Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


sabato 13 giugno 2015

Venite a vedere, comprendere e supportare questa rivoluzione!


Con questo appello invitiamo singoli, organizzazioni, collettivi a partecipare alla nostra lotta di liberazione, liberazione non solo dei curdi per la propria terra, ma in primo luogo liberazione dal potere dello Stato e del capitalismo. Vi invitiamo a venire in Rojava, cantone di Cizire.


Il Rojava è un pezzo di terra in buona parte liberato dalla presenza dell'ISIS ma sotto embargo: un embargo portato avanti contro di noi non solo dalla Turchia ma anche dal Kurdistan iracheno, che non apprezza il modello di società differente che stiamo mettendo in pratica. Questo embargo ha effetti sulla scarsità di generi di prima necessità, ma soprattutto sulla carenza di medicine e attrezzature mediche necessarie per curare i feriti. Ci sono anche migliaia di martiri, di persone ammazzate dalla guerra: in molti hanno perso la famiglia e la casa.

Come in tutte le guerre del mondo, è la donna a portarne il peso più grande, perché è lei a perdere i suoi figli, è lei ad essere violentata, è lei ad essere venduta come schiava o costretta alla prostituzione; in più, in Siria e in buona parte del medio oriente, fino a prima della rivoluzione, la donna veniva considerata una persona di secondo livello. Ma qui in Rojava, la donna non considera più tutto questo una fatalità inevitabile: da molto tempo le donne hanno cominciato ad essere attive in tutti i campi (sociale, politico, militare) e questo sta riuscendo a cambiare la mentalità maschilista. Nel lottare contro il sistema patriarcale lottiamo anche contro ogni forma di oppressione e prevaricazione: lo stesso modo di pensare che pone l'uomo al di sopra della donna pone anche chi ha il potere al di sopra del popolo e l'essere umano al di sopra della natura, in una gerarchia di violenza e prevaricazione. Lottare contro il sistema patriarcale significa quindi per noi anche lottare contro la mentalità autoritaria e reazionaria.

Qui c'è sofferenza, certo, ma qui c'è anche gioia. C'è gioia ed orgoglio, perché un popolo ha alzato la testa contro le prevaricazioni. Abbiamo imparato di nuovo a scrivere nella nostra lingua, che prima era proibita in tutti gli edifici pubblici. Abbiamo messo in pratica un modello di autogestione democratica, per cui le decisioni partono e vengono discusse in assemblee nelle strade che coinvolgono tutti e tutte coloro che vogliono farne parte. Ci siamo organizzati insieme con tutte le minoranze ed etnie presenti in questo pezzo di mondo, perché ciascuno possa mantenere la sua identità completandoci a vicenda in una dinamica che ci arricchisce tutte e tutti.

La nostra è una legittima lotta di liberazione, come può essere quella palestinese o come lo sono state quelle anticoloniali; questa è anche una lotta per dare potere al popolo, mettendo come priorità la liberazione della donna; questa lotta cerca un rapporto armonioso con la natura in un divenire ciclico interconnesso di cui anche l'essere umano è parte; questa lotta vuole eliminare l'autoritarismo lottando contro la mentalità che lo genera. La nostra lotta provvede anche alla sua stessa difesa attraverso le YPG-YPJ, perché i mostri che la attaccano sono tanti e micidiali.

Quello che potete fare qui è molto, innanzitutto venire a vedere, per raccontare nei vostri Paesi quello che succede qui. E poi portare aiuto psicologico a chi ha subito traumi, aiutare nella ricostruzione, aiutare nei parchi naturali, nel campo profughi “newroz” dove sono ospitati yazidi in fuga da Shingal, oltre che prendere parte alle forze di difesa del popolo e delle donne (YPG-YPJ). La vostra solidarietà, ai nostri occhi, ha molto valore.

Vorremmo ascoltare le vostre storie, le lotte che hanno luogo in altre parti del mondo, e vorremmo condividere con voi questa nostra rivoluzione. Vi invitiamo perché possiate vedere con i vostri occhi che il modello che rende l'essere umano una macchina all'interno del sistema, e ne toglie l'umanità e la gioia perché ne fa pedina di meccanismi su cui non ha nessun controllo, non è l'unico modello possibile, e questa è una delle alternative. Nella storia e in tutti i luoghi del mondo ci sono sempre stati e sempre ci saranno movimenti che vogliono liberare l'essere umano dal Potere che vorrebbe renderlo morto e triste, crediamo sia importante unire questi movimenti perché solo insieme possiamo vincere il mostro contro cui, nelle sue diverse forme, lottiamo.

Per informazioni contattare: solidaritywithrojava@gmail.com

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