La fondazione delle
donne libere nel Rojava (Weqfa Jina Azad A Rojava) è una fondazione
gestita da donne, che punta a sviluppare progetti con lo sogan “la
libertà delle donne è alla base di una società libera”. Nella
sede di Qamislo, Henna Ali, tra le fondatrici, racconta come è nata
l'associazione e i suoi obiettivi: “Inizialmente eravamo 5 donne,
arabe e curde abitanti del Rojava: confrontandoci con la brutale
guerra in corso abbiamo rilevato la necessità che le donne
reagissero agli effetti da essa causati su donne e bambini, per
questo abbiamo aperto questa sede il primo settembre 2014. All'inizio
nessuno capiva cosa stessimo facendo, perché la parola “Weqf”,
che significa fondazione, era associata a luoghi di carattere
religioso, infatti siamo la prima fondazione laica e di donne del
medio oriente. Quindi, per farci conoscere, siamo andate casa per
casa a domandare come vivessero le donne e quali fossero le loro
necessità, abbiamo fatto incontri per spiegare le nostre attività e
la gente passo passo ha capito.” Queste statistiche sono state
svolte tra le donne arabe, curde e siriane a Qamislo, e mostrano che:
l'85% di esse aveva figli, quasi il 60% non ha mai ricevuto
un'istruzione, e il 92% vorrebbe essere istruita, mentre il 71,5%
delle donne vorrebbe lavorare, e solo il 29% lavora ricevendo uno
stipendio. Per rispondere a questa volontà delle donne di essere
autonome e superare i ruoli di genere che la società patriarcale ha
imposto loro, sono stati ideati e messi in campo diversi progetti.
Uno di questi
progetti è il villaggio delle donne, partendo dal punto di vista
che, in questa società, tradizionalmente, la vita delle donne e dei
bambini è influenzata negativamente: le donne sono sottoposte a
violenze come matrimoni forzati, matrimoni bambini, violenze
sessuali, mutilazioni genitali, minacce, uccisioni, percosse,
attacchi con acido ecc,. Il villaggio delle donne è rivolto alle
donne che abbiano il desiderio di partecipare alla sua costruzione,
in particolare donne divorziate, vedove, donne che non vogliono
sposarsi o che abbiano necessità di un luogo sicuro dove vivere. Si
tratterebbe quindi di un luogo in cui le donne possano vivere in
sicurezza e costruire un proprio sistema di indipendente
economicamente e socialmente diverso dal sistema patriarcale. Un
altro progetto riguarda la creazione di parchi per donne e bambini,
in cui le donne possano riunirsi e rilassarsi, discutere o svolgere
altre attività, mentre i bambini possano liberamente giocare in
sicurezza. Domando a Henna come mai quest'idea di creare posti
separati per donne, e spiega: “Organizzazioni autonome di donne
permettono alle donne di sprimersi liberamente. Tradizionalmente,
nella società mediorientale sono presenti luoghi separati per le
donne, e questo ha reso più facile la creazione di luoghi e di
organizzazioni autonome di donne. Se la separazione tradizionale può
essere letta come un'oppressione di genere, noi la sfruttiamo nel
creare organizzazioni separate, in cui la forza delle donne possa
palesarsi più facilmente: con organizzazioni autonome possiamo
essere molto più incisive.” Altri progetti riguardano la creazione
di centri di salute per donne, di asili per bambini, e di cooperative
per l'emancipazione anche economica delle donne, in cui si pone molta
attenzione all'aspetto psicologico: le donne diventano protagoniste
della loro stessa liberazione. Spiega Henna: “La violenza della
società e della guerra a cui siamo sottoposte rischia di farci
sentire impotenti se non ci organizziamo per reagire, ed anche per
questo è importante quello che stiamo creando.”
Le chiedo quali, dal
suo punto di vista, sono le differenze tra quello che le donne stanno
creando qui in Rojava e i movimenti in Europa, e lei risponde in
maniera piuttosto schietta: “tutti questi movimenti vogliono
sostanzialmente la stessa cosa: un mondo vivibile per gli esseri
umani con i loro diritti e la loro identità di esseri umani. Ma le
organizzazioni in Europa, femministe o di sinistra, non hanno più
contatto con la popolazione. Il nostro movimento di donne è sempre
in mezzo al popolo così condividiamo lo stesso cuore e viviamo gli
stessi sentimenti. Ed è per questo che la nostra organizzazione è
così forte: le rivoluzionarie e popolo vivono assieme e non siamo
separati come in Europa. Lo riconosco perché quando le e gli
stranieri vengono qui sono sempre sorpresi dal grado di mobilitazione
che riusciamo a raggiungere. Dall'altro lato qui c'è una grande
influenza della società su quello che facciamo: con il lavoro che
sto facendo come un membro di questa associazione è in parte
condizionato dalla mia connessione nella società, da quello che la
mia famiglia dice e pensa, dalla reazione dei miei vicini, eccetera.”
Le chiedo che tipo
di supporto possono portare attivisti ed attiviste esterne al Rojava,
oltre all'ovvio supporto economico, spiega “se avete particolari
conoscenze riguardo agricoltura, medicina naturale, massaggi o
supporto psicologico, potete venire a trovarci e insegnare quello che
sapete: noi in cambio vi mostreremo questa nostra rivoluzione. Se
invece volete aiutarci nel diffondere i progetti, nel raccontare chi
siamo e cosa facciamo, o nel raccogliere fondi rimanendo nelle vostre
città siamo ugualmente contente.” Per concludere, le domando come
vede il futuro: “Abbiamo iniziato da poco, ma poiché le donne ci
hanno messo energia abbiamo avuto successo e questa energia ha
attratto altre donne che ci hanno messo energie: in questo modo
abbiamo innestato una dinamica di forte crescita. Per il futuro sono
ottimista, penso che questa dinamica renda possibile per le donne
esprimersi, e permette loro di avere successo in senso lato ed essere
libere.”
Per contatti con la
fondazione:
e-mail:
jina.azad2014@gmail.com (inglese, arabo o curdo)
facebook:
Weqfa Jina Azad
skype:
w.j.a.r.
website: www.weqfajinaazad.org
P.S.: personalmente, per esperienza e per quello che penso, non vedo come una cosa costruttiva questa separazione delle donne "a priori", che possa funzionare in ogni situazione. Quindi, non tutto quello che mi è stato detto e che ho riportato mi vede concorde al 100%; nonostante questo mi sembra importante riportare anche la loro voce, e ho scritto questo articolo con questo proposito.
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