Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


giovedì 14 luglio 2011

Israele minaccia di morte l'aquipaggio di Oliva.

Quella che segue è la traduzione del comunicato diffuso da CPSGAZA, di cui è possibile trovare la versione originale su http://www.cpsgaza.org/2011/07/cps-gaza-responds-to-israeli-naval.html.
Ancora una volta la dimostrazione che ciò di cui hanno più paura le forze di occupazione è che si racconti la verità su quello che stanno facendo, e che si prenda posizione attivamente contro i loro crimini.


Per il secondo giorno consecutivo l'imbarcazione per il monitoraggio dei diritti umani CPSGAZA ha subito attacchi consistenti da parte delle forze navali israeliane, e per la prima volta le minacce erano potenzialmente letali.

Circa alle 8:15, due cannoniere israeliane si sono avvicinate ad Oliva mentre stava navigando entro il limite di pesca delle 3 miglia marine unilateralmente imposte e fatte rispettare dalle forze israeliane.
 
Dopo averle girato attorno diverse volte, la marina israeliana ha sparato ad Oliva ed al suo equipaggio con cannoni ad acqua, con l'apparente intento di riempire la barca di acqua e farla affondare.

I due membri statunitensi dell'equipaggio ed il capitano palestinese sono stati salvati dalla nave, che rischiava di capovolgersi entro poco, da una barca di pescatori che li hanno trasportati in un peschereccio nelle vicinanze.

Una delle navi da guerra ha poi girato attorno al peschereccio per quasi un'ora, sparando con i cannoni ad acqua e facendosi beffe dell'equipaggio di pescatori gridando dall'altoparlante: “Dove sono i vostri pesci? Mostratemi i vostri pesci!”

La nave da guerra infine si è allontanata, non dopo aver avvisato che se fossero tornati in mare la marina israeliana avrebbe sparato sia ai pescatori palestinesi che a chi era li per monitorare le violazioni dei diritti umani.

“Questo comportamento e queste minacce nei confronti di osservatori internazionali disarmati mette chiaramente in luce il tentativo di nascondere i crimini di un blocco ancora in corso”, ha affermato Alexandra Robinson, cittadina statunitense membro dell'equipaggio CPSGAZA che ha subito l'attacco.

Civil Peace Service Gaza è un'iniziativa di una terza parte nonviolenta che si pone come scopo quello di monitorare le violazioni dei diritti umani in acque territoriali di Gaza.

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