Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


sabato 29 ottobre 2011

Premio Paolo Borsellino a Vik. Un ricordo da Gaza.


Oggi Egidia Beretta, la mamma di Vittorio, è andata a ritirare il premio Paolo Borsellino, che quest'anno è stato assegnato a suo figlio. Sul sito ufficiale è possibile leggere che “Il premio intende testimoniare ammirazione, gratitudine ed affetto a quelle personalità italiane che hanno offerto una testimonianza d’impegno, di coerenza e di coraggio particolarmente significativa nella propria azione sociale e politica contro la violenza e l’ingiustizia, ed in modo particolare per l’impegno profuso in difesa e per la promozione dei valori della libertà, della democrazia e della legalità.”

Qui a Gaza Vittorio viene ricordato come un amico e come un fratello, e la sua memoria rimarrà indelebile nei cuori di questa gente. In tanti lo consideravano un membro della loro famiglia, in troppi si sono sentiti come se fosse morto un loro fratello. Per questo, oggi, vorrei dare voce ai suoi amici, a chi da Gaza ha deciso di ricordarlo, a chi, alla notizia dell'assegnazione del premio, ha pensato fosse bello mandare un messaggio in sua memoria. I messaggi sono molto diversi tra loro, come le persone che li mandano: ve li riporto così come sono, senza la pretesa di dare un quadro completo di “cosa Gaza pensa di Vittorio”, ma con la volontà di dare voce a chi vorrebbe comunicare con amici e parenti di un uomo che vedevano come un fratello.


Il dottor Ala è medico all'ospedale Al Auda, ha lavorato al fianco di Vik durante piombo fuso, Vik sulle ambulanze e lui dentro l'ospedale. Anche dopo la fine del massacro l'attivista ha continuato a contattarlo per curare malati di Gaza. O semplicemente per cenare assieme e passare qualche momento rilassato in compagnia. Queste sono le sue parole:

Vittorio aveva dei muscoli potenti, ma li usava solo per giocare con i bambini. Era grande e grosso, ma aveva il cuore di un bambino. Era un eroe nell'evacuare i palestinesi feriti durante la guerra. Esponeva se' stesso al pericolo, pur di difendere pescatori e contadini dalle aggressioni di Israele.
Anche quando aveva i calcoli ai reni aveva fretta di unirsi agli agricoltori per proteggerli: aveva superato il dolore per aiutarli. Conosceva le strade di Gaza e dintorni meglio degli stessi abitanti del posto che sono nati qui.

Cinque giorni prima che Vittorio morisse gli dissi di tornare a casa perchè suo padre che era malato aveva bisogno di lui, lui rispose che Gaza aveva bisogno di lui più di suo padre. Mi disse: “voglio molto bene a mio padre, ma lui ha un paese e servizi a disposizione, mia madre e mia sorella sono con lui...qui a Gaza siamo troppo pochi”.

Vittorio è una candela che brucia per illuminare il cammino di altri. Riposa in pace ribelle italiano! Sei il Che Guevara del 21° secolo...i palestinesi non ti dimenticheranno mai. Con amore a te, nostro caro amico, alla tua famiglia ed ai tuoi amici italiani.



Saber è leader della “local initiative Beit Hannoun”, organizzava le manifestazioni al confine di cui Vik raccontava sempre.

Su questa terra c'è qualcosa per cui valga la pena vivere”

Si può dedicare la propria vita alla dignità umana, alla libertà, in difesa del nostro stesso essere “umani”, ed è questo che Vittorio ha sempre fatto. Egli ha lottato stando dalla parte degli oppressi contro l'oppressione qui nei territori palestinesi occupati, terra di pace e luogo natale di Gesù (pace a lui).
Dando la sua voce per la giustizia, Vittorio ha sempre difeso i diritti umani e cercato di trasmettere al mondo le sofferenze di un intero popolo.

Nonostante la morte del nostro amato, tantissimi giovani di Gaza stanno portando avanti il suo messaggio e la sua cultura, continuando questa lotta e seguendo il suo cammino di libertà ed indipendenza.

Un'ultima parola: “prima di pensare qualsiasi cosa, ricordati che sei un essere umano”

Il nostro messaggio dalla terra di Oliva, dove la libertà e la giustizia portano alla pace.



Taraji non ha avuto il piacere di conoscere approfonditamente Vik. È una delle tante e dei tanti che lo hanno incrociato per poche decine di minuti, ma lo ricorda vividamente.

È entrato in questa casa e si è seduto con noi, alla pari. Ci ha ascoltate, ha ascoltato la nostra sofferenza. E come con noi, ha ascoltato ed aiutato tutti quelli che ha potuto qui a Gaza, aveva certamente una forte umanità.
Vorrei dire a sua madre che deve andare orgogliosa di suo figlio, vorrei avere l'onore di conoscere una donna così...e le auguro una vita felice!




Jabur è un contadino, vive a Faraheen. Parte della sua casa è stata distrutta in un'incursione, Vik con altri ISM all'epoca ha abitato li per un certo tempo. La terra che Jabur coltiva si trova a poche centinaia di metri dal confine, ed è uno dei contadini che anche Vik accompagnava durante le “farming actions”.

In nome di Allah il misericordioso

Vik l'eroe che ha lottato per la Palestina

Che bei momenti abbiamo passato insieme, fratello Vittorio! Se gli occhi non ti vedono più, il cuore non ti dimentica. Dicevi che nella vita ci sono molte cose per cui ridere, e davvero i momenti passati con te sono tra i più gioiosi. Pensavo che la morte fosse lontanissima per te, non me lo aspettavo, però è successo. Così voglio dire alla tua gente: “Non cambiate idea riguardo noi palestinesi. Vi posso assicurare che Vik è dentro ogni goccia del mio sangue. Saluto e rispetto sua madre, e le dico, mentre nasconde le lacrime dietro un sorriso, che suo figlio non è morto, che è qui dentro di noi, siamo tutti suoi figli, figli che non ha mai partorito. Vorrei abbracciare sia lei che il padre di Vittorio, vorrei essere loro vicino in questo momento.”




Shahd è una giovanissima blogger ed artista di Gaza. Stava realizzando un ritratto di Vik nel periodo in cui è stato ucciso, lo ha terminato dopo la sua morte.
È l'immagine in testa a questo post.

Il terzo giorno del tuo funerale, tua madre ha fatto una chiamata in diretta con noi, ho tradotto il suo messaggio in arabo. Tua madre è grande come te. Ci siamo uniti nel dolore per questa perdita, e riuscì a fare in modo che l'Italia e Gaza cantassero assieme uniti in una sola voce "Bella Ciao".

Mio caro Vik, voglio che tu sappia che ci hai lasciato nel corpo ma l'anima vivrà con noi per sempre. Voglio essere sicura che tutti coloro che credevano in te e nella causa palestinese continuino a seguire il tuo percorso. Vorrei che tu sapessi che sei il nostro eroe, puramente umano. “Restiamo umani”, è così che sei stato tutto il tempo ad ogni passo che hai compiuto. Vittorio, sei il vincitore, tu sei il sognatore che non si arrende mai, così, mio caro amico, possa tu riposare in pace.




Eba'a è una blogger di vent'anni. Era molto amica di Vik, ed ha tatuata sui polsi la sua frase “restiamo umani”.

Ancora oggi per me è difficile fare i conti con l'assenza del corpo materiale di Vik tra noi. È appunto per fare in modo che lui sia sempre ed ovunque con me che ho deciso di tatuarmi le sue parole, che sono di ispirazione per tutta Gaza “Restiamo Umani” sui polsi. Il suo messaggio era così chiaro e puro, la sua vita votata alla giustizia, libertà ed uguaglianza. Siamo tutti non solo suoi amici, ma anche suoi allievi: abbiamo imparato tanto da lui. Non era solo un combattente per la libertà (freedom fighter) ma anche un vero amico, di quelli che vorresti sempre avere al tuo fianco nel momento del bisogno. Era pieno di amore, tutto l'amore che ha ricevuto qui a Gaza. “loro” pensavano fosse un corpo, che fosse possibile ucciderlo: non avevano capito che è un'idea che non morirà mai.
Era umano.



Mahfuz è un pescatore, è anche il presidente dell'associazione dei pescatori e degli sport marini, insieme a Vik organizzava gli accompagnamenti in mare. Lui, come tutti i pescatori di Gaza, conserva un ricordo vivissimo di Vik.

Le parole non possono descrivere i sentimenti per il nostro caro amico Vittorio. Hai avuto una vita breve ma sei stato molto generoso. Il tuo messaggio è stato lanciato a tutte le persone oneste, tu eri e sei ancora la voce della giustizia, della pace attiva, hai combattutto contro la povertà e l'ingiustizia. Il tuo nome è stato scritto con inchiostro d'oro nella storia, riposa in pace Vittorio, i tuoi genitori ed i tuoi amici dovrebbero essere orgogliosi di te!
Ci manchi tantissimo ma il tuo esempio rimarrà di ispirazione per noi.



Ayman è un rapper, il primo rapper di Gaza. I soldati israeliani hanno ucciso suo padre di fronte ai suoi occhi durante piombo fuso. Si sedeva spesso, la sera, al Gallery (un bar di Gaza) a fumare il narghilè o semplicemente a chiacchierare con Vittorio. Così è come lo ricorda:

Ci sono due tipi di persone, quelli che muoiono e quelli di cui muore solo il corpo. Ricordo ancora ogni momento speso con lui, tristezza, frustrazione, e mancanza di speranza per il futuro, però continuo a cercare di sorridere perchè voglio essere quello che lui avrebbe voluto da me:
Un essere umano libero, con dignità e fiero di esserlo”.
Dio benedica la sua anima.
Restiamo Umani.


Per alcuni degli amici di Vik scrivere riguardo lui è ancora difficile, talvolta, sapete, le parole sembrano sempre inadatte. In molti, molti altri che non hanno avuto voce in queste poche righe qui lo ricordano col cuore.





1 commento:

  1. Brividi... Grazie infinite Silvia, il tuo impegno lì è la prova lampante che Vittorio continua a vivere, che la sua voce e il suo messaggio continuano a parlare e a diffondersi... Proprio ieri ho comprato Gaza-Restiamo Umani e non vedo l'ora di leggerlo. FORZA. 1 abbraccio forte da Napoli

    RispondiElimina