Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


giovedì 20 ottobre 2011

Grazie.


Oggi la tenda a Gaza in solidarietà ai prigionieri in sciopero della fame non c'è più. E non c'è più perchè le richieste degli scioperanti sono state tutte -almeno a parole- accolte dai sionisti. Hanno promesso la fine della pratica dell'isolamento. Hanno promesso che saranno accettati in prigione libri e riviste, che saranno autorizzare le visite dei familiari anche per i prigionieri provenienti da Gaza. Che le mani ed i piedi dei detenuti non saranno legati durante le visite, anche quelle degli avvocati. Che si potrà studiare in carcere. Che si potranno vedere anche i canali palestinesi alla televisione. Ieri, anche i pochissimi che nelle carceri non avevano osservato la pausa dello sciopero della fame hanno smesso di digiunare.
Certo, per ora sono solo parole. Se i sionisti non manterranno la parola data, domenica si tornerà a scioperare. Ma per ora, possiamo dire di avere una vittoria, almeno parziale.

E questa, ragazz*, è una vittoria collettiva, di tutt* noi. È la vittoria di chi ha scelto di fare i sit in. È la vittoria di chi ha scelto di non mangiare. È la vittoria di chi ha deciso anche semplicemente di parlarne con gli amici, o via internet, di fare informazione. È la vittoria di chi ha deciso di non comperare prodotti israeliani. È la vittoria del centropace Ivrea, che ha organizzato uno sciopero della fame per il 17. È la vittoria del presidio dell'associazione ISM-italia, è la vittoria dei sit in a Roma delle rete romana Palestina ed altri, di quelli di Udine... È la vittoria, soprattutto, di tutti coloro che anonimanente e senza sigle hanno dato il loro contributo. È necessaria una grande forza per riuscire ad agire e mettere il proprio nome senza dover fare riferimento ad una qualche sigla, o partecipare ad inutili giochi di potere. Il fatto di non mettere sigle sta a dimostrazione della volontà di agire per il popolo palestinese, senza nessun tornaconto personale. Rispetto ed apprezzamento per chi lo ha fatto.

Qualche mese fa, qualche settimana dopo la morte di Vik, mi è capitato di parlare con un signore anziano del Fronte, il quale mi diceva che secondo lui, dopo l'assassinio, avrebbero impiegato altri 60 anni per riuscire a fare in modo che gli attivisti italiani stessero di nuovo dalla parte dei palestinesi, era convinto che essi pensassero pensassero che i palestinesi fossero tutti assassini. Io gli ho spiegato che in realtà in Italia gli attivisti stavano dicendo che avrebbero continuato quello che Vik aveva iniziato, che stavano organizzando manifestazioni e convogli. E questo signore è rimasto senza parole, poi ha cominciato a dire shukran, grazie. L'ha ripetuto tante volte: shukran, grazie. Quel grazie non era rivolto a me, ma a tutti voi, a tutti noi.

Già ve la avevo scritta, ma vi copio qui parte di una lettera di un carcerato dentro Israele, durante lo sciopero. Lui dice: “Saluto e ringrazio il mondo arabo ed il movimento internazionale di solidarietà, perchè sono con noi e mostrano sostegno alla giusta causa palestinese, in particolare coloro che sono in sciopero della fame in solidarietà con i prigionieri in sciopero della fame. Questa presa di posizione da parte degli attivisti in altri paesi è molto importante ed è simbolo di chiarezza di vedute e limpidezza delle posizioni. Essi fanno davvero un grande sforzo per essere parte di questo sciopero della fame.

Grazie perchè ancora vi importa qualche cosa di quello che succede fuori di casa. Grazie perchè non credete alla tv ed ai media, come diceva Malcom X : “Se non state attenti i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono”. Grazie per avere conservato l'umanità per trovare motivazione, l'energia e l'entusiasmo per darvi da fare e la caparbietà per continuare. Grazie per la solidarietà, in qualunque modo venga espressa. Grazie, ma non da parte mia, grazie da parte di un popolo che sta resistendo da 63 anni, in tutti i modi possibili. Grazie da parte di un popolo che se non si è ancora arreso, fa sperare che non si arrenderà mai...non so se da li si può percepire, ma qui ci tengono moltissimo a quello che fate laggiù.

Però, vedete, la vittoria che abbiamo di fronte oggi è solo parziale. C'è ancora molto, troppo da fare. 5000 prigionieri politici continuano a restare in carcere. Continuano ad esserci bambini in carcere, continuano ad esserci donne. Continuano ad essere torturati, continua la detenzione amministrativa (reclusione senza nessuna formale accusa). In Cisgiordania continuano ad espandersi le colonie, continuano ad esserci le barbare restrizioni di movimento rappresentate dai check point. Gaza continua ad essere sotto assedio, i droni e gli F16 continuano a sorvolarla. I coloni in Cisgiordania continuano ad essere violenti con i palestinesi, e cecchini con i contadini. L'occupazione israeliana non è finita, il muro non è smantellato. Il diritto al ritorno non è accordato. I palestinesi e gli ebrei israeliani non hanno gli stessi diritti. E la gente fuori non sa, o se sa, ha privilegi da difendere per cui preferisce tacere. Ecco perchè non possiamo permetterci di essere divisi.

Talvolta, nel parlare di Israele, dell'occupazione e di tutte queste ingiustizie, dimentichiamo la causa principale del problema...perchè Israele sta li? Perchè il mondo occidentale ne ha bisogno? La sua stessa esistenza è parte e conseguenza della nostra “way of life”. I nostri sistemi repressivi imparano tecniche ed importano strumenti da quelli israeliani. Ecco perchè anche il 15 di Ottobre -la cui notizia è arrivata fino a qui- non è scollegato da questa lotta.

Ho domandato a Fatima, una donna delle Jihad Islamica che ha partorito il suo ultimo figlio nelle galere israeliane, cosa dovrebbero fare secondo lei gli attivisti in Italia o nel mondo per la Palestina. Lei mi ha risposto che dovrebbero fare la rivoluzione, dovrebbero mandare a casa i loro governi. È stata più o meno la stessa risposta che mi ha dato Mariam, che invece è, all'estremo opposto, del Fronte Popolare.

Boicotta Israele. E distruggi il sistema che lo ha creato.
 

6 commenti:

  1. Grazie a te, Silvia! Dio solo sa quanto ce ne vorrebbero di persone come te! :-)

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  2. Mi unisco al commento sopra ... dopo le tue parole c'è poco da dire solo ... solo la speranza grande e tenerti abbracciata, tenervi tutti abbracciati, sperando che questa ... che questa possa essere una domenica importante nella storia ...
    Ho potuto solo che copiare nel chan le tue parole e ... e aggiungere anch'io un grazie .. grazie a voi .. che ci aiutate a combattere al fianco di chi soffre e a RESTARE UMANI ..
    un grande abbraccio
    SEI NEL CUORE ... :)

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  3. La tua e' una malattia.Perché non parli anche di una delle 27 detenute scarcerate nello scambio con Shalit che in un incontro con le bambine di un asilo di Gaza ha esortato le stesse bambine di quattro anni a diventare martire ed a farsi esplodere tra i Sionisti?
    Mario

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  4. Ciao Anonimo,
    a domanda risposta.

    Questi sono alcuni dei motivi per cui non ne ho parlato:
    -1. Io parlo di ciò che vedo, riferisco ciò che ascolto. Non sono stata testimone di quest'episodio di cui parli. Non posso confermare la sua veridicità o falsità, non c'ero, non ne posso dire niente.
    -2. Se già ne sei a conoscenza, significa che fa parte di quelle cose che già i media ufficiali ripetono alla nausea, e questo mi fa pensare sia unutile scriverlo pure qui.
    -3. Se avessi dovuto inserire la sua storia -copiandola da fonti di dubbia veridicità- avrei dovuto discendere in una lunga digressione riguardo cosa significhi essere martiri nell'Islam. Sostanzialmente martire non è solo chi si fa esplodere (anzi, secondo molti chi si fa esplodere non è per niente un partire, perchè tecnicamente si suicida e questo è fermamente contrario all'Islam) ma martire è chi muore per le sue convinzioni religiose, o, per estensione, in alcuni casi, per le sue convinzioni di giustizia. Per essere chiari, le 1500 persone trucidate dai sionisti assassini durante piombo fuso, sono tutti martiri. Chi muore a Ni'lin o nelle manifestazioni nonviolente è martire. I contadini che muoiono perchè i cecchini gli sparano sono martiri. I pescatori pure. I bambini che non possono uscire per ricevere cure sono martiri...e la lista continua. La ragione per cui si augura a qualcuno di diventare martire è che in questo modo è assolutamente garantito un posto in paradiso, è, per chi crede in dio, semplicemente un buon augurio, come a dire “vi auguro di andare in paradiso”.

    Ed ora una domanda la faccio io, alla luce delle 3 ragioni suesposte, perchè mai dovrei essere “malata” a non descrivere l'episodio che citi?

    p.s.: un abbraccio a tutti gli altri!

    sil

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  5. "Talvolta, nel parlare di Israele, dell'occupazione e di tutte queste ingiustizie, dimentichiamo la causa principale del problema...perchè Israele sta li? Perchè il mondo occidentale ne ha bisogno? La sua stessa esistenza è parte e conseguenza della nostra “way of life”. I nostri sistemi repressivi imparano tecniche ed importano strumenti da quelli israeliani. Ecco perchè anche il 15 di Ottobre -la cui notizia è arrivata fino a qui- non è scollegato da questa lotta."

    I don t understand the hatred from Jews for Muslims or from Muslims for Jews ... I m from Poland and my country's history is also full of wars with the Russians or German..It s time to forgive.
    Truth isn t on the one side but the middle..

    I am sad because I really like yours traditions and I think that the problem isn t about Land, but not forgiveness.
    How you teatch yours children?

    What s you thing about it?
    http://www.youtube.com/watch?v=63hTOaRu7h4

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  6. Kalimera Silvia
    ho usato la tua intervista, scaricata da Radio cooperativa per questo video

    STOP ATTACK IN GAZA
    grazie Silvia e grazie a radiocooperativa

    http://www.youtube.com/watch?v=MMGjxLcmMLc&feature=channel_video_title

    Se mi permetti, rispondo anch'io a Mario/Anonimo .. Mario . se scendete per le strade solo un giorno e la sera tornate a casa .. è dura. In Grecia siamo in strada da 6 mesi, pacificamente (a parte i loro provocatori di stato) si sta cercando di lavorare sulla solidarietà gli uni verso gli altri e sull'informazione ... e ancora la vittoria è lontana .. ma ce la si farà .. cosi come la Palestina un giorno sarà LIBERA ..

    un abbraccio immenso Silvietta e grazie di cuore di tutto .. tutto ...

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