Diario
della visita a un'amica.
Sadiya
abita in un villaggio che si trova tra le città di Amude, Til Tamer,
Haseke e Dirbesiye. L'ho conosciuta al corso (perwarde) di cui ho già
raccontato: ha quasi trent'anni, non è sposata. Esce raramente dal
suo villaggio, così sono andata a trovarla. Per arrivare, ho fatto
l'autostop. Per fare l'autostop, in Rojava, si chiede aiuto agli
asais (sicurezza interna). Un po' come se da noi si andasse dalla
polizia per chiedere aiuto a fare l'autostop. Così sono arrivata al
posto di blocco, ho chiesto aiuto per fermare una macchina fidata che
mi portasse al posto di blocco successivo, e loro hanno trovato
l'auto di una coppia, originaria di Asake. Al posto di blocco
successivo c'era Sadiya, mi stava aspettando li con il suo papà. Ci
siamo abbracciate a lungo. Ero un po' sorpresa, perché ero abituata
a vederla in pantaloni e maglione, mentre questa volta aveva il
vestito lungo tipico delle donne. “Papà dice che i pantaloni e
maglione nel villaggio sono una vergogna per una donna. Ma quando
esco fuori posso andare con i pantaloni, non è un problema” mi
spiega. Su un furgone (guidato dal suo papà) siamo ripartite. Pochi
minuti di strada asfaltata e poi giriamo a destra, in una stradina
sterrata. Queste strade non sono considerate nelle mappe. Google map
in questa zona non segna ne' strade ne' villaggi: si possono
riconoscere solo dalla visione aerea; eppure la maggior parte di
questi territori è costellata di piccoli villaggi come questi.
Comunque, dicevamo, il villaggio di Sadiya è il secondo che troviamo
sul percorso. Sadiya e il suo papà sono co-sindaci del villaggio
“non è normale che in questo ruolo siano padre e figlia, ma nessun
altro voleva assumersi la responsabilità, per questo adesso siamo
noi” spiega Sadiya.