Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


martedì 15 giugno 2010

Misure israeliane anti-boicottaggio


Sembra proprio che la campagna di boicottaggio stia facendo paura ad israele. Tanto che ora prevedono sanzioni sia per l'ANP, accusata di aver appoggiato e promosso il boicottaggio, sia per i cittadini israeliani che lo appoggiano, che per i cittadini stranieri che lo promuovano.

Un nuovo disegno di legge è stato impostato dalla lobby "terra d'israele" ed appoggiato all'interno della Knesset da 26 membri, tra i quali Dalia Itzik, ex ministro degli esteri e leader del partito di opposizione Kadima e Tsachi Hanegbi, il Presidente della Commissione Difesa e Affari Esteri.
Esso mira a colpire coloro che avviano, incoraggiano o forniscono assistenza o informazioni sui boicottaggi contro Israele.

Per quanto rigurada i territori occupati la legge prevede il sequestro dei dazi doganali destinati ai palestinesi, che verranno usati per risarcire le aziende delle colonie ebraiche colpite dal boicottaggio. E' prevista anche la confisca dei fondi palestinesi depositati nelle banche israeliane.
(l'ANP aveva messo in atto un boicottaggio nei confronti dei prodotti provenienti dalle colonie israeliane).

Inoltre i cittadini israeliani che si renderanno "colpevoli" di boicottaggio potranno essere chiamati in giudizio dalle aziende che ne hanno subito danno e pagare una multa fino a 8500dollari con possibile confisca dei risparmi. Questo metterebbe in seria difficoltà alcune organizzazioni con boycott from within, coalition of women for peace, New profile.

Ma non è finita qui. Ai cittadini stranieri che verranno sorpresi a boicottare israele verrà impedito l'ingresso nella nazione per 10 anni, e sarebbe loro vietato l'attività economica in Israele (il possesso di un conto in una banca israeliana, il possesso di azioni israeliane, terre, o qualsiasi altro bene che richieda la registrazione).

Ulteriori informazioni qui, qui e qui.

Le colonie sono illegali secondo la legge internazionale: quindi hanno ragione i palestinesi a boicottare i prodotti provenienti da esse ed israele ha torto a finanziarle.

Ora mi domando se la prossima volta che qualcuno entrerà in israele, durante l'interrogatorio, verrà porsi la domanda: "quante volte hai comperato ahava nello scorso mese?" e "qual'è il tuo gusto preferito del succo jaffa?"

C'è qualche cosa di abominevole nel rispondere in questa maniera ad una lotta nonviolenta. Ma c'è anche una nota positiva: se si comportano così vuol dire che hanno paura. E se hanno paura vuol dire che stiamo vincendo.

Boicotta israele perchè hai la coscienza di essere nel giusto.

Nessun commento:

Posta un commento