Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


domenica 16 ottobre 2011

Solidarietà con i manifestanti a Roma

Come piccolo contributo per esprimere la mia personale solidarietà a chi a Roma ha portato avanti una battaglia in cui crede, e per questo si è trovato faccia a faccia con lo stesso mostro che anche da qui stiamo combattendo, riporto "Occupare Wall Street e non la Palestina", appello del BNC (grazie a Falvia per la traduzione).
Liberi tutti, liberi subito.



Palestina Occupata, 13 ottobre
Il Comitato Nazionale Palestinese (BNC) del Boicottaggio Disinvestimenti Sanzioni, la più larga coalizione della società civile in lotta per i diritti dei Palestinesi, è orgogliosa di sollevarsi in solidarietà con i movimenti che stanno lottando per un mondo nuovo, basato sulla democrazia, sui diritti umani e sulla giustizia economica. Da New York ad Atene, da Madrid a Santiago, da Bahrain a Roma, questa immensa mobilitazione fornisce un richiamo molto necessario di qualcosa che i Palestinesi hanno sempre saputo – che un altro Mondo, che riconosca dignità, sia possibile e la gente comune può crearlo.

Le nostre aspirazioni si sovrappongono; le nostre lotte convergono. I nostri oppressori , che siano avide aziende o occupazioni militari, sono unite nel trarre profitti dalle guerre, saccheggiare, distruggere l’ambiente, reprimere ed impoverire. Dobbiamo unirci nella nostra comune richiesta di libertà, eguaglianza di diritti, giustizia economica e sociale, salvaguardia dell’ambiente e pace mondiale. Non possiamo permettere più a lungo di essere frantumati e divisi; non possiamo ignorare più a lungo il nostro obbligo di giungere le mani nella lotta contro la guerra ed il comune sfruttamento e per una comunità mondiale amica dell’umanità al posto della giungla della massimizzazione del profitto.

Il movimento di occupazione di Wall Street ed i suoi corrispettivi attraverso USA, Europa, America Latina ed in qualsiasi altro luogo sono – almeno parzialmente- ispirati dalla Primavera Araba per la democrazia e la giustizia sociale. I leader delle rivolte popolari arabe ci dicono che loro, a turno, erano ampiamente ispirati da noi stessi, decenni di lotte contro l’occupazione israeliana della nostra terra, dei suoi sistemi di discriminazione che corrisponde alla definizione di apartheid, ed il suo rifiuto del diritto dei Palestinesi rifugiati a tornare alle proprie case.

Il rapido emergere del movimento per il Boicottaggio, Disinvestimenti e Sanzioni (BDS) contro Israele fino al suo conformarsi con il Diritto Internazionale è una chiave e parte effettiva della lotta dei Palestinesi. Ancorato ai principi universali dei diritti umani e lottando per libertà, giustizia ed uguaglianza, il movimento BDS, messo su nel 2005, è profondamente radicato in decenni di resistenza pacifica dei Palestinesi all’oppressione coloniale ed è ispirato dalla lotta del Sud Africa contro l’apartheid e dal movimento per i diritti umani negli USA. Esso è adottato con un nuovo consenso dai Palestinesi in ognidove, da tutti i principali partiti, sindacati, albi professionali, unioni di donne, gruppi di studenti, reti di ONG e di difesa dei rifugiati rappresentati nel BNC, il referente di questo crescente movimento per la fine dell’impunità israeliana.

Il movimento BDS a guida palestinese è uno sforzo globale di gruppi, dal Sud Africa all’Inghilterra, dal Canada all’India, e all’interno dello stesso Israele, tutti comitati per la fine del rifiuto israeliano del riconoscimento dei diritti di base dei Palestinesi. Esso è appoggiato da elevati leader morali del calibro dell’Arcivescovo Desmon Tutu e del sopravvissuto all’Olocausto e co-autore della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Stephane Hessel. E’ sostenuto da rinomate figure del mondo culturale ed intellettuale come Alice Walzer, Naomi Klein, Roger Waters, Judith Butler, Sarah Schulman, John Berger, Ken Loach, John Greyson e Adrienne Rich. Federeazioni di sindacati di massa come la COSATU (Sud Africa), CUT (Brasile), TUC (GB), ICTU (Irlanda), fra molti altri, hanno anch’essi aderito al BDS.

Il movimento ha ottenuto negli ultimi due anni alcuni spettacolari successi, quando rinomati artisti e gruppi musicali hanno prestato attenzione al boicottaggio culturale d’Israele ed hanno rifiutato di tenervi i loro spettacoli o cancellato esibizioni programmate. Tra di essi i Pixies, Elvis Costello, Snoop Dogg, Meg Ryan, Vanessa Paradis, Gil Scott-Heron, oltre molti altri. Il fondo statale delle pensioni Norvegese, tra altri, maggiori banche europee ed alcuni Enti sono stati tutti convinti a disinvestire dagli affari implicati nelle violazioni israeliane della legge internazionale. Sempre più, il BDS è riconosciuto come un movimento civico capace di porre fine all’impunità israeliana e, in modo decisivo, contribuire alla lotta globale contro la guerrafondaia, razzista agenda in cui Israele ha persistentemente giocato un ruolo chiave.

Così, dal momento che rompete le vostre catene ed edificate la vostra effettiva resistenza contro la comune tirannia, vi chiediamo una pace giusta per tutti i popoli del Medioriente, basata sulla legge internazionale e sull’eguaglianza dei diritti. Anche i Palestinesi sono parte di quel 99% che nel mondo soffre per mano di quell’1% la cui ingorda e spietata ricerca di egemonia ha guidato verso un’indicibile sofferenza e guerra senza fine. Il potere delle corporations non ha tratto profitto dalla nostra sofferenza, ma collude con il mantenimento dell’occupazione e dell’apartheid israeliane per perpetuare un ordine ingiusto che trae profitto dalle compagnie petrolifere e militari e dalle istituzioni finanziarie internazionali.

Ci appelliamo a tutti i movimenti sociali diffusi nel mondo per pensare in maniera critica quando considerano il proprio atteggiamento verso le proteste “per la giustizia sociale” in Israele, che hanno quasi completamente ignorato la questione chiave al cuore di tutti i problemi di fronte ai Palestinesi comuni ed anche agli Israeliani: il costoso sistema israeliano di occupazione, colonialismo ed apartheid sul popolo palestinese. Senza porre fine a questo multi-stratificato sistema israeliano di oppressione, la nostra intera regione non godrà mai di una pace completa e duratura, basata sulla giustizia e sui diritti umani.

Soldi per attività lavorative, salute ed educazione, non per oppressione razzista ed occupazione! Da nessuna parte è più importante che negli USA. Nonostante la persistente negazione israeliana dei diritti dei Palestinesi, gli USA hanno fornito ad Israele un’incondizionata assistenza politica e militare che contribuisce direttamente alla negazione dei diritti dei Palestinesi, ma anche ai problemi di fronte ai quali si trovano i comuni cittadini statunitensi. Non sarebbero stati spesi meglio i 24 miliardi di dollari di aiuti militari forniti ad Israele nel periodo 2000-2009 in scuole, sanità ed altri servizi essenziali? Non ha giocato Israele un ruolo principale nel pungolare gli USA nel lancio e nella continuazione delle guerre in Iraq ed in Afganistan, con immensi costi umani e materiali, sopportati soprattutto dai più poveri in quei paesi ?

Ma, dobbiamo ricordare a noi stessi tutto il tempo che questa lotta non sarà mai facile, e raggiungere i nostri obiettivi mai inevitabile. Come Martin Luther King disse una volta:

Il cambiamento non gira nelle ruote dell’inevitabilità, ma giunge attraverso la lotta incessante. E così noi dobbiamo raddrizzare le nostre schiene e lavorare per la nostra libertà. Un uomo non può cavalcarti senza che la tua schiena sia piegata.

Le scene ristoratrici di proteste nel mondo pacifiche e determinate per la giustizia ci dicono che il 99% del mondo è in un processo di raddrizzamento delle nostre schiene, collettivamente, con incrollabile forza d’animo e sconfinata speranza.

Segreteria BNC
(traduzione di Flavia Lepre)

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