Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


domenica 31 ottobre 2010

Desmond Tutu, l'Opera, l'OECD e la paura di israele

Sudafrica, il Paese dell'Apartheid. In Paese di Soweto, dei bantustan, della segregazione razziale...il Paese nei confronti del quale, per la prima volta, è stata lanciata una campagna di boicottaggio internazionale per porre fine a questa barbarie. E la campagna ha funzionato, ora, almeno formalmente, il Sudafrica è un Paese democratico.

E poi, tra parentesi, provare a guardare le caratteristiche che aveva l'apartheid in Sudafrica secondo Wikipedia...è esattamente quello che vivono i Palestinesi, anzi, per i Palestinesi è peggio!


Dicevo, grazie al boicottaggio del Sudafrica il regime dell'Apartheid ha avuto fine. L'Opera di Cape Town, alta espressione della cultura sudafricana, ha deciso di dare spettacolo in Israele il 12 novembre. L'arcivescovo Desmond Tutu ha invitato la formazione musicale a desistere e tornare sui propri passi, dichiarando: “Just as we said during apartheid that it was inappropriate for international artists to perform in South Africa in a society founded on discriminatory laws and racial exclusivity, so it would be wrong for Cape Town Opera to perform in Israel” (così come noi abbiamo detto durante l'apartheid che era inappropriato per gli artisti internazionali tenere spettacoli in Sudafrica in una società fondata su leggi discriminanti ed esclusione razziale, così sarebbe sbagliato per l'Opera di Cape Town avere spettacoli in Israele).

Sono state scritte lettere per invitare l'Opera a non andare a Tel Aviv, è stata avviata una campagna su facebook per scrivere sul lor profilo di non dare spettacolo in Israele (i messaggi sono stati cancellati), e finalmente è arrivata la risposta dell'Opera, “We are first and foremost an arts company that believes in promoting universally held human values through the medium of opera and we are accordingly reluctant to adopt the essentially political position of disengagement from cultural ties with Israel or with Palestine.” (Noi siamo inizialmente e prima di tutto una compagnia di artisti che crede nella promozione di riconosciuti valori umani attraverso il mezzo dell'opera e siamo d'accordo nel rifiutare di adottare posizioni essenzialmente politiche di disimpegno nel legami culturali con Israele o con la Palestina)

Come se dare spettacolo in israele non fosse di per se espressione di una posizione politica, di fatto contraria a quei valori umani universalmente riconosciuti che sostengono di promuovere. Come se fare finta di nulla e continuare con il programma li rendesse “super partes”. Come se disconoscessero l'aiuto ricevuto dall'esterno per diventare una democrazia, rifiutando di dare lo stesso aiuto ai palestinesi. L'ipocrisia raggiunge il suo culmine quando si legge, sempre nella replica ufficiale, “I am proud that our artists, when travelling abroad, act as ambassadors and exemplars of the free society that has been achieved in democratic South Africa.” (sono orgoglioso che i nostri artisti, quando viaggiano all'estero, si comportino come ambasciatori ed esempi della società libera che è stata raggiunta nel democratico Sudafrica).

Solo successivamente, nella replica, il portavoce giunge al motivo reale per cui non cancella la data in Israele, e cioè gli impegni contrattuali con i vari artisti locali e stranieri.



In contemporanea, le proteste di attivisti hanno segnato l'assemblea dell'OECD, Organization for Economic Cooperation and Development che si è svolta ad Al Quds (Gerusalemme) pochi giorni fa, nonostante i numerosi inviti a spostarla o non farla affatto provenienti da diverse organizzazioni per i diritti umani. Ci sono stati presidi all'ingresso e l'esposizione di uno striscione che è rimasto per ore in una delle aree di Al Quds più frequentate.


Nonostante i suoi insuccessi sembra però che questa campagna faccia paura ad Israele. Una notizia su Infopal conferma che Israele ha coinvolto i suoi ambasciatori all'estero per studiare un piano volto a migliorare l'immagine dell'entità sionista in Europa e negli USA. È divertente vederli affaticarsi ancora per dover difendere l'indifendibile. Sanno che è impossibile, per un essere umano con un qualunque tipo di coscienza, approvare e condividere quello che israele sta portando avanti con l'approvazione dell'occidente. Così pensa all'immagine, ad invitare l'Opera Sudafricana e alla conferenza dell'OECD. Per quanto ancora questa messinscena tragicomica dovrà continuare?


Boicotta israele perchè è utile.

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