Abbiamo
aperto, da poco più di un mese, la comune del film del Rojava.
Vogliamo doppiare film e proiettarli per il popolo del Rojava, nelle
città, nei villaggi. Vogliamo che i giovani del Rojava imparino a
fare film loro stessi, ed è appena finito un corso perché
imparassero. Vogliamo dare spazio a chi vuole realizzare film
all'esterno del circuito capitalista che impedisce all'arte di
svilupparsi e strozza le menti. Siamo all'interno del Tev Çand,
la rete che raggruppa le organizzazioni per la cultura, dal canto
alla danza, dal teatro alla lingua.
Nel
frattempo il Rojava è sotto assedio e pochi giorni fa c'è stato
l'ennesimo attentato nella città di Qamislo. Nel Kurdistan del nord
lo Stato turco evacua villaggi ed invade i quartieri che hanno
dichiarato l'autonomia democratica, oltre che torturare e svilire i
corpi delle donne assassinate. E nel frattempo, in tutti questi
luoghi, il popolo che lotta per la propria autonomia porta avanti una
resistenza esemplare. Ma queste sono cose che già sapete.
...e
mi chiederete perché, fuori c'è la guerra, ed io vi parlo
di danze tradizionali, teatro e cinema. Ed io rispondo che è proprio
perché c'è la guerra che vi parlo di cultura.
Perché
quando una bomba a Suruc ammazza attivisti diretti a Kobane,
l'obiettivo è attaccare la solidarietà internazionale. E noi
vogliamo fare un film proprio sulla solidarietà internazionale, su
quanto forte e importante sia. Per dimostrare che con quella bomba,
loro, non hanno vinto. Per chi a causa di quella bomba è morto,
perché non resti solo.
Perché
quando l'ISIS attacca le feste del Newroz (l'anno nuovo curdo) è
proprio perché non vuole che la cultura curda abbia spazio. È di
questa cultura, di questa tradizioni, che vogliamo raccontare.
Perché,
se il fascismo dell'ISIS e dello Stato turco punta ad eliminare le
differenze linguistiche e culturali, qui vogliamo dare spazio a tutte
le minoranze, non solo a curdi ma anche ad arabi, siriaci, siriani,
ceceni, e via dicendo.
Perché,
come in tutte le guerre, i bambini sono coloro che, a livello
psicologico, ne rimettono di più: sul festival dei bambini stiamo
finendo di montare un film. I bambini cantano le loro canzoni,
recitano teatro, ballano, e vengono da tutte le città del Rojava:
attraverso questo film raccontiamo anche la loro vita e i loro sogni.
A
Shingal ha avuto luogo, ormai un anno fa, l'ennesimo genocidio del
popolo yazida da parte di ISIS. Su questo episodio sono state
raccontate fin troppe menzogne: abbiamo quasi finito di montare un
film che racconta la verità su cosa è successo e chi realmente ha
difeso questo popolo.
Ora
vogliamo fare un altro film, sull'internazionalismo. Vogliamo intervistare anche gli stranieri qui presenti, vogliamo capire perché sono venuti qui e perché si sono
uniti a questa lotta e raccontarvelo. Vogliamo mostrarvi
come questa sia una lotta per l'umanità e non solo per il popolo
curdo.
Per
questo, c'è una richiesta che vi faccio. Per fare film servono
soldi. Per fare dei buoni film, servono buone attrezzature. Finora ci
siamo basati sulle donazioni volontarie di simpatizzanti, ma non
basta. Quello
che riuscite, organizzando eventi o anche a livello
individuale,
è tutto importante. Per ulteriori informazioni scrivete a
kominafilmarojava@gmail.com
(se
volete fare un film in Rojava scrivete allo stesso indirizzo).
Website:
www.kominafilmarojava.org
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