Siamo studenti palestinesi, artisti, intellettuali, insegnanti, attivisti ed individui di diverse prospettive ed affiliazioni politiche. Vi scriviamo dall'assedio medioevale e brutale a cui è sottoposta Gaza, per chiedervi di partecipare ed organizzare la settima settimana dell'apartheid israeliana (IAW – Israeli Apartheid Week)[1], che inizia in tutti il mondo il 7 marzo 2011. Chiediamo ai gruppi di solidarietà e ai singoli di seguire, durante questa settimana, i vibranti passi dei tunisini ed egiziani creando una settimana di azioni contro l'Apartheid israeliana che faccia eco alla forza ed altezza dei movimenti contro l'apartheid sudafricana degli anni 70 ed 80.
Lo scopo della IAW è di informare le persone riguardo la natura di Israele come un sistema di apartheid e costruire campagne di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) come parte del movimento globale BDS. [2] Durante quella settimana vi chiediamo, coraggiosi attivisti solidali con la Palestina, di informare, di sostenere azioni di boicottaggio contro Israele, e di di dare luogo ad azioni dirette di massa senza precedenti tali da smuovere la gente in tutto il mondo in modo che Israele resti senza sostenitori. Qui a Gaza saremmo felici di collegarci con voi attraverso video conferenze via Skype ed interviste radio, per raccontare le nostre vite a Gaza, la campagna BDS e lo scopo dell'Israeli Apartheid Week dopo il successo dell'anno passato.
ADESSO è il momento di azioni di massa per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni, evidenziando ed opponendosi al giogo barbarico di Israele, agli assassinii e alla pulizia etnica nei nostri confronti, la gente originaria della Palestina. È tempo ora per tutti noi di intensificare il messaggio che i governi complici nella continua barbarie di Israele contro la nostra gente vengano messi a nudo e cambiati. Salutiamo il coraggiosi popoli del nomdo arabo che ci hanno ispirato così fortemente nelle nostra lotta contro il più grande violatore di risoluzioni delle Nazioni Unite, il più grande stato fuorilegge.
Per quanto tempo noi, palestinesi di Gaza, dobbiamo sentirci dire che nel nostro caso va bene vivere sotto un assedio medioevale confinati via terra, mare e cielo? La maggior parte di noi non può uscire da questa stretta striscia di terra, la più larga prigione a cielo aperto del mondo e la maggior parte degli adulti non ha possibilità di lavorare. 800.000 di noi, più di metà della nostra popolazione, sono bambini. Siamo ancora in lutto a causa degli attacchi israeliani dell'inverno 2009, quando 1400 persone sono state assassinate, e tra queste 350 bambini. Mentre gruppi in difesa dei diritti umani e lo stesso rapporto Goldstone delle Nazioni Unite evidenziano e documentano l'ampio catalogo di abusi verso i diritti umani, crimini contro l'umanità e punizioni collettive, la giustizia internazionale e i governi scandalosamente non agiscono in alcun modo. A causa di questa inazione ci aspettiamo più massacri, più confische di terre, più imprigionamenti e più soggiogamento razziale.
Certo, Israele ha il quarto esercito più forte del mondo, ma questo non ha mai impedito a palestinesi di resistere. Adesso ci sono maggiori possibilità di prima di raggiungere la giustizia. Prima e più potentemente agiremo, prima questa pagliacciata avrà fine, e prima arriverà il giorno che la gente di Palestina potrà emanare un sospiro di sollievo, in quanto per lo meno potremmo avere gli stessi diritti umani di chiunque altr*, al posto di questa vita in cattività, umiliazioni, sogni spezzati, case distrutte e perdita di persone amate.
Oltre 170 organizzazioni palestinesi hanno lanciato un appello nel 2005 per boicottare, disinvestire ed imporre sanzioni contro Israele fino a che non ponga un termine alle sue politiche di occupazione e colonizzazione contro i nativi residenti nella terra occupata, fino a che non garantisca il diritto al ritorno del popolo palestinese alle proprie case, e dia uguali diritti ai palestinesi residenti in Israele. [3]
Come molti eroi contro il regime razzista sudafricano, l'arcivescovo Desmond Tutu e Ronnie Kasrils hanno dichiarato che ci stiamo confrontando con un'oppressione più feroce di quella che hanno sopportato loro, e si sono uniti all'appello per il boicottaggio. In un tour nella Cisgiordania, Madlala Routledge, ministro della difesa sudafricano dal 1999 al 2004 ha detto: “è difficile per me descrivere i miei sentimenti. Quello che vedo qui è peggiore di quello che ho vissuto...il controllo completo sulla vita delle persone, la mancanza di libertà di movimento, la presenza dell'esercito ovunque, la completa separazione e l'estensiva distruzione che abbiamo visto”.
Vi invitiamo a fare di questa Israeli Apartheid week la più grande finora. ADESSO è il momento di cercare di evitare il prossimo, imminete massacro. Solo la società civile internazionale può scoraggiare un altro massacro, può finire l'assedio, può portarci giustizia. Se i governi internazionali non agiscono, sta a voi svegliare il mondo e cambiare il corso della storia. Come in Sudafrica lo sbilanciamento tra il potere di immagine in questa lotta può essere controbilanciato da un potente movimento con il BDS in testa.
L'anno scorso l'Israeli Apartheid Week è stata ospitata in 40 città – quest'anno ce ne aspettiamo oltre un centinaio. Noi Palestinesi del bantustan di Gaza acciamo appello a voi per iniziare ora i preparativi e fare di questa Israeli Apartheid Week una che venga ricordata, ma ancor prima un catalizzatore di cambiamento. Voi sapete di avere da noi il massimo del supporto che vi possiamo dare. Gli eventi dell'ultimo mese mostrano che nel mondo arabo può davvero accadere che un potere oppressivo venga rimosso. Dipende da noi.
[2] www.pacbi.org
PSCABI (Palestinian Student Campain for the Academic Boycott of Israel)
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