Desteya jin,
letteralmente, significa la mano delle donne. Dicono che è come una
mano perché ci sono tante dita ma che lavorano per una sola mano.
Desteya, talvolta, viene tradotto con la parola “ministero”.
Effettivamente, è quanto più si avvicina ad un ministero, perché
da qui vengono fatte le proposte di legge, e perché esiste il
desteya dell'economia, quello dell'ambiente, quello degli esteri
ecc... Ma, non essendo di fronte ad un sistema statale, di fatto
viene difficile identificarli con un vero ministero. In altri casi
viene tradotto con “commissione”, e probabilmente è a parola che
più si addice.
Dicevo, nell'ufficio
della commissione delle donne, la responsabile si chiama Hîva
Erabo “qui lavoriamo su 4 livelli: legislativo, economico, sociale
e culturale. Abbiamo ottenuto che venisse approvato, per esempio, un
testo di legge per le donne”. Il primo punto dei principi base di
questo testo dice: “è compito di ogni individuo nelle aree
dell'autodeterminazione democratica combattere contro la mentalità
reazionaria ed autoritaria della società.” Prosegue dichiarando
illegali i matrimoni delle bambine, gli omicidi d'onore, la poligamia
(secondo l'islam un uomo può avere fino a 4 mogli, questo è reso
illegale,) istituisce il matrimonio civile, sancisce l'uguaglianza
tra uomo e donna in tutti gli aspetti della vita sociale, civile ed
economica, proibisce che le donne si sposino senza essere
consenzienti e comunque non sotto i 18 anni, e via dicendo.
“oltre a questo,
abbiamo altri progetti: per esempio, dal punto di vista economico
abbiamo iniziato piccoli progetti che permettono alle donne di essere
indipendenti” continua Hîva,
“uno di questi riguarda l'orticultura: non solo le donne coltivano
la terra ma elaborano i prodotti che questa da loro. Per esempio, se
coltivano pomodori, poi li lavorano per farne salsa concentrata: in
questo modo si da da fare a molta più gente.” le donne fanno anche
piccoli manufatti, come fiori di stoffa o altri oggetti ricamati “ma
abbiamo difficoltà a venderli, perché la crisi economica fa si che
non possiamo permetterci materie prime di alta qualità, e perché a
causa dell'embargo non riusciamo a venderli all'esterno.”
Per quanto riguarda
i progetti culturali, il principale riguarda lezioni nelle scuole che
rendano i ragazzi e le ragazze consapevoli del cambiamento nella
società che sta portando questa rivoluzione. La maggior parte dei
progetti di cui desteya jin si occupa sono però di stampo sociale,
per l'aiuto delle donne minacciate di morte, asili per bambini,
festival per rompere le cattive tradizioni, e centri psicologici.
“Abbiamo costruito una casa per le donne vittime di violenza
sessuale minacciate di morte” spiega Hîva.
Una delle pratiche tradizionali più violente consiste infatti
nell'omicidio d'onore: le donne che siano state violentate, dal
momento che non sono più vergini per il matrimonio, vengono poi
uccise dalla famiglia. “In questa casa erano presenti 13 donne, e 8
hanno risolto il loro problema.” Domando come sia stato risolto il
problema e spiega: “queste donne vittime di violenza vengono
aiutate dal punto di vista psicologico, vengono supportate per 6
mesi. In questo tempo effettuiamo visite alla famiglia, cercando di
capire il loro punto di vista e spiegando perché sia sbagliato
colpevolizzare le donne vittime di violenza. Quando sono pronti ad
accogliere la donna vittima di violenza, i componenti della famiglia
mettono per iscritto la promessa di non ucciderla, di trattarla con
rispetto, e di supportarla dal punto di vista psicologico: allora la
donna può tornare a casa.” Ancora una volta è palese come il
metodo di risolvere questioni anche pesanti qui in Rojava ricorra il
meno possibile alla repressione carceraria, quanto ad una soluzione
che possa essere costruttiva per entrambe le parti. “vogliamo anche
rompere le tradizioni che impongono alla donna di non fare alcune
cose, per esempio, poco tempo fa abbiamo fatto il festival della
bicicletta,” tradizionalmente infatti le donne non usano la
bicicletta, “e prossimamente faremo il festival delle giovani
donne. Inoltre, ci sono asili per bambini, ci prendiamo cura
gratuitamente dei bambini disabili, abbiamo aperto da poco un
orfanotrofio nella zona di Remilan, e stiamo aprendo centri
psicologici per le vittime di trauma. Per questi centri in
particolare, se ci sono volontarie con le conoscenze necessarie che
vogliano venire a darci una mano, sono benvenute.”
Spiego a Hîva
che prossimamente mi piacerebbe incontrare la commissione
dell'ecologia, e risponde: “le donne e l'ambiente sono
intrinsecamente connesse, perché il meccanismo mentale che fa si che
un essere umano faccia del male alla natura è lo stesso che fa si
che faccia del male ad una donna.” Quindi, prossimo appuntamento,
commissione dell'ecologia.
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