Ora che è passata l'emergenza, vale la pena di tirare le somme, di fare un po' di considerazioni ed auspici per il futuro.
Di questo viaggio ci restano, sicuramente, i morti. E qualcuno ha detto che la morte è l'unica cosa che non si può cambiare. Morire per l'arroganza di israele, in acque internazionali, con l'iposcrisia dei media occidentali che descrivono la faccenda come "violenti terroristi che attaccano elicottero israeliano", poi, è ancora più assurdo.
Di questo viaggio, ci resta, però, anche l'indignazione. I presidi e le iniziative in tutta Italia ed Europa. L'Egitto ha deciso di lasciare aperto il valico di Rafah, e per ora è aperto da ben 7 giorni, sebbene in contemporanea stai continuando a costruire il muro in profondità per fermare i tunnel. In Norvegia è stato fatto un sondaggio: il 9,5% di chi ha risposto già boicotta i prodotti israeliani, ed il 33,5% vorrebbe farlo. Il Nicaragua ha sospeso i legami diplomatici con israele. Il SAMWU (Unione sudafricana dei lavoratori municipali) ha dichiarato che contatterà ciascuna municipalità per "assicurarsi che non ci sia alcun legame commerciale accademico culturale o sportivo con il regime israeliano". Dal 15 al 24 giugno il sindacato portuale svedese ha deciso di bloccare tutte le navi passeggeri e cargo da e per israele.
Qualcosa in somma sembra che si stia muovendo. I cortei in italia stanno continuando. A Napoli faranno collegamenti dalla Palestina e con attivisti delle freedom flotilla, qui a Padova sono giunta a conoscenza in tutto di 5 diversi presidi da quando è iniziato il fattaccio, e giusto oggi ci sarà un'assemblea per lanciare la compagna di boicottaggio e la proiezione di "to shoot an elephant" (film girato a Gaza durante l'operazione piombo fuso).
Il punto, oggi, è rendersi conto che il massacro sulla Navi Marmara non è un evento isolato. Non si tratta di un'eccezione, e nemmeno dell'azione più grave portata avanti da Israele nell'ultimo periodo. Guardiamo a Gerusalemme est, dove continuano a demolire case di palestinesi per cacciarli nella west bank, guardiamo a piombo fuso: 1500 morti. Alle volte viene da pensare che l'opinione pubblica si muova solo con le morti degli occidentali, quasi i morti palestinesi siano secondari. Il guaio è che i palestinesi continuano a morire tutti i giorni, ma di loro non si occupa più nessuno. A Gaza continuano a bombardare, freedom flotilla o no: solo il 2 giugno hanno ammazzato 5 persone.
La scommessa, in qualche modo, è quella di continuare a tenere alta l'attenzione sull'argomento. La campagna di boicottaggio andrà avanti fino a che non sarà garantito il diritto al ritorno, la fine dell'occupazione, la fine della discriminazione. Adesso, l'obiettivo è la costanza.
Boicotta israele perchè siamo solo all'inizio.
fottuti comunisti,ci avete rotto i coglioni voi, e queelle merde dei palestinesi
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