
volte esclusivamente al</span><span style="background-attachment: scroll; background-clip: border-box; background-image: none; background-origin: padding-box; background-position: 0% 0%; background-repeat: repeat; background-size: auto auto;">la
fine delle violenze dell'uomo sulla donna, perché non chiedono
cambiamenti sociali nei villaggi e città da cui provengono. Per
intenderci, </span><span style="background-attachment: scroll; background-clip: border-box; background-image: none; background-origin: padding-box; background-position: 0% 0%; background-repeat: repeat; background-size: auto auto;">in questo
momento </span><span style="background-attachment: scroll; background-clip: border-box; background-image: none; background-origin: padding-box; background-position: 0% 0%; background-repeat: repeat; background-size: auto auto;">le YPJ</span><span style="background-attachment: scroll; background-clip: border-box; background-image: none; background-origin: padding-box; background-position: 0% 0%; background-repeat: repeat; background-size: auto auto;">
non stanno lottando esplicitamente per avere più asili nido a cui
lasciare i figli quando vanno a lavorare, o per indennità di
maternità, o per matrimoni più elastici, </span><span style="background-attachment: scroll; background-clip: border-box; background-image: none; background-origin: padding-box; background-position: 0% 0%; background-repeat: repeat; background-size: auto auto;">o
per poter scopare con chi vogliono senza essere giudicate. Anzi, mi è
stato spiegato che per le combattenti sono proibiti i rapporti
sessuali, come tra l'altro lo sono per i combattenti (cosa che, in un
contesto di guerra, mi sembra abbastanza sensata). Quin</span>di,
quello che fanno queste combattenti, credo di poter dire che ha poco
a che fare con quello che rappresentano le lotte per l'emancipazione
femminile in occidente. Senza nulla togliere alle lotte per gli asili
nido o per la libertà sessuale, beninteso.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Qui le donne
combattono.</span></span><span style="background-color: black;"><span style="color: white;"> Per la libertà.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Combattono per la
libertà del Rojava. Combattono per non essere vendute come merce ai
fascisti dalle bandiere nere che inneggiano ad in dio che non ha
nulla a che fare con Allah. Combattono perché vogliono essere
libere. Le donne del Rojava hanno la loro formazione militare, e sono
in mille dentro Kobane. Voci di corridoio dicono che di donna
occidentale, con loro, ce ne è una, mentre di uomini occidentali ce
ne sono una 50ina. Sorpresa sorpresa! Con tutte le lotte per
l'emancipazione femminile, perché e “nostre” donne non
combattono? Immagino che chi legge sappia perfettamente che nella
società occidentale la donna non è affatto emancipata. Eppure,
forse, qualcuno ancora sperava che negli ambienti militanti, tra
compagni/e, la donna lo fosse. Non c'è nulla da fare:
nell'immaginario del civilizzato occidente, chi imbraccia le armi è
uomo.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Qui le donne
combattono.</span></span><span style="background-color: black;"><span style="color: white;"> Per la libertà.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">E non è assente, da
questo combattere, dal fatto che le compagne vogliano emanciparsi,
l'idea di lottare contro qualsiasi forma di oppressione: quella
dell'uomo sulla donna, ma anche quella dell'uomo sulla natura. Il
meccanismo per cui ad Asankayef le dighe distruggono terreni e
villaggi, per cui le industrie devastano la natura per l'interesse di
pochi, è lo stesso che prevede la prevaricazione dell'uomo sulla
donna. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Qui le donne
combattono. Per la libertà.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Combattono andando
controcorrente: in molti luoghi e villaggi questo è visto come una
cosa strana, sconsigliata. E, nonostante in molti casi continui ad
essere una cosa strana e sconsigliata, la mentalità generale sta
cambiando. E non sta cambiando nel senso che in tv si vedono più
modelle, non sta cambiando nel senso che c'è la nostra libertà
sessuale. Sono gli occhi che guardano le donne che sono cambiati.
Soprattutto, gli occhi con cui le donne guardano se stesse.
</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Lottare perché la
donna sia libera, significa lottare per la libertà di tutti. “Jin,
Jîyan, Azadî”, perché le donne vivano in libertà. E contro
tutte le forme di oppressione.</span></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-26030248016169030692014-11-16T17:59:00.000+02:002014-11-16T18:16:59.742+02:00Bijî YPJ! Bijî YPG! <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Mi
continuano a mostrare foto di persone che mi raccontano che poi sono
state ammazzate. Di persone rapite dall'ISIS. E mi dicono che
vogliono andare a combattere. Sono ragazzini ventenni, o meno che
ventenni. Sono uomini di 30 anni, o anche di 40. E qualche volta mi
domando perché. Cioè, cosa spinga un ragazzo o una ragazza ad amare
la vita al punto da combattere rischiando di perderla. Rischiando di
perderla pur di avere una vita che valga la pena di essere vissuta.</span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">E
i curdi turchi lo sanno, certo che lo sanno, che se tornano poi c'è
la polizia turca che li incarcera, perché li considera parte di
un'organizzazione illegale. Sanno benissimo che per diverso tempo
saranno in pericolo nelle loro terre. Tutti coloro che stanno
dall'altra parte a difendere concretamente la loro terra, siano
turchi, siriani o anche nelle decine di occidentali presenti, sanno
che potrebbero rimanere bloccati dall'altra parte del confine per
mesi se non anni, perché è sempre possibile che l'ISIS si prenda
anche questo lato della città. Questi combattenti non solo sanno che
potrebbero essere rapiti o morire, ma anche che potrebbero vedere i
loro migliori amici.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">Le
informazioni ufficiali parlano di circa 1000 donne dentro le YPJ e
qualche migliaio di uomini dentro le YPG. Qualcuno mi ha detto che è
come la rivoluzione in Spagna. Qualcuno mi ha detto che è per la
libertà. Qualcuno spiegava che è la guerra delle donne, che sono
loro le protagoniste. Qualcuna, cantava canzoni (le canzoni dicono
molto, da queste parti, dove praticamente l'unica canzone italiana
che conoscono è bella ciao). Qualcuno combatte anche per poter
parlare la propria lingua, e ancora una volta canta canzoni, perché
quando era proibito scrivere o leggere in curdo era tramite le
canzoni che si tramandavano le storie. Qualcuno diceva che dentro
l'ISIS ci sono tutti gli interessi occidentali, e vuole combatterlo
per difendere la proposta fondamentalmente diversa che è
rappresentata dal Rojava. Qualcuno difende la libertà del Rojava,
appunto, la partecipazione diretta alle decisioni,
l'antiautoritarismo. Qualcuno, spiega che il vero nemico dei curdi è
Erdogan, e che l'ISIS è solo un suo riflesso. Qualcuno va perché le
foto della sua casa, della sua famiglia, della sua gente, dei suoi
animali...tornino ad esser vita reale. Qualcuno perché da il cambio
al fratello, che è giusto che si riposi. Qualcuno, dice che comunque
non riuscirebbe a vivere sapendo di non avere combattuto. Qualcuno
combatte per i bambini, che alzano le due dita in segno di vittoria,
e che urlano "</span><span style="background: #000000;">Bijî
YPJ! Bijî YPG!</span><span style="background: #000000;">” (viva YPJ; viva YPG), perché sanno che è l'unica
possibilità, per loro, di tornare a casa e non passare la vita come
profughi. </span></span>
</div>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">E
chi va a combattere, ma anche chi resta da questa parte in
solidarietà, è “Heval”. “Heval” cerca di indovinare di cosa
hai bisogno prima che tu lo chieda. “Heval” sta al tuo fianco
quando sei malata. “Heval” porta aiuti per i profughi da
Istanbul, o da Amet, o da qualsiasi altra città. “Heval”
imbraccia un fucile e combatte. “Heval” sa che è importante
condividere tutto. “Heval” non si declina al maschile o al
femminile, è lo stesso per tutte/i. Se chiedi la traduzione di
“Heval”, qui rispondono che significa amico. Il fatto è che qui
ci si chiama con l'appellativo di “Heval” anche tra persone che
non si conoscono. Tra persone che non parlano la stessa lingua (ma,
si sa, l'essenziale non si comunica a parole). “Heval” si usa
tra persone che sono accomunate da qualche cosa di più dell'essere
amici. Da un obiettivo comune, molto molto concreto, che ha poco a
che vedere col sogno e molto con la vita vissuta. La traduzione
esatta di “Heval” è compagno/a, ed è una parola bellissima.
“Heval” è già di per se una buona ragione per combattere.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="background: #000000;">E
vorrei gridare in faccia a tutti questi buonisti, a cui la guerra
sembra una cosa brutta perché non hanno ancora trovato la loro
ragione per combattere, vorrei dichiarare di fronte a questi
perbenisti che si sentono abbastanza in alto da giudicare
negativamente qualsiasi arma od uniforme, che se io non sono
dall'altra parte con un fucile in mano, forse è davvero solo perché
ancora non amo la vita abbastanza. Non amo la vita abbastanza da
rischiare di perderla per averne una che valga la pena di essere
vissuta.</span></span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwqLF9zrsvV9cZdCmNVTk0NItNnKtPS8-RwgvsKOoHZQDp93z6sp3wSu132wcl8mWudDyVzGk_B2O9Vs8p7mFkMhmEMpo6sNYh1kFAqa33QtxDlnORPwVULBGcztWb3BOFhPVz6Guq8A3L/s1600/DSC_0047b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwqLF9zrsvV9cZdCmNVTk0NItNnKtPS8-RwgvsKOoHZQDp93z6sp3wSu132wcl8mWudDyVzGk_B2O9Vs8p7mFkMhmEMpo6sNYh1kFAqa33QtxDlnORPwVULBGcztWb3BOFhPVz6Guq8A3L/s1600/DSC_0047b.jpg" height="425" width="640" /></a></div>
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-79624307802735149032014-11-02T18:55:00.000+02:002014-11-08T10:26:37.655+02:00Servono volontari a Suruc... e anche soldi :)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiAcYjK0eTK7fCx-DxSsgIb8tCwL5kzYHq88LUfreBHgqQDC-VqufvMJBVL9XXzWTkN5_rPmluUY5c9Vi9w9xOjjbnEgpRKjQZFAD05bSvwAqkfZtBwltGixS9CNppNSfMZdTMF3MSyFxN/s1600/DSC_0058a.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiAcYjK0eTK7fCx-DxSsgIb8tCwL5kzYHq88LUfreBHgqQDC-VqufvMJBVL9XXzWTkN5_rPmluUY5c9Vi9w9xOjjbnEgpRKjQZFAD05bSvwAqkfZtBwltGixS9CNppNSfMZdTMF3MSyFxN/s1600/DSC_0058a.jpg" height="213" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpV3V5KoU2RF8xSOoLf3szAy9EHjZaKkccl6vzmAYepb6whhgngWKLgI5paLsIHK_5A6azrU1woE30YnQa4ETOHLSfKbfwZHu0OYq-0au8IMhSFcVv-GrAKoTLSY8G-AuNGLe6MHYyTgNn/s1600/DSC_0064a.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Da Kobane circa 150.000 profughi sono scappati in Turchia. Ora, mi dicono che Erdogan sostiene che si prende cura dei bisogni di tutti questi 150.000, ma nell'unico campo profughi gestito dal governo turco sono presenti intorno alle 12.000 persone. Le altre, sono in altri campi o ospiti in altre case, o in altre città. Issam è volontario nel deposito dove si organizzano gli aiuti, e spiega che, nella città di Suruc, sono presenti altre 40.000 persone di Kobane oltre alle 12.000 nel campo governativo: esse si trovano in campi profughi gestiti da volontari o in case che li ospitano. Le donazioni per mantenerli vengono da tutto il mondo, chi lavora nel deposito del materiale o al montaggio tende sono volontari perlopiù curdi e in buona parte giovanissimi: organizzazioni come l'ONU non si fanno vedere e non sono presenti. Nessuno è professionista, e i volontari restano per qualche settimana. La cosa incredibile, è che tutto questo funziona. I campi vengono montati, il cibo viene distribuito, nel deposito vengono separati gli aiuti che arrivano. La situazione, però, resta precaria. Resta precaria perché, come spiega Issam, se oggi smettessero di arrivare aiuti, quelli presenti basterebbero per due settimane (il latte e cibo per bambini però finirebbero in una settimana); e anche se la guerra a Kobane finisse ora, se i fascisti dell'ISIS se ne andassero adesso, ci vorrebbero almeno altri due anni per ripulire la città dagli ordigni inesplosi e ricostruire le case distrutte. Quindi, se da un lato è bellissimo vedere come l'organizzazione dal basso permetta di sopperire comunque ai bisogni di moltissime persone, dall'altro da qui parte un appello per l'arrivo di altri volontari a lavorare, che possano dare il cambio a quelli presenti, e per l'arrivo di materiale di prima necessità (o soldi per comperarlo).</span></span></div>
<a name='more'></a><span style="color: white;"><br /><span style="background-color: black;"><span id="goog_1019318777"></span><span id="goog_1019318778"></span>Per quanto riguarda i tempi in cui questa gente potrà tornare a casa, appunto si diceva che sono stimati in circa due anni “ma dipende da molte cose – spiega Issam – dipende dall'ISIS, se rimarrà nei villaggi vicini, dipende dai turchi, se lasceranno passare gli aiuti.</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbx0nijcNgOdgkPHpn1_Mrm3Lp0vbC9jM35uegM-7wkmJ-XjO-eOhNCZY-8WgO4Bsu7MMvT014IKhyWf-xJ7OKq8DUgONrK8mHUoJYU7f0Wd1HEY_0jcp8iuQLpQU42s8ZYATDKUsqeq3B/s1600/DSC_0140a.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbx0nijcNgOdgkPHpn1_Mrm3Lp0vbC9jM35uegM-7wkmJ-XjO-eOhNCZY-8WgO4Bsu7MMvT014IKhyWf-xJ7OKq8DUgONrK8mHUoJYU7f0Wd1HEY_0jcp8iuQLpQU42s8ZYATDKUsqeq3B/s1600/DSC_0140a.jpg" height="213" width="320" /></a></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
Questo è importante – continua – quando Kobane sarà liberata bisogna che si faccia pressione sui turchi perché lascino passare gli aiuti, perché non creino problemi alla ricostruzione”.</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpV3V5KoU2RF8xSOoLf3szAy9EHjZaKkccl6vzmAYepb6whhgngWKLgI5paLsIHK_5A6azrU1woE30YnQa4ETOHLSfKbfwZHu0OYq-0au8IMhSFcVv-GrAKoTLSY8G-AuNGLe6MHYyTgNn/s1600/DSC_0064a.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpV3V5KoU2RF8xSOoLf3szAy9EHjZaKkccl6vzmAYepb6whhgngWKLgI5paLsIHK_5A6azrU1woE30YnQa4ETOHLSfKbfwZHu0OYq-0au8IMhSFcVv-GrAKoTLSY8G-AuNGLe6MHYyTgNn/s1600/DSC_0064a.jpg" height="213" width="320" /></a></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span><br /><br /><span style="background-color: black;">Le attività che portano avanti i volontari sono soprattutto il montaggio delle tende nei campi, lo smistamento del materiale che arriva, e attività di animazione con i bambini, soprattutto per cercare di superare il trauma. Anche per tutto questo è necessaria la presenza di attiviste ed attivisti, e, come potete immaginare, non sono necessarie particolari competenze. Già vi avevo invitate e invitati a vedere la liberazione di Kobane, ora vi invito a lavorare. Beh, scegliete un po' voi ma ci vediamo qui.</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;"></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">
</span><br /><br /><span style="background-color: black;">Se invece non avete il tempo di venire fino a qui, c'è una raccolta fondi in corso, trovate i dettagli a questo link: <a href="http://www.uikionlus.com/campagna-di-raccolta-fondi-per-i-profughi-da-kobane-e-sengal-oggetto-di-attacchi-da-parte-di-isis/">http://www.uikionlus.com/campagna-di-raccolta-fondi-per-i-profughi-da-kobane-e-sengal-oggetto-di-attacchi-da-parte-di-isis/</a> : l'invito è quello di organizzare iniziative in cui si possa raccogliere fondi e sensibilizzare sulla situazione. O a fare donazioni. Quello che volete, perché, come si diceva, gli aiuti alimentari per ora bastano per 2 settimane...</span><br /><br /><span style="background-color: black;">Vi lascio con un po' di foto di questi profughi. Mi piaceva l'idea di dare loro un volto. L'altro giorno, guardando Kobane, una di loro mi indicava casa sua e mi diceva: “vorrei tanto tornare a casa, ma ho paura che casa mia non ci sia più”, e oggi, mentre cercavo di fare foto, Mahmoud mi ha invitata nella tenda sua e della sua famiglia a prendere un the. Mahmoud, insegnante di scuola elementare, diceva di avere, a Kobane, una casa di 4 stanze e un'auto: la casa è stata distrutta e l'auto rubata dall'ISIS. Aveva scritto una cosa, che ha voluto tradurmi in inglese, e che vi riporto qui, sperando di essere abbastanza fedele all'originale. “Qui non abbiamo nulla, e sognamo tutto il giorno di poter tornare alle nostre case. Perché l'ISIS è venuto a Kobane? Cosa vogliono da noi? Siamo scappati tutti. Ma state attenti, perché questo non è un pericolo che riguarda solo noi ma tutto il mondo. Non sappiamo che ne sarà dei nostri bimbi, vorremmo tornare a casa e mandarli a scuola (la scuola nei campi profughi è due ore al giorno), pur sapendo che l'ISIS ha dato fuoco non solo alle nostre case ma anche alle scuole. Il terrorismo dell'ISIS non deve trovare posto nel mondo: sappiamo di essere vittime ed abbiamo la costante sensazione di vivere in una commedia teatrale. Questa è una battaglia di civiltà, che riguarda tutto il mondo, eppure nessuno al mondo ci ascolta, anche noi siamo esseri umani, sapete? Anche noi non vogliamo abbandonare le nostre case. Non ho più parole per descrivere questo, il mio cuore si è chiuso.”</span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Vorrei solo aggiungere che sono profondamente convinta che la ragione per cui qui siamo parecchio isolati è la proposta politica che sta dietro a questo. Non si tratta della costruzione di un altro stato ma di una proposta di autogoverno che i turchi hanno paura si espanda oltre al Rojava. Ma questa è un'atra storia, che vi racconterò in un altro post.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Per vedere le foto, basta clikkare sulla prima e appaiono in sequenza.</span></span><br />
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg24Z4BzNgiR9BgWMVVH7HGPQ09wXsok9Zxvsc-lvnZUZqPuzGIQ4mR8XNRLYjFyez1OvTTRjpdGXv-qz256Ui9A-M-iNSUo9JzVnDYIHhyIbpOE9Tlk2sttvVDiI0tvR_NhyphenhyphenYskXDLzqhd/s1600/DSC_0100a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg24Z4BzNgiR9BgWMVVH7HGPQ09wXsok9Zxvsc-lvnZUZqPuzGIQ4mR8XNRLYjFyez1OvTTRjpdGXv-qz256Ui9A-M-iNSUo9JzVnDYIHhyIbpOE9Tlk2sttvVDiI0tvR_NhyphenhyphenYskXDLzqhd/s1600/DSC_0100a.jpg" height="213" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJx3pW2L09LOf03BV-ZJPLgkk9il-HCzMMGmAdWNlv9R0k-kKsDuHCif8QlKSLd5QizbZLtTPZkqUqH52C0Pwyd6l8rBvrBhYGrSRul5CQcPW2iJILa3ibxrmkyLFc822NU6WDtOGUQHI8/s1600/DSC_0127a.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJx3pW2L09LOf03BV-ZJPLgkk9il-HCzMMGmAdWNlv9R0k-kKsDuHCif8QlKSLd5QizbZLtTPZkqUqH52C0Pwyd6l8rBvrBhYGrSRul5CQcPW2iJILa3ibxrmkyLFc822NU6WDtOGUQHI8/s1600/DSC_0127a.JPG" height="213" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqyrRSrc7TdM3cC2n06UveM368QmJ1Tj1JWiu8XTIWTmrBMKdedSvh8nmxwwMfQWsjo8EkngIf_m2r3lr6p8vbHOqu6p1jkHejCoKGisGCbINWDfM8pYSuKoYaIK5B7hbQLpKlIjy7-IPJ/s1600/DSC_0134a.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqyrRSrc7TdM3cC2n06UveM368QmJ1Tj1JWiu8XTIWTmrBMKdedSvh8nmxwwMfQWsjo8EkngIf_m2r3lr6p8vbHOqu6p1jkHejCoKGisGCbINWDfM8pYSuKoYaIK5B7hbQLpKlIjy7-IPJ/s1600/DSC_0134a.JPG" height="213" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqSkpxcUZ-jicpTWT5egQ2IBu9NrcCjEHEathZyVLmwpOAUn_2ZiINDJ-uQLTT46FkDP1cBRKWzlMqa4CXjDXHOI7LPw-o5Q6i7W_QdXNQVI5rsjYypujnIQ6glEhNLsQRdljKKKoHq1Tr/s1600/DSC_0140a.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqSkpxcUZ-jicpTWT5egQ2IBu9NrcCjEHEathZyVLmwpOAUn_2ZiINDJ-uQLTT46FkDP1cBRKWzlMqa4CXjDXHOI7LPw-o5Q6i7W_QdXNQVI5rsjYypujnIQ6glEhNLsQRdljKKKoHq1Tr/s1600/DSC_0140a.JPG" height="213" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-67538357755393611092014-10-29T13:11:00.000+02:002014-10-29T13:24:27.786+02:00Guardando Kobane....<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">C'è sempre qualcuno che guarda verso Kobane, di giorno, di notte. Qui sono tutti specialisti: riconoscono se a sparare è la resistenza delle Ypg e Ypj o i fascisti dell'isis dal suono delle armi. Quasi tutti noi che dormiamo nel villaggio di Masl abbiamo qualche conoscente o amica/o dall'altra parte, ci sono molte madri in attesa dei figli e delle figlie.</span><br /><span style="background-color: black;">Ieri sera, vicino al fuoco, una profuga di Kobane, dopo aver scherzato sugli strani giochi della sorte che hanno fatto si che il minareto del suo quartiere crollasse sulla casa dell'unica famiglia cristiana, mi ha detto: “da quando sono uscita, sono stata a Suruc e a Urfa, e poi però sono tornata qui, che sono più vicina a Kobane, mi sembra di respirarne l'aria, qui quasi mi sento a casa. Quando Kobane sarà libera vieni che ci entriamo assieme? Ti ospito a casa mia! Però prima devi imparare il curdo, così quando entri parli con tutti.”</span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="background-color: black;">Una volta qui è arrivata una cattiva notizia. Una madre piangeva ed era vicina allo svenimento dal dolore. Una volta sola però: qui, quello che vedo, è una ferma volontà: noi vogliamo vincere. Noi vogliamo liberare Kobane. Per poter liberare Kobane, dobbiamo essere sicuri che ce la faremo. Dobbiamo portare ottimismo. Quindi solo buone notizie, per favore: per le cattive notizie ci sarà sempre tempo. Il morale è alto, il sorriso è sempre pronto. Però gli occhi girano ancora verso la città di Kobane, ad ogni bomba, ad ogni sparo. Ad osservare il fumo che sale, a non sapere chi possa essere rimasto sotto le macerie, a sperare per il ritorno alle proprie case, o a quello che ne rimane.</span></span></div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"><br /><span style="background-color: black;">Intanto, coloro con cui parlo, si raccomandano che dica alcune cose alla gente in Italia, che le metta in chiaro, che si sappia. E principalmente, riguardano il fatto che la Resistenza a Kobane è portata avanti dalle Ypg-Ypj, dalle guerrigliere e dai guerriglieri curdi. Mi è stato spiegato da Ali, un compagno che stava combattendo quando sono arrivate le famose armi degli Stati Uniti in aiuto dei curdi, che queste erano bombe a mano ed altre cose poco utili in quelle circostanze, e tra l'altro scadute per il 70%. Secondo la testimonianza di Ali, poi, quando la coalizione (cioè in pratica gli Stati Uniti) bombarda, colpisce case vuote, non attacca veramente l'ISIS. Un suo amico fa giustamente notare l'ovvio: “gli Stati Uniti hanno conquistato l'Iraq in 20 giorni, vuoi davvero farmi credere che se volessero intervenire seriamente a Kobane la guerra continuerebbe a durare da 43 giorni?”. D'altronde, come diceva Joan la sera prima di entrare a combattere, l'ISIS è una creazione degli Stati Uniti, tutto questo show del volerlo distruggere, al momento è solo propaganda. Tutte cose che già si sanno, certo, ma che vale la pena ribadire. </span><br /><span style="background-color: black;">E, nonostante questo, Kobane resiste. </span><br /><span style="background-color: black;">Mi è stato mostrato l'originale di un video, direttamente dalla telecamera, di alcuni soldati turchi che chiacchierano con combattenti dell'ISIS. (chi me lo ha mostrato lo aveva dato alla televisione locale che lo ha trasmesso la sera stessa, è finito anche sul giornale tedesco). Gli stessi soldati turchi che tengono il confine chiuso per i e le combattendi del YPG - YPJ. Gli stessi soldati turchi che sparano ai curdi quando (per le loro vie) tornano da Kobane, come mi raccontava Ali. I soldati della Turchia alleata con l'occidente. Kobane è chiusa da 3 lati dall'ISIS, e dal quarto dai turchi, e i curdi qui si sentono abbandonati dal mondo: anche per questo è importante la solidarietà internazionale e la scadenza del 1 novembre.</span><br /><span style="background-color: black;">Sembra che invece un certo cambiamento reale sul campo sarà dovuto alle armi portate dai Peshmega. Su una cosa sono tutti d'accordo, che saranno armi utili, e che il fatto che arrivino è un buon aiuto alla Resistenza: sia perché sono le armi giuste, che perché contribuisce ad alzare il morale e trovare motivazione a continuare. Dopodichè, chiaramente a livello politico questo gesto viene letto in diverse maniere: c'è chi punta l'attenzione sull'importanza dell'unità del popolo curdo, e quindi sull'importanza che ha questo gesto di collaborazione, e c'è chi afferma che Barzani (il leader del movimento a cui fanno riferimento i Peshmerga) accetti supinamente quello che gli Stati Uniti gli dicono di fare: per questo inizialmente non ha combattuto contro l'ISIS quando è entrato nel Kurdistan iraqeno; per questo, ora che ha accettato di portare le armi in aiuto delle YPJ-YPG è perché gli Stati Uniti hanno deciso di porre fine a questa loro ennesima creazione (l'ISIS viene paragonato ad Al Quaeda e Saddam Hussein) e Barzani può sfruttare questo come propaganda. </span><br /><br /><span style="background-color: black;">Ieri è arrivata un'altra ondata di profughi da Kobane: 150 l'altroieri sera e poi altri il giorno dopo. Ora i turchi li lasciano passare ma non lasciano che si portino dietro le automobili, e alcuni rimangono fermi al confine in attesa. Sono stati portati nei campi, dove sono state allestite le tende e dove troveranno qualche cosa da mangiare: i volontari che si occupano di questo sono per la maggior parte giovanissimi. Intanto, Kobane resiste. Dentro, c'è qualche migliaio di civili (qualcuno dice 2000, qualcuno 5000), chiusi in casa nelle zone sotto controllo curdo, senza acqua, elettricità e con cibo scarso; e qualche migliaio in più di combattenti (qualcuno dice 8000, qualcuno 4000), uomini e donne. E questo particolare che ci siano anche le donne, lungi dall'approccio occidentale per cui i loro volti diventano “fashon”, è per loro davvero importante: è un'affermazione della libertà femminile non solo nei confronti dell'ISIS che vende le donne e le tratta come schiave, ma anche nei confronti del nostro occidente, dove spesso la donna viene oggettificata e valutata per il suo corpo, più che per le sue azioni. L'orgoglio negli occhi di queste donne, la loro fierezza e ostentato buonumore, sono cose che insegnano davvero molto al nostro mondo composto spesso da bambini viziati in la con gli anni. L'altro giorno, ad esempio, ci sono state diverse esplosioni causate dall'ISIS. La sera, abbiamo gridato slogan più forte del solito, perché stando a pochi km da Kobane sapevamo che di la i combattenti curdi ci sentivano, e speravamo di dar loro un po' di supporto. Dopo, abbiamo ricevuto una telefonata da una combattente che si trovava li: diceva che l'autobomba che avevamo sentito non aveva fatto nessuna vittima e che le case bombardate erano vuote. Che sarebbe cambiato tutto, che la resistenza curda avrebbe vinto. Solo buone notizie. Perché fino a che Kobane non sarà libera, non possiamo perdere la forza e la certezza di farcela. Ieri ci sono stati 5 funerali, più o meno nella media, ma qui, per questo, non ne parlerò. Prima che cada Kobane, cadrà Istanbul. </span><br /><br /><span style="background-color: black;">Qui siamo davvero pochi stranieri, a parte i giornalisti. Ci sono diversi turchi qui in solidarietà, ma da fuori la Turchia siamo pochissimi. I curdi sono incredibilmente ospitali, non si viene mai lasciati soli, anche se non si parla nessuna lingua in comune. Un ragazzo turco ieri mi ha detto che per lui la libertà e essere qui, ora, a cantare ed ascoltare canzoni tradizionali curde di fronte a un fuoco a fare il possibile per supportare una resistenza incredibilmente tenace. Per cui non mi resta che invitarvi alla liberazione di Kobane - che avverrà certamente - perché sono certa che ne varrà la pena. </span><br /><br /><span style="background-color: black;">(per le foto questa volta sono un po' monotona, lo so, ma portate pazienza, ne arriveranno altre; per vederle clikkate sulla prima)</span></span></div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLmuCUnEssvDSeHkk7u-E62GxYQ8Si0cXkw0Exzywao3i7OgECBrJ4rz-j_P5hIbbjWEtvDQRVmS40zZEiH2STphPZRp0yJx7pHC7jArt5aAzq5RmP0I1kKpG9g4yxR83-9qvuE8QvVWz1/s1600/DSC_0008a.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLmuCUnEssvDSeHkk7u-E62GxYQ8Si0cXkw0Exzywao3i7OgECBrJ4rz-j_P5hIbbjWEtvDQRVmS40zZEiH2STphPZRp0yJx7pHC7jArt5aAzq5RmP0I1kKpG9g4yxR83-9qvuE8QvVWz1/s1600/DSC_0008a.JPG" height="213" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Kobane sullo sfondo</td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFAZvAsJ3aGSAeFpVQn5546r7kzUqdrCQcN8u8QqcJC_Vn0WXVrQb4DoJOm1enjfCT2iG8NiyACRtsJRkE_fZQNTIh0iBh77f4vb6c0ztMFbbms-2grX8VriHcvIsbhH_0mU5VCeCtJVY-/s1600/DSC_0062a.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFAZvAsJ3aGSAeFpVQn5546r7kzUqdrCQcN8u8QqcJC_Vn0WXVrQb4DoJOm1enjfCT2iG8NiyACRtsJRkE_fZQNTIh0iBh77f4vb6c0ztMFbbms-2grX8VriHcvIsbhH_0mU5VCeCtJVY-/s1600/DSC_0062a.JPG" height="213" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tramonto su Kobane</td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMCHzdk6IHhpHk8H1qAGQ50g6vTCkm62Xw1DU18ilIUVITccjTkCTf8_aKb1x46BBLs6EvkiDRy6lfUsCvo7-IaRAM7hUI-H10n-2OqYRpwPTwYd7blHQ9kRtw7PgG6mzNzJvCob2uAho6/s1600/DSC_0070a.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMCHzdk6IHhpHk8H1qAGQ50g6vTCkm62Xw1DU18ilIUVITccjTkCTf8_aKb1x46BBLs6EvkiDRy6lfUsCvo7-IaRAM7hUI-H10n-2OqYRpwPTwYd7blHQ9kRtw7PgG6mzNzJvCob2uAho6/s1600/DSC_0070a.JPG" height="213" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Donne che osservano Kobane</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsu4qBGVRo2AtRQhT9F-v5MRQuRmFenlPIUauatJjakSHICHw_BnTbiEeZbg-xhydMjODQDxrhAr8uWDfW1yopCqSs_EaN7YYKSCFdSmC_qfeP8aasEcPBzkyOUvBgwlkB6sB06liIcuyO/s1600/DSC_0281a.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsu4qBGVRo2AtRQhT9F-v5MRQuRmFenlPIUauatJjakSHICHw_BnTbiEeZbg-xhydMjODQDxrhAr8uWDfW1yopCqSs_EaN7YYKSCFdSmC_qfeP8aasEcPBzkyOUvBgwlkB6sB06liIcuyO/s1600/DSC_0281a.JPG" height="213" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Profughi appena arrivati da Kobane</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT6H4me3PORDEIPSpVM85ftWeQ4roLd45N7Tie1v4xRyiq0hPYwej9ZmYq15DZJd-KCJnsQxB8rJnxN-ag79-7ipirfv4p8Oe8dVyIoeuvxSY1m_nfioGj1MfvuK4YI-iFyjgFTrS7Tph6/s1600/DSC_0308a.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT6H4me3PORDEIPSpVM85ftWeQ4roLd45N7Tie1v4xRyiq0hPYwej9ZmYq15DZJd-KCJnsQxB8rJnxN-ag79-7ipirfv4p8Oe8dVyIoeuvxSY1m_nfioGj1MfvuK4YI-iFyjgFTrS7Tph6/s1600/DSC_0308a.JPG" height="213" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Kobane sullo sfondo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKHjbQicW_0NSorKg_sVn_ikBh-pq_zbrBjtnDU709WcJUmSVHnPd4eCPC55KMVondCAwhRaWv4lnLTlefOuEG1dJbQ1168wgyuZEnKFjY_8Wwc764b7cXMkKm2mqY8UXfRcLNcss6XvHT/s1600/DSC_0313a.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKHjbQicW_0NSorKg_sVn_ikBh-pq_zbrBjtnDU709WcJUmSVHnPd4eCPC55KMVondCAwhRaWv4lnLTlefOuEG1dJbQ1168wgyuZEnKFjY_8Wwc764b7cXMkKm2mqY8UXfRcLNcss6XvHT/s1600/DSC_0313a.JPG" height="213" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alcune delle auto che non possono passare il confine</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD-qPDrR_qBOMwSeDnFJ6xJtnD5g_dDsrJQ5y9B7H9UKN5U3JObwsi-Hpd0fgz62oW8aA-mFxQUttEXfRnKeHqlSpnO6CtrMlDAPgrthwTXpJSTibwC0BXVYsjInOmtaZgm7tSG4s1TkmR/s1600/DSC_0329a.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD-qPDrR_qBOMwSeDnFJ6xJtnD5g_dDsrJQ5y9B7H9UKN5U3JObwsi-Hpd0fgz62oW8aA-mFxQUttEXfRnKeHqlSpnO6CtrMlDAPgrthwTXpJSTibwC0BXVYsjInOmtaZgm7tSG4s1TkmR/s1600/DSC_0329a.JPG" height="213" width="320" /></a></div>
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5063283975283462963.post-63354445995989872292014-10-23T19:39:00.000+03:002014-10-23T21:25:32.233+03:00Compagne viaggiate.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Compagne
viaggiate.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Perché
questa non è l'unica realtà possibile. Perché se si vuol lottare per
pensare di insorgere contro questa civiltà, è necessario
sperimentare che esiste la possibilità che esista qualche cosa di
nuovo.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Perché
dalla sicurezza della tua casa, non impari nulla: è probabile che ti
abbiano raccontato il contrario, ma potrei giurare che dai libri non
si impara nulla, si impara dalla vita. È per strada che si impara, e
guardando negli occhi le persone. I libri, possono servire semmai per
stimolare a scendere in strada e imparare: qualche libro è davvero
utile, qualche libro mette davvero voglia di andare a vedere, di
andare a toccare, di andare a respirare profumi, odori e puzze.
Perché, siatene certe, non tutti sono profumi.</span></span><br />
<a name='more'></a></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Ma
non solo, compagne, scendiamo per strada: viaggiamo. Lontano. Molto
più lontano degli schemi con cui pretendiamo di analizzare la
realtà. Perché analizzare cose lontane e persone diverse e
situazioni frutto di stili di vita, quotidianità e culture molto
diverse con le stesse categorie con cui analizziamo quello che accade
nella nostra città, è come pretendere che una persona che non è
mai uscita da una metropoli analizzi la vastità del deserto. O che
un astemio scriva articoli sugli effetti dell'alcool: che prima si
goda il piacere di una sonora bevuta, e che dopo scriva tutti i suoi
articoli.
</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Io
vorrei compagne che viaggiaste anche perché serve vedere e
sperimentare modi di lottare diversi, per potersi contaminare, o
anche per farsi venire il desiderio di essere contaminate. Vorrei che
viaggiaste per farvi contaminare da quell'entusiasmo che vi rende
certe di vincere. Perché sapere che siamo in tante a lottare da
forza e coraggio. Compagne viaggiate, perché l'incontro con il
diverso aiuta a comprendere chi siamo noi, o chi vogliamo essere.
Compagne viaggiate, perché è un modo stupendo per affermare la
propria libertà e indipendenza. Compagne viaggiate, perché le sfide
ci aiutano a crescere. Compagne viaggiate, perché in fondo costa
molto meno denaro di quel che sembra, e quel che torna indietro di
umano è molto di più. Compagne viaggiate perché viaggiando vi
sentirete un puntolino minuscolo, e sperimenterete quanto questa
sensazione renda libere. Chi sta in gabbia è costretto a non
muoversi dai suoi pochi metri quadrati, chi non viaggia costruisce
attorno a se una gabbia, solo un po' più grande. Viaggiare
significa, prima di tutto, mettere in discussione: se stessi e la
propria visone del mondo. Sapere ciò che si lascia, ma non sapere
immaginare ciò che si troverà.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">E se
partite per un viaggio, partite davvero. Partite, senza pensare a se
e quando tornerete. Partite, come se doveste stare via per sempre.
Partite, senza pensare al ritorno, ma solo alla meta, e alla
variabilità della meta. Poi, se ci sarà un ritorno, sappiate che
non c'è un ritorno ad alcun luogo, se non una continua partenza per
riscoprire di nuovo luoghi che credevate di conoscere
</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Compagne,
andate a vedere il mondo. Non abbiate la presunzione di sapere tutto,
non abbiate la presunzione di avere già la verità. Ma sappiate che,
se partite, di verità ne avrete ancor meno: quasi, comincerete a
convincervi che la Verità di tutte le vostre dottrine (si, anche di
quelle politiche) non esiste. Esiste un mondo fuori, e tanti modi di
vederlo e analizzarlo. E tanti, molto di più, modi di lottare per la
libertà.</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">“impara
la tua direzione</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">da
gente che non ti somiglia.”</span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;"><br /></span></span>
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">
</span></span>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white;">Viaggiare
ti obbliga a confrontarti con certezze diverse dalle tue. Ti
costringe comprenderle, senza giudicarle. Fa si che tu sperimenti
una vita diversa, per sapere chi sei tu, e per tornare ad essere te
stessa con più forza di prima. Viaggiare e come muovere lo sguardo:
moltiplica i punti di fuga e le direzioni possibili. Se non sei
disposta a tutto questo, ebbene, resta in casa con le tue certezze;
però sappi che chi viaggia, con le tue certezze, fa un mucchietto di
carte che usa per accendere il fuoco la sera quando fa freddo.</span></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0