Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


sabato 20 novembre 2010

Israele colpisce solo i siti miliari.



Il 17 novembre è stata bombardata un'auto nel mezzo di Gaza City, entrambi i passeggeri sono stati assassinati. Ora appare chiaro che Israele puntasse a solo uno dei 2 fratelli uccisi, Islam e Mohammed Yassin. L'altro era li per sfortuna. Israele ha dichiarato che Islam Yassin facesse parte un gruppo di salafiti che starebbe pianificando di rapire israeliani nel deserto del Sinai, e poi usarli come prigionieri di guerra come Gilad Shalit.
Ma avete presente l'apparato di sicurezza congiunto egiziano ed israeliano nei luoghi di villeggiatura nel mar rosso e dintorni? Ipotizzare che un gruppo di militanti islamici possa andare a rapire davvero un israeliano nel Sinai per portarlo dentro Gaza sarebbe come ipotizzare che durante la guerra fredda un combattente russo potesse entrare negli Stati Uniti per rapire qualcuno e riportarselo in un'enclave filosovietica completamente assediata da militari statunitensi. Ma tant'è, questa è la versione ufficiale. D'altronde, ogni scusa è buona per sganciare bombe.

In risposta all'attacco è stato lanciato un missile da Gaza la notte successiva. Si trattava di un missile a lunga gittata -fino a 40 km- , come non se ne vedevano da molti mesi. È stato lanciato nella notte ed ha raggiunto un sito israeliano dove è atterrato, facendo probabilmente un grosso buco. Il sito era nel deserto e del Negev, nessun ferito tra gli umani, ma si dice abbia provocato grande lutto e sgomento nella fauna del deserto, che qui mi dicono essere composta principalmente da scorpioni e serpenti.
Ed in difesa di questi scorpioni e serpenti ieri qualche altro grosso buco è comparso anche a Gaza, secondo israele in siti militari. Ho visto uno di questi “siti militari”. E potrei scommettere che il buco che ho trovato al posto della casa di cui rimaneva qualche rovina era molto più grande di quello nel deserto. Ora ve lo racconto per bene.
Arrivando troviamo delle macerie con un enorme buca Della casa bombardata non è rimasto proprio nulla, i resti delle pareti sono aperte come bucce di banana e tutt'attorno è pieno di detriti. Ci avvicina un uomo che ci invita a casa sua, venti metri più in la. Entriamo: essa ha un tetto in lamiera ed è piuttosto povera. Poche stanze in cui vivono in almeno 2 coppie con figli. 
Sulaiman Ibrahim Abumustafa racconta che il 19 novembre la famiglia AbuMustafa sta festeggiando l'Aid, ci sono gli invitati, le persone entrano ed escono dalla casa. Durante la festa sentono un botto, così si rifugiano dentro la casa e dietro di essa. Ma il tetto in lamiera non è abbastanza forte da reggere le pietre che nel secondo botto vengono scaraventate a diverse decine di metri dal sito bombardato. Il primo botto era dato dall'impatto del missile su una casa che al momento era vuota, il secondo dall'esplosione dello stesso. L'esplosione ha lanciato in aria pezzi di cemento e pietre che hanno sfondato il tetto di lamiera e fatto grossi buchi nel pavimento. È stata colpita la madre di Sulaiman all'addome e alla testa, e poi suo figlio di 2 anni, e poi suo fratello, e la cognata, e il cognato (quest'ultimi meno gravi). Hanno chiamato l'ambulanza, ma l'ambulanza ci ha messo mezz'ora per arrivare “Perchè mezz'ora?” “Perchè deve coordinarsi con i militari israeliani al confine”. Ci porta fuori e ci mostra il muro, siamo a 500 metri dal confine e nessun mezzo ufficiale (ambulanze o polizia che sia) può arrivare qui senza il permesso degli israeliani. Nel muro c'è un valico aperto di recente, lo usano per fare incursioni. Entrano tutti i giorni con i carri armati, dice. Oggi nessuna incursione, racconta scherzando che dopo i bombardamenti di ieri gli israeliani si riposano. Lui è contadino ed assicura che nei paraggi tutti sono contadini e non fanno parte di nessuna resistenza. Mentre andiamo via suo figlio sta scappando per farsi rincorrere, come fanno tutti i bimbi del mondo, solo che questa volta il padre, nel tentativo di prenderlo, gli dice “non di la che ci sono gli israeliani”, e lui scappa più forte per farlo arrabbiare, come tutti i bambini del mondo appunto.




Chi è stato a vedere l'altro sito bombardato, vicino a khan younis, racconta che i feriti sono un pastore (ancora all'ospedale in osservazione, perchè colpito da diverse schegge), suo figlio e 4 mucche. Era un pastore che portava le mucche all'aperto.
Ma, come sappiamo, israele bombarda solo siti militari, e non crea nessun danno ai civili.
Ripetiamolo ancora una volta, così siamo sicur* di non sbagliarci: israele colpisce solo i siti militari, e non crea nessun danno ai civili. Bispensiero.

Per concludere nella notte è stato bombardato l'aeroporto (distrutto nel 2000 e di cui restano solo delle rovine ormai sommerse dalla sabbia) e i tunnel con l'Egitto. Perfortuna questa volta nessun ferito.

Boicotta israele perchè non vuole riconoscere i siti militari.

p.s.:grazie mille a Tilde Wandel per le bellissime foto!

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