Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


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martedì 2 novembre 2010

Buffer zone e civili colpiti




Hanno sparato a Mahmud perchè era molto vicino al confine. E Mahmud era molto vicino al confine perchè è un pazzo I soldati israeliani, prima di sparare, hanno seguito l'uomo da vicino ed hanno sparato colpi di avvertimento, erano quindi perfettamente coscienti che si trattasse di un disabile mentale. Non poteva sicuramente essere un pericolo per l'incolumità di israele. Ora ha la tibia ed il perone rotti da un proiettile che gli ha attraversato la gamba. E come lui molti altri civili che per diversi motivi si sono recati nella Buffer Zone. Ma andiamo con ordine.



A nord e ad ovest della striscia di Gaza, vicino al confine con l'entità sionista, c'è una striscia di terra che una volta era coltivata e che ora non lo è più. Nei 300 metri vicino al confine è difficile accedere e le case e le coltivazioni vengono distrutte da israele. Questo pezzo di terra palestinese si chiama “buffer zone”.
L'area rischiosa, però, secondo un rapporto dell'ONU arriva a un chilometro, un chilometro e mezzo dal confine. Che significa che in quest'area non sono infrequenti i proiettili israeliani che colpiscono palestinesi. Questa zona racchiude, sempre secondo lo stesso rapporto dell'ONU, circa il 35% delle aree coltivabili, e, in una situazione di assedio come quella Gazawa, ciò significa incidere in maniera significativa sull'autosufficienza alimentare. Alcuni contadini si ostinano ancora a voler coltivare le loro terre, sebbene israele non voglia. Perchè, in fondo, sono e restano le loro terre, dove c'erano gli aranci e gli ulivi, anche se ora gli aranci e gli ulivi sono stati sradicati; erano le terre che hanno sempre coltivato, anche se ora coltivarle è difficile.
Ho scattato questa foto ieri, quando in una manifestazione ci siamo recat* vicino al confine. Si può chiaramente vedere come le piante prima presenti siano state distrutte dalle irruzioni dei carrarmati, e, visto che l'accesso è difficoltoso, questo significa impedire totalmente la coltivazione dell'area.





Altri vanno nella buffer zone per raccogliere pietre. Raccolgono pietre perchè israele e Egitto impediscono al materiale edile di entrare. Allora israele gli spara. Giusto qualche giorno fa abbiamo intervistato 2 raccoglitori al confine, sono soprattutto padri di famiglia che hanno questa come unica entrata a causa della disoccupazione causata, ancora una volta, dall'assedio. Capite l'antifona? Sono disoccupato per via dell'assedio, sempre a causa dell'assedio il materiale edile non può entrare, allora vado al confine per raccogliere pietre, e quegli stessi che hanno creato questa situazione mi sparano. Uno dei 2 uomini presenti in questa foto (Omar, 25anni), era andato al confine per la prima volta: non avendo trovato nessun lavoro gli era rimasta solo questa possibilità. Quando gli domandiamo se tornerà a fare questo lavoro ride, e dice di no, che al confine non tornerà più. L'altro (Bassem, 23 anni), al confine ci era già stato diverse volte, era un anno e mezzo che faceva questo lavoro, aveva provato ad interrompere tempo fa per vendere verdure al mercato ma non riusciva a guadagnare abbastanza per mantenere lui e la sua famiglia. Dice che, nonostante quel che è successo, continuerà ad andare al confine a raccogliere pietre perchè non ha alternative. Questo a Beit Hannoun, al nord della striscia.

















Torniamo al nostro pazzo, quello di cui si parlava all'inizio. Ci racconta un familiare che è rimasto in cura psichiatrica per diverso tempo, ma che alla fine lo hanno portato a casa perchè non notavano nessun miglioramento. L'uomo è solito fare delle lunghe passeggiate senza sapere bene dove si trovi. Oggi si è spostato da Khan Younis a Al-Farahin, paesino vicino al confine con israele, ha preso una strada che porta direttamente alla recinzione imposta da israele ed è arrivato fino ad una distanza di pochi metri da essa. A questo punto, dall'altra parte della rete elettrificata, una jeep ha cominciato a seguirlo e a sparare diversi colpi di avvertimento. A questo punto, visto da vicino, era abbastanza chiaro ai soldati che si trattasse di una persona con disturbi psichici: perchè non si allontanava ai colpi, perchè non aveva una meta precisa, perchè -questo lo immagino perchè lo ho visto dopo l'incidente- stava probabilmente blaterando frasi senza senso. Quindi gli hanno trapassato la gamba con un proiettile, rompendo tibia e perone e causando una ferita che richiederà probabilmente un'operazione per guarire.







Questi sono solo alcuni dei casi di persone ferite vicino al confine. In 2 settimane ci sono stati almeno 7 casi di civili feriti (tra cui 2 disabili mentali) , e molti altri (tra cui un morto) tra i jihadisti.
Tutti questi casi sono, ovviamente, nella parte palestinese della green line.
I civili erano li per necessità, o per inconsapevolezza, e comunque non rappresentavano un reale pricolo per israele.

Immaginate se questo fosse successo a contadini israeliani. Immaginate la frase sopra scritta così: “in 2 settimane ci sono stati almeno 7 casi di civili israeliani feriti all'interno di israele da parte dei soldati palestinesi, e molti altri casi tra i coloni (tra cui un morto)”
Immaginate in questo caso la reazione indignata della stampa, arabi assassini, musulmani guerrafondai. Invece, poiché è successo il contrario, passa tutto sotto silenzio.

Colpisce molto come cambi il valore di una vita umana o di un osso o di un pezzo di carne trapassato da un proiettile in base alla lingua parlata, al dio venerato ed al paese di provenienza.

Boicotta israele perchè spara ai pazzi.

venerdì 23 aprile 2010

Varie da Gaza

Hamas sta costruendo una tenda all'ingresso del confine di Erez, per i palestinesi che, secondo la nuova ordinanza dell'IDF, verranno deportati a Gaza. Lo scopo sarà quello di non lasciare entrare i palestinesi della West Bank in Gaza, e di ospitarli nelle tende fino a che gruppi internazionali non faranno sentire abbastanza la loro voce perché loro tornino indietro nella West Bank dalle loro famiglie. In altre parole impedirgli di entrare a Gaza non ha lo scopo di vietare ai palestinesi di vivere dove vogliono, ma dimostrare che essi hanno il diritto di vivere dove loro scelgono.

Nel frattempo continuano le incursioni nella zona a sud della striscia vicino a Khan Younis e gli attacchi ai pescherecci palestinesi.

Dall'altro lato la campagna popolare contro la buffer zone, la zona vicina al muro dove l'accesso è proibito, continua. Una manifestazione, il 22 di aprile, è stata repressa con spari, fortunatamente non ci sono stati feriti. La situazione dei contadini che non possono accedere alle loro terre per coltivarle resta drammatica.
La campagna popolare contro la buffer zone è formata da diverse organizzazioni per la liberazione della Palestina e gruppi di organizzazioni non governative. Ogni martedì organizzano una manifestazione in posti vicino alla barriera di separazione tra la striscia di Gaza ed israele. Nasce per esprimere solidarietà con i contadini che lavorano al confine e che non possono raggiungere le loro terre e per protestare contro il tentativo di Israele di allargare questa buffer zone dentro la striscia di Gaza.

Boicotta israele perchè non permette agli abitanti di Gaza di coltivare e di pescare.