Ieri sono andata a pranzo a casa di un'amica, Lubna, in un campo profughi che si chiama Deir al Balah. Lubna è un po' grossa, sorridente sempre, insegna ginnastica in un centro per donne a Jabalia. Ha un figlio di 2 anni ed una di 8 mesi. Il marito è disoccupato e accudisce i bambini: da il biberon, li tiene in braccio e soprattutto cambia i pannolini, e questo mi ha fatto pensare che la loro coppia fosse più equilibrata di tante nostre occidentali.
Lubna suo marito e sua sorella parlano poco inglese, e suo fratello non lo parla per niente. Prima di pranzo mi portano sulla terrazza sul tetto e il fratello mi mostra una specie di candela, grande come una mano, con un foro in alto. Dice “min yahud”: da Israele.
Poi dopo svuota un po' del contenuto che esce dal buco sul balcone della terrazza. È una polvere bianca. Quando avvicina la fiamma dell'accendino prende fuoco immediatamente, ed emana una puzza fortissima uguale a quella degli accendini quando si accendono. Faccio qualche foto ed intanto penso: “così è questo il famoso fosforo bianco...”. Mi verrà spiegato dopo che si tratta ancora di un resto dall'operazione Piombo Fuso.
A pranzo abbiamo mangiato riso con uva passa, carote e arachidi. E insalata. Buono. Dopo siamo andati ad una specie di parco giochi per bambini. Mentre andava la musica e i bambini giocavano, abbiamo sentito un botto, e mi hanno chiesto se fosse stata la prima volta che sentivo una bomba. La musica è continuata, i bambini hanno continuato a giocare.
Ciao.
RispondiEliminaSono passato anche altre volte dal tuo blog. Il tuo lavoro è encomiabile, solo che è difficile da commentare, nel senso che dopo aver letto i tuoi aggiornamenti, i tuoi resoconti, le tue testimonianze, le parole sembrano così superflue e vacue di fronte alla terribile realtà che descrivi.
Ma mi compolimento con te perché tu trovi sempre il coraggio di farlo.
Carmine