Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


giovedì 31 luglio 2014

bambini e soldati.

Abu Montasser l'altro giorno in radio ci spiegava che secondo lui c'era un piano preciso, da parte israeliana, di ammazzare i bambini dei palestinesi. A riprova, si guardino gli attacchi ai bambini Baker che giocavano  a calcio sulla spiaggia, e quello al parco del campo di Shati in cui sono stati ammazzati 10, tra cui 8 bambini.
Dall'altro lato, l'esercito israeliano ha evidenti difficoltà a vincere "via terra", perché la Resistenza palestinese gli sta dando del filo da torcere.
Ho l'impressione, piuttosto forte, che i sionisti non riescano a vincere nel combattimento via terra, e che quindi abbiano bisogno di distruggere il morale del nemico attaccando i suoi figli. Il pensiero dei sionisti è, io credo, "visto che non riesco a colpire la Resistenza, colpisco la popolazione, che è più facile": se un combattente sa che c'è il rischio reale che i sionisti ammazzino la sua famiglia o i suoi amici, probabilmente, nel pensiero dei sionisti avrà più remore a combattere. La Pillay, portavoce ONU, ha dichiarato: "Gli attacchi contro scuole, case, ospedali, sedi Onu non mi paiono affatto accidentali".
Un po' come quando nei rapporti NATO, per sedare le rivolte future, si pianifica di abbattere il morale degli insorti. Palestina come laboratorio.

Nessun commento:

Posta un commento