Qual'è la cosa che mi fa più paura di Gaza? L'abitudine.
L'abitudine alle bombe, l'abitudine agli spari. L'abitudine ai droni ed agli f16, l'abitudine alle menzogne sioniste.
Oggi eravamo in riunione, con gli stessi che portavano avanti lo sciopero della fame per i prigionieri a Gaza (in arrivo importanti novità...ma ancora non sono ufficiali...ssstt!) e ci ha telefonato un amico dicendo che 5 uomini erano stati uccisi in un bombardamento a Rafah. Ci siamo fermati un momento, abbiamo ascoltato la radio (o meglio hanno ascoltato la radio, perchè io l'arabo non lo capisco), ed hanno capito che i morti provenivano da dei campi di addestramento della resistenza. Tra i morti c'erano anche alcuni leader. C'erano anche dei feriti. Succede, hanno bombardato, sono morte delle persone che avrebbero voluto difendere la loro terra. Allora, alcuni degli amici di questi assassinati hanno lanciato dei missili (quelli artigianali, questi che si riescono a fare qui a Gaza) verso una qualche città israeliana. Tre feriti, forse, nessuno grave. E, come qui è normale, i media sionisti hanno urlato all'attacco da parte dei pericolosi terroristi verso Israele. Allora, Israele “attaccato”, ha dovuto difendersi, come no! Abbiamo sentito un boom anche da casa nostra. Ho saputo che stavano bombardando tutta la striscia. Ho letto che sono morte altre due persone a Rafah, sono state portate all'ospedale Najjar a pezzetti. Ed è stata ferita, in mezzo ad altri 20, una bambina di 12 anni.
Ma siamo a Gaza, è normale. Qui la vita non vale nulla. Qui siamo tutti pericolosi terroristi. Per chi è nato e cresciuto qui, è sempre stato così.
Mentre scrivo il suono dei droni continua a ronzare sopra la testa, ed anche questo è diventato un suono normale. C'erano notti in cui mi addormentavo, qualche tempo fa, pensando “perfavore, drone che ronzi nelle orecchie, perfavore, questa notte non uccidere nessuno...o almeno nessuno che mi sia capitato di incontrare!” Ora, quasi, sembra il suono di un go-cart da quanto è forte. Radhika voleva dormire, non ci riesce perchè il rumore dei droni è troppo intenso. È uscita di camera sua esclamando: “Ma perchè oggi fanno un suono così forte?!? Ma cosa stanno facendo? Ma perchè in questa zona? Perchè così bassi? Non riesco a dormire!” Tutta Gaza è pervasa dallo zzzz delle zannane, come chiamano qui i droni. E buona parte di Gaza, probabilmente, questa notte soffrirà d'insonnia.
Ieri pomeriggio i soldati israeliani ci hanno sparato contro dalle torrette di controllo, a Khuza'a. Stavamo camminando su una strada normale, con un gruppetto di bambini. Era la strada che i bambini percorrono tuuti i giorni per andare e tornare da scuola. Di solito in quella strada i sionisti non sparano. L'avrò percorsa un centinaio di volte, non è mai successo nulla. Non succede nulla per cento volte, e alla centounesima sparano. E sparano anche se ci sono i bambini. E i bambini non si scompongono...si appiattiscono al suolo per qualche minuto, e poi tornano indietro e scelgono un'altra strada per tornare a casa. Qui funziona così. Sanno che i soldati sionisti alle torrette possono decidere della loro vita...è sempre stato così. Per cento volte si passa tranquillamente, si può andare e tornare da scuola. La centunesima sparano e colpiscono al ginocchio per esempio l'allora quattordicenne Wafa', che stava solo tornando a casa dopo le lezioni, due anni fa. “Loro” sono li, sono sempre stati li. E per tutta la loro vita, questi futuri uomini e donne palestinesi hanno sempre saputo che, dalle torrette, un soldatino biondo può decidere se piantargli un proiettile in corpo oppure no. E, davvero, la cosa più terrificante è che questo, qui, è normale.
I carcerieri israeliani avevano promesso che avrebbero smesso di mettere in isolamento i prigionieri, che anche Akhmad Sa'adat sarebbe stato in una cella qualunque, con altri detenuti. Non ti fidare mai di un sionista. Da ieri Sa'adat è in isolamento per un altro anno, ecco, anche questo è normale. “Loro” possono mentire, e loro mentono perchè loro possono.
Ricordo un'amica gazawa che quest'estate è riuscita ad andare in Europa, con una borsa di studio di qualche settimana. Mi ha detto che la cosa più strana era riuscire a muoversi per esempio da Bruxelles a Parigi senza trovare check point, senza che nessuno ti fermasse. “Voi in Europa potete andare ovunque, è incredibile!”
Io lo so che c'è un altro mondo fuori. Che la vita vale più di una pallottola di un cecchino. Che non è vero che ovunque ci sono le bombe, che non è vero che ovunque ci sono i check point, che non è vero che per forza se vai a scuola devi essere sotto tiro continuo di un'arma da una torretta di controllo... Però qualcuno non lo sa. Qualcuno, da qui, non è mai uscito. E pensa che questo sia l'unico mondo possibile. E ci fa l'abitudine.
Voi laffuori lo sapete che questo non è l'unico mondo possibile. Perfavore, non fateci l'abitudine.