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Detto
questo, le ragioni per cui è importante essere a Torino ad affermare
con forza il nostro “No!” a questi accordi sono talmente tante
che ci si riempirebbe non un libro, ma una collana di libri.
E
quindi, eccone alcune, in estrema sintesi, senza sperare di
esaurirle. Altre seguiranno in altri post.
Inizierò
dal punto che l'ICE titola “aerospazio” e che nella sua nota
descrive così: “Nel comparto aerospaziale tra i due paesi
c'è un accordo di cooperazione scientifica ed industriale che corre
lungo un doppio binario: uno accademico e l'altro industriale.
L'accordo, firmato nel 2011, ha permesso all'Italia di diventare il
principale partner di Israele nel settore aerospaziale dopo la NASA.
La sfida è quella di lanciare iniziative congiunte per poi trovare
sbocco comune sul mercato USA. Degno di nota è il recente contratto
vinto dalla Aermacchi per la fornitura di 30 aeromobili da
addestramento agli israeliani.”
Queste parole in qualche modo aggirano il punto centrale, senza
nominarlo e lasciandolo sottinteso tra le righe: ciò di cui si parla
è in realtà il commercio di armamenti e tecnologie di morte.
Infatti, il maggiore acquirente di armi italiane è Israele,
soprattutto per l’ordinativo dalla Alenia Aermacchi (branca di
Finmeccanica) di 30 velivoli addestratori M-346 e altro materiale per
un valore complessivo di quasi 473 milioni di euro.3
Come
controparte, l'Italia è obbligata a comperare da Israele armamenti
per un valore non inferiore al miliardo di dollari; tra di essi ci
sono:
- due satelliti spia elettro-ottici di seconda generazione Ofeq, il cui costo stimato è di 200 milioni di dollari e che dovrebbero essere lanciati entro il 2014
- due velivoli di pronto allarme Gulfstream G550 con relativi centri di comando e controllo, prodotti dalle aziende IAI ed Elta Systems. Hanno un costo complessivo di 750 milioni di dollari, più del doppio di quanto stimato inizialmente da La Russa. Essi servono per il controllo dello spazio aereo in patria e fuori dai confini nazionali tramite il progetto JAMMS (Joint airborne multisensor multimission system).
- missili Spike a corto raggio, prodotti dall'azienda israeliana Rafael per installarli elicotteri Mangusta dell'Augusta Westland di Finmeccanica, mezzi, quest'ultimi, con una grande potenza di fuoco, già usati in Iraq e Afganistan,
Tra
le tecnologie di guerra che vengono ideate e realizzate in
collaborazione tra i due Paesi c'è Dircm - Directional infrared
countermeasures, un sistema di contromisure a raggi infrarossi, che è
stato sviluppato e prodotto dalla società Elettronica Spa di Roma
assieme all’israeliana Elbit e comporterà una spesa di 25,4
milioni di euro. Verrà installato sugli elicotteri EH101 e sugli
aerei da trasporto C27J Spartan e C130 Hercules per controbattere i
missili terra-aria che potrebbero colpire questi veivoli da guerra in
fase di atterraggio o decollo.4
Italia
e Israele, inoltre, puntano a sviluppare assieme la tecnologia per
nuovi droni (UAV) che vengono usati da parte dell'esercito israeliano
sia per controllare la popolazione palestinese che per attaccare
direttamente.5
Sebbene non si tratti propriamente di mezzi aerei, vale la pena
ricordare che anche i famosi “radar anti-migranti”, modello
EL/M-2226 ACSR sono prodotti dalla Eltal System LTD israeliana.
Questo,
anche se può sembrarlo, non è uno sterile elenco di nomi e cifre.
Non è un elenco di nomi perché dietro ciascun nome si nasconde una
tecnologia che uccide, e in molti casi è stata sperimentata
dall'esercito israeliano in attacchi -che non esiterei a definire
terroristici- verso i palestinesi, come piombo fuso: c'è un popolo
intero che subisce sulla propria pelle, nei lutti e nel dolore,
questo che sembra un elenco di nomi. Non è nemmeno uno sterile
elenco di cifre, perché ciascuna di queste cifre rappresenta un
finanziamento complice a un sistema sionista di apartheid.
Tornando
agli M346 con cui ho iniziato l'elenco, faccio notare che nonostante
il nome “veicoli d'addestramento”, l’M-346 “Master”
è un addestratore al combattimento aereo con licenza d’uccidere:
può essere armato infatti con due missili AIM-9L “Sidewinder” e
con un cannone da 30 mm ed è configurabile per attacchi al suolo con
bombe e missili aria-terra o antinave, e i
mezzi verranno utilizzati anche di supporto alla guerra elettronica.
La vendita di questi velivoli,
tra l'altro, appare in disaccordo con la legislazione italiana, che
proibisce la vendita di armi a Paesi belligeranti o i cui governi
sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni
internazionali dei diritti umani.
Israele
poteva scegliere da chi acquistare questi aerei da guerra, e
l'alternativa erano dei velivoli provenienti dalla Corea del sud. La
decisione ha puntato sulla Aermacchi perché l'Italia è considerata
un buon trampolino di lancio per accedere ai mercati europei, non
solo per quanto riguarda gli armamenti: gli accordi che verranno
firmati a Torino contribuiranno quindi a suggellare questa profonda e
utile “amicizia”.6
Ma un'amicizia basata sullo scambio di armi di morte non è
un'amicizia che ha da essere suggellata. È importante a essere a
Torino in tanti, per farglielo capire a gran voce, che questa non è
un'amicizia che vogliamo.
(...to
be continued...)
1http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=89726&typeb=0&Italia-e-Israele-relazioni-start-up-
2http://bdsitalia.org/index.php/ultime-notizie-sulbds/951-priorita-vertice
3http://bdsitalia.org/index.php/altre-campagne/bds-armamenti/900-export-armi
4http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2012/03/missili-satelliti-e-aerei-disraele-per.html
5http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2012/11/patto-militare-italia-israele-un.html
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