La commissione
dell'ecologia è quella deputata alla salvaguardia dell'ambiente,
degli ecosistemi, e dell'armonia in cui tutte le creature viventi
convivono.
“la questione
ambientale è importante” spiega Hêvîn
Şeho, la compagna che si
occupa di quest'ufficio “perché siamo tutti e tutte parte di un
unico ciclo. Bisogna che acqua, terra, aria e le creature che in esse
vivono rimangano in armonia. È importante tenere conto della catena:
ciascun essere vivente completa gli altri, se ci sono problemi con
una sola specie questi si ripercuotono su tutte.”
Le azioni portate
avanti in quest'ufficio sono di diverso tipo: vanno dall'educazione
ambientale, alla reintroduzione di alberi dove sono stati distrutti,
dalla salvaguardia di alcune aree protette alla correzione di
abitudini dannose per l'ambiente. È da ricordare, prima di
continuare con l'intervista, che ci troviamo in Mesopotamia, la
“mezzaluna fertile” il cui terreno fecondo ha dato origine alle
prime civiltà agricole: nonostante d'estate sembri tutto secco, in
inverno e in primavera piove a sufficienza da permettere lo
svilupparsi di diverse specie vegetali, utili o meno per l'essere
umano.
“alcune abitudini
degli abitanti di queste zone sono fortemente dannose per l'ambiente.
E la situazione è aggravata dall'embargo imposto da Turchia e
Kurdistan iraqeno” mi dice Hêvîn.
Il primo esempio riguarda la raffinazione del petrolio. Questo
cantone è infatti ricco di greggio, soprattutto nelle zone di Derik
e Remilan; ma se da un lato l'esportazione è resa estremamente
difficoltosa a causa dell'embargo, dall'altro l'embargo stesso
impedisce al petrolio raffinato (in passato la divieto era più
stretto, ora qualcosa riesce ad entrare ma c'è comunque carenza) e
agli strumenti necessari per raffinarlo di entrare. “Viene
raffinato in casa per essere poi venduto a poco prezzo, e questo
inquina tantissimo.” continua Hêvîn
“Adesso esiste un modo nuovo che fa uso di acqua per catturare
l'inquinamento atmosferico e cerchiamo di diffonderlo il più
possibile, ma l'ideale sarebbe che si rompesse l'embargo e che
arrivassero i mezzi per costruire un raffinatore vero per il petrolio
ad uso interno. Vi chiediamo quindi di fare pressione per terminare
l'embargo e permettere al materiale per raffinare il petrolio in
maniera più ecologica di entrare.”
Un altro esempio di
abitudini sbagliate da correggere riguarda i contadini “usano le
acque di scarico per coltivare, sono sporche e talmente inquinate che
respirarle irrita la gola; queste acque contaminano il raccolto, e
facciamo il possibile perché i contadini smettano. La prima volta
andiamo da loro e spieghiamo che questo comportamento non va bene, la
seconda scriviamo un rapporto, la terza, se non cambiano sistema,
sequestriamo loro il generatore. In compenso, ci sono progetti per la
costruzione di pozzi per poter prelevare acqua pura.” Le domando da
dove arrivano queste acque sporche, e spiega “vengono dalla
Turchia. Assad aveva un accordo con la Turchia che acconsentiva a
scaricare le acque di scarico delle città turche vicine al confine
in territorio siriano ad alta concentrazione curda. Abbiamo insistito
e fatto il possibile per convincere le municipalità come quella di
Nusaibin di smettere, ma non ci hanno dato ascolto.”
Uno dei progetti
principali portati avanti dalla commissione dell'ecologia ma che
coinvolge diverse organizzazioni del tev-dem, è quello di piantare
alberi nei mesi di Fabbraio e Marzo “sono i mesi ideali per
piantarli” spiega “perché ci sono piogge ma non violente, e il
clima è ideale.” Quindi, in questi due mesi vengono piantati
quanti più alberi possibile “lo facciamo sempre nel rispetto delle
fonti d'acqua e dell'ecosistema locale: molti alberi sono stati
tagliati per farne legna da ardere quando l'embargo era talmente
stretto che non riuscivamo a scaldare le case (tradizionalmente
infatti le case si scaldano a petrolio qui), e la loro importanza è
vitale per l'ambiente, quindi ora li ripiantiamo.” Per esempio, il
lago di Mezgift. “attorno al lago c'erano centinaia di alberi e
sono stati tagliati per farne legna da ardere. Ne abbiamo ripiantati
300 ed abbiamo messo qualcuno a controllare che non vengano tagliati
di nuovo. Non solo: è stato approvato di recente un progetto secondo
cui nei pressi di quel lago potremo fare crescere gli alberi mentre
sono piccoli per poi essere piantati in tutti i luoghi in cui sono
necessari.”
Hêvîn
spiega l'importanza dei corsi aperti a tutti che tengono per conto
della commissione dell'ecologia: “Abbiamo inoltre proibito la pesca
nei mesi in cui i pesci si riproducono, e vietato la caccia agli
uccelli in alcune aree. Cerchiamo di convincere gli abitanti a
costruire pozzi comunitari e non uno per ogni nucleo familiare per
non prosciugare la falda acquifera, data la scarsità di piogge degli
ultimi 10 anni. Ma tutto questo non è sufficiente: è necessario
cambiare la mentalità, il modo in cui gli abitanti del Rojava
guardano alla natura stessa. Per questa ragione facciamo dei corsi su
come tenere pulita l'aria l'acqua, l'ambiente e su come trattare le
immondizie.” e mi porge un opuscolo, scritto in arabo, in cui si
invitano le persone a partecipare a questi corsi.
Da qui partono anche
progetti legati al campo Newroz, un campo profughi che accoglie curdi
yazidi ed arabi yazidi provenienti dall'area di shingal e fuggiti a
causa dell'arrivo dello Stato Islamico. “Per l'alta concentrazione
di mosche usiamo pesticidi ecologici e in piccole quantità. Uno dei
problemi principali che ci riferiscono è che l'acqua prelevata dal
pozzo che rifornisce il campo è inquinata. Adesso sono in corso le
analisi, ma l'ipotesi più plausibile è che sia contaminata dal
fatto che in quella zona vengono scaricate le immondizie di Derik.”
Non esiste infatti in questo cantone del Rojava un inceneritore o una
discarica a norma: sempre a causa dell'embargo non è possibile fare
entrare il materiale per costruirla. “Abbiamo in programma di
portarla in qualche altro luogo perché venga bruciata, ma questo non
risolve il problema alla radice: per questo vogliamo introdurre la
raccolta differenziata di carta, vetro e plastica. Abbiamo iniziato
in 7 villaggi per vedere come va e comunque per ora ci mancano anche
i macchinari per trattare la plastica, per esempio.” E così
torniamo di nuovo al problema dell'embargo imposto da Turchia e
Kurdistan iracheno, lasceranno essi passare il necessario per
riciclare?
Il progetto però a
mio giudizio più affascinante portato avanti da questa commissione è
quello del parco si Saffan, per il quale tra l'altro richiedono la
collaborazione di persone competenti anche provenienti dall'estero.
“per quanto riguarda le riserve naturali, prima della rivoluzione,
in questa area non erano presenti; ce ne era una a Tel Gazwan ma in
questo momento è sotto controllo dello Stato Islamico. Abbiamo
individuato un'altra area, si chiama Safan, è all'intorno di un
corso d'acqua, ci sono animali, anche lupi e volpi, alberi ed un
ecosistema in buono stato. È lunga 10 km e larga 2, e in essa sono
presenti 15 fonti d'acqua.” Saffan si trova nella parte più a est
di questo cantone, vicino all'intersezione dei confini tra Kurdistan
iraqeno e Turchia. “Abbiamo necessità di un gruppo che stia li per
analizzare l'ecosistema e le specie presenti, ma non abbiamo
abbastanza esperienza: ci servono professionisti da fuori che vengano
per capire quali specie reintrodurre per completare l'ecosistema
senza arrecare danno. Ci serve equipaggiamento anche per filmare e
fotografare gli animali presenti, e per tracciare mappe.”
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