Ho conosciuto Bianca, maltese, al training dell'ISM. Lei per la verità faceva il training con noi ma era con un'organizzazione chiamata IWPS- International women peace service. Quando la ho conosciuta io aveva 27 anni ma non li dimostrava perchè era (ed è tuttora, guardando le foto) piccolina e magrolina.
Parla anche italiano, e questo mi veniva molto utile durante il training, perchè il training era in inglese e quando non capivo qualche cosa lei me lo traduceva. Quella notte eravamo a dormire nella stessa stanza, e ricordo che mi raccontò una sua idea, con cui all'epoca non ero tanto d'accordo, ma che comunque vi racconto perchè dopo mi ha dato molto da riflettere: lei diceva che in qualche modo ai governi occidentali fa comodo l'occupazione israeliana, perchè così possono prendere esempio. Cioè: osservando come reagisce un popolo sotto un'oppressione che dura da così tanti anni, guardano a questa faccenda come fosse un gigantesco esperimento, per “imparare” come fare a trattare minoranze e gruppi indesiderati a casa loro in occidente. Per prendere esempio e verificare gli effetti dei diversi trattamenti a distanza di tempo. E in effetti davvero non aveva tutti i torti quando descriveva come l'atteggiamento delle vittime fosse spesso privato di qualunque tipo di speranza e di fiducia verso il futuro. Raccontava in particolare un episodio (piuttosto normale da quelle parti) di una mamma a cui avevano arrestato il figlio di 16 anni, senza muovere una vera accusa contro di lui, e mettendolo in un carcere il cui nome era rimasto segreto. La madre non chiedeva di avere indietro suo figlio (immaginatevi il confronto con una madre italiana) ma chiedeva che in qualche modo gli si facesse avere certe medicine, di cui aveva bisogno perchè affetto da non ricordo quale malattia cronica.
Bianca è nella striscia di Gaza da più di un anno ormai, ci è entrata quando io ero ancora nella west bank. Raramente ci scriviamo, l'ultima volta mi ha detto di una nave che vuole rompere l'embargo ed attraccare a Gaza dalle stesse acque in cui gli israeliani non lasciano pescare i palestinesi (la free gaza boat), e mi ha chiesto se volessi imbarcarmi.
Il 24, ieri mattina, Bianca stava con alcuni attivisti dell'ISM in una manifestazione. È strano come in Palestina, e soprattutto nella striscia di Gaza, assumano lo stato di “manifestazioni” anche i gesti più normali del quotidiano vivere, nel momento in cui l'occupazione si traduce quatidianamente in distruzioni di campi ed incursioni militari. Dico gesti normali del quotidiano vivere come quello di andare nelle proprie terre, quando i soldati lo vogliono impedire. Esiste una buffer zone, corridoio di sicurezza, attorno al muro che circonda Gaza, ed in quest'area i cecchini israeliani sparano a chi entra. Però i terreni sono dei palestinesi, ed allora, entrare nei propri terreni diventa una manifestazione. E i cecchini sparano.
Bianca è stata colpita ad una coscia, il proiettile è entrato ed è anche uscito, fortunatamente senza toccare l'osso o arterie importanti, probabilmente in 3 settimane tornerà a camminare; altri 2 palestinesi che erano con lei, di 18 e 22 anni, sono stati feriti. In particolare quello di 22 anni si è preso un proiettile nello stomaco, e sembra abbastanza grave.
Il fatto che Bianca sia stata “fortunata” e sia stata colpita nell'alta coscia in vece che nella pancia, non rende meno grave la situazione. Che razza di paese è un paese che spara alla gente che entra nelle sue terre? In un'intervista domandavano a Bianca cosa stesse facendo li, e lei diceva: stavamo mettendo delle bandiere palestinesi in terra palestinese. Erano disarmati, non tiravano nemmeno le pietre, e i cecchini gli hanno sparato addosso.
Ma secondo voi, a che cosa potrebbe pensare un ragazzo giovane, mettiamo sui 18 anni, cresciuto a Gaza quando si trova di fronte un israeliano?
p.s.: c'è una frase che mi ha sempre colpito di chi in Palestina o in territori di guerra non ci è mai stato, che dice: “sei andata in una certa situazione, te lo devi anche aspettare che ti sparino contro” o in altre parole, stai dalla parte di quelli a cui sparano contro, è normale che ti sparino contro. Io penso questo: o stai dalla parte di quelli che sparano o dalla parte di quelli a cui sparano contro. In qualche modo, se non ti sparano contro, vuol dire che stai dalla parte di chi spara. Il nostro presidente del consiglio, nell'anniversario della nakba, la nascita dello stato di israele che coincide con l'inizio della pulizia etnica della Palestina, ha avuto il coraggio di visitare l'ambasciatore israeliano in Italia augurandosi che presto Israele entri a fare parte dell'unione europea. Io penso ci sia molta poca differenza tra il tacere di fronte a questo e l'imbracciare un fucile di precisione. Qui è normale tacere come in israele è normale fare il servizio militare nei territori occupati.
Boicotta israele perchè ordina ai suoi soldati di sparare a civili disarmati.
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