Con
questo appello invitiamo singoli, organizzazioni, collettivi a
partecipare alla nostra lotta di liberazione, liberazione non solo
dei curdi per la propria terra, ma in primo luogo liberazione dal
potere dello Stato e del capitalismo. Vi invitiamo a venire in
Rojava, cantone di Cizire.
Il
Rojava è un pezzo di terra in buona parte liberato dalla presenza
dell'ISIS ma sotto embargo: un embargo portato avanti contro di noi
non solo dalla Turchia ma anche dal Kurdistan iracheno, che non
apprezza il modello di società differente che stiamo mettendo in
pratica. Questo embargo ha effetti sulla scarsità di generi di prima
necessità, ma soprattutto sulla carenza di medicine e attrezzature
mediche necessarie per curare i feriti. Ci sono anche migliaia di
martiri, di persone ammazzate dalla guerra: in molti hanno perso la
famiglia e la casa.
Come
in tutte le guerre del mondo, è la donna a portarne il peso più
grande, perché è lei a perdere i suoi figli, è lei ad essere
violentata, è lei ad essere venduta come schiava o costretta alla
prostituzione; in più, in Siria e in buona parte del medio oriente,
fino a prima della rivoluzione, la donna veniva considerata una
persona di secondo livello. Ma qui in Rojava, la donna non considera
più tutto questo una fatalità inevitabile: da molto tempo le donne
hanno cominciato ad essere attive in tutti i campi (sociale,
politico, militare) e questo sta riuscendo a cambiare la mentalità
maschilista. Nel lottare contro il sistema patriarcale lottiamo anche
contro ogni forma di oppressione e prevaricazione: lo stesso modo di
pensare che pone l'uomo al di sopra della donna pone anche chi ha il
potere al di sopra del popolo e l'essere umano al di sopra della
natura, in una gerarchia di violenza e prevaricazione. Lottare contro
il sistema patriarcale significa quindi per noi anche lottare contro
la mentalità autoritaria e reazionaria.
Qui
c'è sofferenza, certo, ma qui c'è anche gioia. C'è gioia ed
orgoglio, perché un popolo ha alzato la testa contro le
prevaricazioni. Abbiamo imparato di nuovo a scrivere nella nostra
lingua, che prima era proibita in tutti gli edifici pubblici. Abbiamo
messo in pratica un modello di autogestione democratica, per cui le
decisioni partono e vengono discusse in assemblee nelle strade che
coinvolgono tutti e tutte coloro che vogliono farne parte. Ci siamo
organizzati insieme con tutte le minoranze ed etnie presenti in
questo pezzo di mondo, perché ciascuno possa mantenere la sua
identità completandoci a vicenda in una dinamica che ci arricchisce
tutte e tutti.
La
nostra è una legittima lotta di liberazione, come può essere quella
palestinese o come lo sono state quelle anticoloniali; questa è
anche una lotta per dare potere al popolo, mettendo come priorità la
liberazione della donna; questa lotta cerca un rapporto armonioso con
la natura in un divenire ciclico interconnesso di cui anche l'essere
umano è parte; questa lotta vuole eliminare l'autoritarismo lottando
contro la mentalità che lo genera. La nostra lotta provvede anche
alla sua stessa difesa attraverso le YPG-YPJ, perché i mostri che la
attaccano sono tanti e micidiali.
Quello
che potete fare qui è molto, innanzitutto venire a vedere, per
raccontare nei vostri Paesi quello che succede qui. E poi portare
aiuto psicologico a chi ha subito traumi, aiutare nella
ricostruzione, aiutare nei parchi naturali, nel campo profughi
“newroz” dove sono ospitati yazidi in fuga da Shingal, oltre che
prendere parte alle forze di difesa del popolo e delle donne
(YPG-YPJ). La vostra solidarietà, ai nostri occhi, ha molto valore.
Vorremmo
ascoltare le vostre storie, le lotte che hanno luogo in altre parti
del mondo, e vorremmo condividere con voi questa nostra rivoluzione.
Vi invitiamo perché possiate vedere con i vostri occhi che il
modello che rende l'essere umano una macchina all'interno del
sistema, e ne toglie l'umanità e la gioia perché ne fa pedina di
meccanismi su cui non ha nessun controllo, non è l'unico modello
possibile, e questa è una delle alternative. Nella storia e in tutti
i luoghi del mondo ci sono sempre stati e sempre ci saranno movimenti
che vogliono liberare l'essere umano dal Potere che vorrebbe renderlo
morto e triste, crediamo sia importante unire questi movimenti perché
solo insieme possiamo vincere il mostro contro cui, nelle sue diverse
forme, lottiamo.
Per
informazioni contattare: solidaritywithrojava@gmail.com
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